Segue da Adorbs Uno.
4 settembre 2001
Fu eseguita una perquisizione presso l’abitazione del dr Aurelio Mattei, psicologo, consulente del SISDE e collega di studio del dr Francesco Bruno. Nel 1993, aveva pubblicato con la casa editrice Sperling & Kupfer “Coniglio il martedì”, un romanzo evidentemente ispirato alla vicenda del mostro di Firenze in cui “uno psicopatico lucido, astuto, di un’intelligenza superiore alla media, un vero stratega in grado infinocchiare inquirenti, criminologi ed esperti di ogni genere”, uccide giovani coppie appartate in auto con una Beretta calibro 22.
Il romanzo anticipa la teoria secondo cui i bossoli contenuti nel faldone relativo al duplice omicidio del 1968 siano stati inseriti al fine di depistare le indagini.
Lo stesso giorno fu perquisita l’abitazione del dr Osvaldo Pecoraro, funzionario del Ministero dell’Interno e candidato nella Lista Dini nelle elezioni comunali di Roma nel '97, al fine di chiarire il ruolo del Sisde nella vicenda del mdF.
6 settembre 2001
Il dr Francesco Bruno fu sentito, presso la Questura di Firenze, dal capo della squadra mobile dr Michele Giuttari e dal commissario Vinci. Dopo 9 ore di interrogatorio il professore ne uscì dichiarando al giornalista di Repubblica, Gianluca Monastra, “È stato un colloquio signorile, Giuttari mi ha chiesto cose sensate, è molto preparato (…) La mia impressione è che gli investigatori stiano cercando qualcuno che ha caratteristiche simili a quello che io da anni vado delineando e cioè ben diverse dai compagni di merende”.
24 settembre 2001
Gli inquirenti dovettero ritenere oltremodo preziose le indicazioni fornite dai consulenti del Sisde se il 24 settembre, con decreto di perquisizione del PM del tribunale di Firenze, si recarono a San Casciano presso l’ex casa di riposo per anziani non autosufficienti Vill@ V. (l’assassino creato dal dr Aurelio Mattei per il suo libro “Coniglio il martedì” era solito allenarsi presso il poligono di tiro “Valle Verde” nella periferia sud di Firenze; medesima ubicazione era stata fornita dal dr Francesco Bruno come il luogo ove sorgeva una casa di cura frequentata dall’omicida).
Certamente non furono trascurate neppure le pregresse denunce del pittore Claude Falbriard, (vedi anche “Al di là di ogni ragionevole dubbio” – 15 maggio 1997) che a Vill@ V. vi aveva abitato per poi fuggirne poiché, a suo dire, “plagiato, drogato a volte privato della libertà personale nonché spogliato di molti suoi beni ed arredamenti di valore che egli aveva portato con sé” (Ordinanza Tribunale distrettuale del riesame di Firenze del 15/10/2001) o le dichiarazioni di ex-dipendenti della casa di riposo secondo cui le titolari erano, “gente strana ed inquietante forse dedita a pratiche esoteriche occulte”.
Nell’avviso di garanzia furono ipotizzati i reati di sequestro di persona, rapina e calunnia. Le ricerche di una stanza segreta dove avrebbero avuto luogo strani riti negli anni ’80 proseguirono, anche con l’ausilio di strumentazione sofisticata, per oltre una settimana ma niente di determinante parve emergere dalle indagini; fu però rinvenuto un fax, inviato nel marzo 2000, alla segreteria dell’allora ministro dell’Interno dr Enzo Bianco, in cui si chiedevano informazioni in merito alla pratica di trasferimento del capo della Squadra mobile Michele Giuttari.
Fu eseguita una perquisizione presso l’abitazione del dr Aurelio Mattei, psicologo, consulente del SISDE e collega di studio del dr Francesco Bruno. Nel 1993, aveva pubblicato con la casa editrice Sperling & Kupfer “Coniglio il martedì”, un romanzo evidentemente ispirato alla vicenda del mostro di Firenze in cui “uno psicopatico lucido, astuto, di un’intelligenza superiore alla media, un vero stratega in grado infinocchiare inquirenti, criminologi ed esperti di ogni genere”, uccide giovani coppie appartate in auto con una Beretta calibro 22.
Il romanzo anticipa la teoria secondo cui i bossoli contenuti nel faldone relativo al duplice omicidio del 1968 siano stati inseriti al fine di depistare le indagini.
Lo stesso giorno fu perquisita l’abitazione del dr Osvaldo Pecoraro, funzionario del Ministero dell’Interno e candidato nella Lista Dini nelle elezioni comunali di Roma nel '97, al fine di chiarire il ruolo del Sisde nella vicenda del mdF.
