Segue dall'undicesima parte.
Presidente: Avvocato Bevacqua prego.
A.B.: Grazie signor Presidente, io credo sempre nella Costituzione, se non credessi non farei questo lavoro e se non credessi alla inalterabile serenità della Corte mi alzerei e me ne andrei ma proprio per questo mi permetto di chiedere alcune cose al dottor Perugini. Senta dottor Perugini noi abbiamo avuto già uno scontro pur essendo anche amici ma io devo fare il mio e lei deve fare il suo…
R.P.: Ovviamente.
A.B.: E io pocanzi, qualche ora fa le contestai un suo modo di interpretare certe cose di questa indagine, le contestai piuttosto energicamente già l’altra volta ora forse ancora di più che lei nel suo rapporto del 9 luglio ’91 ebbe a scrivere alcune cose che erano sicuramente frutto di un suo convincimento, di un suo teorema, tant’è che questo convincimento poi dette luogo alla informazione di garanzia nei confronti, nei riguardi del signor Pacciani, io faccio riferimento a quella pagina del processo nel quale lei dice, direi certamente sbagliando, non c’è qua un falso ideologico assolutamente, lungi da me dire questo però chiaramente il contenuto di questo rapporto non è vero…
R.P.: Vediamo…
A.B.: Perché in Mercatale Val di Pesa “in seguito ad una lettera anonima che lo indica quale responsabile del duplice omicidio dei due cittadini francesi è decisamente smentito dalle dichiarazioni del meccanico” eccetera… eccetera… lei fa riferimento ad una lettera raccomandata, ad una lettera anonima, lettera anonima che non parla assolutamente di omicidi ma parla genericamente di uomo rude, di uomo che maltrattava le figlie eccetera. Lei poi continua, insiste… mi scusi perché le devo parlare come nasce il suo teorema…
R.P.: Prego, prego.
A.B.: …accusatorio e parla di sadismo, di feticismo, d’identikit d’autore, parla poi all’ultimo di questo famoso quadro e attribuisce all’imputato, quale autore di questo quadro, le più gravi nefandezze di questo mondo, addirittura lei lo identifica come il possibile tipo di autore di questi misfatti, di questi reati. Parte questa sua indagine con questa sua idea, io le faccio una domanda che mi pare sia d’obbligo, ecco lei che sa essendo laureato in legge, essendo uno dei più famosi investigatori d’Italia, ora addirittura anche d’oltremare, lei essendo laureato in legge sa che le sentenze, così dette istruttorie, cioè quelle non definitive nel caso le sentenze… i così detti provvedimenti di archiviazione oggi, possono sempre essere rivisitati nel senso che si può anche riguardare, si può vedere, si può anche andare a capire, a cercare, a trovare elementi che possono in qualche modo orientarci nelle indagini…
P.M.: Ci sarà una domanda prima o poi o…
A.B.: Questa è una domanda.
P.M.: Ah…
Presidente: Va bene…
P.M.: No, è per curiosità.
Presidente: Vada avanti avvocato Bevacqua.
A.B.: Questa è una domanda
Presidente: Andiamo avanti.
A.B.: Perché stiamo parlando della attività di indagine, voglio sapere, voglio capire…
P.M.: Anch’io volevo sapere la domanda.
A.B.: … dove si è proiettata questa indagine… arrivo alla domanda, lei si è dato carico di riguardare, fra virgolette, le posizioni di quei signori che erano stati indagati per questi delitti e poi prosciolti con la sentenza del dottor Rotella oppure no? Lei ha avuto modo di interessarsi innanzitutto… la prima domanda è questa, di quei procedimenti oppure no? Prima domanda. Seconda domanda: dopo che vi fu la sentenza del dottor Rotella, nei riguardi di quella serie di indagati, ebbe modo di interessarsi ancora di questi personaggi oppure no? Prima domanda e seconda domanda.
R.P.: Io risponderò prima a queste domande poi vorrei un attimino rispondere… perché lei non ha fatto una domanda ma ha fatto delle affermazioni che…
A.B.: Una premessa.
