venerdì 3 giugno 2016

Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 19 marzo 1998 - Undicesima parte

Segue dalla decima parte.

Avvocato Filastò: Ma guarda, più che uno non si vuole arrabbiare, e più che... Va avanti così, questo processo. Ma si rende conto? Un giornalista in udienza sta parlando col difensore, interviene per dire la sua! Mah! Roba... Va bene. Il povero Vanni, quindi, il povero Vanni avrebbe detto... caso mai, dice: 'se mai quelle cose le avrà fatte lui', che è un' accusa, fra l'altro. E comunque chi glielo ha letto, ammesso che questa cosa derivi dal giornale, chi glielo ha letto il giornale a Lotti che è analfabeta? Ve lo ha già detto il collega. O il giornale, o un'altra cosa, insomma a Lotti gli è stato detto una cosa di questo genere, certamente. E certamente non può essere un... può ricavare questa informazione, fra l'altro inesatta, dal giornale. Il Nesi sarebbe un dato obiettivo. A parte che scagiona Vanni, lo sapete benissimo che lo scagiona, perché nella macchina lui non ha visto Vanni. E lo conosce da 40 anni. Va be', non c'è altro da fare che leggere quante volte ricorre nelle deposizioni Nesi Lorenzo, la parola "impressione", "sensazione", eccetera. E comunque Nesi scagiona Vanni, come vi ho detto. I testi Luberto e Beduschi che parlano in certi termini di Scopeti. Beh, insomma, sì, questo è vero. Su domanda del Pubblico Ministero hanno ammesso che il delitto degli Scopeti potrebbe conciliarsi con un paio di persone e dopo aver detto, precedentemente, la cosa esattamente opposta. No, ma non en passant, specificamente. Per sostenere l' unicità dell'autore, loro avevano portato, l'equipe De Fazio, di cui partecipano anche Beduschi e quest'altro signore, e Luberto, hanno portato proprio l'esempio di Scopeti, per dire: 'vedete? Qui si vede benissimo che questo ragazzo riesce a scappare. Si vede benissimo che viene rincorso e assalito da una persona che aziona il coltello perché ha finito le pallottole. Si vede benissimo...', quindi c'è una sola persona; ce ne fossero due soltanto, allora, eh, cambierebbe completamente il quadro. Avevano detto così. Poi, arrivati qui, dice: 'mah, abbiamo un po' forzato...', forzato non so che cosa. Mah. Noi qui abbiamo una ricostruzione, però, di questo Scopeti che è quella che fa Lotti. Diciamo che la ricostruzione fatta dai periti De Fazio, nella loro prima prospettazione, in cui proprio agli Scopeti constatano la presenza di una sola persona, diciamo che, insomma, è sostituita quella di Lotti. E proprio la ricostruzione del fatto fatta da Lotti di Scopeti, che vi dà la dimostrazione palpabile della assoluta, totale, inattendibilità di Lotti. Cioè a dire: Lotti, in realtà, non c'è stato in questo... non ha visto nulla. Perché, guardate, noi sappiamo che il ragazzo che viene colpito alla testa, non mortalmente, riesce a buttarsi fuori dalla tenda e a fuggire. E lì ci deve essere stato un momento di sorpresa da parte dello sparatore, il quale è rimasto bloccato, fermato. A questo punto, mette la pistola nella fondina, prende il coltello, lo rincorre e fa quello che fa. Il ragazzo è attardato dalle ferite e dal fatto che è a piedi nudi, lo prende... e così la cosa torna. State a sentire Lotti: il ragazzo scappa, Pacciani gli va dietro. E Vanni? Ci sarebbe stato anche lui, non lo so, che ci faceva? Non lo so. E Vanni cosa fa? Nulla. Vanni entra nella tenda, che lui ci ha il compito di fare le escissioni. Quindi, dice: vede il ragazzo che scappa. Gli importa assai se scappa il ragazzo. Magari va a chiamar qualcuno, arriva la Polizia, ci becca tutti quanti. Io ho da far le escissioni, io sto nella tenda a fare le escissioni.
P.M.: Lo dice il Lotti.
