P.M.: Andavate anche dalle prostitute?
F.P.: Qualche volta sì, ci si andava. Questo l'è vero, sì. Eh.
P.M.: Questo è vero.
F.P.: Eh.
P.M.: Non c'è mica poi...
F.P.: No, no, non c'è mica nulla di...
P.M.: Di strano, eh?
F.P.: No, no. A quei tempi, sa, non c'era nemmeno pericolo...
P.M.: Di malattie, dice lei.
F.P.: Ecco.
P.M.: Ho capito. Senta una cosa, lei ricorda dove... vi trovavate per strada, andavate in qualche albergo?
F.P.: No, si andava in una casa. Ora non mi ricordo nemmeno come la si chiama.
P.M.: Lei ricorda, invece, se le trovavate in qualche strada della città? Andavate in qualche...
F.P.: No, si andava in una casa privata.
P.M.: In una casa privata. In qualche pensione siete mai andati?
F.P.: No, la pensione...
P.M.: Ad esempio, la pensione Tamerici, non le dice nulla, come nome?
F.P.: Mah,non me lo ricordo codesta. No, questa...
P.M.: Lei ricorda qualche nome di prostituta con cui andavate?
F.P.: Sì, eh.
P.M.: Ce lo può dire anche a noi?
F.P.: Una certa Gabriella, la si chiamava.
F.P.: Sì.
P.M.: E ci andavate insieme con il Lotti?
F.P.: Andavo... Sì, si andava insieme. Questo l'è vero. Sì, eh.
P.M.: Questo, è vero. Questa Gabriella riceveva in un posto dove c'erano altre prostitute?
F.P.: No, l'era sempre sola.
P.M.: Era sempre sola.
F.P.: Sì.
P.M.: Lei ricorda che compenso gli davate?
F.P.: E gli davo un po' di soldi, capito?
P.M.: Lei ricorda quanto?
F.P.: Io sì, me ne ricordo.
P.M.: Quanto gli dava?
F.P.: Io gli davo 100mila lire.
P.M.: E Giancarlo?
F.P.: La metà.
P.M.: E lei ha capito come mai Giancarlo spendeva metà di lei?
F.P.: Eh, perché lui, ha visto, gli sembrava troppo. E allora...
P.M.: Lui spendeva... gli faceva pagare meno. Perché
ci aveva meno soldi, lui?
F.P.: Sì.
P.M.: E lei, di questo fatto che lui spendeva meno, non brontolava?
F.P.: No.
P.M.: Gli andava bene così.
F.P.: Sì.
P.M.: Senta, da questa Gabriella ci andavate la
domenica, o durante la settimana?
F.P.: La domenica sera. Dopo pranzo, ecco.
P.M.: Partivate insieme da San Casciano?
F.P.: Sì.
P.M.: Come andavate da San Casciano?
F.P.: Io andavo fino, insomma, con l'Ape fino a San
Casciano, poi montavo con lui.
P.M.: In macchina?
F.P.: Da San Casciano, sì.
P.M.: E era lui che la portava a Firenze?
F.P.: Sì, eh, sì.
P.M.: Senta, ma questa Gabriella, l'ha conosciuta
prima lei, o è lei... che l'ha fatta conoscere a Giancarlo...
F.P.: Io, prima l'ho conosciuta.
P.M.: E dove l'ha conosciuta lei?
F.P.: A Fire... Lì, a Firenze, perché era...
P.M.: Ma in qualche albergo, o per strada?
F.P.: No, no, per la strada. Insomma, così...
F.P.: Mah, ora non me lo ricordo.
P.M.: E come veniva a Firenze, lei, quando veniva senza Giancarlo?
F.P.: Io prendevo il pullman.
P.M.: Che pullman prendeva?
F.P.: Da San Casciano.
P.M.: La SITA.
F.P.: Sì, la SITA, sì.
P.M.: E veniva solo? Quando non c'era Giancarlo.
F.P.: Quando 'un c'era lui, no, andavo solo.
P.M.: E ha trovato questa Gabriella.
F.P.: Sì.
P.M.: Poi, successivamente, l'ha fatta conoscere anche a Giancarlo.
F.P.: Sì.
P.M.: Senta, lei ha detto con Giancarlo andavate anche al cinema?
F.P.: Anche al cinema si andava, sì.
P.M.: Qualche cinema di questi a luci rosse, o...
F.P.: Di questi qui a luci rosse, questi film vietati, ecco.
P.M.: Lei ricorda in che sale andavate?
F.P.: Noi si andava... lassù a... come si chiama? Al Ponte Vecchio, là...
Presidente: Arlecchino.
P.M.: All'Arlecchino.
F.P.: Sì, all'Arlecchino si andava, sì. Ma non sempre però, eh. Quando si voleva andare al cinema, si andava al cinema e poi si andava...
P.M.: E la sera andavate con la prostituta.
F.P.: No, si andava a casa, allora.
P.M.: A casa.
F.P.: Sì.
P.M.: Senta, ma con Giancarlo siete venuti a Firenze anche in epoca antecedente, quando lui non aveva la macchina? Si ricorda di essere mai venuto o in autobus, o con altri mezzi?
F.P.: Con l'autobus, oppure si andava con il motorino.
P.M.: Ognuno con il suo motorino.
F.P.: Sì.
P.M.: Poi, quando lui ha avuto la macchina, venivate in macchina.
F.P.: Con la macchina, sì.
P.M.: Quindi, in epoca remota, perché...
F.P.: Eh... Eccome!
