lunedì 21 dicembre 2009

Mario Rotella - Intervista su La Città - 28 gennaio 1984

Il 27 gennaio 1984 il giudice istruttore Mario Rotella tenne una conferenza stampa. Il quotidiano La Città riportò come segue il botta e risposta tra il magistrato ed i giornalisti.
(...) Mario Rotella: Sul piano delle possibilità la calibro 22, può sparare ancora. Teoricamente l'arma può essere stata ceduta dopo il primo delitto. E' la pistola il collegamento logico fra i sei duplici omicidi, ma non l'ho trovata. E' stata data a qualcuno? In ogni caso è evidente che qualcuno sa dov'è l'arma.
Si rende conto, dottor Rotella, che c’è un’intera citta appesa a lei che vuoi sapere?
Senta: faccio il magistrato da 14 anni. Casi così clamorosi non ne ho mai avuti, ma molto gravi, si. Ho risolto decine di omicidi. In ogni caso, il minimo che si può pretendere da me è il massimo della cautela.
Scandicci si è allarmata.
Non capisco perchè, dal momento che dei due arrestati ( Giovanni Mele e Piero Mucciarini n.d.r.) uno è sardo e l’altro è di Siena. Solo un cretino, del resto, non capiva che la risposta ai delitti era nel raggio di cinque chilometri quadrati alle spalle di Firenze. L’epicentro dei delitti è a Scandicci.
Dopo l’esperienza di Vinci, la gente perché deve credere a questi due nuovi arrestati?
Premetto che l'istruttoria è scritta e segreta, per formarsi un’opinione bisogna aspettare il dibattimento. Non ho diritto neanche io a formarmi un’opinione. Nel merito delle indagini non posso dire nulla, ma provate a rileggere il delitto di Signa e vedrete che la soluzione è chiara. Chi
doveva proteggere Stefano Mele con le sue bugie? Rispondono i fatti.
Quanto conta ancora la parola di Mele?
Vale in quanto è riscontrabile, altrimenti non avrebbe nessun valore. Vinci non corrisponde alla prova generica del processo, con lui imputato i fatti non quadravano. Ora invece quadrano.
Quadrano solo per il ‘68 o sono state trovate prove anche per gli altri delitti?
Se vi riferite alla pistola, dico di no. Sulle altre cose non posso dire niente.
Pensa di sapere dove è la pistola?
Vi posso dire quello che ho fatto, non quello che penso. Me lo vieta almeno il buon senso.
Ma altre cose materiali che legano il primo omicidio agli altri?
Non ve lo posso dire, quante volte ve lo devo ripetere? La prova materiale può riguardare i contorni del fatto e allora è indizio e come tale oggetto di valutazione. Posso dire che è stato trovato materiale interessante. Ma non prove. Per questo dico e sottolineo che nessuno ha il diritto di qualificarli come mostri.
Si riferisce ai giornali?
Si, è un'etichetta ingiustificata che può portare a danni gravissimi anche per le persone che sono vicine a questi due uomini. Ci sono dei giovani in queste famiglie che non devono essere costretti a pagare un prezzo ingiusto e troppo alto. Non è giusto demonizzare le persone: questa è una questione di civiltà che nell'84 ci possiamo permettere con buona pace di chi intende vendere più copie di un giornale. Vorrei anche vedere scritto sui giornali che sono irritato per la pubblicazione delle foto dei due arrestati. Avevo chiesto di non farlo, così sono stati inquinati riconoscimenti fotografici che dovevo fare e che ritenevo molto importanti.
Rif.1 - La Città 28 gennaio 1984 pag.4

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