lunedì 11 novembre 2013

Alessandra Bartalesi - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 14 luglio 1997 - Quarta parte

Segue dalla terza parte

Avvocato Pepi: Avvocato Pepi. Signora, buongiorno. Senta, io le volevo chiedere due o tre precisazioni più che altro. Una, abbia pazienza, è una domanda che io le devo fare anche se mi rendo conto che magari le può sembrare antipatica. Lei ha parlato di essersi una volta appartata con Giancarlo Lotti su una una piazzola vicino agli Scopeti.
A.B.: Sì.
Avvocato Pepi: Ecco, io le chiedo: oltre questa situazione, lei è mai stata a Firenze in albergo con il Lotti? 
A.B.: No.
Avvocato Pepi: È in grado di escluderlo nella maniera più assoluta.
A.B.: Sì, sì, al 100%.
Avvocato Pepi: Benissimo. Senta signora, io le chiedevo: questa frequentazione con Lotti e con suo zio quanto è durata essenzialmente?
A.B.: Più o meno da luglio alla fine di agosto.
Avvocato Pepi: Quindi un mese, un mese e mezzo, due mesi? 
A.B.: Due mesi. Un paio di mesi, sì.
Avvocato Pepi: Ecco dico, ma questa frequentazione era tutti i giorni, oppure vi era dei momenti anche di sosta? Andavate tutte le sere a cena fuori?
A.B.: S'andava quasi tutte le sere.
Avvocato Pepi: Quasi tutte le sere. Comunque limitato in questo periodo di tempo?
A.B.: Sì. Poi quando mi accorsi, cioè mi resi conto che lo zio era davvero tornato a posto, aveva smesso di bere dico: 'almeno qualcosa siamo riusciti a fare'.
Avvocato Pepi: Senta signora, lei è a conoscenza se Mario Vanni, anche prima di questo periodo, era solito bere?
A.B.: A volte ho sentito dire.
Avvocato Pepi: L'ha sentito dire, o l'ha anche visto signora?
A.B.: No, prima no. Prima di questo periodo non l'ho visto.
Avvocato Pepi: Comunque l'ha sentito dire.
A.B.: L'ho sentito dire, ma sa, la gente parla tanto.
Avvocato Pepi: Da chi? Da qualche persona, o così in giro, in paese?
A.B.: Gente in paese, così, a caso.
Avvocato Pepi: Senta signora, come si comportava nei suoi confronti il Mario Vanni e nei confronti anche delle altre persone? Visto che lei lo conosce molto bene, ce lo può descrivere come tipo di carattere, come tipo di persona?
A.B.: Sì, se tutto l'era normale si comportava bene, una persona a posto, parlava con tutti, dava relazione a tutti. Bastava che gli dicevano qualcosa che non gli tornasse, allora si poteva arrabbiare, ma doveva essere grossa questa cosa che gli dicevano.
Avvocato Pepi: Se una persona gli chiedeva aiuto, nell'impietosire lo faceva? 
A.B.: Si faceva in quattro, hai voglia.
Avvocato Pepi: Quindi è una persona estremamente generosa?
A.B.: Sì, sì, con tutti.
Avvocato Pepi: Senta signora, lei quando ha riferito a un certo momento che il Lotti sarebbe sbiancato alla parola Pacciani, ecco che è sicura di questo fatto, di questa circostanza? Oppure è un'impressione che dopo tanti anni le è venuta in mente oggi?
A.B.: No, sono sicura perché s'era proprio fermi sotto... c'era un lampione no? E vidi la faccia che fece, cioè, l'era buio ma gli sbiancò quasi, rimase...
Avvocato Pepi: No, anche perché, capito signora, io le dovrei contestare che lei, viceversa, ebbe a dire: "Non. mi sembrò che avessero paura". Quindi mi sembrerebbe in contrasto il fatto che persone che non hanno paura di una persona, poi sbanchino in volto. Ecco, questa è solo una domanda, una precisazione se lei è in grado di fare.