Avvocato Filastò: Come? Appunto, lo dice il Lotti.
P.M.: No, dice il Lotti che gli dà una mano.
Avvocato Filastò: Ma che mano? Se il Lotti l'ha... non lo so, il Lotti dà la mano... non lo so. Fatto sta che lì non si muove nessuno, altro che Pacciani. Si muove solamente quell'unico autore che hanno detto i periti. Non c'è niente da fare. Se poi... dopodiché, dopo che Pacciani ha fatto quello che deve fare, cioè a dire che ha ammazzato quel ragazzo e l'ha buttato... Pacciani torna e dice: già che ci sono, ti do una mano anch'io a fare le escissioni. E si infila anche lui dentro la tenda e stanno là a fare le escissioni dentro la tenda, in due... Magari Vanni dice: 'accidenti, quanto tu ci hai messo di tempo. Potevi arrivar prima, no?...', insomma, non lo so, eh. Ma sono quelle cose che fanno ridere, non c'è niente da fare. C'è da ridere a immaginare questa burattinata, qui. Se poi si fa un passo indietro e si va nel momento in cui il Vanni entra nella tenda, secondo il "Pucciotti" perché su questo punto Pucci e Lotti sono d'accordo e possiamo definirli "Pucciotti" - il Vanni entra nella tenda prima che il Pacciani si metta a sparare. Ah, questo Vanni non lo... Si rende conto del rischio? Perché questo sta lì, sta per spa... pum, pum, pum, quello spara. Vanni dice: 'un momentino, fammi uscire...'
Mario Vanni: Io un c'ero.
Avvocato Filastò: Eh, certo che un c'era. Si fa per parlare, capito?
Mario Vanni: Sì, ho capito.
Avvocato Filastò: Lo so. Un s'arrabbi con me, perché che vuole? Eh... La "memoria muscolare" di Vanni che fa i tagli. E dove avete dimostrato, dove avete tentato di dimostrare, non dico dimostrato, ma tentato di dimostrare — visto che appartiene a Vanni la "memoria muscolare" di chi fa i tagli, di chi si perfeziona via via, di chi aumenta il capo delle escissioni - dove avete dimostrato la notevole abilità nel tagliare? Vedete, su questo punto, sullo sparare, c'è qualche incertezza. Io sono convinto che quello uno... Va beh, niente, niente ipotesi. Ma nel tagliare non c' è dubbio, eh. Nel tagliare, ve l'ho raccontato l'altro giorno, di questo che fa questo giro col coltello, in questo modo, separando il tessuto adiposo da quello muscolare, con un taglio netto. E ci vuole... ci vuole sapienza, ci vuole capacità. Avete dimostrato che... C'ha l'hobby di tagliare le cose, lei?
Mario Vanni: No.
Avvocato Filastò: É uno che traffica coi coltellini, fabbrica modellini di navi... no. Fabbrica modellini di navi, lei? Sì o no?
Mario Vanni: Sì.
Avvocato Filastò: Fabbrica modellini di navi?
Mario Vanni: Un lo so...
Avvocato Filastò: Lo vedete com'è? Io so benissimo che non li fabbrica i modellini di nave... Però lui, poeromo, quando uno gli fa una domanda... Non le fabbrica le navi, abbia pazienza...
Mario Vanni: Sì, sì... Unn'avevo capito.
Avvocato Mazzeo: Non aveva capito.
