Autore: Giuseppe Cosco
Prima edizione: Edizioni La Biblioteca di Babele - 2002 - 42 pp - brossurato
Lo stesso testo è stato pubblicato, con la prefazione del vicequestore dott. Roberto Coppola, dirigente della Sezione di Polizia Giudiziaria di Catanzaro, sulla rivista Teologica (Edizioni Segno di Udine) n.36, di gennaio-febbraio 2002.
Dalla presentazione: "La vicenda del cosiddetto “mostro di Firenze” ha rappresentato e rappresenta tuttora il “caso” più intricato ed oscuro della storia giudiziaria italiana.
In circa 34 anni di indagini, si sono succedute ipotesi investigative di ogni genere le quali, in gran parte, sono servite solo a riempire di fascicoli e scartoffie gli uffici giudiziari fiorentini.
Investigatori ed indagatori di ogni estrazione e metodologia si sono affiancati, alternati, sovrapposti e contrapposti, giungendo con risultati spesso contrastanti, a difendere posizioni fortemente polemiche tra loro, con ovvie conseguenze sugli esiti delle indagini.
A ciò si è aggiunto uno stillicidio di rivelazioni, secondo alcuni sapientemente dosate nel tempo da un fantomatico ed occulto regista.
Le prime indagini fecero ipotizzare il killer come alto di statura e dalla mano precisa a tale punto da fare pensare ad un chirurgo.
Poi si finì per indagare un uomo dai caratteri opposti ovvero il tarchiato e rude contadino Pietro Pacciani, pregiudicato per violenza sessuale, che fu alla fine condannato come esecutore degli efferati omicidi e quindi “archiviato” come ideale interprete del personaggio “mostro di Firenze”, per come l’immaginario collettivo lo aveva concepito.
Pacciani poi morì, per alcuni, in un alone di mistero, non prima di avere ricollegato alla vicenda i suoi “compagni di merenda”, singolare locuzione per qualificare un gruppo di squallidi guardoni, usi al bere e per giunta mezzo omosessuali.
In seguito, “dulcis in fundo“, è sorta e poi tramontata l’ipotesi delle sempre ricorrenti frange deviate dei “servizi segreti”, si è giunti ad ipotizzare l’occulta partecipazione di personaggi “noti”, adepti di una misteriosa setta satanica.
In questo alternarsi di tesi sconfessate ed ipotesi spesso azzardate e prive di fondamento, non può non apprezzarsi l’intuizione di Giuseppe Cosco, tra i primi a proporre la pista esoterica in un’opera edita nel 1997.
Studioso di esoterismo, saggista, analista della scrittura, autore di numerosi e interessanti articoli, egli, in questo saggio intitolato “ANALISI CRIMINOLOGICA DEI DELITTI DI FIRENZE“, analizza in maniera fredda e ponderata l’annosa e tragica vicenda, suggerendo nuove e originali chiavi di lettura.
Particolare interesse suscita l’esame di circostanze ricorrenti, rilevate dall’autore con abile intuizione, che accomunano la vicenda fiorentina a quella -irrisolta- del più famoso Jack the Ripper (Lo squartatore) che ebbe il triste “merito” di essere, a suo modo, un protagonista dell’austera Inghilterra di fine ‘800.
L’ipotesi di Cosco è avvalorata da una peculiare simbologia a carattere esoterico che egli ravvisa dall’esame analitico del “modus operandi” seguito dall’autore dei singoli delitti.
Essa si fonde peraltro egregiamente con l’ipotesi, estremamente attuale, della cosiddetta pista “satanica” ovvero dell’attribuzione dei delitti a un’organizzazione qualificabile come “setta satanica”.
Come sempre, egli stupisce per la chiarezza e la competenza con cui affronta i più disparati argomenti, non lesinando, peraltro, copiose note bibliografiche sulle fonti consultate.
Mente estremamente versatile e abile conferenziere, l’autore colpisce con le sue riflessioni ponderate e le sue ipotesi spesso originali. Chi lo segue non può non rimanere avvinto dalle sue argomentazioni, estremamente logiche nel loro svolgimento.
Cosco tratta innumerevoli argomenti con deduzioni che, a volte, possono contrastare con il comune modo di pensare.
Di grande interesse i suoi articoli sulle “nuove religioni” e, in particolare, i suoi saggi sul fenomeno del satanismo, ripresi anche dalla stampa estera.
Tra l’altro, in essi, egli ipotizza inquietanti correlazioni tra misteriose congreghe sataniche e suicidi poco chiari verificatisi in Calabria negli ultimi anni.
Giuseppe Cosco svolge da anni opera peritale per l’Autorità Giudiziaria di Catanzaro e, quale consulente in materia di psicologia, analisi della scrittura e criminalistica, è di valido ausilio per diversi uffici di polizia giudiziaria del capoluogo, dei quali gode alta e peraltro meritata considerazione."
