mercoledì 16 febbraio 2011

Gina Cencin - Deposizione del 26 maggio 1994 - Seconda parte

Segue dalla prima parte.

Presidente: Signori avvocati di parte civile? Vi sono domande alla teste? Avvocato Pellegrini.
Avvocato Pellegrini: Soltanto una, se le risulta e se le risulta eventualmente in che modo, che Vanni e Pacciani facevano con la Sperduto Malatesta l’amore anche in tre.
G.C.: Questo non lo so.
A.B.: Collega
P.M.: la Sperduto Malatesta….
A.B.: Ah credevo che fossero… Come facevo a saperlo?
Presidente: La signora ha detto che quello che avveniva poi non lo sapeva. Avvocato Bevacqua prego.
A.B.: Grazie. Senta signora io non sono toscano e quindi non so dov’è via Chiantigiana, che zona è della Toscana?
G.C.: In che zona è della Toscana?
A.B.: Si.
G.C.: San Casciano.
A.B.: San Casciano. Ohoo, dunque, lei ha detto che stava a San Casciano in questa via Chiantigiana numero 10 fino a quando non si è sposata, cioè fino al ’69…
G.C.: Si.
A.B.: Lo ricorda questo?
G.C.: Si.
A.B.: Ecco e poi ha detto nel suo verbale che ha reso… A chi l’ha reso? Ai Carabinieri, alla Polizia? A chi l’ha reso signora?
G.C.: Il mio verbale?
A.B.: Si. Quando è stata chiamata lei da chi è stata chiamata?
G.C.: Io sono stata chiamata a Tavarnelle e a Firenze.
Presidente: Dai Carabinieri e dalla Polizia? Dall’uno, dall’altro…
G.C.: Io chi erano… Io sono stata a Firenze laggiù… Non so come si chiama… In pretura, non so come si chiama.
A.B.: In pretura!
Presidente: In procura.
G.C.: Procura, non lo so.
A.B.: Perché lei ha detto che aveva visto questa Cinquecento, va bene? Che poi dice che era guidata, condotta da un signore che lei aveva ritenuto di ravvisare nella persona del signor Pacciani, anche nel ’65, negli anni ’65, lei ha detto, ah?
G.C.: Nel ’65 stavo ancora lì di casa.
A.B.: Quindi lei ha visto questa Cinquecento, giusto? Va bene? Nel ’65 ha visto questa Cinquecento bianca con queste persone, era la solita Cinquecento bianca
P.M.: Gli leggiamo la parte del verbale dove c’è scritto nel ’65?
A.B.: Io sto domandando questo, poi lo faccia lei…
Presidente: Signora tenga presente che…
P.M.: No gli ha contestato nel ‘65
Presidente: Tenga presente che
A.B.: ’65 e anni successivi.
P.M.: Dov’è la parte del verbale dove dice la signora?
Presidente: L’avvocato può farle anche domande per metterla fuori strada quindi lei…
A.B.: 83, pagina 83
P.M.: Dove c’è scritto che è nel ’65?
A.B.: Allora glielo dico signora guardi
Presidente: E quindi lei deve rispondere la pura e semplice verità ma non si lasci suggestionare perché questo è bene… Vorrei sempre dirlo ai testi questo.
P.M.: Grazie.
A.B.: “Per attenermi a quanto io ho visto personalmente”, questo è lei che lo dice e il Pubblico Ministero mi può confortare sul punto, “l’epoca della frequentazione del vanni Mario e del suo amico con la Fiat Cinquecento bianca io la colloco negli anni ’65 e successivi” è vero signora?
G.C.:
A.B.: Si o no?
G.C.: Si.
A.B.: Si, ohoo, allora lei vedeva questa Cinquecento dalle sue finestre o no?
G.C.: Si.
A.B.: Perché poi dal ’69, quando si è sposata, giusto?
G.C.: Si.
A.B.: Lei si è allontanata da quel luogo ed è andata ad abitare a due, tre, quattro, non lo so chilometri di distanza. E’ vero?
G.C.: Si.
A.B.: Quindi lei non poteva vedere questa Cinquecento da due, tre chilometri di distanza, oppure la vedeva?
G.C.: No.
A.B.: Bene. Lei ha detto anche che il signor Vanni era spesso ubriaco, è vero?
G.C.: Si.
A.B.: Lei è stata indicata come amica del signor Malatesta. È vero?
G.C.: Si.
A.B.: Cioè era l’amica del signor Malatesta che poi si impiccò per cui lei era evidentemente nemica della signora Sperduto
G.C.: Si.
A.B.: Ohoo
Presidente: No, si che cosa?
G.C.: No nemica, io non ero nemica era la signora Sperduto che andava a dire che io andavo con suo marito ma non era assolutamente vero.
