domenica 1 marzo 2009

FBI - Profilo del mostro di Firenze - Parte 2

Segue dalla parte 1

CONTATTI
Basandosi su una ricognizione del materiale fornito, l'aggressore sembrava utilizzare le seguenti tecniche, una volta fatta la sua selezione dei luoghi: l'aggressore precedeva le sue vittime sulla scena del delitto allo scopo di acquisire una posizione di vantaggio per osservare ed udire le vittime. L'aggressore con tutta probabilità effettuava poi una sorveglianza delle vittime fino a che le stesse non risultassero impegnate in qualche forma di attività sessuale. E' a quel punto che l'aggressore sceglieva di colpire sfruttando la sorpresa, la velocità ed un'arma in grado di porre subito in stato di incapacità. Questo particolare modo di avvicinamento è generalmente indicativo in un aggressore che ha dubbi circa la propria abilità di controllare le sue vittime, che si sente insufficientemente impreparato ad interagire con le vittime in “vita” o che si sente incapace di affrontare un confronto diretto.

AGGRESSIONI
L’aggressore, utilizzando un’avvicinamento improvviso, ha scaricato la sua arma più volte a distanza ravvicinata concentrando prima il fuoco sulla vittima maschile neutralizzando in tal modo il suo pericolo più immediato. Una volta che la vittima maschile è stata neutralizzata, l’aggressore si è sentito sufficientemente sicuro di perpetrare il suo attacco alla vittima femminile. L’effettuazione di numerosi giri indica che l’aggressore abbia voluto assicurarsi che entrambe le vittime fossero decedute prima di iniziare la mutilazione post-mortem sulla vittima femminile. Questo è il reale obbiettivo dell’aggressore; l’uomo rappresenta solo un'ostacolo che doveva rimuovere; questo è inoltre evidenziato dal fatto che non abbia apportato mutilazioni alle vittime del caso n.6 che erano entrambi uomini. È probabile che, considerata la lunghezza dei capelli sulle spalle di una di queste vittime, l’aggressore li abbia creduti essere una coppia di eterosessuali ed è rimasto disgustato nello scoprirli entrambi uomini. Quindi queste vittime non hanno soddisfatto il rituale o la fantasia da lui richieste, e non siano quindi stati ulteriormente disturbati dopo la morte.

“La possessione” ed il rituale sono molto importanti per questo tipo di aggressore. Questo spiegherebbe perché le vittime femminili sono state spostate di qualche metro dal veicolo contenente il loro compagno. La necessità della possessione, come pure il rito attuato dall’aggressore, denunciano la rabbia verso le donne in generale ed è ulteriormente dimostrato dalla rimozione delle mammelle e dei genitali delle vittime. Considerata l’assenza di una penetrazione del pene/eiaculazione da parte dell’aggressore sono tutte offese sessualmente motivate. La mutilazione degli organi sessuali delle sue vittime, rappresenta sia una inadeguatezza dell’aggressore sia il suo astio verso le donne.

ARMA
L’arma calibro 22 solitamente usata dall’aggressore è un’arma di sua scelta. Durante 17 anni in cui si sono perpetrate queste aggressioni, con tutta probabilità l’aggressore avrebbe avuto la possibilità di sostituirla con un’altra, forse più potente. Egli comunque non ha deciso di cambiarla. Ed inoltre, nonostante abbia lasciato bossoli esplosi in tutte le scene degli omicidi ha mantenuto la sua arma attraverso tutta questa serie di aggressioni. Quest’aggressore è piuttosto a suo agio nel maneggiare ed usare questa arma attraverso mezzi leciti, come la caccia, poligoni di tiro o servizio militare.

Il consistente uso della stessa arma, come pure i modi rituali di avvicinamento/aggressione, suggeriscono fortemente che l’arma è una parte degli strumenti che l’aggressore usa esclusivamente per i propri attacchi e per nessun’altra ragione. Questi strumenti, probabilmente, sono formati dalla sua arma, un coltello o altra arma bianca o comunque provvista di lama, munizioni, possibilmente di vestiti specifici o altri indumenti che egli usa durante questi assalti.

Il globale comportamento dell’aggressore sulla scena, incluso il suo uso di qualche indumento specifico per il crimine, suggerisce che il rituale inerente questa serie di aggressioni è così importante per lui che deve ripetere l’offesa nell’identico modo al fine di raggiungere soddisfazione.

E’ stato rilevato che un proiettile calibro 22 (non utilizzato) identico a quelli usati nell’aggressione di cui sopra, è stato rinvenuto davanti ad un ospedale del luogo. Non è improbabile che l’aggressore abbia ivi lasciato il proiettile allo scopo di beffare la polizia, ma può essere anche caduto accidentalmente all’aggressore, che poteva avere qualche legittima ragione per visitare l’ospedale o le sue vicinanze. Per esempio l’aggressore può essersi ferito ed avere ricercato un trattamento medico, o potrebbe lavorare all’ospedale o nelle sue vicinanze. E’ anche possibile che egli possa aver visitato l’ospedale credendo che i corpi delle vittime potrebbero essere lì trasportati dopo il rinvenimento.

SOUVENIRS
Ricerche in tali crimini hanno dimostrato che gli assassini per libidine spesso prendono alcuni oggetti dalle loro vittime. Questi oggetti possono essere articoli di vestiario, od oggetti personali come gioielli, ciocche di capelli etc. Di solito questi tipi di assassini possono rimuovere parti del corpo della vittima, come un dito, un orecchio o, più particolarmente, un capezzolo, una mammella o altri organi sessuali. Questi pezzi sono presi come souvenirs ed aiutano l’aggressore a rivivere l’evento nella sua fantasia per un certo periodo di tempo. Questi pezzi sono tenuti per un periodo abbastanza lungo, una volta che non servono più l’aggressore se ne libera, o sulla scena dell’omicidio o sulla tomba della vittima. Occasionalmente l’omicida per libidine può “consumare” parte del corpo delle vittime per poterlo possedere totalmente. La spedizione dei genitali della vittima femminile dell’ultima aggressione può indicare che l’aggressore tentasse di prendere in giro la polizia, suggerendo che la pubblicità e l’attenzione su questo caso fossero importanti per lui, ed indicando anche una maggiore sicurezza da parte sua.
Segue...

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