R.P.: Una premessa che contiene delle affermazioni che sono agevolmente contestabili se si legge quello che ho scritto in integro perché una cosa va vista nel contesto però voglio rispondere prima alla sua domanda. Per quanto riguarda le persone investigate dal giudice istruttore dottor Rotella con il prevalente contributo e assistenza dell’arma dei Carabinieri quelle persone furono alla nostra attenzione finchè non capitò che il mostro colpisse ancora quando loro erano in carcere o quando loro erano sotto sorveglianza. Tutti i personaggi che gravitavano intorno al 1968, visto che era l’appiglio più logico e convenzionale, appiglio capitato nell’82 attraverso la comparazione balistica dei proiettili dell’omicidio del ’68 con quelli degli altri duplici omicidi, fu una boccata d’aria pura perché quell’indagine già era una specie di allucinazione, invece questo aggancio…
A.B.: Quella indagine…
R.P.: Questa indagine, quella dei duplici omicidi, invece quell’aggancio pratico a un mondo esplorato, un mondo piuttosto truce, ecco, soprattutto in un periodo in cui la Toscana era funestata dai sequestri di persona consumati con una particolare crudeltà diede spazio a molte speranze, speranze che furono stroncate dal fatto che uno dopo l’altro tutti coloro che erano stati investigati furono poi per forza riconosciuti innocenti, o comunque non colpevoli di quegli omicidi perché il vero autore uccise di nuovo. Certamente tutte quelle posizioni sono state da noi valutate, pesate accuratamente, per esempio ci siamo chiesti se nell’ipotesi dell’ultimo sospettato mostro il quale non era in carcere ma era sotto osservazione dell’arma dei Carabinieri se potesse essere sfuggito a quell’osservazione, certamente, noi abbiamo fatto una serie di accertamenti… il criterio adottato in questa indagine, almeno per quanto posso testimoniare io e io testimonio solo dal momento in cui l’indagine mi è stata affidata, è stato quello del massimo scrupolo, a prescindere dal fatto che contemporaneamente al signor Pacciani noi abbiamo sempre investigato un numero piuttosto rilevante di persone, non con minori cure e non con minore attenzione e cautela, sul conto degli altri non è emerso quello che è emerso dall’indagine sul signor Pacciani. Per quanto concerne il discorso della mia affermazione io credo l’altra volta di averle detto che probabilmente forse era impropria ma penso: perché demonizzare una lettera anonima? Ne abbiamo il testo, io ne ho una fotocopia qui, io vorrei farne leggere il contenuto…
A.B.: Certo.
R.P.: Se le consente…
A.B.: Poi mi dice dov’è scritto duplice omicidio.
R.P.: Si, si, no vorrei farne leggere il contenuto, posso leggerlo io?
A.B.: Qual è quella scritta in verde?
R.P.: Bah, questa è una fotocopia.
A.B.: Si in carattere verde, si.
R.P.: Vede… “Alla caserma dei Carabinieri di San Casciano e per conoscenza alla Questura di Firenze vogliate al più presto interrogare il nostro concittadino Pacciani Pietro nato a Vicchio e residente nel nostro paese in piazza del popolo a Mercatale Val di Pesa. Questo individuo a detta di molta gente è stato in carcere per 15 anni per aver ammazzato la propria fidanzata” quindi già l’anonimo commette un errore “conosce mille mestieri” che è vero “un uomo scaltro, furbo, un contadino con le scarpe grosse e il cervello fino, tiene sotto sequestro tutta la famiglia, la moglie è grulla, le figliole non le fa mai uscire di casa, non hanno amicizie, vogliate intervenire e interrogare l’individuo…” eccetera, eccetera, poi su un lato c’è scritto “E’ un tiratore scelto”, ora avvocato fuori da un contesto ecco… questa lettera è stata datata Mercatale 11 settembre ’85, i cadaveri dei due francesi uccisi dall’autore degli omicidi erano stati scoperti poco prima, questa lettera arriva in questo contesto a un investigatore che magari si esprime impropriamente come forse avrò fatto io ma che certamente non cerca di convincere un magistrato del fatto che il signor Pacciani è un mostro appare evidente che questa lettera è da porre in correlazione con i duplici omicidi, ergo e dico quando dico che l’autore anonimo vuole indicare il Pacciani come un possibile autore di quei duplici omicidi credo di fare la scoperta dell’acqua calda, se però lei mi…
A.B.: No, no io non voglio contestarle nulla io le voglio dire che questa lettera è del 1985, che lei…
R.P.: No è dell’11 settembre 1985.