Avvocato Filastò: Non aveva capito, certo non aveva capito. É uno che, poeromo, ci ha questo coltellaccio dentro il forno. Ve ne ha parlato il collega, insomma, dice: 'ma è nel forno', ma è un coltello da arrosto; secondo me, più che ne forno, un può mica stare. Dove deve stare? Va be'. Quindi, non solo non lo avete trovato, questo, ma non avete nemmeno tentato di trovarlo. Qualcuno è andato ad interrogare, non so, la moglie, gli amici: 'ma voi sapete, se per caso, ci ha qualche ticchio, qualche hobby, se lui si occupa...no, niente, proprio nulla. Perché, insomma... "Il capriccio del P.M. di trascurare tutti i delitti". E chi ha parlato di capriccio? Ho parlato di precisa scelta strategica. Si deve pensare al '74 e a fatto che lì, da questo punto di vista, con riferimento al 1974, la scelta strategica riguarda non solo quello che ho detto prima, circa la mancata amicizia l'inesistente rapporto dì amicizia fra Vanni e Pacciani che giustificherebbe quel tipo di accordo, ma vi ho anche parlato, vi ho anche detto che nel.'74 non ci sono le escissioni. E quindi l'idea del dovizioso dottore che manda queste persone, questi sicari a procurargli... no, lì non regge, non c'è niente da fare. Regge con quella ipotesi che vi ho detto di una progressione che aumenta, che si trasforma, da parte di un autore, nel modo che vi ho detto. "Nessuno poteva iniziare l'azione penale a carico di Lotti per il '74." E perché? Io questo non l'ho capito per dire la verità. Ha detto il P.M.: Nessuno poteva iniziare l'azione penale a carico di Lotti per il '74. Perché? Qual è la ragione di fatto e giuridica? Pacciani, sì. Che Pacciani, su Pacciani l'azione è stata esercitata e Lotti, no? Perché? Poi ha parlato di questo regista, di questo dottore. Mi par di aver capito, ad un certo punto, che questo dottore è diventato fantomatico. Prendiamone atto, meglio. A questo punto, se è fantomatico il dottore, non si capisce proprio più nulla. Perché, i feticci, l'esoterismo non c'è; il dottore neanche, perché in effetti questo dottore non si è visto più da nessuna parte, non se ne parla nemmen più, è diventata una cosa... Allora, a questo punto, cos'è questa storia? Da chi venivano pagate queste persone? Per far che, per ottenere che? "A Baccaiano avrebbero sbagliato i medici legali.” Io non l'ho detto. Io voglio sapere in che contrastano le ricostruzioni dei medici legali con quello che hanno visto sei testimoni. Compreso quello che ha visto il giovane Mainardi accanto alla ragazza. Sono sei, eh. Non sono mica uno, sono sei! Compreso quel giovane che ha visto, sì, ha interpretato che si trovassero sul sedile anteriore, tutti e due. Però li ha visti a fianco a fianco. Quindi è chiaro che sbaglia, perché la ragazza è sul sedile posteriore. "É ampiamente provato" — dice il Pubblico Ministero - "che il ragazzo era sdraiato supino sul sedile davanti." "Ampiamente"? Ampiamente da che cosa? É ampiamente provato il contrario; è ampiamente provato da quattro, cinque, sei constatazioni, testimoni oculari, che il ragazzo, quando è stato trasportato nell'ambulanza, è stato prelevato dal sedile posteriore. Ma che volete che questi non se ne siano accorti dove stava seduto? Lo hanno avuto loro fra le mani, non l'hanno visto soltanto, lo hanno avuto fra le mani, lo hanno dovuto spostare, prendere, prelevare di peso, portarlo dall'altra parte. E non si rendono conto di questo? E quel ragazzo, quel ragazzo, che ha visto il ragazzo sul sedile anteriore, ci ha visto anche la ragazza accanto, sul sedile anteriore. Quindi è chiaro che li ha visti insieme ed ha sbagliato. I verbali di sopralluogo: i verbali di sopralluogo, da questo punto di vista, non significano niente. Perché sappiamo benissimo che quando il sopralluogo viene fatto, il ragazzo non c'è più, è stato preso e portato via nell'ambulanza, in un tentativo di soccorso all'ultimo momento. Le telefonate all'Allegranti: uno, due anni dopo. Quindi, il Pubblico Ministero, si produce sul solito sorriso scettico e la... E quindi è un burlone che glielo ha fatto. Specialmente l'ultima telefonata avvenuta due anni dopo a Rimini. Ah, due anni dopo a Rimini, ha telefonato? Questo