Nel 1970, dopo che Stefano Mele fu condannato per l'omicidio di Barbara Locci e Antonio Lo Bianco, il suo avvocato, Sergio Castelfranco, ebbe modo di parlare con Claudio Conticelli, un suo vecchio cliente detenuto presso il carcere fiorentino "Le Murate" che gli disse "di aver visto più volte Francesco Vinci allenarsi al tiro con la pistola in aperta campagna." Castelfranco condivise questa scoperta con Dante Ricci, l'altro avvocato che aveva difeso Mele, che chiese una rinnovazione parziale del dibattimento che però non fu accolta. Gli avvocati si recarono quindi a Cupoli, vicino a Lastra a Signa e nel campo indicato da Claudio Conticelli trovarono quattro bossoli calibro 22 e frammenti di proiettile dello stesso calibro. In seguito emerse che i proiettili erano stati sparati da una carabina.
Rif.1 - Il mostro di Firenze - Il thriller infinito pag.62
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