Segue dalla quarta parte.
Avvocato Filastò: A questo punto parliamo un attimo della Gabriella Ghiribelli. Della Gabriella Ghiribelli che è ubriaca fissa, anche lei, come la Filippa Nicoletti. Insomma lo sappiamo, l'ha detto, è così; insomma, eh.
La Gabriella Ghiribelli che cosa dovrebbe confortare? L'avvistamento di una certa automobile mentre torna, chissà quando? Perché come si fa a dire che questa persona si ricorda di aver visto la macchina a tutti questi anni di distanza e in quella sera, vero? Non è possibile, né lei né il Galli; infatti il Galli quando viene interrogato non fa altro che dirlo:
‘Ma come faccio, non sono sicuro.'
E certamente come... E la Ghiribelli, oltretutto, la Ghiribelli, insomma anche lei, vero, è come se ci da dentro, eh.
"E perbacco!" Dice lei. Gli si dice una domanda dell'avvocato Pepi che gli chiede: 'Come mai è stata ricoverata qualche volta all'ospedale'. Lei dice: "Ma, sono stata ricoverata tante volte, sa, mica quella e basta, anche per ubriaca." Ecco. Ora che addirittura ha le crisi di etilismo acuto, al punto che la mettono in ospedale. E dice: "Ma non per forma acuta di etilismo?"
Chiede l'avvocato Pepi. E la signora risponde: "Anche, perché sono
ubriaca". E dice: "Ogni tanto prendevo delle sbronze, perché
io da sana non ci andavo a fare la mignotta; dovevo sbronzarmi."
Benissimo, questo è testimone che noi non mettiamo
in discussione per il fatto che è una prostituta, per carità! Noi pensiamo alle prostitute come tutte le altre persone di questo mondo quando sono testimoni; per il fatto che all'epoca - e forse anche dopo - è un'alcolista e che era ubriaca e che, specialmente la sera, quando finiva di lavorare e che tornava dopo quel lavoro faticoso, brutto e ingrato a casa sua era, probabilmente,
più di qua che di là. Questo lo dobbiamo dire, insomma, no?
Perché è la cosa importante, che ci da una dimensione della attendibilità intrinseca di questa teste, che non c'è.
E tuttavia, sul punto che ci interessa forse di più, e che riguarda il fatto che Vanni fosse stato quella sera, di domenica.
Mario Vanni: No, davvero.
Avvocato Filastò: ... a trovarla, no davvero; certo non davvero,
dice anche lei.
Mario Vanni: No, questo no.
Avvocato Filastò: Questa signora dice:
"Il Vanni è venuto una volta sola da me." E lo dice a pagina 13. Al Pubblico Ministero dice: "Due o tre volte, il Vanni. Però non con me personalmente, perché torno a ripetere mignotta
sì, ma meschina no. Scusi l'espressione."
E poi dice: "Però dei veri rapporti, io con il Vanni, non li avevo mai avuti."
Ovvia, allora quindi, anche questo abbastanza chiaro.
Mario Vanni: È la verità.
Avvocato Filastò: È la verità. Benissimo Mario.
Mario Vanni: (voce fuori microfono)
Avvocato Filastò: E certo.
Mario Vanni: (voce fuori microfono)
Avvocato Filastò: Allora, anche a questo punto, non mi sembra
essermi dimenticato di nulla; poi, cosa mi fossi dimenticato sarà segnalato dal... Ah, sì, c'è questo aspetto un po' sgradevole, questo. Mi dispiace doverne parlare. Quelle che il Pubblico Ministero definisce le "ammissioni di Vanni". Beh, vi devo prima di tutto, segnalare un fatto avvenuto qui, in sede di discussione.
Allora, io avevo trascurato un po' il dato, nel senso che non è che uno possa avere in mente tutto, ed ero sinceramente e seriamente convinto che, nel 1974, Pacciani e Vanni non si conoscessero. Ne parlo, perché è a verbale anche questo e allora, ad un certo punto, chiedo al signor Vanni, ve lo ricordate, no? Che: "Lei, Vanni, nel '74 Pacciani lo conosceva?"
"Sì."
Mario Vanni: No.