P.M.: Tanti anni fa.
F.P.: Sì.
P.M.: Lei ricorda quando comprò la macchina, o se ha
avuto più macchine, il Lotti?
F.P.: Sì, ne aveva altre, sì, macchine.
P.M.: Altre, cioè, si ricorda qualche tipo di macchina?
F.P.: Ma io... chi se lo ricorda? Ora...
P.M.: Ora non se lo ricorda.
F.P.: ... è parecchio tempo. Io...
P.M.: Ne ha avute più d'una?
F.P.: Sì.
P.M.: I colori se li ricorda?
F.P.: Mah, una l'aveva rossa, mi sembra. Poi una l'aveva... celestina, insomma, l'era un colore... quei colori di prima.
P.M.: Erano delle FIAT, o altre macchine?
F.P.: La FIAT, SÌ.
P.M.: Ricorda i modelli?
F.P.: Mah, il modello io... Non me lo ricordo.
P.M.: Il nome del modello, non se lo ricorda.
F.P.: No.
P.M.: Senta ancora una cosa: e da questa Gabriella, voi andavate a casa, ha detto. Lei si ricorda di essere andati a casa. E vi fermavate, per caso, la sera anche a cena, a mangiare?
F.P.: Sì, qualche volta sì. Si stava anche a mangiare da lei, sì.
P.M.: Ma mangiavate nella stessa casa dove lei il giorno si era prostituita, o in una casa diversa?
F.P.: Nella stessa casa.
P.M.: Lei ricorda dov'era questa casa? Vicino a...
F.P.: Ma mi sembra fosse vicino lì, in do' fanno il mercato. Come si chiama...
P.M.: Il mercato di San Lorenzo?
F.P.: Sì, di San Lorenzo, sì.
P.M.: E lì come ci andavate? A piedi, lasciavate la macchina...
Presidente: A piedi. Si lasciava la macchina al posteggio e si andava a piedi.
P.M.: Senta un po', sa se da questa Gabriella veniva anche il Vanni?
F.P.: No, no, lui non c'è mai stato.
P.M.: Non ci è mai stato.
F.P.: (espressione di diniego)
P.M.: Perché non ci è mai stato?
F.P.: Mah...
P.M.: Siccome lei ha riferito in modo leggermente diverso, volevo... Se ricordava se era mai venuto, o meno, il Vanni da questa Gabriella.
F.P.: Ma no. No, no. Lui non...
Presidente: Con lei, eh, con lei. Signor Pucci...
F.P.: Come?
P.M.: Signor Pucci...
Presidente: Se è venuto con voi, con lei e con Lotti.
F.P.: No. No, no.
P.M.: No.
F.P.: Difatti io non sono mai stati a far merenda con loro, eh.
P.M.: Sì, merenda...
F.P.: No, io...
Presidente: Merenda no.
F.P.: Io non ci sono mai stato con loro.
P.M.: Abbiamo capito. Poi vediamo dopo, un attimo.
Presidente: Bene.
F.P.: Questo, la ci può credere, perché...
Presidente: Sì, sì.
F.P.: ... io andavo solamente con il Lotti a Firenze e basta, ecco. Capito?
P.M.: Sì, che abbiamo capito. Senta ancora una cosa, signor Pucci: lei ricorda quella domenica in cui poi ci fu a Scopeti quell'omicidio per cui ci sono questi processi?
F.P.: Sì. Eh...
P.M.: Ricorda come andarono le cose?
F.P.: E di notte, anche. C'era la luna, si vedeva proprio bene. Noi ci si fermò lì, a fare un bisogno, insomma...
P.M.: "Noi", chi? Chi eravate?
F.P.: Io e il Lotti.
P.M.: E che cosa successe?
F.P.: Di notte. Poi si senti, si sentì due spari e... Insomma, uno sparo si sentì noi, vero. Dice: 'andiamo a vedere icché c'è'. A volte sai? E ma io sentii una voce: 'se 'un vu' n'andate via, vi si ammazza anche voi'. 'Allora andiamo via', dico. A questo punto, vero, si tornò via noi. Poi, dopo, si arrivò a San Casciano, dico io: 's'ha andare dai Carabinieri?' 'No', dice, 'un volse veni' lui. E allora io presi e venni a casa, capito? E non ci pensavo più nemmeno. E allora...
P.M.: Ebbe paura lei, quella notte?
F.P.: Io... Porca miseria, eccome!
P.M.: Come mai ebbe paura?
F.P.: Eh, perché sentii quelle voci, poi sentii lo sparo, ha capito, io... Gli dissi: 'andiamo via'. Pensavo a un tratto, sa, che fosse, venissero incontro, dico,: 'bah, è meglio...', e si tornò via.
P.M.: Lei però ha raccontato che foste un po' presi dalla curiosità e andaste a vedere cosa succedeva là.
F.P.: Si andò a vedere.
Avvocato Filastò: Opposizione. La domanda formulata così è... suggerisce la risposta. "Foste presi dalla curiosità, andaste a vedere", è la risposta anticipata. Quindi...
Presidente: Facciamogliela...
Avvocato Filastò: Il testimone ha raccontato le cose in un certo modo. Se...
F.P.: No, io racconto la verità.
Avvocato Filastò: Appunto. Ma chi lo nega, chi lo nega?
Presidente: Un momentino, avvocato.
Avvocato Filastò: Chi lo nega? Se il Pubblico Ministero vuol fare delle contestazioni, faccia delle contestazioni.
P.M.: Poi le facciamo, poi le facciamo.
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