A.B.: Comunque c’era questa diceria, che non era dell’untore…
G.C.: Diceria perché lei le diceria ce l’aveva con tantissime persone.
A.B.: Ho capito.
G.C.: Lei l’era gelosa di tutto.
A.B.: Lei era gelosa di tutto?
G.C.: Si.
A.B.: Senta signora lei ha detto però che presso questa signora Sperduto, oltre la Fiat Cinquecento bianca, oltre il signor Vanni che veniva in Vespa, qualche volta accompagnato dalla Fiat Cinquecento bianca, comunque da colui che la conduceva, vi erano anche tante altre persone che frequentavano quella casa e quella zona…
G.C.: Si la casa e quando lei la sortiva per andare a fare la spesa, in qualsiasi posto l’andava.
A.B.: Per quanto riguarda i litigi che lei ha ascoltato, ha sentito, è stata presente, non lo so, questi litigi in casa della signora Malatesta, o Sperduto che dir si voglia, erano sempre litigi che lei sentiva dalla sua finestra, dalla sua casa
G.C.: Si.
A.B.: Quindi questi litigi erano litigi che potevano datare massimo fino al 1969 o no?
G.C.: No io laggiù ci son ritornata per mia sfortuna tutti i giorni perché ci avevo il babbo infermo a letto e andavo ad aiutare la mamma.
P.M.: Bene grazie signora. L’aveva già detto avvocato.
A.B.: Ecco. Il babbo quand’è morto signora?
G.C.: Nel ’71.
A.B.: Nel ’71.
G.C.: No aspetti, nel ’72.
A.B.: Nel ’72, benissimo signora grazie. Noi non c’eravamo ancora, grazie, buongiorno.
P.M.: Signora mi scusi, onde capire meglio noi i tempi, lei dopo che andò via da quella casa, aldilà del fatto che ci tornava per suo babbo, aveva qualche altro parente lì?
G.C.: Ci avevo… Noo, ci avevo i’ mi’ fratello. Fratello e la cognata.
P.M.: Quindi lei ha continuato a frequentare quella casa?
G.C.: Si.
P.M.: Fin quando?
G.C.: Finchè loro sono stati laggiù di casa che…
P.M.: Cioè fino?
G.C.: Non me lo ricordo ora. Fino a quande si sono spostati di casa…
P.M.: Glielo ricordo io, l’aiuto io, quando morì il Malatesta, se non sbaglio il marito della signora…
A.B.: Faccia la domanda signor Pubblico Ministero.
P.M.: La domanda è questa: Quando morì il Maltesta
A.B.: …morì il Malatesta… e la signora risponde..
P.M.: Mi faccia fare la domanda! Sennò quando?
Presidente: Avvocato Bevacqua per favore la vedo molto elettrico, guardi che non c’è nessun motivo di esserlo…
P.M.: Oh grazie. Perché è da ieri…
Presidente: La mattina è abbastanza agitato.
P.M.: Forse certe testimonianze rendono tutti noi più elettrici.
Presidente: No forse ha preso un caffè.
P.M.: Tutti noi elettrici.
Presidente: Due, tre. Ne deve prendere uno solo.
P.M.: Ne basta uno.
Presidente: Prego.
P.M.: I testi dicono, speriamo la verità, e chi di dovere giudicherà, noi dobbiamo solo…
Presidente: Non facciamo commenti ma solo domande!
P.M.: Era questa la domanda, chiedo quando morì Malatesta e qualcuno mi dice non è una domanda!
Presidente: Quando morì Malatesta signora?
G.C.: L’anno?
Presidente: Si, grosso modo.
G.C.: Eh io l’anno non me lo ricordo.
Presidente: Lei lo sa?
P.M.: Si, nell’80. Anni ’80. Io le chiedo solo questo: quando morì Malatesta lei ebbe modo, era ancora il periodo in cui, per le ragioni che ci ha detto, andava in quella casa?
G.C.: Ci avevo sempre il fratello laggiù e la mamma.
P.M.: Quindi fino a quel periodo lì lei quella casa la frequentava?
Presidente: Non tutti i giorni però
G.C.: No, giustamente, ogni quindici giorni, ogni otto giorni, quando avevo la possibilità di tornare a vedere la mamma.
P.M.: Non ho altre domande
Presidente: Non così assiduamente come quando purtroppo lei aveva il babbo…
G.C.: Da quando morì il babbo io laggiù ci ritornavo…
Presidente: Frequentazione familiare
G.C.: Familiare.
Presidente: Va bene. Signori avete altre domande per la teste? No? Grazie può andare signora, buongiorno.
G.C.: Buongiorno.
Presidente: Può tornare a casa.

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