è un burlone, uno che lo piglia in giro. Ma io mi sono chiesto se c'era il Pubblico Ministero, quando io attendibilmente ho spiegato le ragioni per cui la telefonata viene fatta in quel giorno 18 agosto del 1984. Perché il delitto Rontini è avvenuto un mese prima. E questo... questo telefonatore sa benissimo che si rischia di riprendere in mano certi dati che gli sono rimasti sullo stomaco, perché lui sa di aver sbagliato in quella occasione. E allora decide di intimorire di nuovo quel teste Allegranti. Ma qui l'obiezione del Pubblico Ministero è sottile e merita una risposta. Dice: 'ma perché l'Allegranti? Ce n'eran tante di persone lì che erano intervenute'. Perché è l'Allegranti che guida l'automobile è lui il guidatore. Beh, tanto per cominciare, se fosse stato vero che il ragazzo aveva detto qualche cosa, è evidente che questi che erano sull'ambulanza la informazione se la scambiavano. E come si scambiavano e forse si sono scambiati perché no, sicuramente, si sono scambiati, perché lo ha detto l'Allegranti - la eventuale informazione che noia c'è stata, sicuramente si sono scambiati la intimidazione, signor Pubblico Ministero. É abbastanza chiaro, no? A un certo punto, questi ragazzi, eh, questo ipotetico autore che io, beh, immagino, a un certo punto non è mica che può avere in mano tutta, i dati processuali di questo mondo. Lui individua una persona, individua il più anziano che, per l'appunto, è quello che non è avventizio, come Gargalini; che non è un giovane arrivato recentemente, a cui questi giovani, fra l'altro, in una situazione abbastanza ambigua, forse nemmeno registrati, individuano l'Allegranti perché l'Allegranti ha parlato anche con un giornale. E minaccia lui. E che gli dice la prima volta? 'Stai attento, perché succederà una strage a Baccaiano'. Il burlone gli dice: 'Succederà una strage a Baccaiano'. Con che intenzione? Con l'intenzione che questo qui, immediatamente, ne parli in giro. E così l'intimidazione è rivolta a lui, perché è la persona di cui si può apprezzare e cogliere l'identità, il telefono e tutto il resto; ma è destinata a tutti: la strage. A tutti gli altri. Mi sembra chiaro, no? Ed è un burlone, questo? Il burlone che a distanza di due anni, di due anni, a distanza di un mese - nemmeno, il 29 luglio 18 agosto, non è passato nemmeno un mese dal delitto Rontini - va a pescare questo poveraccio alla pensioncina di Rimini dov'è arrivato da due giorni, per dirgli: 'te sei un uomo finito'. E questo poeromo che, insomma... Infatti poi quest’uomo, non è che poi, voglio dire, si sia poi dato un gran da fare, no? Ha fatto una denuncia, ha parlato coi Carabinieri. E poi, insomma, è stato molto sulle sue, poveretto, eh. Eh, non lo so, non lo so, bisogna trovarcisi... ma insomma, certo, non deve essere stata allegra per lui. Il burlone? Accidenti al burlone! Ma che scherziamo? Tanto burlone che i Carabinieri lo piglian sul serio. E come ci ha raccontato Allegranti, lo seguono. E quando lui un giorno, per l'appunto, si allontana, glielo contestano. Dice: 'guardi, lei è andato per i fatti suoi. Non lo deve fare'. Ora i Carabinieri le cose le sanno misurare, eh. Non mettono un paio di persone a sorvegliare questo, a fargli la guardaspalle per tutto il tempo che è stato a Rimini, come ci ha raccontato l'Allegranti, per un burlone. Ma che burlone, ma che burlone! Questa è una indicazione fortissima che va - tanto per usare un termine caro al Pubblico Ministero - fortissima, che va nella direzione dell'autore unico, dell'autore serial killer - di quello che ho detto, e che ha lo stesso valore, la stessa importanza, la stessa significanza della lettera anonima spedita alla dottoressa Della Monica con il frammento di seno. Che è, l'ho già detto diverse volte, come dice il collega Mazzeo — questa volta cito lui — un macigno dentro a questo processo che non è assolutamente trasferibile nella direzione dei "compagni di merende". Per tutti gli sforzi che si possa fare di voler portare nella direzione dei "compagni di merende", questo macigno, non c'è versi, ci ritorna sui piedi. Non c'è nulla da fare. 

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