martedì 4 ottobre 2011

Lorenzo Nesi - Deposizione dell' 8 giugno 1994 - Terza parte

Segue dalla seconda parte.

Presidente: Signori avvocati di parte civile avete domande? Avvocato Pellegrini.
A.P.: In quella occasione dell’incontro all’incrocio chi guidava la macchina? La Ford Fiesta?
L.N.: Pacciani.
A.P.: Accanto a lui, ha detto lei, che c’era un’altra persona?
L.N.: Esatto.
A.P.: Un uomo?
L.N.: Un uomo.
A.P.: Lo conosceva lei quella persona?
L.N.: No. No perché l’uomo… cioè capisca questo, nell’incrocio si vede bene la persona che guida perché c’è una sinis… e un sinis… non si vede l’altro. Le ripeto, se Pacciani avesse avuto la 500 era inconfondibile, con questa macchina io non l’avevo vista più tanto perché Pacciani l’avevo perso un po’ di vista perché lui era tornato a Mercatale, io ero tornato alla Sambuca come ditta…
Presidente: Comunque lei è sicuro che… lei non ha visto chi fosse ma accanto c’era un’altra persona?
L.N.: Si, questo senza ombra di dubbio.
A.P.: Una delle due macchine…
L.N.: Pacciani lo tenga sempre con una riserva, come gli ho detto avanti, del 10%, riserva…
A.P.: Quindi al 90% lei è sicuro?
L.N.: Esatto.
P.M.: Era una Fiesta?
L.N.: Si.
A.P.: Era una Fiesta. Come avvenne questo incontro? Le due macchine si incrociarono? Una delle due si fermò a uno stop per far passare l’altra? Come avvenne?
L.N.: Ma lei… abbia pazienza… ora bisognerebbe… come le posso spiegare?
A.P.: Io non lo conosco l’incrocio al quale lei si riferisce.
Presidente: Per chi non lo conosce bisogna lei si spieghi un pochino.
L.N.: Allora c’è una strada che la viene da Chiesanuova e la immette a un dato punto nella strada che la viene da Scopeti, cioè che da Scopeti, dalla via Cassia, si gira, si fa la salita degli Scopeti e si…
Presidente: E si va a San Casciano.
L.N.: E si va a San Casciano. C’è questo incrocio, l’è una cosa… l’è un imbuto…
Presidente: Questo incrocio rispetto alla sua direzione di marcia…
L.N.: No incrocio, non è un incrocio, due strade che le si connettano. A quest’incrocio si arriva, per esempio venendo da Scopeti, si arriva, per esempio uno che gli è tardi, cammina un po’ più veloce, gli arriva a una certa velocità, a quest’incrocio vien fatto… come le posso spiegare? Dio bono, ci avessi una persona lì… ecco! Tu vedi quella persona! Tu la conosci e tu dici: “Ma guarda un po’, c’è Pietro! Gli è andato dalla Tirilla”. Bene. La piglia la su’ strada, la continua la strada, la passa Spedaletto, la continua, la fa appena una salitina dopo… io mi ricordo bene passai la… Perché le dico questo? E glielo ripeto, perché i’ giorno dopo venne in ballo i morti di Scopeti e allora si disse: “Porca miseria siamo passati di lì iersera."
A.B.: “Siamo” chi?
L.N.: Perché lei la può vedere un tamponamento sull’autostrada pe’ anda’ a Bologna…
Presidente: Si, si ho capito.
L.N.: La può vedere invece un incidente, disgraziatamente, dove c’è 3 morti… la si ricorda di quell’incidente!
Presidente: Insomma, vi incrociaste.
L.N.: Si.
A.P.: Ecco lei lo vide di lato o di fronte?
L.N.: Di lato.
A.P.: Di lato.
L.N.: Si, si.
A.P.: Bene, grazie.
Presidente: Altre domande signori avvocati? Avvocatessa?
A.?.: Mi scusi solo una precisazione, di che colore era questa Ford Fiesta che lei vide?
L.N.: Per me nel bu… era un… un… un… ross… come gli posso dire? Un amaranti… Unnnn… un ro… un…
Presidente: Un lo sa. Chiaro o scuro?
L.N.: Ma più sul chiaro che sullo scuro.
Presidente: Più sul chiaro che sullo scuro.
