Nel 1988 era giornalista del quotidiano "Il giornale". Informato in merito ad alcune indagini sulla morte di Francesco Narducci, si recò a Perugia. Riferì agli inquirenti: "Ne parlai con il caporedattore e andai all'ospedale di Monteluce, a Perugia, dove tutti mi guardavano sbigottiti quando iniziai a chiedere notizie sul medico. Fu il professor Morelli a dirmi che era stato trovato cadavere nel Trasimeno e si stupì che lo cercassi. Sembrava ancora turbato da quella vicenda e mi confidò che finalmente era ora che qualcuno facesse luce su quella morte così strana. Poi chiamò Farroni, un medico con i baffi, che mi sembrò assai infastidito. Si vantava di essere il miglior amico di Narducci, del quale disse che odiava le armi, che era una persona tranquilla, che non aveva fatto il militare perché il padre glielo aveva evitato e che era uno abile negli sport, specie nel tennis. Disse che si era sposato con una Spagnoli e che non avevano avuto figli". Il giornalista riuscì quindi a parlare con Ugo Narduci, il padre di Francesco: "Il professore non battè ciglio e mi invitò a seguirlo nel suo studio, come se fosse desideroso di parlare della cosa con qualcuno. Mi confermò che il figlio aveva fatto il servizio militare solo per un mese (alla Scuola di Sanità Interforze di Firenze, nel periodo coincidente con il delitto del 1974 n.d.r.), che fin da piccolo lo portava a caccia con sè, che frequentava il poligono di Umbertide dove si allenava con una Beretta 22, che gli aveva regalato lui una Mini Minor rossa per la laurea o il diploma superiore, che c'erano dei problemi con la moglie per la mancanza di figli, ma dimostrò un particolare senso di protezione verso la nuora che pregò di non coinvolgere nella vicenda."
Rif.1 - La strana morte del dr.Narducci p.55
Rif.1 - La strana morte del dr.Narducci p.55
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