martedì 15 novembre 2011

Ruggero Perugini - Deposizione del 13 giugno 1994 - Quindicesima parte


A.F: Non per sovrappormi, avvocato Fioravanti vorrebbe chiedere una cosa sulla questione del protetto, cancelletto chiuso, lei ritiene che sia protetta completamente, non possa entrare nessuno?
R.P.: Io ritengo che quel cancello chiude il corridoio dalla parte esterna non interna, ecco… per carità se qualcuno volesse quello che vuole dire lei, se qualcuno volesse fare uno scherzo, buttare qualcosa dentro, si certamente potrebbe farlo.
A.F: No ma anche qualche altro scherzo.
R.P.: Ci si chiede… ci si chie… no.
A.F: Qualche altro scherzo, la Polizia è mai entrata… si è trovata dentro col cancelletto chiuso?
R.P.:
A.F: La Polizia... cioè i suoi uomini sono mai entrati dentro e il cancelletto era chiuso?
P.M.: Cioè hanno scavalcato? Non ho capito…
A.F: No, no, no io non sto scherzando perché questo… me lo deve dire. Se sono entrati dentro con il cancelletto ancora chiuso.
P.M.: Per carità, qual è la domanda non ho capito?
A.F: E’ questa.
Presidente: Volando? Come?
A.F: Sono mai entrati dentro…
R.P.: Ah si, se vuol dire se è scavalcabile quella… quella…
A.F: No, no se è scavalcabile.
R.P.: Se noi siamo entrati dentro
A.F: Se si sono trovati dentro col cancelletto chiuso ancora.
P.M.: Qualcuno l’ha chiuso dal di fuori?
A.F: Nooo e io non sto scherzando
R.P.: Una volta che l’imputato si rifiutava di aprire noi siamo passati dall’abitazione, da un’abitazione vicino vuota di cui avevamo preso le chiavi con il consenso della proprietaria naturalmente, e siamo passati nell’orto.
A.F: Al mattino alle 5 e mezza Pacciani si alza e trova la Polizia dentro, non s’era rifiutato di niente.
R.P.: No, no, no, no.
A.F: Eh no.
R.P.: No Pacciani si alza è trova la Polizia dentro, Pacciani non risponde, Pacciani non apre, ha capito? Non è che trova la Polizia… A parte il fatto che non ci sarebbe stato nulla di male però voglio dire… il fatto che noi si sia dovuti passare di lì è perché lui non veniva ad aprire, tutto qua.
A.F: La mia era una precisazione solo sulla sicurezza a cancello chiuso, era questo.
A.B.: Bene, bene.
R.P.: Per carità avvocato…
A.F: Poteva entrare qualsiasi altra persona…
R.P.: Immagino che non posso contrabbandare l’abitazione di Pacciani per Fort Knox con le riserve aureee, questo è fuor di dubbio però comprende… Non vedo come questo… cioè non vedo l’estrema rilevanza di questo…
Presidente: Va be’, va be’ questo è un altro discorso…
A.F: Invece io volevo continuare, Presidente volevo continuare un’altra domanda molto semplice…
Presidente: Mettetevi d’accordo.
A.F: No, no ma ho finito…
A.B.: Vai, vai, vai.
A.F: Il 28 ottobre 1990 già Pacciani era indiziato, il 6 dicembre…
R.P.: 28 ottobre 1991
A.F: Si va bene ma…
P.M.: No c’è un anno di differenza
A.F: Erano uscite… erano uscite delle cose… cioè prima di uscire…
P.M.: Cos’era uscito?
A.F: Prima di uscire dal carcere già si sapeva che Pacciani era indiziato…
P.M.: No, no un attimo.
A.F: Ecco, allora il 6 dicembre Pacciani esce, nel periodo di assenza del Pacciani era sicura quella casa? Poteva essere… poteva esserci entrato qualcuno? Prima che tornasse Pacciani?
R.P.: Prima che Pacciani fosse scarcerato ho i miei dubbi, ho i miei dubbi, cioè chiunque, chiunque, un ladro, qualcuno che avesse interesse a introdursi…
A.F: Interesse a introdursi.
R.P.: Ne avremmo…
A.F: Grazie, grazie, interesse a introdursi.
R.P.: Ne avremmo…
P.M.: Lascia finire…
R.P.: Avvocato Fioravanti ne avremmo certamente avuto un riscontro, l’avremmo certamente saputo avvocato.
A.F: Il riscontro ci sarebbe.
R.P.: Avvocato lo avremmo saputo.
A.B.: Va be’.
R.P.: Ma a parte questo avvocato, voglio dire, io non voglio esibire una perfezione nella sorveglianza, nei controlli però voglio dire che un dato del genere non ci sarebbe probabilmente… ecco voglio mettere il probabilmente, non ci sarebbe probabilmente sfuggito.
