mercoledì 28 marzo 2012

Mauro Maurri - Deposizione del 26 aprile 1994 - Terza parte

Segue dalla seconda parte.

Il testo che segue contiene dettagli espliciti e raccapriccianti. Se ne sconsiglia la lettura a persone sensibili ed impressionabili.
Presidente: Allora, avvocato Santoni di parte civile.
A.S.: Professore, lei ha affermato prima che nessuno dei colpi inferti con l'arma bianca, cioè tutti hanno interessato le parti molli e nessuna ha lasciato la sua impronta sulla struttura ossea. Conferma?
M.M.: Per quanto mi ricordo, sì.
A.S.: Esatto. E allora noi non credo che si possa affermare, sapere per certo che se è stata la donna colpita con un solo coltello oppure con due coltelli comunque monotaglienti?
M.M.: Non ho capito la domanda, avvocato. Vuol dire se...
A.S.: La domanda, se la donna è stata sicuramente colpita con un solo coltello, possiamo affermarlo dalle risultanze medico legali, o è possibile che sia stata colpita anche con due coltelli monotaglienti? Visto che non c'è un'impronta sulla struttura ossea.
M.M.: Direi che con estrema probabilità è stata colpita con una sola arma, perché i caratteri morfologici dei fori d'ingresso sono quelli, grosso modo, che abbiamo visti ora, un angolo acuto da una parte e un angolo ottuso, anzi una piccola base, dall'altra, quindi un monotagliente. Però in teoria potrebbero essere state adoperati anche due coltelli uguali o quasi uguali fra loro. Questo non glielo so dire. La morfologia delle ferite mi dice che è ferita d'arma da punta e taglio con monotagliente. Non posso dire altro.
A.S.: Però i tramiti non ci dicono niente di più sulla natura del coltello?
M.M.: No, no, no.
A.S.: Sulla sua lunghezza. Niente, perfetto. Ecco, professore, quando lei ha visto ora l'angolazione dei colpi, cioè lasciano, l'arma monotagliente, un angolo acuto, quindi se io colpisco la vittima col coltello non vado poi, o è difficile, a cambiare impugnazione durante l'accoltellamento, pensa che...
M.M.: No.
A.S.: Cioè io non cambio la posizione del coltello, è difficile, io penso che l'assassino tenga il coltello sempre nella stessa posizione in mano, l'impugnatura non cambi. Ecco, lei pensa - mi sembra che abbia già risposto ma volevo una delucidazione - che i colpi siano stati tirati tutti, o abbia potuto cambiare posizione durante il succedersi dei colpi inferti, quando la donna... cioè quelli non vitali? Dall'angolazione dei colpi si può capire questo, o no?
M.M.: Sì, direi che con maggiore probabilità i colpi sono stati inferti - se è questo che vuole sapere - tutti dalla stessa posizione.
A.S.: È questo che voglio sapere, esatto.
M.M.: Sì, quelli della coscia per esempio, ci potrebbero anche far pensare che quelli sulla coscia destra siano stati inferti allorché il colpitore è sulla destra del cadavere. E quelli sulla coscia sinistra siano stati inferti allorché il colpitore si fosse spostato sulla coscia sinistra, ma sono, verso la coscia sinistra. Ma direi sono precisazioni teoriche perché in realtà stando su uno dei lati si poteva benissimo infliggere il coltello sull'uno e sull'altro arto inferiore all’incirca con la stessa direzione del tramite e con la stessa violenza. La donna è per terra morta e quindi incapace di muoversi e di difendersi, chi colpisce lo può fare con una certa, diciamo, comodità e facilità.
A.S.: Sia da una parte che dall'altra.
M.M.: Sissignore.
A.S.: Benissimo. Ecco, nel compiere questa operazione l'autore si è imbrattato di sangue, cioè pensiamo non soltanto sotto il… quando attirato logicamente i colpi non vitali, ma soprattutto quando ha inferto i colpi che ha inferto, quelli inferti sulla persona viva, ecco vi è dalla morfologia delle ferite possibilità che queste abbiano spruzzato, quindi lui si sia imbrattato di sangue, o no?
M.M.: Direi che ci dovrebbe essere una possibilità del genere e forse non tanto per lo spruzzamento, cioè per lo spillare del sangue dalla ferita immediatamente dopo che è stata discontinuata la cute, quanto forse per contatto degli indumenti nelle manovre per spostare il cadavere.
A.S.: Nelle manovre di spostamento. Ecco lei ha parlato, professore, delle due ferite inferte all'uomo quando è già morto, quelle con l'arma bianca al fegato che non hanno lasciato apprezzabili sanguinamenti. Secondo lei queste ferite sono state tirate tipo colpo di grazia oppure non si può... No, pensavo questo, cioè la domanda è questa: il calibro 22 non è un calibro mortale, non è un calibro devastante rispetto agli altri, il 9...