A.B.: ’85, ho detto del 1985, questo suo scritto è del 1990…
R.P.: certo.
A.B.: Esattamente 9 luglio ’91 anzi, 6 anni dopo, e in questo scritto si indica, lo indica dice lei “quale responsabile del duplice omicidio dei due cittadini francesi” io credo che questo non c’era scritto da nessuna parte, né l’autore… forse se lo poteva immaginare, lei lo ha immaginato… va be’ io mi chiudo..
R.P.: Voglio dire…
A.B.: Dottor Perugini ci siamo capiti.
R.P.: Mi perdoni avvocato…
A.B.: Ogni tanto tutti sbagliamo.
R.P.: Mi perdoni avvocato…
A.B.: Va beh…
R.P.: Siamo perfettamente d’accordo.
A.B.: Si sbaglia tutti.
R.P.: Ma visto che siamo in argomento voglio anche dire che questa lettera che nell’85 arrivo insieme a credo qualche altra centinaia di altre lettere anonime dello stesso tenore, alcune ancora più ermetiche ma tutte indubitabilmente riferite all’autore dei duplici omicidi, oltretutto non trovò particolare seguito perché quando i Carabinieri di San Casciano, giorni dopo andarono a perquisire, con poca convinzione a quanto sembra, fecero un’attività…
A.B.: Ohooo, io per questo le ho fatto la domanda.
R.P.: Fecero un’attività connessa con quel duplice omicidio, il che significa che anche i Carabinieri di San Casciano la interpretarono in quel senso.
A.B.: Si sbaglia in due, si può sbagliare in quattro…
Presidente: Era indirizzata a loro…
P.M.: A tutti e due.
R.P.: Era indirizzata alla caserma dei Carabinieri di San Casciano e per conoscenza alla Questura di Firenze però quella volta fecero solo i Carabinieri.
A.B.: Va beh ma aldilà di questa scivolata che si può fare, io le faccio tutti i giorni…
P.M.: Io continuo a non veder nessuna scivolata perché poi…
A.B.: Allora, allora, scusi signor Pubblico Ministero se ci nascondiamo dietro a un dito e allora si…
Presidente: Lasciamo parlare il difensore.
A.B.: Mi scusi Presidente…
Presidente: Avvocato Bevacqua questa è un’opinione sua che sia una scivolata, è una cosa da vedere, lei asserisce che è una scivolata, il teste dice di no e la Corte vedrà.
P.M.: E continua dire che può sbagliare, lo vedremo, perché gli continua a dire che ha sbagliato? Le ha dimostrato che non ha sbagliato, sarà argomento di discussione…
Presidente: Va bene, Pubblico Ministero basta.
P.M.: No Presidente perché devo smettere io quando si continua sullo stesso argomento per due udienze? Se ha sbagliato lo vedremo.
Presidente: Sono affermazioni della difesa che è liberissima di fare.
P.M.: Bravo, ora basta.
Presidente: Valuterà poi la Corte.
P.M.: Bene ma per due udienze di seguito… insomma…
Presidente: Ognuno sostiene la propria tesi.
A.B.: Io per 50 udienze dirò che quando una lettera anonima che lo indica quale responsabile del duplice omicidio dei due cittadini francesi non esiste questa lettera anonima evidentemente è un errore…
Presidente: Lei fa il suo mestiere e quindi può sostenere questa tesi.
P.M.: Perfetto.
Presidente: Perché no?
P.M.: Lo abbiamo capito, va bene.
A.B.: Non è che io sostengo una tesi, io dico che c’è un errore, basta, chiuso.
P.M.: Questo lo vedremo.
A.B.: Allora è un falso ideologico 479…
P.M.: Proceda, proceda.