A.F: Il riscontro è un proiettile.
A.B.: No…
R.P.: No, no…
P.M.: Per carità via!
A.B.: No ma nessuno vuole… non si sospetta nessuno solo che c’è un proiettile, si vedrà da quanto tempo c’era…
P.M.: Ce n’è più d’uno di proiettile abbiamo visto per fortuna.
R.P.: Io lo so che i giornali non sempre dicono la verità…
A.B.: Vede, i giornali hanno detto…
R.P.: Abbiamo letto di ipotesi temerarie…
A.B.: Hanno detto i giornali addirittura che lei avrebbe detto a una giornalista che Pacciani si mangiava i reperti, io non so se è vero o non è vero… Ha capito?
R.P.: Senta io se avessi dovuto rilasciare tutte le interviste che risulto aver rilasciato…
Presidente: Signori guardate che state avventurandovi su strade che non c’entrano nulla.
A.B.: Siamo d’accordo, allora senta, torniamo nella strada, nel binario…
Presidente: Torniamo a noi.
A.B.: Senta lei comincia la sua attività d’indagine sul Pacciani facendo un colloquio con il signor Pacciani mi pare nel marzo del 1990, cioè va dal Pacciani, la sua annotazione di servizio parla di sette ore di colloquio…
R.P.: Si.
A.B.: Sette ore di colloquio con Pacciani in carcere, la conferma questa?
R.P.: Certo.
A.B.: L’11 aprile 1990, nella quale lei si atteggia…
R.P.: Ah no, scusi, come mi atteggio?
A.B.: Mi faccia finire…
R.P.: Eh va be’… E già… mi scusi eh… Mi permetta di prevenirla…
A.B.: Si atteggia come ottimo indagatore… bene?
P.M.: (Ride)
A.B.: Facendo rilevare come lei sia ben orientato…
P.M.: Nello spazio e nel tempo.
A.B.: …in materia psico… fisica, in materia di cultura criminalistica…
P.M.: Ci sarà una domanda?
A.B.: Gliela faccio, gliela faccio…
Presidente: Avanti, avanti signori.
A.B.: Voglio vedere quello che dice, tant’è che a un certo punto lei dice questo, parlando con il signor… “A quel punto il dottor Perugini gli faceva notare che si trattava di un accertamento doveroso che era stato esteso a numerosissime persone ma che nel caso suo avrebbe potuto essere evitato infatti secondo i periti il così detto mostro era un’impotente e comunque molto più alto, più grosso e robusto di lui” se la ricorda questa…
R.P.: Perfettamente.
A.B.: Ohooo e io questo volevo sapere. Allora, poi…
R.P.: Perfettamente, però cito altri, cito altri.
A.B.: Siii.
P.M.: Indagini alla luce del sole con tali annotazioni, mi fa piacere che lo metta in evidenza.
Presidente: Andiamo avanti.
P.M.: Tutta l’attività d’indagine è stata documentata.
Presidente: Non commentiamo.
A.B.: Io non so perché il Pubblico Ministero ha paura quando io faccio le domande…
P.M.: Nooo… Io? (Ride)
A.B.: Ha paura? Noi dobbiamo aver paura non lei.
P.M.: Nessuna paura, avvocato stia tranquillo, tutto ma non la paura, la rassicuro guardi, dorma tranquillo perché paura proprio non me la fa.
Presidente: Andiamo avanti.
A.B.: No io non faccio paura a nessuno.
Presidente: Andiamo avanti.
A.B.: Fanno le querele anche se faccio il mio dovere.
P.M.: Faccia pure le domande che crede perché a me non fa nessuna paura…
A.B.: Nooo…
P.M.: Anche se è il doppio di me.
A.B.: Sono il doppio ma non per intelligenza… sono un terzo…
Presidente: Non perdiamo tempo signori forza.
A.B.: Allora, dunque, quindi lei fa questo interrogatorio di sette ore, quest’esame di sette ore…
R.P.: Questo colloquio.
A.B.: Colloquio di sette ore…
R.P.: Io non faccio lo conduce lui, comunque prego.
A.B.: Come lo conduce lui?
R.P.: E non m’ha fatto parlare mai.
A.B.: Quindi lei.. Però lei gli ha detto che il mostro era un impotente che lui invece era molto potente…
R.P.: Le rare volte che sono riuscito a inserire una qualche osservazione ne ho approfittato per capire un attimino il punto di vista, vede, forse lei l’avrà notato, il signor Pacciani è molto difficile da fermarsi una volta che è partito, io, in quella circostanza, aldilà del fatto di vedere se la persona era remissiva sul discorso armi, quali fossero le sue intenzioni in previsione di una prossima scarcerazione, quello che mi interessava sapere era conoscerlo perché vede una cosa che noi ci siamo sempre posti come principio è che una persona…
A.B.: Perchè lei si atteggiava… scusi si sbaglio…
R.P.: No non mi… conoscerlo…
A.B.: Come criminologo…
R.P.: Io… scusi…
A.B.: Lei è anche criminologo.