M.M.: Devastante no, mortale sì.
A.S.: Se colpisce organi vitali ovviamente. Ma la domanda è questa è un po' difficile,
P.M.: Ne abbiamo la riprova.
A.S.: Se n'era già parlato a dire il vero ma su un corpo prono in condizioni di luce difficile - siamo di notte - cinque colpi calibro 22 hanno... ecco, bisogna pensare alla situazione in cui l'autore si ritrova, hanno sotto il profilo probabilistico, un esito mortale alto, medio o basso? Cioè tale da giustificare poi i cosiddetti colpi di grazia al fegato. Questa è la domanda. Se è possibile una risposta sempre, ovviamente.
M.M.: Una risposta ha carattere orientativo. Ma io considererei soprattutto la distanza molto breve da cui sono stati esplosi, per cui è chiaro che sono tanto più gravemente lesivi, al limite letale, quanto minore è la distanza. Essendo la distanza molto piccola direi che c'era quantomeno una media probabilità se non addirittura un'alta probabilità che riuscissero mortali.
A.S.: Nessun'altra domanda, grazie, professor Maurri.
Presidente: Signori di parte civile, signori avvocati di parte civile, nessun'altra domanda? La difesa, prego, avvocato Fioravanti.
A.F.: Avvocato Fioravanti, voleva chiedere al professore, lei che ha fatto tutti i rilievi sui due cadaveri, le ferite che non sono della pistola, ma sono di arma bianca, sono tutte della stessa arma, tutte dello stesso coltello o quello che è?
M.M.: Mi è stata già fatta la domanda, avvocato Fioravanti. Direi che ho l'impressione - una fondata impressione - che si tratti della stessa arma. Se non si tratta della stessa arma si tratta comunque di armi morfologicamente molto uguali fra loro, con una lama di quella lunghezza,3/4 centimetri, con un tagliente e una costola.
A.F.: Ecco.
M.M.: Non c'è di mezzo un monotagliente, non c'è di mezzo un coltello con un dorso seghettato. Questa è l'unica cosa che posso dire.
A.F.: Ecco, lei mi dice dalla stessa arma o arma simile. Possono essere, dai colpi, dalle ferite che lei ha esaminato, possono essere colpi di diverse mani?
M.M.: Direi di no. Però, direi di no perché in definitiva sono tutti colpi inferti con una certa regolarità, con una successione cronologica, direi, non discontinuata fra l'uno e l'altro. Quindi è difficile pensare che si possono essere alternati o che contemporaneamente abbiano agito l'uno su una parte del corpo e l'altro sull'altra parte. Direi che sono più propenso a credere che si sia trattato di una sola mano.
A.F.: Però la certezza...
M.M.: O di una sola persona.
A.F.: La certezza non ce l'ha.
M.M.: Avvocato, in questo caso io non ho nessuna certezza. Di nulla, se non che questi due sono morti in questo modo. Certezze non ne ho.
A.F.: Ecco, i colpi inferti all'uomo, quelli...
M.M.: Colpi d'arma bianca?
A.F.: Con l'arma bianca, e i colpi inferti alla donna precedono o seguono? I colpi inferti all'uomo sono prima di averli inferti alla donna? Lei potrebbe dircelo forse questo.
M.M.: Neanche questo sono in grado di dire con precisione. Diciamo che i colpi all'uomo sono post mortali e parte dei colpi d'arma bianca alla donna sono pre mortali. Alcuni sulla donna sono stati vibrati quando la donna era ancora viva. Questo mi fa pensare che ci sia stata una continuità cronologica, fra l'azione lesiva sulla donna e quella sull'uomo, ma non sono in grado di dire se sia stato colpito prima l'uno o prima l'altra. Se teniamo conto del fatto che probabilmente, anzi sicuramente, l’uomo dalla posizione prona che aveva inizialmente, al momento dell'attacco iniziale, deve essersi per forza rovesciato sul proprio fianco destro fino ad andare a finire grosso modo sul sedile che lui originariamente occupava accanto al posto di guida, può darsi che allora abbia scoperto il fegato, in questo movimento di rotazione, sì da offrirlo più facilmente al colpo dell'arma bianca. Però non le so dire se, ripeto, il fegato dell'uomo già morto, sia stato colpito prima della donna, del cuore della donna, che era ancora viva. Comunque, indipendentemente dalla successione cronologica è un tutto unico, cronologicamente. Non c'è una separazione di tempo apprezzabile.
A.F.: Professore, io non le chiedo un giudizio, le chiedo soltanto una sua impressione.
P.M.: Si possono chiedere, data la premessa?
Presidente: Ora non esageriamo, eh?
A.F.: No. Soltanto una sua impressione.
P.M.: Non si può chiedere l'impressione.