Avvocato Filastò: Ora dice di no. Fa a posta... E mi risponde di sì, il Vanni. E difatti dagli atti risulta che: il Pacciani emigrò a San Casciano, a Monteridolfi, il 17 aprile del 1973. Ora tu mi hai risposto di no, perché non avevo detto Vanni, accidenti a me! Dico una cosa e lei mi dice di sì. Ora dice di no, ma insomma. …lui al verbale ha detto di sì. Per dire fino a che punto questa persona nei suoi comportamenti, nei suoi atteggiamenti, nel suo proporsi di fronte ai Giudici, a chi la interroga - sia al difensore sia a chiunque altro — si propone con questo lindore, con questa arrendevolezza, con questa incapacità di giocare con un altro personaggio di questo processo; A me mi era sfuggito questo dato che: in via Sanfana numero 3, Pacciani ci si era trasferito il 17 aprile del '73. Certo, siccome il trasferimento era avvenuto da poco, una grande amicizia non c'era, evidentemente. Il Vanni, massimo, lo poteva conoscere, perché da quel momento in poi ha cominciato a portargli la posta.
Mario Vanni: Vero.
Avvocato Filastò: Eh! Però il Vanni sulla domanda, dice: "Si." Ha
risposto. Eh, va bene, no? Poi dopo, quando gli ho chiesto se nel '68 lo conosceva, che mi ha risposto? Non dica sì.
Mario Vanni: (voce fuori microfono)
Avvocato Filastò: No.
(voci fuori microfono)
Avvocato Filastò: No, per dir di no.
Avvocato: Lo metta lei.
Avvocato Filastò: Ma, per dir di sì.
Avvocato: Lo metta lei.
Avvocato Filastò: Vabbè. Allora, le ammissioni del signor Vanni.
Vedete, qui c'è un qualche cosa che non torna. E purtroppo lo devo dire. Si sta parlando delle minacce. . . Qual è l'ammissione, quella più rilevante, ovviamente? Perché’ parliamo di questa e basta; della lettera poi, ne parleremo fra due secondi sbrigandocela con pochissimo, perché questa lettera veramente è diventata una specie di non una lettera. In questo processo è diventata una specie di somma teologica.
Va bene. Le minacce di Vanni. Allora, voi tenete presente - perché questo ce l'avete — la trascrizione del verbale. La trascrizione del verbale dell'interrogatorio del GIP del 16 febbraio del '96, registrato davanti al GIP, e leggete questo. Il GIP domanda:
"Perché ha sempre avuto tanta paura del Pacciani?" E Vanni risponde: "No, paura no." E il GIP dice: "Paura sì, lo dicono tutti." E Vanni, a questo punto, dice: "Quando gl'aveva bevuto gl' era un po' bandito." Risponde. Allora, leggete ora la traduzione...
Avvocato: Sommaria.
Avvocato Filastò: ... Sommaria, del verbale sommario di questa
dichiarazione. E suona così. A domanda risponde:
"Io non è vero che avessi paura del Pacciani, però mi intimidiva, perché era un po' violento." No. Non ci siamo proprio, no. Si da atto la dichiarazione dell'imputato? Sì, secondo la quale Pacciani quando aveva bevuto era un po' bandito; cioè, era un po' traduzione un po' malandrino, un po' briccone, un po' birbone, un po' cattivo soggetto, un po' canaglia, un po' birbaccione; ma
violento mai. No, non si può introdurre l'aggettivo "violento", qui. Traducendo violento e… da bandito diventa violento e aggiungendo un atteggiamento soggettivo di intimorimento che, invece, l'imputato ha negato. Qui, poi, il GIP come procede? Il violento... La violenza di Pacciani lui l'ha già data per scontata, e ha già dato per scontato che il Vanni abbia fatto esperienza della violenza di Pacciani. E dice:
"Sempre? O quando beveva?", chiede. E Vanni dice: "Mah, insomma, parecchie volte." Vuol dire beveva parecchie volte? Beveva parecchie volte, vuol dire, Vanni. "Sempre o quando beveva?"
"E quando beveva di più." E il GIP così completa il verbale: "specialmente quando beveva." Quindi al verbale risulta, in quel verbale riassuntivo e meno male c'è quello con la trascrizione - risulta così: "Io non è che avessi paura del Pacciani, però mi intimoriva, perché era un po' violento specialmente quando beveva." E non ci siamo proprio bene, fino a qui. E l'interrogatorio, quello trascritto è quello, invece, rimesso, risistemato nel verbale sono tutti su questo tono:
"Il GIP interviene sulle risposte modificandole nel verbale che detta, e poi, inducendo in qualche modo, l'interrogato a modificare la sua dichiarazione.”