A.B.: Il rosso non è molto chiaro.
L.N.: Le ho detto un rosso… Guardi io faccio maglieria avvocato sicchè i colori gliene so decifrare bene. Non gli posso dire il colore preciso perché non guardai il colore.
Presidente: Gli sembrava piuttosto sul chiaro.
A.B.: Ohooo, lei non guardò il colore.
P.M.: Meglio di così.
A.?.: Grazie.
Presidente: Avvocato Colao prego.
A.C.: Quest’incrocio, questo bivio era illuminato?
L.N.: No.
A.C.: C’era però la possibilità… una visibilità tale da potere vedere?
L.N.: Con i fari.
A.C.: Eh?
L.N.: Con i fari… eh c’è i fari s’incrociano. Cioè se io ci ho… mi comprenda, se io ci ho una macchina qui e io vengo così ci ho i fari che mi illuminano.
A.C.: Quindi lei lo illuminò con i fari della macchina?
L.N.: Ssi.
A.C.: Ma era aperto o c’erano alberi intorno?
L.N.: No, no, non ci sono alberi.
A.C.: Lei lo ha illuminato con i fari della macchina.
L.N.: E’ chiaro, siamo a un incrocio… lei… vedete, tutti vu mi domandate dei dettagli, il dettaglio che io posso dire e che son sicuro a il 90% di dire è che Pacciani quella sera era lì. Se dopo Pacciani tornava da Chiesanuova, tronava da Pun… di dove volete, io feci una considerazione mia, dissi: “Pacciani è andato…” perché la Sperduto, non so se abitava sempre lì, ma la sta lì a 500 metri… siccome sapevo che andava, dissi: “Pacciani…”, basta.
A.C.: E la Ford Fiesta era ferma o in movimento?
L.N.: No la Ford Fiesta… Nooo camminava! La Forde… gli è un affare… gli arriva così avvocato.
A.C.: Piano?
L.N.: Io codesto non gliene posso dire, non lo so; cioè non lo so non me ne rammento. E’ venuto dopo che è venuto fuori Pacciani a me del discorso come i fagiani, come la lettera di Vanni, come tutto, è venuto fuori dopo: “Porca miseria ma lì e c’era anche Pacciani” e io lo sapevo la volta che venni qui, voglio vu capisca questo voi.
A.C.: Però essendo un bivio ci fu un rallentamento…
L.N.: E’ chiaro, lì un po’ mica passa’ a 100 all’ora! C’è un… un qualcosa che ti porta… sia quello che viene da Scopeti, sia quello che viene da Chiesanuova, ti porta… a… a… a fermarsi.
A.C.: A rallentare.
L.N.: A rallentare è chiaro!
A.C.: Grazie non ho altre domande.
Presidente: Altre domande signori?
P.M.: Nessuna il P.M.
Presidente: Avvocato Bevacqua prego.
A.B.: Senta signor Nesi… che pizza mangiò quella sera lei?
L.N.:
A.B.: Che pizza mangiò quella sera?
L.N.: Avvocato… guardi le posso dire che sabato mangiai il lesso…
A.B.: Quella sera che pizza ha mangiato lei? E dove l’ha mangiata?
L.N.: Si… va bene oh avvocato non lo so che pizza ho mangiato come fo a dirgli che pizza ho mangiato?
A.B.: Ohooo e allora non lo sa, lei dice che non lo sa, giusto?
L.N.: Si, non lo so.
A.B.: Dove l’ha mangiata questa pizza?
L.N.: In un paese che… forse che se viene a testimoniare chi ci ha la casa lì gli può dire anche il nome del paese. La mi domanda che pizza ho mangiato dieci anni fa…
A.B.: Certo.
L.N.: Ma… ma… mi perdoni.
A.B.: Certo. Ohooo.
Presidente: Senta, senta, l’avvocato fa il suo lavoro, capisce? E quindi…
L.N.: Ma io gli rispondo.
A.B.: E mi risponda. Lei non mi risponde.
Presidente: No lei deve rispondere.
L.N.: Le ho detto “non so che pizza ho mangiato”.
A.B.: Sua moglie che pizza ha mangiato?
L.N.: La provi a domandagnene a lei se la si ricorda…
A.B.: No lei me lo deve dire.
L.N.: Avvocato le mi sembrano domande ridicole…
A.B.: Sii? Non si preoccupi.