A.F.: No. Allora...
Presidente: Facciamogli porre la domanda e poi...
A.F.: Allora non dico niente. Se il presidente...
P.M.: Ma una domanda che inizia con un'impressione...
Presidente: Silenzio.
A.F.: Se il presidente ritiene opportuno concedere la risposta a questa domanda, va bene. Un uomo sano di mente, normale, può fare una carneficina simile?
P.M.: Non vedo proprio...
Presidente: Questo proprio non c'entra niente.
P.M.: Eh, grazie. Grazie, presidente.
Presidente: Questa è una domanda che non posso ammettere. Va bene, altre domande?
A.B.: Sì, grazie.
Presidente: Avvocato Bevacqua, prego.
A.B.: Scusi, Professore, lei ha detto poc'anzi che l'arma che è stata usata o che perlomeno che si presume sia stata usata...
M.M.: L'arma bianca?
A.B.: L'arma bianca avesse perlomeno una larghezza di 3/4 centimetri, però non ci ha potuto dire della lunghezza. Quindi è possibile che quest'arma possa essere, non so, una sorta di pugnale, anche quelli corti, da sub, qualcosa del genere? Oppure deve essere per forza un coltello da cucina?
M.M.: No, no, non è detto che sia un coltello da cucina. È un'arma bianca della larghezza di 3/4 cm, la lama, di cui peraltro non so precisare, si sa che la larghezza degrada mano a mano che si va verso la punta dell'arma. È un'arma che aveva una punta e aveva una costola e era un tagliente. Punto e basta. Non so dire altro. Sulla costola non c'è seghettature, non ci sono seghettature sul filo.
A.B.: Certo, perché 4 cm sono piuttosto larghi, 3/4 centimetri, tant'è che rispetto ai coltelli normalmente usati sono piuttosto...
M.M.: 4 cm. Due dita sono grossomodo 4 cm.
A.B.: Senta, professore, lei ha visto le foto e ha notato come vi fossero dei fori di entrata, arma da sparo, nel corpo di questa povera ragazza, sulla parte sinistra, cioè all'altezza, credo, sulla parte destra...
M.M.: Parte sinistra, e destra.
A.B.: Destra, destra. La parte del fegato o giù di li, no?
M.M.: Sì.
A.B.: Ecco, le domando così, come esperienza sua, una persona che venga colpita sulla parte destra al fegato, in queste zone, ecco queste zone sono vitali oppure no?
M.M.: Il fegato è sicuramente vitale. Se viene…
A.B.: Ecco, quindi è stata colpita da arma da fuoco prima, pare, va bene, dall'arma da fuoco in una zona vitale.
M.M.: Si.
A.B.: Ecco, la sopravvivenza rispetto al momento in cui viene colpito un corpo in questa zona quanto può essere? Di quanto può essere?
M.M.: Lei mi sta chiedendo se sia stato colpito o meno il fegato?
A.B.: Eh, questo non lo so, perché io ho visto qua, vedo questi tre buchi in prossimità, credo, della zona...
M.M.: I colpi d'arma da fuoco, sto parlando di colpi di arma da fuoco che interessarono la ragazza, non penetrarono nel cavo addominale. Quelli sono tipici fori di ingresso, ma ho l'impressione che siano fori di ingresso dei proiettili che hanno perso gran parte della forza viva perché prima hanno attraversato il braccio quindi hanno, diciamo, battuto, impattato lì senza penetrare. Certo se fossero penetrati al fegato provocavano sicuramente la morte. Il fegato è un organo vitale. Se non…
A.B.: Comunque queste ferite hanno provocato, credo immediatamente, l'intontimento di questa povera figliola.
M.M.: Se non altro il dolore. Forse più che l'intontimento anche forse una...
A.B.: Una reazione.
M.M.: ... reazione di eccitazione, di paura.
A.B.: Di paura.
M.M.: Che non è necessariamente paralizzante, può essere anche una paura che...
A.B.: Sì, vabbè, poi dopo, piano piano purtroppo si affloscia.
M.M.: Eh, certo!
A.B.: Ecco, lei ha visto la foto, in particolare i segni dei colpi che questo signore ha tirato su questa povera figliola.
M.M.: Ora sta parlando dell'arma bianca?
A.B.: Dell'arma bianca, ora non parlo più... Ecco, in particolare mi interessa sapere, siccome lei credo che abbia fatto parte dell’equipe che poi ha eseguito le autopsie, fatto le perizie su altre...
M.M.: Tutte le altre.
A.B.: Ecco, oh, quindi ha fatto tutto, se lei ha un'idea, in ordine a questi punti, a queste ferite che sono state...
M.M.: Sta parlando di quelle del pube?
