Gestore, dal 1986 al 1989, di un bar a Castelletti di Signa; assieme alla moglie, Morella Sali, raccolse alcune confidenze dalla signora Mariella Ciulli.
Nel dicembre 2004 rilasciò le dichiarazioni che seguono ad un giornalista del quotidiano "Il Tirreno": "Non sono mai stato sentito dagli inquirenti nonostante mia moglie nel suo memoriale mi avesse inserito tra coloro che erano a conoscenza delle cose da lei riferite. All’epoca fu lei ad essere ascoltata ma adesso che non c’è più, con le notizie che ho letto sui giornali, mi sarei aspettato di essere chiamato. Ho poca fiducia che si arrivi a scoprire qualcosa. Sono passati troppi anni. Da parte mia c’è comunque la disponibilità a raccontare tutto quello che so su questa storia. Entrambi frequentavamo la moglie del farmacista che Morella aveva conosciuto, presentata da una cartomante, durante una festa, l’8 marzo. Lei usava venire nel nostro bar nelle ore meno frequentate dai clienti per sfogarsi e per parlare di quei dubbi che le creavano ansia e paura". Raccontò persino d'aver accompagnato la Ciulli sul luogo del primo duplice delitto attribuito al "mostro di Firenze", quello del 1968: "Si ricordava di un bambino accompagnato davanti a un ristorante. Era convinta che fosse lo stesso posto dove era avvenuto l’omicidio ma riteneva che lei fosse stata imbottita di medicinali. Voleva ricordare e facemmo quel viottolo avanti e indietro varie volte con lei che tentava di ricostruire quanto fosse accaduto tanti anni prima. Non sembrava pazza ma disperata. Raccontava di episodi che facevano accapponare la pelle e lo faceva piangendo disperata. Delle due pistole disse che venivano custodite in due scatole da scarpe: una era rossa, l’altra bianca. Diceva si trattasse di una calibro 22 e di una pistola a canna lunga."
Il 2 febbraio 2005 le sue dichiarazioni furono verbalizzate dalla squadra mobile di Pistoia ed il 17 febbraio 2005 fu sentito dalla Polizia Giudiziaria nell'ambito dei procedimenti penali 17869/01 e 8970/02 del P.M. di Perugia.
Rif.1 - Il Tirreno - 21 dicembre 2004 pag.05Nel dicembre 2004 rilasciò le dichiarazioni che seguono ad un giornalista del quotidiano "Il Tirreno": "Non sono mai stato sentito dagli inquirenti nonostante mia moglie nel suo memoriale mi avesse inserito tra coloro che erano a conoscenza delle cose da lei riferite. All’epoca fu lei ad essere ascoltata ma adesso che non c’è più, con le notizie che ho letto sui giornali, mi sarei aspettato di essere chiamato. Ho poca fiducia che si arrivi a scoprire qualcosa. Sono passati troppi anni. Da parte mia c’è comunque la disponibilità a raccontare tutto quello che so su questa storia. Entrambi frequentavamo la moglie del farmacista che Morella aveva conosciuto, presentata da una cartomante, durante una festa, l’8 marzo. Lei usava venire nel nostro bar nelle ore meno frequentate dai clienti per sfogarsi e per parlare di quei dubbi che le creavano ansia e paura". Raccontò persino d'aver accompagnato la Ciulli sul luogo del primo duplice delitto attribuito al "mostro di Firenze", quello del 1968: "Si ricordava di un bambino accompagnato davanti a un ristorante. Era convinta che fosse lo stesso posto dove era avvenuto l’omicidio ma riteneva che lei fosse stata imbottita di medicinali. Voleva ricordare e facemmo quel viottolo avanti e indietro varie volte con lei che tentava di ricostruire quanto fosse accaduto tanti anni prima. Non sembrava pazza ma disperata. Raccontava di episodi che facevano accapponare la pelle e lo faceva piangendo disperata. Delle due pistole disse che venivano custodite in due scatole da scarpe: una era rossa, l’altra bianca. Diceva si trattasse di una calibro 22 e di una pistola a canna lunga."
Il 2 febbraio 2005 le sue dichiarazioni furono verbalizzate dalla squadra mobile di Pistoia ed il 17 febbraio 2005 fu sentito dalla Polizia Giudiziaria nell'ambito dei procedimenti penali 17869/01 e 8970/02 del P.M. di Perugia.
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