venerdì 16 aprile 2010

Vari ed eventuali 8

Stefano Fiorucci - Collega di Francesco Narducci. Al rinvenimento del presunto corpo di Francesco Narducci, con la dottoressa Federica Franciosini ed il dottor Cassetta, si recò presso la villa di San Feliciano. Riferì d'aver visto il corpo di sfuggita da una porta semichiusa, d'aver riconosciuto il giacchetto di renna marrone e d'aver notato il volto "gonfio, scuro di colore, quasi irriconoscibile". Citato a pag. 39 de La strana morte del dr.Narducci.

Giuliano Bambini - Comandante del nucleo investigativo dei carabinieri di Perugia. L'ispettore Luigi Napoleoni gli disse che non vi erano dubbi sul suicidio di Francesco Narducci, ciò era provato da una lettera che il giovane aveva lasciato presso la villa di san Feliciano, di cui lui disponeva.

Giovan Battista Pioda - Medico presso l'ospedale di Monteluce a Perugia. La mattina dell' 8 ottobre 1985, incontrò Francesco Narducci in un corridoio dell'ospedale. "Non indossava il camice ma un giubbotto scamosciato. Lo salutai e stranamente non mi rispose. La cosa mi sorprese molto, visto che Francesco era sempre educato e corretto. Mi sembrò pensieroso, camminava guardando dritto davanti a sé". Citato a pag. 15 ne La strana morte del dr.Narducci.

Stefano Capitanucci - Sedicente mago. Si recò con Elisabetta Narducci, sorella di Francesco, per un rito magico. "Andammo nella villa al lago, perchè Elisabetta mi disse che lì avevano portato il corpo di suo fratello. Mi chiese di accendere l'incenso di sandalo perchè quello serve a togliere le negatività e a scontare le colpe degli altri. L'incenso di gelsomino serve invece a dare pace e armonia". Citato a pag. 49 ne La strana morte del dr.Narducci.

Daniela Cortona - In una telefonata con l'amica Rita dichiarò d'essere stata più volte alle feste, organizzate da Francesco Narducci, presso la colonica in Toscana di proprietà della famiglia. Interrogata dai carabinieri riferì d'aver saputo della presenza della casa ma di non esservi mai stata. Citata a pag. 58 ne La strana morte del dr.Narducci.

Emanuele Petri - Sovrintendente di Polizia. Il pescatore Enzo Ticchioni, riferì che il 7 ottobre 1985, Emanuele Petri gli parlò di un inseguimento, che ebbe esito negativo, fatto al dottor Francesco Narducci sulla strada che da Firenze va a Perugia. Citato a pag. 49 ne La strana morte del dr.Narducci.

Frank Diegel - Detective dell'interpol della divisione omicidi. Nel 1988 condusse alcune indagini in merito al soggiorno di Francesco Narducci presso il laboratorio di gastroenterologia dell'università della Pennsylvania. Emerse che il dottore perugino aveva abitato dal 16 settembre al 13 dicembre 1981 presso l'International House di Philadelphia. Citato a pag. 84 ne La strana morte del dr.Narducci.

Giuseppe Trovati - Proprietario della darsena di San Feliciano sul lago Trasimeno. L'8 ottobre 1985 vide Francesco Narducci andarsene verso l'isola Polvese a bordo del suo Grifo Plaster. Citato a pag. 20 ne La strana morte del dr.Narducci.

Manuela Gaburri - Collega di Francesco Narducci. Riferì agli inquirenti: "Nel settembre 1985 Francesco, come lui disse, soffrì di una dermatite allergica più una congiuntivite a un occhio, mi sembra quello destro. Rammento che aveva la congiuntiva molto arrossata e delle chiazze rosse nell'area peripalpebrale e fu lui stesso a mostrarmi quelle lesioni al ritorno dalle ferie". Citata a pag. 43 ne La strana morte del dr.Narducci.

1 commenti:

Carlo Palego ha detto...

Negli anni sessanta risiedevo a Perugia e frequentavo la scuola elementare Fabretti (sono nato a Perugia il 1.8.1959 e ho fatto le scuole elementari fra il 1965 e il 1970). Un mio compagno di classe si chiamava Stefano Capitanucci. Me lo ricordo bene nonostante i più di 50 anni passati perché era considerato un pò il discolo della classe, quasi sempre messo in punizione dal maestro. Mi chiedo se fosse proprio lo Stefano Capitanucci sedicente mago cui si rivolse la sorella di Francesco Narducci nei giorni della scomparsa del dottore perugino.