A.B.: Ecco, guardi… Mi scusi Presidente…
Presidente: No, riproiettiamole, avvocato Bevacqua, per piacere. Diamo l'indicazione col numero della pagina, che il professore così può rispondere. 384 la pagina.
A.B.: Ecco, lei vede, professore, che sulla zona pubica, esattamente comincia... Ora non si vede nulla ma insomma… si vedrà…
M.M.: Penso si riferisse a quelle feritine a concavità superiore, a concavità inferiore quelle intorno al pube.
A.B.: Intorno al pube, ecco, comincia ad ore dieci o quasi, è vero? La prima a ore nove, ore dieci. Partendo da sinistra verso su, fa' una sorta di semicerchio questa serie...
M.M.: Certo, ce ne sono cinque chiaramente visibili. Forse sei.
A.B.: Ecco, fa una sorta di semicerchio, va bene?
M.M.: Sì.
A.B.: Ecco, questa sequenzialità di ferite le ricordano poi, se lo ricordano, siccome lei ha fatto anche le altre autopsie, le ricordano anche quelle relative ad altre fanciulle che sono state poi, alle quali è stato poi asportato il pube?
M.M.: Ho capito.
A.B.: E quindi anche l'inizio, da dove si comincia? No, perché questo signore che ha fatto queste cose comincia e qua mi pare che dà i primi segni.
M.M.: A posteriori direi di sì. Cioè perché ho visto anche gli altri casi successivi. Avendo visto questo solo potevo concludere poco; visti gli altri successivi, se ne deve dedurre che un certo accanimento su questa zona del corpo femminile abbia avuto inizio qui.
A.B.: E comincia proprio a ore dieci, lei dice in una certa...
M.M.: Sì. Ah, ho capito, però le ferite, le mutilazioni di cui si parla negli altri casi...
A.B.: Sono altre cose.
M.M.: Sono altre cose...
A.B.: Però comincia a segnare...
M.M.: Sì.
A.B.: E qua comincia a segnare il posto.
M.M.: Però, vede, avvocato, se mi permette...
A.B.: È vero o non è vero che comincia a segnare secondo lei?
M.M.: Prego?
A.B.: Secondo lei...
M.M.: Sì, ma direi che più che il fatto...
A.B.: ... questo è un segnale...
M.M.: ...più che il fatto delle ore dieci è la reiterazione dei colpi in quella zona. Ora ci faccio diversi buchetti, la prossima volta potrebbe succedere effettivamente quello che è successo. Ma, ripeto, col senno di poi. Certo.
A.B.: Professore, siccome è chiaro che io credo, non è una mia ipotesi, ma era un'ipotesi di tutti quanti che colui che ha fatto queste cose non fosse del tutto normale, io penso che si comincia a dare il primo segnale. La domanda che io le faccio è questa.
M.M.: Direi di sì.
A.B.: Dà il primo segnale con questo.
M.M.: Sì.
A.B.: Con quest'omicidio, cioè il ragazzo lo uccide, anche infierisce su di lui sia pur poco con l'arma bianca, poi comincia con la ragazza. Con la ragazza e segna proprio la zona che a lui interessa moltissimo. Qua infila un tralcio di vite però già segna questa... È vero? Dico mi può dare?
M.M.: Certo, certo, è vero. È oggettivato dalla fotografia.
A.B.: Segna. Ma la segna con un coltello molto grosso, cioè con una... ecco. Lei ha fatto, posso farle questa domanda? Siccome lei ha fatto poi anche le altre perizie, va bene? E il ricordo, così ora memoria, che a un certo punto lei fa riferimento ad uno strumento estremamente tagliente, come potrebbe essere, non so, o un trincetto oppure addirittura anche un qualche cosa, anche un bisturi. È vero o non è vero? Lo dice lei espressamente.
M.M.: Certo.
A.B.: Quindi quello strumento è diverso sicuramente da questo.
M.M.: Non necessariamente, avvocato, perché se questo è un coltello monotagliente con una lama molto affilata - ribatto su questo particolare - anche con un coltello di quel tipo si sarebbero potute produrre le mutilazioni che si sono visti nei cadaveri degli episodi successivi l'importante è che sia taglientissimo il filo. A.B.: Taglientissimo.
M.M.: Sissignore.
A.B.: Perché là mi pare che in quegli altri - poi vedremo dopo - addirittura si riesce a escindere la pelle con i peli e basta, praticamente sopra la parte del grasso.
M.M.: : Cute e sottocutaneo.
A.B.: Cute e...
M.M.: O sottocute.
A.B.: Quindi con un'estrema...
M.M.: Precisione.
A.B.: ... capacità, manualità.
M.M.: Sì.
A.B.: Io volevo soltanto questo sapere. Grazie, professore.
Presidente: Nessun'altra domanda?
P.M.: Nessuna il P.M. grazie.
Presidente: Possiamo licenziare allora il professore. Buongiorno.

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