venerdì 30 luglio 2010

Celso Barbari

Pittore di origini bolognesi. Oggi vive a Lagaro in provincia di Bologna dove gestisce la sua galleria d'arte. Il 04 aprile 2001 rilasciò agli inquirenti le dichiarazioni che seguono.
"Ho conosciuto Pacciani Pietro dopo averlo visto in televisione. Era in corso il processo a suo carico e mi colpì molto come persona tant'è che lo dipinsi in croce e poi mi recai con questa croce davanti all'aula Bunker di Firenze. Da quel momento seguii la vicenda del Pacciani e intrattenni rapporti di amicizia con Suor Elisabetta e con l'investigatore Gagliardi e Cannella che si interessavano della difesa del Pacciani. Sono andato più volte, anche con la mia famiglia, a trovare Pacciani a casa sua portandogli qualche prodotto genuino del paese tipo qualche bottiglia di vino. Rimasi una sola volta a dormire a casa del Pacciani e ricordo che era il periodo in cui lo stesso prendeva le medicine per curarsi. Ricordo che, almeno così mi disse, seguiva le prescrizioni mediche che gli erano state date nell’ospedale dove era stato ricoverato e ricordo anche che su ogni confezione di medicine vi era annotata a biro, la posologia. Da quel che ricordo la calligrafia non mi sembrava quella di Pietro. Andai a trovare Pietro anche una volta in ospedale quando era ricoverato e ricordo che negli ultimi tempi lo vidi molto trasandato, nel senso che non si curava più e si era lasciato andare. Dopo la sua dimissione dall’ospedale di Ponte a Niccheri, Pietro era molto preoccupato: mi disse che riceveva minacce e che aveva molta paura. Fu per questo motivo che io gli regalai una segreteria telefonica di colore bianco perché lui potesse registrare le telefonate minacciose che riceveva. Circa le frequentazioni femminili e comunque contatti di Pietro con donne che si interessavano della sua vicenda, oltre a Suor Elisabetta, posso dire che vi era la nota Jessica Massaro, della quale lo stesso Pietro mi parlò dandomi in un occasione l’utenza cellulare della stessa perché intendevo contattarla. Non mi risulta che altre donne, anche non di origine toscana, ebbero avuto contatti telefonici con Pietro per la sua vicenda. A casa di Pacciani ho conosciuto gli investigatori Gagliardi e Cannella e con Gagliardi ho avuto frequenti contatti. Ricordo un episodio in cui non mi piacque il comportamento tenuto dal Pacciani. Eravamo nella piazza del paese e il Pacciani trattò male un uomo piuttosto minuto, piccolo che fa il pittore lì a Mercatale e che è anche molto bravo. Dicono che sia un grande artista ed ho visto i suoi quadri all’interno di un bar lì in piazza. Un giorno Pacciani tirò per il dito questo pittore ma in maniera così dura da avergli fatto male tanto che a me dispiacque e litigai con Pacciani. Pacciani contestava a questo artista il fatto che questi a suo dire lo controllava quando Pacciani stava vicino alle donne lì nella piazza dove abitavano le figlie di Pacciani. Sentii Pietro proprio il giorno prima del rinvenimento del suo cadavere. Lo sentii per telefono la sera e lui fu molto frettoloso nel liquidarmi dicendomi che da lui c’era un erborista. Tant’è che ebbi modo di udire Pietro che rivolgendosi a questa persona gli diceva: “E’ quel grullo del pitto…”. Chiudendo la comunicazione. Il giorno dopo in paese ebbi la notizia della sua morte. Riferii subito il contenuto di questa telefonata al Gagliardi pensando che poteva essere utile. Gagliardi mi disse che avevo fatto bene a telefonargli perché era una cosa importante."

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