A.B.: Erano in due. Il mio zio non fece una piega, ma lui mi resi conto che era rimasto un po' impaurito, Giancarlo.
Avvocato Pepi: Senta signora, i soldi per comprare la macchina erano un prestito, oppure era un regalo di suo zio?
A.B.: Penso un regalo, sì.
Avvocato Pepi: Quindi lei non è che glieli abbia restituiti?
A.B.: No, io non glieli ho resi.
Avvocato Pepi: Ma glieli chiese lei, o di sua iniziativa fu Mario Vanni che le disse: 'visto che hai bisogno, t'aiuto io a comprare la macchina'?
A.B.: Fu tutte e due, perché io gli dicevo avevo questi problemi del lavoro, insomma mi avevano tolto la pensione di invalidità da quattro-cinque anni e dovevo pagare le cure, sicché avevo problemi a pagare la macchina e dico: 'costa tanto'. E visto che lo portavo sempre a giro mi disse: 'non ti preoccupare, ti do una mano io'.
Avvocato Pepi: Quindi rientra in questo concetto di generosità del Vanni?
A.B.: Sì.
Avvocato Pepi: Lei ha avuto più modo di parlare, di avere rapporti - quantomeno epistolari - con suo zio, anche dopo l'arresto, oppure no?
A.B.: No, io non l'ho rivisto. Lo rivedo oggi per la prima volta.
Avvocato Pepi: No, dicevo epistolari, vi siete scritti dal carcere?
A.B.: No. No, no.
Avvocato Pepi: Non ho altre domande.
Presidente: (voce fuori microfono)
Avvocato Fenies: Presidente, posso? Chiedo scusa. Presidente...
Presidente: Ah, sì, sì.
Avvocato Fenies: Avvocato Fenies. Signora Bartalesi, lei ha detto che ha passato, ha trascorso molte ore con il signor Lotti, no?
A.B.: Sì.
Avvocato Fenies: Il signor Lotti parlava con lei, le raccontava?
A.B.: Sì, parlava di tante cose.
Avvocato Fenies: Parlava di tante cose.
A.B.: Uhm.
Avvocato Fenies: Si ricorda in particolare che il Lotti le raccontò qualcosa relativamente a suo padre, cioè al padre del Lotti?
A.B.: Ecco, l'unica cosa che non abbiamo parlato, l'unica persona forse è proprio del su' babbo. Della su' mamma m'ha detto tanto, era stata in un manicomio a Volterra, che c'era stato lui per tanto tempo lassù. Però del su' babbo non m'ha mai parlato.
Avvocato Fenies: Circa la morte del babbo del Lotti non le disse niente? Cioè la morte del proprio padre, si ricorda?
A.B.: Ora non mi ricordo, c'ho un po' di confusione. Sì, sì, a volte mi sembra...
Avvocato Fenies: Glielo ricordo io perché di questo fatto ha parlato il 24 luglio '96.
A.B.: Ecco.
Avvocato Fenies: Allora diceva: "Io ho creduto in tutto quello che il Lotti mi raccontava, anche se il mio fidanzato mi ha poi detto che non era vero ciò che mi aveva raccontato Giancarlo in merito alla morte del suo babbo”.
A.B.: Sì, ecco, ora mi è ritornato in mente, infatti. Che lui mi diceva che era morto, invece il mio fidanzato mi disse l'aveva visto al Bargino. Cioè, in un posto, dice: 'secando me ti piglia in giro, non è vero icchè ti dice'.
Avvocato Fenies: Quindi il suo fidanzato diceva che Lotti non le raccontava la verità?
A.B.: Su questa cosa almeno sì, ma poi io non lo vedevo mai, gli parlavo di rado, mi telefonava a volte di laggiù, da Potenza, dov'era, più di tre minuti
Avvocato Fenies: Ha mai riscontrato in altre circostanze che il Lotti non le avesse detto la verità su qualche altro fatto?
A.B.: Sto pensando perché... mi sembra di sì, una volta almeno, però ora non mi ricordo.