L.N.: Ma come fo a sapere che pizza ho mangiato dieci anni fa?
A.B.: Ohooo e come fa a sapere lei… Ecco questo volevo che lei dicesse! Non volevo altro che questo.
L.N.: Si, per l’amor di Dio!
A.B.: Ohoo benissimo, allora…
L.N.: Io volevo che i’ Pacciani dicesse che mi conoscesse…
A.B.: Nooo, il Pacciani ha già detto quello che doveva dire.
Presidente: Va bene, va bene.
L.N.: Va bene…
Presidente: Cioè è stato buttato fuori…
A.B.: Ha già detto…
L.N.: Ma lei faccia il suo lavoro…
A.B.: Stia tranquillo che lo sto facendo, da tanto tempo, con molta fatica..
Presidente: Senta, senta…
A.B.: Con molta fatica.
Presidente: Calma eh…
L.N.: No, no faccia il suo lavoro nei miei confronti
A.B.: Perché anche se sorrido qualche volta lo faccio con serietà.
L.N.: Nei miei confronti.
A.B.: Io vorrei che tutti si facesse il nostro dovere eh? In tutti i sensi.
L.N.: Io penso d’averlo fatto.
Presidente: Siamo qui per questo.
A.B.: Presidente sto parlando con il testimone.
Presidente: Facciamo domande…
A.B.: Allora senta signor…
Presidente: …e non commenti.
A.B.: Lei veniva dalla destra e questo signore veniva dalla sinistra, com’eravate così?
L.N.: La mano dove ha l’anello lei venivo io, l’altra veniva Pacciani.
A.B.: Bene, benissimo. Allora, lei viene da qua e lui viene da qua.
Presidente: Pacciani veniva quindi dalla sua destra…
L.N.: Si, così, destro e io sinistro.
A.B.: Chi è passato prima? Lei o lui?
L.N.: Lui.
A.B.: E’ passato prima lui.
L.N.: E’ passato perché io dopo lo sorpassai in un pezzetto di diritta…
A.B.: Lì non si può sorpassare da quello che mi risulta.
L.N.: Come?
A.B.: Non si può sorpassare là.
L.N.: Ma avvocato senta, avvocato senta io sono una persona… se lei mi fa domande…
Presidente: Nesi, Nesi, Nesi… Stia zitto, stia zitto!
L.N.: …domande… Se lei mi fa domande precise…
A.B.: Sono tutto preoccupato e impaurito dalle sue… dalle sue… Una paura, guardi, sto tremando tutto! Ma sapesse come tremo io!
L.N.: Però la mi dice che pizza ho mangiato dieci anni fa, permetta!
A.B.: Ohooo io glielo devo dire io perché ho sentito troppe cose...
Presidente: Glielo deve dire perché naturalmente l’avvocato, di fronte a una circostanza che lei riferisce, ha il diritto di verificare se lei è attendibile o no.
L.N.: E io gli rispondo, d’accordo.
Presidente: Ora lei non stia a polemizzare con lui.
L.N.: No, no.
Presidente: Non risponda, nel senso “non lo so”, “non me lo ricorso” o se lo sa lo dica.
A.B.: Quindi lei lo avrebbe sorpassato, questa è venuta ora perché arrivano come le ciliegie…
Presidente: No perché lui ha detto avvocato c’era un pezzo di diritta…
A.B.: Si ma prima non l’ha detto che l’aveva sorpassato, l’ha detto ora.
Presidente: “Poi lo sorpassai” non è mica incompatibile con quello che ha detto prima.
A.B.: Lo sorpassò e quindi lei dove si dirigeva?
L.N.: A San Casciano.
A.B.: E quindi anche lui si dirigeva a San Casciano? Questa macchina si dirigeva a San Casciano?
L.N.: Per me si almeno che non arrivi… non arrivi all’entrata di San Casciano, giri e torni giù per i Falciani… sennò gli andava a San Casciano.
A.B.: Andava a San Casciano, verso le nove e mezza/le dieci? Che ora erano?
L.N.: Gliel’ho detto, io questo non glielo posso dire preciso al minuto ma facendo un conto di quando siamo venuti via da questa casa in montagna, da quando si poteva esse’ lì l’ora la doveva esse’ quella. Nove e un quarto, nove e mezzo, nove e dieci… Son dettagli questi non ci se ne può ricordare.
