Segue dalla terza parte.
Presidente: Avvocato Bertini.
Avvocato Bertini: Avvocato Bertini, difensore di Lotti, Signor
Ricci, lei, parlando del signor Lotti, ha detto testualmente: "è
un bravo ragazzo, sempre corretto in tutto e non è un fanfarone".
Ci vuol dire queste cose, appunto, da cosa ha tratto questa
convinzione? Dalla sua conoscenza col Lotti?
W.R.: Per me, per me...
Avvocato Bertini: In base a quali elementi?
W.R.: Per me l'è sempre stato corretto, un ragazzo...
lavoro, assiduo al lavoro, sempre corretto. Con me l'è stato
corretto.
Avvocato Bertini: E il fatto che non è un fanfarone? Dico, c'era
già qualche convinzione a riguardo, conosce per certi suoi aspetti
particolari...
W.R.: No, no.
Avvocato Bertini: Il suo carattere?
W.R.: Mah, io quando uno è normale, una persona così
per me non è un fanfarone, non è un chiacchierone, non è un...
Avvocato Bertini: Questo sapeva di lui anche, quindi.
W.R.: Come?
Avvocato Bertini: Oltre alla conoscenza diretta sua, sapeva di lui
anche queste circostanze in paese?
W.R.: Mah, in paese lo rispettan tutti.
Avvocato Bertini: Grazie.
Avvocato Pepi: Presidente...
Presidente: (voce fuori microfono)
Avvocato Pepi: Sì, un attimo. Senta, ritornando alla famosa lettera in cui cioè sarebbero state queste minacce, Vanni le disse da dove era stata spedita questa lettera oppure no?
W.R.: Mah...
Avvocato Pepi: Cioè da dove proveniva.
W.R.: 'Mi è venuta, questa lettera, dal carcere'.
Avvocato Pepi: Dal carcere. Ma allora, appunto, io le devo contestare che invece lei, nel novembre, il 13 novembre del '91, ebbe a dire esattamente: "A me il Vanni, non ha mai detto di aver ricevuto lettere dal carcere da parte di Pacciani". Allora: veniva dal carcere, o non veniva dal carcere?
W.R.: Mah, se gliel'ha scritta il Pacciani e il Pacciani l'era in galera, di dove la doveva ricevere.
Avvocato Pepi: Sì, ma ora lei ha detto che Vanni le disse che non veniva dal carcere.
W.R.: Come, scusi?
Avvocato Pepi: Io le ho chiesto, dico, la provenienza di questa lettera - perché le lettere provengono da tanti posti - e lei m'ha detto che veniva dal carcere, però le ricordo che, invece, nel '91 lei ha detto che il Vanni le riferì di non aver mai ricevuto alcuna lettera dal carcere. Se mi vuol spiegare questa differenza.
W.R.: La differenza l'è quella: di dove veniva questa lettera io non lo so, ma se l'ha scritta il Pacciani - vedrà, il Pacciani l'era dentro - la sarà venuta dal...
Avvocato Pepi: Quindi è una supposizione sua che la lettera venga dal carcere.
W.R.: Non lo so mica io se il Pacciani l'era fuori, la sarà venuta di fuori.
Avvocato Pepi: Bene.
Presidente: Prego, Pubblico Ministero.
P.M.: Sì, grazie. Circa i rapporti da lei conosciuti fra Vanni e Corsi le chiedo questo: li ha mai visti al bar insieme, in compagnia, a bere insieme?
W.R.: Sì, anche fuori a parlare, lì in piazza del paese.
P.M.: Ecco, li ha visti fuori insieme a parlare in piazza del paese.
W.R.: Sì.
Avvocato Pepi: In qualche occasione ha visto che a parlare insieme a Corsi e Vanni c'era anche Lotti? Le è mai capitato?
W.R.: Mah, dottore, ci sarà stato, però...
P.M.: Non ha ricordi precisi.
W.R.: No.
P.M.: La piazza del paese è quella dell'orologio?
W.R.: Dell''orologio, sì.
P.M.: Ha mai saputo o visto se il Corsi e il Vanni, non so, andavano a mangiare da qualche parte insieme, o ha mai avuto occasione di sapere che hanno partecipato a qualche cena?
W.R.: Sì, ho partecipato anch'io mi sembra a un paio di cene insieme al Corsi; si sarà stati una venticinquina, trenta persone.
P.M.: Ecco, cene di più persone.
W.R.: Sì
P.M.: Tornando al fatto che lei ricorda di aver visto Vanni e Corsi nella piazza dell'orologio che parlavano insieme, è capitato più di una volta? O ha un ricordo...
W.R.: Sì, sì. Spesso li ho visti insieme lì a parlare con altre persone, oppure da soli.
P.M.: Anche da soli.
W.R.: Anche da soli, però...
P.M.: Lei può collocare nel tempo questi colloqui?