A questo punto, risulta al verbale - in quel verbale - consacrata la violenza di Pacciani che intimoriva il Vanni; ed era diventata un fatto acquisito. Tanto è vero che il Pubblico Ministero dice :
"Senti, da questo momento in poi”, a chiedere a Vanni "che violenze, che tipo di violenze gli ha visto fare?”
Per dire che era violento, il Pubblico Ministero,
andando avanti — ora siamo tornati nella trascrizione - il violento anche lui lo ha preacquisito, per dire che era violento... Ed il GIP insiste :
"Violenze nel senso chi minacciava, imprecava, tirava cazzotti, labbrate?" E Vanni dice: "No, a me non ha mai tirate."
Allora, a questo punto, quando... quando noi troviamo questa dichiarazione di Vanni contenuta nel verbale il 19 febbraio del '96, a pagina 5, ed è il verbale riassuntivo.
Avvocato: Riassuntivo.
(voce fuori microfono)
Avvocato Filastò: Sì, sì cerca, cerca. E un c'è. Te lo dico io: un
c'è.
Avvocato: (voce fuori microfono)
Avvocato Filastò: No, te lo dico io, un c'è. Il Vanni dichiara:
"Sì, ho parlato con Lotti nella piazzola di Vicchio, ma io non ci sono stato.”
Mario Vanni: No.
Avvocato Filastò: No, vero? No, deciditi.
Mario Vanni: No, mai.
Avvocato Filastò: Uh, bravo. Chiestogli perché ne ha parlato con il Lotti se lo avesse invitato, effettivamente, a non parlare di quel fatto nei bar, il Vanni dichiara: "Può darsi", si legge questa cosa qui; a me mi è venuta la curiosità di andare a vedere la trascrizione.
Avvocato Mazzeo: E non c'è.
Avvocato Filastò: E nella trascrizione non c'è.
Avvocato Mazzeo: Si è rotto, difetto tecnico. Dice difetto tecnico.
Avvocato Filastò: Perché, per un difetto tecnico, non ha funzionato l'apparecchio o la voce, di Vanni era troppo bassa.
Avvocato Mazzeo: Sì, sì.
Avvocato Filastò: Non mi piace a me questa cosa, scusate, ma a me
non piace. Punto, punto, punto. Alla luce di quello che ho detto prima e di quel che abbiamo visto prima di questo travaso da una situazione ad un'altra, questa mancanza di questa cosa non mi piace. Ora però, questa cosa, il Vanni la dovrebbe ridire e a questo punto mi tocca, per forza, usare ancora una volta il condizionale anche il giorno 27 marzo del 1996. Anche qui, dice:
"È vero che il Lotti mi parlò della piazzola di Vicchio, ma non ricordo, con riferimento a quali fatti o episodi o particolarità del luogo. Io non ci sono mai stato." Sentite come parla bene, lei, però tante volte. Insomma sembrerebbe... E invece...
Avvocato: C'è nella trascrizione questo?
Avvocato Filastò: Il verbale è 27 marzo del '96. No, te lo dico io, non c'è. Quando la trascrizione c'è...E siamo a quel verbale interrogatorio che vi ho citato a suo tempo, condotto dal dottor Vigna, il signor Vanni dice:
"Io, non m'ha mai parlato della piazzola. Chiaro e punto."
Oh! Come?
Presidente: (voce fuori microfono)
Avvocato Filastò: E... Presidente la data non me la ricordo. È
citato, nella mia discussione, si ricorda quando ho fatto riferimento a "quell'ometta lei?" Eh, è quel verbale lì.
Avvocato Mazzeo: 21/10.
Avvocato Filastò: 21 ottobre. Lì, in quella sede, il Vanni dice:
"No io, nella piazzola? E chi mi ha parlato della
piazzola?" Che in questo caso, qui, abbia voluto dire: "Ma, me lo avrà anche parlato; parlava di tante cose può anche avermi parlato di una piazzola a Vicchio, ma io che ne so? Non ci sono mai stato." E che questo sia stato tradotto in questo modo. Possibilissimo.
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