Prima edizione: Edizioni La Biblioteca di Babele - 2002 - 42 pp - brossurato
Lo stesso testo è stato pubblicato, con la prefazione del vicequestore dott. Roberto Coppola, dirigente della Sezione di Polizia Giudiziaria di Catanzaro, sulla rivista Teologica (Edizioni Segno di Udine) n.36, di gennaio-febbraio 2002.
Dalla presentazione: "La vicenda del cosiddetto “mostro di Firenze” ha rappresentato e rappresenta tuttora il “caso” più intricato ed oscuro della storia giudiziaria italiana.
In circa 34 anni di indagini, si sono succedute ipotesi investigative di ogni genere le quali, in gran parte, sono servite solo a riempire di fascicoli e scartoffie gli uffici giudiziari fiorentini.
Investigatori ed indagatori di ogni estrazione e metodologia si sono affiancati, alternati, sovrapposti e contrapposti, giungendo con risultati spesso contrastanti, a difendere posizioni fortemente polemiche tra loro, con ovvie conseguenze sugli esiti delle indagini.
A ciò si è aggiunto uno stillicidio di rivelazioni, secondo alcuni sapientemente dosate nel tempo da un fantomatico ed occulto regista.
Le prime indagini fecero ipotizzare il killer come alto di statura e dalla mano precisa a tale punto da fare pensare ad un chirurgo.
Poi si finì per indagare un uomo dai caratteri opposti ovvero il tarchiato e rude contadino Pietro Pacciani, pregiudicato per violenza sessuale, che fu alla fine condannato come esecutore degli efferati omicidi e quindi “archiviato” come ideale interprete del personaggio “mostro di Firenze”, per come l’immaginario collettivo lo aveva concepito.
Pacciani poi morì, per alcuni, in un alone di mistero, non prima di avere ricollegato alla vicenda i suoi “compagni di merenda”, singolare locuzione per qualificare un gruppo di squallidi guardoni, usi al bere e per giunta mezzo omosessuali.
In seguito, “dulcis in fundo“, è sorta e poi tramontata l’ipotesi delle sempre ricorrenti frange deviate dei “servizi segreti”, si è giunti ad ipotizzare l’occulta partecipazione di personaggi “noti”, adepti di una misteriosa setta satanica.
In questo alternarsi di tesi sconfessate ed ipotesi spesso azzardate e prive di fondamento, non può non apprezzarsi l’intuizione di Giuseppe Cosco, tra i primi a proporre la pista esoterica in un’opera edita nel 1997.
Studioso di esoterismo, saggista, analista della scrittura, autore di numerosi e interessanti articoli, egli, in questo saggio intitolato “ANALISI CRIMINOLOGICA DEI DELITTI DI FIRENZE“, analizza in maniera fredda e ponderata l’annosa e tragica vicenda, suggerendo nuove e originali chiavi di lettura.
Particolare interesse suscita l’esame di circostanze ricorrenti, rilevate dall’autore con abile intuizione, che accomunano la vicenda fiorentina a quella -irrisolta- del più famoso Jack the Ripper (Lo squartatore) che ebbe il triste “merito” di essere, a suo modo, un protagonista dell’austera Inghilterra di fine ‘800.
L’ipotesi di Cosco è avvalorata da una peculiare simbologia a carattere esoterico che egli ravvisa dall’esame analitico del “modus operandi” seguito dall’autore dei singoli delitti.
Essa si fonde peraltro egregiamente con l’ipotesi, estremamente attuale, della cosiddetta pista “satanica” ovvero dell’attribuzione dei delitti a un’organizzazione qualificabile come “setta satanica”.
Come sempre, egli stupisce per la chiarezza e la competenza con cui affronta i più disparati argomenti, non lesinando, peraltro, copiose note bibliografiche sulle fonti consultate.
Mente estremamente versatile e abile conferenziere, l’autore colpisce con le sue riflessioni ponderate e le sue ipotesi spesso originali. Chi lo segue non può non rimanere avvinto dalle sue argomentazioni, estremamente logiche nel loro svolgimento.
Cosco tratta innumerevoli argomenti con deduzioni che, a volte, possono contrastare con il comune modo di pensare.
Di grande interesse i suoi articoli sulle “nuove religioni” e, in particolare, i suoi saggi sul fenomeno del satanismo, ripresi anche dalla stampa estera.
Tra l’altro, in essi, egli ipotizza inquietanti correlazioni tra misteriose congreghe sataniche e suicidi poco chiari verificatisi in Calabria negli ultimi anni.
Giuseppe Cosco svolge da anni opera peritale per l’Autorità Giudiziaria di Catanzaro e, quale consulente in materia di psicologia, analisi della scrittura e criminalistica, è di valido ausilio per diversi uffici di polizia giudiziaria del capoluogo, dei quali gode alta e peraltro meritata considerazione."
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