A.B.: Poteva essere una donna quella che stava accanto al signor Pacciani? A questo signore anzi perché lei ha un 10% di errori suoi… Poteva essere anche una donna o no?
L.N.: Io vidi due persone se dopo l’era una donna… non credo.
A.B.: Lei vide due persone e non si ricorda bene se poteva essere anche una donna?
P.M.: Non crede.
A.B.: Scusi, permette? Abbia pazienza, permette, aspetti.
L.N.: Non credo la sia una donna, perché una donna la ci ha i capelli lunghi… insomma la si vede… dopo… le ripeto: se Pacciani fosse stato nella 500 non ci sarebbe stato alcun dubbio.
A.B.: Ohoo, quindi lei ricorda… fa mente locale… nonostante le pizze lei fa mente locale su quella macchina in relazione a questa sagoma che poteva essere del Pacciani che sarebbe stata, secondo lei, del Pacciani sicuramente se lui stava in una 500, vero?
L.N.: Vero.
A.B.: Ohooo, però la macchina era diversa.
L.N.: Esatto.
A.B.: La macchina era diversa, lì per lì lei non sapeva che macchina fosse…
L.N.: No la Fiesta di Pacciani io l’avevo vista… la 500, per dire, la vedevo tre volte la settimana o quattro, la Fiesta l’aveo vista meno in quanto che c’è la solita storia, ci s’era trasferiti, io non andavo più a Montefiridolfi, Pacciani era tornato a Mercatale, non era una macchina che avevo sott’occhio. Lei una macchina, per esempio, dietro la la può riconoscere perché, posso dire, ipotesi… la macchina del signore dietro la ci ha un pupazzino, la ci ha un fanalino in più, la cu ha… la Fiesta io l’avevo vista qualche volta, non l’avevo vista…
A.B.: Quindi lei…
L.N.: Io vidi Pacciani un vidi la Fiesta!
A.B.: Eh?
L.N.: Io vidi Pacciani non vidi la Fiesta, non so i… non posso quantificare il colore della Fiesta…
A.B.: Senta ma lei che lavoro fa? Appia pazienza.
L.N.: Io fo maglieria.
A.B.: Maglieria. Ma lei accompagnava delle persone qualche volta anche in quelle sere… dei ragazzi, delle persone… in Firenze, le ha mai accompagnate?
L.N.: Dei ragazzi a Firenze?
A.B.: Ragazze a trovare delle persone…
L.N.: Io le ragazze?
A.B.: Si.
L.N.: Si spieghi meglio.
A.B.: No dico, accompagnava dei ragazzi a Firenze…
L.N.: I che l’antende per ragazzi?
A.B.: Uomini, degli uomini, no volevo sapere…
L.N.: I che l’antende?
Presidente: Questa è una domanda vaghissima quindi… Lei la precisi…
P.M.: Grazie, grazie.
L.N.: Ragazzi come? Che ragazzi? Io ho accompagnato il Vanni dalla Manfredi Gina…
A.B.: Ecco, qualche volta…
L.N.: Ma i Vanni unn’era mica un ragazzo!
A.B.: Si, io li chiamo i ragazzi…
L.N.: La mi dice i ragazzi… sennò sembra pigli gli adolescenti… mi abbia pazienza…
A.B.: I ragazzi del ’99 o dell’88 o del… cioè… lei li accompagnava qualche volta dal … eh?
L.N.: Chie?
A.B.: Lei questi amici, questi suoi li accompagnava per fare queste…
L.N.: Amici miei?
P.M.: Facciamo la domanda Presidente?
L.N.: Ma chi amici miei?
A.B.: Lei ha accompagnato Vanni una volta?
L.N.: Ma l’avrò accompagnato anche tre o quattro o cinque o ugnene sto dicendo?
A.B.: Ohooo, senta chi la pagava la benzina?
(RISATE)
Presidente: Via risponda…
L.N.: Senta, Vanni veniva da me io presempio ho dei fornitori in via Corridoni a Firenze, diceva: “Che vai a Firenze?”, “Si Mario vo a Firenze”, perché Vanni, tenetelo bene… è un mite, un buono, unn’è un…
A.B.: Non è un?