R.P.: Nella premessa che io sono criminologo ma questo non significa niente… No, no, no mi consenta…
A.B.: Volevo capire…
R.P.: Voglio precisare che essere specializzati in criminologia non ci porta un chilometro avanti nella conoscenza di questi casi, si sta fermi al punto di partenza un centimetro avanti, il resto si fa con l’esperienza investigativa. Quello che volevo dirle per… per… Il conoscere una persona attraverso le carte, esclusivamente attraverso le carte qualche volta può essere deformante, se uno avesse dovuto basare il giudizio sul Pietro Pacciani sulla base delle carte che noi avevamo recuperato a quel punto Pietro Pacciani ci sarebbe apparso come una specie di… di… veramente di mostro…
A.B.: Perché di mostro scusi?
R.P.: Perché un uomo che nel ‘51 ha… è lei che me lo chiede eh… un uomo che nel ’51 si comporta in un determinato modo, che nell’ottanta… cioè viene arrestato nell’87… insomma che ha un certo tipo di excursus criminale certamente ci colpisce in modo negativo… l’impo… no mi scusi… l’importanza… vede noi non siamo abituati… cioè noi da investigatori per serietà non possiamo basarci soltanto sulle carte perché le carte possono anche descrivere una persona in modo totalmente sbagliato, totalmente sbagliato, deformante, deviante e io non le nascondo che il signor Pacciani in quella circostanza io lo trovai estremamente affabile e simpatico…
A.B.: Difatti lo vedo…
R.P.: Continuo… continuo a ritenerlo una persona che ha una verve piacevole, una persona interessante, questo lo dico, non è che voglio ingraziarmi, penso che nessuno sospetti che voglia ingraziarmi il signor Pacciani, lo dico perché è un dato di fatto, è un dato di fatto che in quella circostanza ebbi del Pacciani certamente un’immagine totalmente difforme da quella del rozzo, bruto che aveva violentato le figlie, dell’agricoltore ignorante, mi sembrò una persona che…
A.B.: Queste sono le sue considerazioni…
R.P.: Questa era una mia… è quello che le sto dicendo, lei mi ha fatto una domanda. Senza atteggiarmi a psicologo, perché psicologo non sono, io faccio il poliziotto, in quella circostanza volli conoscere il Pacciani com’era, come appariva, come parlava, come si esprimeva, come, nei limiti del possibile, pensava. Perché vede e le aggiungo un’ultima cosa, un’annotazione, molti possono aver pensato che il fatto che lui abbia per anni violentato le figlie nel modo in cui lo ha fatto, che le abbia trattate come le ha trattate, ai nostri occhi potesse apparire come un indizio di colpevolezza invece no era una cosa che al limite ci poteva sembrare una discriminante…
A.B.: Difatti ho visto che…
R.P.: Ci poteva sembrare una circostanza escludente per un dato oggettivo: perché avendo a disposizione due più la moglie tre vittime quotidiane no? Perché la Polizia pensa anche in questo modo no? Per quale motivo avrebbe dovuto cercarsi altre vittime avendo quelle? Su cui ha imperversato? E infatti non è tanto sul fatto della violenza carnale che attirò la nostra attenzione ma sulle modalità, ma di questo non voglio…
A.B.: Ho capito.
R.P.: Non voglio parlare ma se crede io le rispondo anche di questo.
Presidente: Allora dottor Perugini per riassumere quindi quando lei faceva domande o discorsi di un certo tipo al Pacciani era per tirare fuori la personalità di costui?
R.P.: Conoscerlo, si era per capire…
A.B.: Ars maieutica, sa come facevano?
R.P.: Molto semplicemente per capire che pesce fosse, detto così in parole povere.
A.B.: Lei è un ittiologo.
P.M.: Romano fra l’altro.
R.P.: Se fosse stato persona sincera, se fosse stato un mentitore, queste cose qui.
A.B.: Quindi ha fatto una… cioè lei è stato animato dalla sua cultura…
R.P.: No, no, no da poliziotto! Avvocato…
A.B.: Da poliziotto va bene, solo da poliziotto.
R.P.: Che cultura! Chiunque quando parla con una persona se ne fa un’idea giusta o sbagliata che sia, io mi son fatto un’idea.
A.B.: Un’idea sua personale.
R.P.: Si.

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