W.R.: Mah, due volte li vidi parlare da soli, quando a
P.M.: Vede che ci si arriva, Ricci.
W.R.: Eh?
P.M.: Come mai non l'ha detto subito?
W.R.: Eh, io...
P.M.: È un sacco di tempo che noi le chiediamo questa
cosa - se ha mai visto parlare e in quale occasione - e oggi al
dibattimento ci viene finalmente a dire... Eh? Se lo ricorda questo episodio?
W.R.: Sì, sì.
P.M.: Era nel momento in cui il Vanni le aveva parlato della lettera.
W.R.: Mi aveva parlato di questa lettera.
P.M.: E subito dopo, giorni dopo, o nello stesso frangente...
W.R.: Ma mi sembra il giorno dopo, due giorni dopo.
Non mi ricordo. Ora non... no, no, il giorno dopo, mi sembra.
P.M.: In piazza?
W.R.: In piazza.
P.M.: Perché questa cosa l'ammette anche Lotti, eh.
Allora io le chiedo: lei ricorda questo episodio, che Corsi e
Vanni parlavano in piazza?
W.R.: Sì, sì.
P.M.: Poi di questo episodio - che ne hanno parlato della lettera, Vanni e Corsi - il Vanni gliene ha più parlato?
W.R.: No, a me no.
P.M.: Lei ricorda se in questa occasione - in cui Vanni e Corsi in piazza parlavano della lettera - c'era anche Lotti, nei pressi o nelle vicinanze?
W.R.: Mah, ci sarà stato, però io non mi...
P.M.: Il "ci sarà stato" è...
W.R.: Non me lo ricordo.
P.M.: Ecco. Non se lo ricorda...
W.R.: Non me lo ricordo.
P.M.: Lei ha visto i due: Vanni e Corsi.
W.R.: Il Vanni...
P.M.: Il giorno dopo l'episodio del Vanni che le aveva parlato...
W.R.: Sì, il giorno dopo o due giorni dopo.
P.M.: Ricorda se era pomeriggio, sera?
W.R.: Pomeriggio, pomeriggio.
P.M.: Ha visto? Ci voleva tanto a dirlo?
W.R.: Ma...
P.M.: Ma sa...
W.R.: Passa il tempo.
P.M.: Sì, passa il tempo, però è una cosa importante. Senta ancora questo, lei ha rilasciato anche dichiarazioni... è stato sentito, mi scusi, come testimone nel processo che c'è stato a carico di Pacciani.
W.R.: Sì.
P.M.: Ricorda quelle dichiarazioni?
W.R.: Sì.
P.M.: Sono...
W.R.: Non ricordo...
P.M.: Ricorda che disse la verità, chiedo scusa.
W.R.: Sì, eh.
P.M.: Presidente, io chiedo quindi l'acquisizione
ex 238 anche di quelle dichiarazioni, che sono in parte le
stesse di oggi; oggi, ovviamente, sono domande più specifiche
come quella ultima che ho fatto. Non ho altro da chiedere, se
non l'acquisizione di quei documenti. Ah no, chiedo scusa. Mi
perdoni, Presidente, ancora una cosa. Lei sa dire qualcosa
circa i rapporti fra Vanni e la moglie? Che rapporti erano? Se
erano buoni, se aveva dei problemi, se si lamentava di qualcosa.
W.R.: Mah...
P.M.: Di particolare.
W.R.: Vanni si lamentava perché una moglie la deve
far da moglie, no?
W.R.: E a letto insieme, niente. Ecco perché io
l'ho accompagnato quelle due o tre volte, mi sembra, dalle
prostitute a Firenze.
P.M.: Era un problema per Vanni.
W.R.: Eh.
P.M.: Lo raccontava in questo senso.
W.R.: Sì, sì.
P.M.: Da sempre?
W.R.: Bah, mi sembra di sì; quasi da sempre.
P.M.: Lei ricorda se c'era stato un episodio per cui
il Vanni era. sstato qualche giorno in carcere?
W.R.: Sì, perchè mi sembra che avesse tirato alla
moglie, no?
P.M.: Questo, all'inizio dei loro rapporti?
W.R.: No...
P.M.: Dopo che si erano...
W.R.: Più indietro.
P.M.: Sa se hanno avuto figli?
W.R.: Uno, una bambina.
P.M.: Deceduta.
W.R.: Sì.
P.M.: Sa per quale motivo?
W.R.: Perché era malata, era spastica, non mi ricordo
di che cosa, morì.
P.M.: Dalla nascita?
W.R.: Dalla nascita, sì.
P.M.: Sa se questo episodio - questa circostanza della bambina che era nata così - era in qualche modo da mettere in relazione a quelle botte che aveva ricevuto, o sono cose diverse?
W.R.: Questo....
P.M.: Non lo sa.
W.R.: Questo non glielo so dire.
P.M.: Non ho altre domande, grazie.
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