L.N.: Vanni è un buono, per quello che lo conosco io, lo conosco da una vita.
Presidente: Lei ha detto un buono e un?
L.N.: E un mite, un…
A.B.: Un mite orto solingo, rinverdì tutto or ora…
P.M.: E giungno lo ristora…
L.N.: Avvocato guardi se lei la seguita a pigliammi pe’ i’ culo guardi la.. la… …si fa una quistione…
Presidente: E’ una poesia… Nesi, Nesi!
L.N.: Lei mi faccia le domande non mi faccia dell’ironia! Non mi faccia dell’ironia!
A.B.: E’ una poesia, faccia lavanderia io faccio poesia!
Presidente: Avvocato, avvocato.
L.N.: Non mi faccia dell’ironia!
Presidente: Stia zitto, stia zitto, lei stia zitto.
L.N.: Vanni? Perbacco! Vanni mi diceva: “Che vai a Firenze Renzino stasera?”, “Si”, “No vo domani”, “Bene mi porti?” e io lo portavo a Firenze, ora mi dice dei ragazzi… Abbia pazienza…
A.B.: Del ’99 volevo dire.
Presidente: Va bene, va bene.
L.N.: Nel ’99?
A.B.: Io e lei non ci si capisce, io e lei non è possibile…
L.N.: Poco.
P.M.: E’ lei che usa un linguaggio che difficilmente…
A.B.: Nooo…
Presidente: Avvocato, adesso per favore… l’ironia, lo spirito vanno bene perché servono ad alleggerire…
A.B.: Scusi Presidente…
Presidente: Ora non esageriamo.
L.N.: Come la mi domanda lei, mi perdoni, sembra che abbia preso due bambini e portati a puttana…
(RISATE)
A.B.: Bambini no…
L.N.: Ragazzi la mi dice, non lo so!
A.B.: Bambini no ma altra gente si, me lo consenta, l’ha detto lei prima, o no?
P.M.: Ha detto il Vanni.
A.B.: Altra gente, io non so se il Vanni o altra gente.
L.N.: Altra gente.
A.B.: E’ vero o non è vero? L’ha detto lei prima, più volte l’ho portati, la sera, quando sono chiusi tutti… eh? O no?
L.N.: Chie chiuso tutti?
A.B.: I suoi fornitori.
L.N.: No, no, no, no. I’ Vanni quando gli andava dalla Manfredi Gina o come so che la si chiama Gian perché… s’andava in orario di lavoro perché io andavo a Firenze e portavo i’ Vanni e gli’è qui che la un m’intende. Io andavo a Firenze da un fornitore in Via Corridoni e i’ Vanni lo scaricavo… qualche volta ci sono stato anch’io… per l’amor di Dio!
A.B.: Ohooo, finalmente.
L.N.: La mi fa un monte di discorsi bambini, cosi…
A.B.: Altre persone le ha portate giù? Oltre il Vanni? No perché le verifichiamo eventualmente.
P.M.: Mah, se ci servono.
A.B.: Ci può servire tutto, ci serve.
L.N.: Io non me lo ricordo.
A.B.: Non se lo ricorda?
Presidente: Può darsi?
L.N.: Può darsi ma non me lo ricordo.
A.B.: Che le hanno pagato anche la benzina?
L.N.: A me m’hanno pagato la benzina?
A.B.: O qualche altra cosa…
L.N.: No, no, no, no.
A.B.: Nessuno?
L.N.: No, no, no, no.
A.B.: Possiamo citare questa gente o no?
L.N.: Perbacco!
P.M.: Se serve che abbiano pagato la benzina al… No, se serve citiamoli!
A.B.: Se lo ricorda… E’ sicuro lei?
L.N.: Che m’abbin pagato la benzina a me?
A.B.: O qualche altra cosa, una specie di mercede, non Mercedes, mercede, o no? Dica di no…
L.N.: Senta avvocato lei faccia…
A.B.: No io faccio una domanda…
L.N.: E io gli rispondo, negli anni tutto può essere… succedere… ma che io mi sia fatto paga’ la benzina da uno che l’ho portato da una prostituta… ma guardi la se lo scordi.
A.B.: Lei lo sapeva che andava dalla prostituta?
L.N.: E perbacco, il Vanni mi diceva…
A.B.: Sa che c’è un reato
L.N.: “Voglio andare a pulire i’ fucile!” E vai a pulire il fucile.