Avvocato Fenies: Non esclude che possano esserci state altre volte?
A.B.: Mi sembra. La sensazione mi dice di sì, però non mi ricordo...
Avvocato Fenies: Bene, grazie. Lei è stata... ha parlato prima del fatto che il Lotti avrebbe chiesto denaro in prestito a suo zio. Quante volte è successo, che lei sappia, che il Lotti abbia avuto prestiti da suo zio Vanni?
A.B.: No, questo non lo so perché non veniva a dirlo a me. Me lo disse quella volta proprio perché era preso per la gola, perché aveva perso il lavoro.
Avvocato Fenies: Ma senza che venissero a dirlo a lei. Lei ha capito dai loro discorsi che era capitato più di una volta che il Vanni avesse aiutato il Lotti?
A.B.: Sì, probabilmente qualche volta, qualche rara volta, però avevo capito gli aveva dato una mano mio zio a lui.
Avvocato Fenies: Per sua memoria, tanto il verbale è già prodotto perché è già stato oggetto di contestazione, disse allora che: "Li avrebbe chiesti a mio zio. Mi è sembrato che dai loro discorsi qualche volta mio zio, quando ha potuto, ha aiutato il Lotti quando ha avuto bisogno di soldi". E' così?
A.B.: Sì, probabilmente qualche volta.
Avvocato Fenies: Lei è mai stata a casa del Lotti?
A.B.: No. Cioè, una volta mi ci portò a far vedere dove stava, in questa comunità di Faltignano, però non che entrai dentro, guardai di fuori e basta. Mi presentò diverse persone che vivevano lì.
Avvocato Fenies: Ma non andò dentro?
A.B.: No.
Avvocato Fenies: Perché, da come lei si esprime il 26 giugno '96 in Questura, parrebbe di capire una cosa diversa. Glielo leggo: "Una volta andai anche a casa di Giancarlo, in via di Faltignano, perché Giancarlo doveva prendere qualcosa, forse la patente, o doveva dire qualcosa a qualcuno. Ebbi così modo di vedere dove viveva".
A.B.: Sì. No, la zona dove viveva, però io non entrai dentro, che entravo a fare?
Avvocato Fenies: Quindi non entrò dentro. Non sa in che condizioni viveva, che ' tipo di casa, che tipo di sistemazione?
A.B.: No. Da quanto mi ha detto lui anche probabilmente, sono delle stanze grandi che ci dormivano diverse persone.
Avvocato Fenies: Quando lei ha conosciuto il Lotti lui già stava lì in via di Faltignano, cioè a questa comunità?
A.B.: Sì, praticamente sì.
Avvocato Fenies: Sa dove abitava prima?
A.B.: No. L'ho sentito dire a volte, ma non me lo ricordo. Forse a Bargino.
Avvocato Fenies: Che macchina aveva il Lotti?
A.B.: 131 rossa.
Avvocato Fenies: Grazie, signor Presidente, non ho altre domande.
Presidente: Senta signora... Ah, avvocato Bertini.
Avvocato Bertini: Signora Bartalesi, quando andavate fuori a cena con suo zio e il Lotti, chi è che pagava il conto?
A.B.: In genere pagava mio zio, ma a volte l'ha pagato anche Giancarlo.
Avvocato Bertini: Senta, circa il possesso di denaro da parte del signor Lotti, lei ha detto che il Lotti aveva molti soldi con sé sempre.
A.B.: Sì. 
Avvocato Bertini: Dico, questa circostanza lei l'ha appresa vedendo il suo portafoglio? 
A.B.: Sì e poi sapendo... uno ti dice sempre 'andiamo a mangiare'. Cioè, prima si andava sempre a cena, poi a un certo punto cominciò a dire 'si va anche a pranzo fuori', pranzo e cena, ci vuole Onassis qui.
Avvocato Bertini: L'ha dedotto lei?
A.B.: Sì.
Avvocato Bertini: Non è che...