6 settembre 2001
Il dr Francesco Bruno fu sentito, presso la Questura di Firenze, dal capo della squadra mobile dr Michele Giuttari e dal commissario Vinci. Dopo 9 ore di interrogatorio il professore ne uscì dichiarando al giornalista di Repubblica, Gianluca Monastra, “È stato un colloquio signorile, Giuttari mi ha chiesto cose sensate, è molto preparato (…) La mia impressione è che gli investigatori stiano cercando qualcuno che ha caratteristiche simili a quello che io da anni vado delineando e cioè ben diverse dai compagni di merende”.
24 settembre 2001
Gli inquirenti dovettero ritenere oltremodo preziose le indicazioni fornite dai consulenti del Sisde se il 24 settembre, con decreto di perquisizione del PM del tribunale di Firenze, si recarono a San Casciano presso l’ex casa di riposo per anziani non autosufficienti Vill@ V. (l’assassino creato dal dr Aurelio Mattei per il suo libro “Coniglio il martedì” era solito allenarsi presso il poligono di tiro “Valle Verde” nella periferia sud di Firenze; medesima ubicazione era stata fornita dal dr Francesco Bruno come il luogo ove sorgeva una casa di cura frequentata dall’omicida).
Certamente non furono trascurate neppure le pregresse denunce del pittore Claude Falbriard, (vedi anche “Al di là di ogni ragionevole dubbio” – 15 maggio 1997) che a Vill@ V. vi aveva abitato per poi fuggirne poiché, a suo dire, “plagiato, drogato a volte privato della libertà personale nonché spogliato di molti suoi beni ed arredamenti di valore che egli aveva portato con sé” (Ordinanza Tribunale distrettuale del riesame di Firenze del 15/10/2001) o le dichiarazioni di ex-dipendenti della casa di riposo secondo cui le titolari erano, “gente strana ed inquietante forse dedita a pratiche esoteriche occulte”.
Nell’avviso di garanzia furono ipotizzati i reati di sequestro di persona, rapina e calunnia. Le ricerche di una stanza segreta dove avrebbero avuto luogo strani riti negli anni ’80 proseguirono, anche con l’ausilio di strumentazione sofisticata, per oltre una settimana ma niente di determinante parve emergere dalle indagini; fu però rinvenuto un fax, inviato nel marzo 2000, alla segreteria dell’allora ministro dell’Interno dr Enzo Bianco, in cui si chiedevano informazioni in merito alla pratica di trasferimento del capo della Squadra mobile Michele Giuttari.
Un mese dopo, il 23 ottobre 2001, a seguito di una segnalazione, in un bosco a 500 metri dalla Villa fu scoperta una stanza tre metri per tre, chiusa da una porta rossa al cui interno furono trovati: pipistrelli di plastica, uno scheletro in cartoncino, una testa di un gatto in ceramica, il disegno di un occhio sul soffitto; la squadra mobile in un rapporto inviato alla Procura dichiarò trattarsi di un tentativo di depistaggio. Nel Marzo del 2002 il Sostituto Procuratore, dr Paolo Canessa, chiuse le indagini relative ai "misteri" di Villa V..
26 settembre 2001
Nella puntata di Porta a Porta del 26 settembre 2001, il conduttore, Bruno Vespa, affrontò la vicenda del "mostro di Firenze" intervistando (in ordine di apparizione): Michele Giuttari, Rosario Bevacqua e Pietro Fioravanti, Francesco Bruno, A.C., Adriana Mainardi, G.C., Gabriella Pasquali Carlizzi, Cecilia Gatto Trocchi, Bruna Pettini, Carlo Lucarelli, Dino Foggi. Fu trasmessa un'intervista al pittore Claude Falbriard che dichiarò: "Sono stato derubato di assolutamente tutto quello che avevo nella mia vita, i mobili che erano di mio padre, tutti i miei quadri buoni, un centinaio di quadri ad olio, e forse un migliaio di disegni, due violini Jacobus Stainer molto preziosi. Mi hanno drogato di forza fino a quando ho trovato la forza di scappare con la mia motocicletta. Tutti erano schiavi di queste donne che erano mostri, streghe, non pensavo che esistesse al mondo donne cattive così." ma anche la replica di una delle due proprietarie della Villa: "Se avessimo avuto qualcosa da nascondere chiaramente non avremmo certo chiamato la Polizia quando trovammo quella roba terribile, raccapricciante, inquietante del pittore."
Segue...
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