Presidente: Basta, basta sennò non finiamo più…
A.B.: No io non procedo nulla, dovete procedere voi.
Presidente: Avanti.
P.M.: Infatti abbiamo fatto un’informazione di garanzia in base a quella…
Presidente: Basta, basta.
P.M.: Proceda anche contro di noi avvocato, abbiamo già proceduto noi.
Presidente: Signori ma… siete anche un pochino noiosi.
R.P.: Però!
P.M.: Eh tantissimo Presidente!
Presidente: Avanti.
P.M.: Tant’è sull’argomento avevamo smesso.
Presidente: Andiamo avanti, l’avvocato Bevacqua può andare avanti.
P.M.: Per fortuna avevamo smesso, ci si ritorna…
A.B.: Non è colpa mia.
Presidente: Bene.
R.P.: Però vorrei dirla avvocato Bevacqua…
Presidente: Dottor Perugini basta.
A.B.: Non mi interessa questo problema.
Presidente: Basta, basta, lei ha già espresso il suo parere, l’avvocato il suo, andiamo avanti prego.
R.P.: Le volevo domandare questo, andiamo al succo delle cose, scusi dottor Perugini, lei ricorderà… io vorrei sapere se lei ricorda le posizioni di due personaggi: Giovanni Mele e Vinci Salvatore che erano inquietanti allora e furono inquietanti per Pubblico Ministero, per il giudice istruttore, va bene? Perché su Mele Giovanni, c’è la sentenza che è agli atti perché è ancora una sentenza… ordinanza sentenza… anzi sentenza di proscioglimento, che parlava a proposito di Giovanni Mele, pag. 104, dell’uso di bisturi da parte di questo signore… se la ricorda questa particolarità? O non l’ha fatto? Se non l’ha fatto non vado più avanti.
R.P.: Tagliabalza… tagliabalza.
A.B.: Tagliabalza, però fu trovata…
R.P.: I sardi, come lei sa, hanno la passione di incidere il sughero…
A.B.: Il sughero.
R.P.: Sono molto abili…
A.B.: Però ne aveva anche una dentro, addirittura, dentro il portafoglio questo.
R.P.: Si e l’ho avuta anch’io per molto tempo.
A.B.: E addirittura c’è anche una certa signora Libbra che diceva che questo signore andava al cimitero di Montefiridolfi ed è anche una persona… se lei conferma queste circostanze che io, se fossi indagatore…
P.M.: Sono nella sentenza.
A.B.: Io continuerei ad indagare su questi personaggi, mi scusi eh…
R.P.: Si, io…
A.B.: Perché la pistola è del 1968, sicuramente attribuito l’omicidio, perché c’è una sentenza di rinvio a giudizio al fratello di questo signore che è sardo… io non voglio accusare nessuno però leggendo questa sentenza son rimasto…
P.M.: Ma c’è anche spiegato perché li prosciolse…
A.B.: Li proscioglie perché qualcuno spara e li butta fuori, va bene?
P.M.: E allora perchè si deve ancora indagare su loro due se il giudice l’ha spiegato?
A.B.: Io non voglio indagare su loro due…
Presidente: Facciamo le domande.
A.B.: Io sto dicendo soltanto alcune cose che mi hanno atterrito, le spiego perché, perché sono tutti elementi di grandissimo peso, direi indiziante, non voglio dire probatorio, che sono vanificati, molto più di quelli che dovrebbero residuare oggi a carico del Pacciani che però svaniscono perché un tizio uccide, va bene? Ecco io le volevo dire che in quella occasione fu innanzitutto per quanto riguarda questo signore, che sicuramente è innocente, non lo so però certamente è innocente, fu anche detto che questo signore si aggirava spessissimo in queste zone, vedi anche il cimitero di Montefiridolfi, va bene? Nella zona di Roveta e la zona della Calenzanese, quindi, guardi, tutte zone toccate fra virgolette dal mostro. Questo per quanto riguarda la posizione di questo signore il quale ha lasciato anche un foglietto estremamente interessante sul piano interpretativo di certi legami… eccolo quale è il foglietto…
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