A.B.: Sì, poi ho visto il portafoglio quando pagava, vedevo sempre tutti questi pezzi da 100 e da 50.
Avvocato Bertini: L'ha visto tante volte il portafoglio? 
A.B.: Eh, l'ho visto diverse volte, sì.
Avvocato Bertini: Grazie.
A.B.: Prego.
Presidente: Senta un po' signorina, quand'è che è avvenuto... Qui, qui. Quand'è che è avvenuto che suo zio le ha dato cinque milioni? In che epoca?
A.B.: Sempre in quest'anno, nel '95.
Presidente: Luglio-agosto '95.
A.B.: No, pri... Quello era... Sì, probabilmente il mese di luglio, sì, sì. Nel mese di luglio.
Presidente: Quindi lei ha frequentato il Lotti solamente in questo periodo qui.
A.B.: Sì. 
Presidente: Poi no.
A.B.: Poi basta.
Presidente: Senta, quando dice che Lotti le chiese un prestito, di quant'era questo prestito? Fece riferimento a una cifra precisa?
A.B.: No, non fece riferimento. Dice: 'te c'hai dei soldi da prestarmi, perché sono a piedi ora?'
Presidente: Ecco, e al Vanni chi glielo mandò, lei, o fu lui che disse 'vado dal Vanni'.
A.B.: Fu lui. Dice: 'ora proverò a sentire il tu' zio'. Dico: 'ma guarda che non è in buone acque'. Dice: 'ci provo lo stesso', lo rincorse.
Presidente: Poi tornò.
A.B.: Poi tornò, dice: m'ha detto non me li può prestare, ora ci penso io'.
Presidente: Ecco.
A.B.: Basta. Non l'ho più visto né sentito.
Presidente: E questo... Lei ha detto dopo poco tempo... Quanto... 
A.B.: Pochi giorni prima che...
Presidente: Che arrestassero il Vanni.
A.B.: r: ...arrestassero il Vanni, sì.
Presidente: Bene. Pubblico Ministero a lei.
P.M.: Sì, Presidente. A proposito del denaro del Lotti, lei oramai mi sembra abbia già detto quasi tutto per quello che riguardava il fatto, le dichiarazioni che ha già reso. Però lei ne rese un'altra, volevo vedere se corrisponde al suo ricordo di adesso. Cioè lei dice, aveva sempre molto denaro e poi le è stato chiesto se anche nel mese di agosto aveva questo denaro. Lei ricorda qualcosa in proposito?
A.B.: Nel mese di agosto ce n'aveva meno.
P.M.: Lei dice: "L'estate dell'anno scorso il Lotti è stato in ferie per tutto il mese di agosto, ma il denaro l'aveva lo stesso". Lei ricorda che in agosto lui era in ferie innanzitutto?
A.B.: Ecco, ora non mi ricordavo di questo.
P.M.: È così? È come lo ho riletto io?
A.B.: Sì, l'era in ferie.
P.M.: Però il denaro ce l'aveva uguale.
A.B.: Però ce l'aveva, però in quel periodo lì qualche volta pagavo anch'io, che gli devo far spendere tutto a lui, sicché ci facevo meno caso.
P.M.: Senta una cosa, le ha mai fatto dei regali, o regali per terzi? Cioè, quando lei ha capito che aveva denaro, lui lo spendeva anche, ad esempio, per i regali?
A.B.: No. Cioè, mi ha regalato un portasigarette e un accendino, che ce l'ho qui, ad esempio. Poi cose più consistenti...
P.M.: Dei foulard al mercato, o qualcosa per le amiche, una cosa del genere.
A.B.: Una volta...
P.M.: Lo vado a...
A.B.: ... mi prese qualcosa per le amiche, sì.
P.M.: Pagò lui.
A.B.: Pagò lui. Si doveva prendere per un'amica della roba, ora mi ricordassi icché. Sì, un regalo per un compleanno mi sembra e l'era con me, dice: 'pago io, vai'.
Segue...

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