A.B.: Ma lo sa che esiste un reato che si chiama… articolo 8 numero 3…
P.M.: Bene, bene, bene.
A.B.: …della legge del ’75?
P.M.: Lo denunci, lo denunci.
A.B.: Che si chiama… Io lo denuncio? Lo dovete denunciare voi!
Presidente: Avvocato, avvocato…
P.M.: E allora a cosa serve?
L.N.: In questo processo si scivola sempre nel truce! Si scivola in particolari a danno dei testimoni che vengano a fare i’ su’ dovere…
Presidente: Comunque… comunque… Nesi, Nesi, Nesi!
L.N.: Perché lei la fa delle domande che le un sanno nemmeno d’acqua carda! Lei la faccia le domandi inerenti…
A.B.: Insomma io faccio la domanda lei portava…
L.N.: La mi vo dire a me che io porto le gente e gli fo pagare la benzina? Ma lei la sogna!
Presidente: Stia zitto.
A.B.: Io non sogno l’ha detto lei che andava a portare queste persone che andavano a fare all’amore da queste prostitute! E’ questo è un reato.
L.N.: La prostituzione…
A.B.: E questo è un reato.
Presidente: No, non è un reato…
L.N.: Ma la vada a fare un giro! La mi faccia il piacere!
Presidente: Basta così, basta così, basta così.
P.M.: Veramente…
A.B.: Certamente.
L.N.: No si va ni’ ridicolo.
Presidente: Avvocato lei non può minimamente minacciare il teste in questa maniera. Questo non è assolutamente corretto…
L.N.: Le persone fanno i’ su’ dovere…
Presidente: Basta! Basta! Basta!
L.N.: Va a cerca’ delle cose che un sanno nemmeno d’acqua carda!
A.B.: Senta…
Presidente: Se mettiamo l’esame del teste su questo piano, l’avverto, che lo interrompiamo qui.
A.B.: Presidente certamente, il discorso è questo, volevo capire un po’ la personalità del testimone.
Presidente: Ma mi sembra evidente.
L.N.: La me lo domanda seriamente e correttamente gli spiego io come sono e come non sono.
A.B.: No, no l’ho belle capito!
L.N.: Stia tranquillo, onesto sicuro!
A.B.: Sicuramente.
Presidente: Avvocato…
A.B.: Che lei sia una persona onesta non c’è dubbio. Senta lei ha dei motivi di asti contro il signor Pacciani?
L.N.: Nessuno, Pacciani è una persona simpaticissima, affabile, gliel’ho già detto, quello che era Pacciani è venuto fuori solo dopo che venne fuori la storia della violenza alle figlie.
A.B.: Ho capito.
L.N.: Perché Pacciani si sapeva, gli era una persona gli aveva avuto un trascorso, io sapevo gli aveva tirato una curtellata in un braccio a uno, Pacciani era una persona simpaticissima.
A.B.: Quindi dopo che lei ha saputo della cosa delle figlie è mutato il suo…
L.N.: Non ha mutato nulla perché io Pacciani non lo vedevo più perché…
A.B.: Da dove veniva lei, scusi? Quella sera da dove veniva? Non si agiti, via…
P.M.: Beve un po’ d’acqua non è mica agitato.
Presidente: Avvocato, avvocato
L.N.: Da dove venivo?
Presidente: Per favore, guardi le rammento l’avvertimento che le ho dato prima.
P.M.: Veramente…
A.B.: Grazie signor Presidente, mi scuso.
L.N.: Venivo da una casa in montagna.
A.B.: No, no, no l’ha in prossimità di quell’incrocio.
L.N.: Venivo dagli Scopeti.
A.B.: Dagli Scopeti.
L.N.: Esatto, perché gli era chiusa la superstrada.
A.B.: certo.
L.N.: Dannatamente, sennò sarei passatio di lì.
A.B.: Ho capito, poi lei se n’è andato e ha fatto… da questo bivio a San Casciano quanto c’è?
L.N.: Ci sarà tre chilometri, quattro…
A.B.: Quattro?
L.N.: Oh come fo a sapello?
Presidente: Pochi chilometri.
A.B.: Pochi chilometri. Va bene, c’è il collega che fa domande.
Segue...Segue...

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