lunedì 16 aprile 2018

Al di là di ogni ragionevole buon senso - Tre

Segue da Adorbs due

29 settembre 2001
“La direzione è quella giusta. Alcuni tasselli stanno andando in ordine. Non so se arriveremo finalmente alla verità, perché sono passati troppi anni. Ma abbiamo chiesto rinforzi per le indagini. E con Paolo Canessa abbiamo concordato delle scadenze. L' inchiesta sul mostro dovrà essere conclusa” (La Repubblica 30 settembre 2001). Queste le ultime dichiarazioni del Procuratore di Firenze, Antonino Guttadauro, prima di lasciare l'incarico e ritirarsi in pensione.

Nello stesso giorno fu convocata, presso la Questura di Perugia, un’estetista di Foligno (PG), tale Falso Dototea, che già il 10 agosto 2000 aveva sporto denuncia contro ignoti per alcune minacce telefoniche che aveva ricevuto. Il verbale del 29 settembre riporta: “Sono più di quattordici mesi che ricevo telefonate minatorie ed offensive; sino ad oggi ho sporto una denuncia e quattro seguiti di denuncia inerenti i fatti accaduti. In sede di denuncia ho anche consegnato una lettera anonima, recante minacce di morte nei miei confronti, che trovai sopra una seggiola del giardino di casa mia. Mi hanno minacciato di dare fuoco al fienile, ed è stato fatto perché nella nottata tra il 23.02.2001 ed il 24.02.2001 il fienile è stato bruciato. Ho dovuto subire danni alla mia autovettura tipo lo squarciamento delle quattro ruote o scalfiture sulla carrozzeria; tutti questi atti, peraltro annunciati dalle telefonate anonime, mi hanno portato ad uno stato di stress nervoso molto alto, soprattutto da quando hanno iniziato a minacciare di morte anche mio figlio che adesso ha tre anni.
Delle telefonate ricevute posso fornire due cassette audio da me registrate per dimostrare che quanto dichiarato corrisponde a realtà e dichiaro sin da ora di dare la mia autorizzazione a richiedere ed acquisire i tabulati delle telefonate in entrata sia all’utenza della mia attività sia a quella di casa. Un particolare inquietante, molto più degli altri, è quello che è capitato in data 26.06.2001; in quella giornata mio figlio Filiberto era malato e quindi rimase in casa con la baby-sitter fino alle ore 12.00 circa, e poi rimase con mia suocera, in attesa che io rientrassi a casa per poi portare il bambino dal medico. Alle ore 12.28 ricevetti una delle solite telefonate fatta da una delle solite persone che mi diceva di salutare i medici quando sarei andata a portare il bambino. Rimasi sconvolta perché era impossibile che sapessero questo particolare; sapendo che mia suocera più di tanto non mi parla, chiesi alla baby-sitter, tale Tania di chiedere se mia suocera avesse parlato con qualcuno. Il giorno dopo seppi che mio cognato, tale B. Francesco, con cui non abbiamo un buon rapporto, chiese a mia suocera, sua madre, perché il bambino si trovasse a casa e lei gli rispose che era malato e che doveva andare dal medico, chiaramente accompagnato da me. A questo punto posso affermare che del fatto specifico ne eravamo a conoscenza in poche persone: io, mio marito, Tania la baby-sitter, mia suocera, mio cognato e chiaramente, il medico con cui avevo appuntamento, presso l’ospedale.
Più volte questi due uomini e questa donna che effettuano le telefonate minatorie hanno dimostrato di conoscere bene le abitudini della mia famiglia, i nostri spostamenti, sia che siano per motivi personali che per motivi professionali.
 Voglio fare presente che su diverse telefonate hanno fatto riferimento a Pacciani e che io farò la sua stessa fine; hanno specificato che loro hanno ucciso Pacciani perché aveva tradito la confraternita degli adepti di Satana. Infatti spesso e volentieri hanno fatto riferimento alle messe sataniche ed al fatto che vogliono sacrificare mio figlio in onore di satana perché il malvagio tornerà a governare in terra; su una telefonata in particolare hanno fatto riferimento anche alla messa nera che avevano fatto a Sassovivo e che era stata interrotta per il sopravvenire di problemi. In altre telefonate hanno anche detto che quando verrà il grande maestro da Firenze avrebbero organizzato un festino per divertirsi prima con me, credo facendo riferimento ad eventuali violenze carnali, e poi per tagliarmi la testa e seppellirla a Firenze accanto a Pacciani.
Per tutto il resto mi rimetto a quanto già dichiarato nelle altre denunce, specificando che continuerò a registrare altre cassette delle telefonate che mi giungeranno.”

Il primo ottobre 2001, il capo della squadra mobile di Perugia, dr Piero Angeloni, trasmise al Sostituto procuratore dr Giuliano Mignini, una nota riepilogativa dei fatti allegando una richiesta di autorizzazione all’intercettazione per le utenze telefoniche intestate alla sig.ra Dorotea Falso.

1 ottobre 2001
Il dirigente della squadra mobile, dr Michele Giuttari, convocò negli uffici della Questura Francesco Cellai, di professione guardiacaccia che, assieme al collega Gianni Zoppi, il 10 settembre 1985 aveva fatto verbalizzare, presso il commissariato di polizia di Sesto Fiorentino, alcune dichiarazioni in merito ai due ragazzi uccisi a Scopeti. Francesco Cellai riferì d’aver visto i due francesi il 4 settembre 1985, intorno alle ore 7:00, a Sesto Fiorentino, in via Carmignanello, in uno spiazzo dove avevano montato una canadese e parcheggiato la loro Golf bianca con targa francese. Vigendo in quella zona il divieto di campeggio, il guardiacaccia aveva fatto allontanare i due ragazzi. Di questa circostanza riferì anche un altro guardiacaccia, Andrea Ceri, che interrogato raccontò d’aver saputo dal collega Gianni Zoppi dei francesi accampati a Sesto Fiorentino e di aver notato nei giorni precedenti in quella zona dei frangifuoco realizzati con pietre di medie e piccole dimensioni incastrate tra loro. Tornato sul posto dopo il delitto di Scopeti trovò, accanto ai cerchi di pietra, una cartuccia calibro 22 con l’H impressa sul fondello che consegnò agli agenti di polizia. Scattò anche delle foto che mostrò a un’esperta di esoterismo, che dichiarò trattarsi di evidenti tracce di riti esoterici.
A quel che si legge nel libro “Delitto degli Scopeti. Giustizia mancata" (Ibiskos Ulivieri 2012), dell’avvocato Vieri Adriani, (legale di parte civile di alcuni familiari della coppia francese uccisa a Scopeti) e Francesco Cappelletti, il giorno 4 settembre, Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili si trovavano a Binasco (MI) ed erano ancora decisamente distanti dalla Toscana e dalla provincia fiorentina, lo provano incontrovertibilmente gli scontrini autostradali rinvenuti nell’auto dei due ragazzi francesi.

6 Ottobre 2001
“Pacciani è innocente, arrestate Xxxxx”, questa la scritta apparsa sulla facciata di un palazzo in Via dei Serragli 157, a Firenze. Gli investigatori dovettero ritenerla interessante, comunque utile, se coinvolsero gli ingegneri dell'opificio delle pietre dure per far rimuovere il tratto di intonaco incriminato per poi sequestrarlo.
Segue...

0 commenti: