Fu primario del Centro traumatologico ortopedico di Firenze e professore universitario. Il 15 ottobre 1997 finì agli arresti domiciliari con l'accusa di aver molestato alcuni suoi giovani pazienti. Per questa vicenda patteggiò una pena di due anni per molestie sessuali. Il 15 novembre 2002 il capo della squadra mobile, Michele Giuttari, fece perquisire le sue abitazioni a Firenze, a Fiesole, a Monte Argentario e a Cortina d' Ampezzo e fece sequestrare alcuni documenti in quanto indagato per favoreggiamento dei mandanti dei delitti del "mostro di Firenze". Il 18 novembre 2002 in un'intervista a La Repubblica dichiarò: "Mai conosciuto Narducci, al ritorno dall' interrogatorio mia moglie mi ha detto che quel medico aveva sposato la figlia di una mia amica di infanzia, che ho incontrato di nuovo per caso due-tre anni fa. In casa mia trovate azioni per 35 miliardi? Magari. Ne avrò al massimo per 60-70 milioni di vecchie lire. Con la liquidazione ho comprato azioni per poco più di 100 milioni, in due anni ho perso il 58 per cento, mi saranno rimasti titoli per 60-70 milioni di lire. Non capisco. Nei giorni scorsi mi ha chiamato la squadra mobile come persona informata sui fatti. Pensavo a qualche strascico di vecchie storie, lamentele di pazienti, ma mi sono trovato davanti al capo della mobile Michele Giuttari e ho capito che doveva essere una cosa importante. Mi ha chiesto a bruciapelo cosa pensassi dell' indagine sul mostro. Ho risposto: «E' iniziata come una tragedia, sta finendo in buffonata». Lui si è offeso. E nei giorni successivi mi hanno perquisito e indagato per favoreggiamento dei mandanti del mostro. E' una cosa fuori dal mondo».
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