Segue dalla quarta parte.
Avvocato Filastò: Va be', insomma, su questo il Pubblico Ministero non replica, non risponde. Ma sembra implicita la risposta: le domande durante le indagini preliminari le faccio io. Di che si immischia il difensore? Eh, il difensore, certo, non è che voglia immischiarsi, insegnare nulla a nessuno, per carità di Dio. Ma il difensore osserva che le indagini preliminari si fanno anche per : determinare i termini dell'accusa, per ampliarli anche, eventualmente. La quale accusa, una volta circoscritta, può succedere che il Giudice, com'è avvenuto qui, dica: qui si parla solo di quello che c'è nel capo d'imputazione com’è avvenuto, qui.
E, allora, quel segmento di verità – segmento cospicuo perché sono due morti ammazzati, almeno due, salvo gli altri di prima — o meglio l'accertamento, il tentativo di arrivare alla verità intorno ad un fatto che diventa, a questo punto, eh, abbiamo preso gli "amici di merende"? Benissimo. A questo plinto, tutto si dovrebbe dipanare, no? Tutto si dovrebbe spiegare, dall'arma, del perché era la stessa, del.... E anche di tutti i delitti.
E invece questo segmento, a questo punto, con questo fermo che viene messo, questo sbarramento, non soltanto nelle impostazioni dell'accusa, ma anche nelle indagini, come denota questo mancato impegno indagatorio nei confronti di Lotti, su questo punto si ferma, si blocca, si ferma lì e nulla... non c'è niente da fare.
E può succedere che un imputato muoia, com'è avvenuto con Pacciani. E allora non si recupera più: quella cosa. E quei due poverini, la signorina Carmela Di Nuccio e il signor Giovanni Foggi non Faggi giustizia... o negativa o positiva, eh, perché'- è anche giustizia dire: 'no, abbiamo sbagliato, si è preso una strada sbagliata, andiamo da un'altra parte, non ce l'avranno più.
E quindi io mi chiedo, mi sono chiesto, ho criticato e continuo a criticare dicendo che capisco a quale logica corrisponda a quale perfezionismo indagatorio è collegata questa unica domanda a Lotti, sul delitto a danno di questi due poveri ragazzi di queste due vittime i cui nomi non sarebbero neppure risuonati in quest'aula se non ci fosse stata l'iniziativa di chi vi parla.
L'iniziativa per lo meno di ricordarli ma non ricordarli soltanto per, così, chinare un attimo il capo e pensare a questi poveri ragazzi uccisi, ma per dire che siamo di fronte ad una indagine che, all'origine, è una indagine artificiosamente mutilata, mettiamola così, che non dà nessuna garanzia ed attendibilità.
Perché tutte queste cose, informazioni, che io vi ho dato rispetto a queste omissioni, a questi fenomeni negativi, chiaramente negativi, macroscopicamente negativi sfido chiunque a dire che sia così, - non c'è equivalente che io sappia: gravemente negativi - sono tutte cose che vanno ad incidere sulla prova, nel senso che, in qualche modo, accrescono una determinata tesi e ne allontanano un' altra. Ne allontanano un'altra, allontanano l'accertamento, allontanano la verità, per dirla con una parola semplice. E andiamo avanti a replicare al Pubblico Ministero. Dice il Pubblico Ministero che non servono le citazioni di maestri. Avrebbe anche ragione. A me ogni tanto piace prendere una boccata d'aria, quando parlo un po' a lungo, ogni tanto mi piace 1 tirar su la. testa e così respirare l'aria, così, di un ricordo letterario... Ma al Pubblico Ministero così non piace, ne prenderò atto. Continuerò a fare esattamente come ho sempre fatto. Però io devo dire che a lui non piacciono i maestri né grandi né piccoli, tant'è che considera errore il lavoro serio, lo studio di nove esperti, compreso un inquirente, il dottor Perugini. Il quale sarebbe andato a studiare- a Quantico a perfezionarsi e ad esaminare un determinato tipo di ricerca, a far che, a perder…
E qui, capite, non sono io che bacchetto, è il Pubblico Ministero che bacchetta. Tutti quanti, eh: 'avete commesso un errore, ci avete portato su una strada sbagliata’ quante volte ve l'ha
detto? 'Se noi abbiamo tardato' - eh si, un po' di ritardo in effetti c'è stato, perché 30 anni sono tantini, effettivamente 'a portarvi i risultati, è perché siamo stati fuorviati da questi signori qui: sono venuti a dirci che quello era uno solo. Allora noi, poveretti, si cercava quello solo e non ci eravamo accorti del gruppo, del...'.
Quindi, a bacchettare siamo in due. E qui le bacchettate, fra l'altro, secondo me, vanno in una direzione che non va mica tanto bene. Queste qui sono persone serie, lo studio l'hanno fatto, quelle valutazioni le hanno fatte a ragion veduta, lavorandoci sopra, studiando, vedendo tutti i fatti, mettendosi insieme, mettendo insieme le loro informazioni, i loro dati, la loro scienza con quella dei medici legali. E non si può liquidare tutta questa gente così, con questa sufficienza. Va bene. Io — andiamo avanti a replicare — io non ho indicato che qualcuno non era al corrente di certi termini, come ha detto il Pubblico Ministero nella sua replica, ovviamente riferendosi all'uso o abuso del termine "perversione". Ho detto che il concetto, non il termine, il concetto, non il significante, il significato di perversione
sessuale è una cosa ben diversa da quello che sembrerebbe avere inteso il Pubblico Ministero. Il quale la intende nella sua accezione più volgare. In salotto si dice: 'già, quello là è un perverso'. Dice: 'perverso perché?', 'Eh, sapesse icché gli fa alla moglie!’ Capito? É così che sì...
P.M.: (voce fuori microfono)
Avvocato Filastò: Eh?
P.M.: (voce fuori microfono)
Avvocato Filastò: E invece no. Non è mica così che si usa questo termine e che è stato usato dai periti, dagli esperti della materia per indicare una connotazione che è talmente chiara in questi delitti, che è a livello di evidenza assoluta. Quindi, insomma, il Pubblico Ministero considera perverso l'uso del vibratore. Non è tale, assolutamente. Considera, perverso il rapporto diciamo così, contro natura — lasciamo perdere, c'è una signora; anzi, molte signore, il rapporto, forse, anche perversione il rapporto omosessuale. Ma nemmeno per idea, non ci mancherebbe altro! Quando il processo e soprattutto i fatti, le uccisioni, con quelle escissioni, l'aggressore della coppia - come vi ha già detto il collega Mazzeo — indicano una cosa ben diversa.
Cioè, quello che la disciplina psicosessuale indica col termine proprio di "perversione". E di una perversione speciale, particolare, eccezionale, straordinaria, diversa, rispetto a quelle che normalmente si ravvisano in delitti sessuali di questo tipo. Quindi non è questione di terminologia, è questione di significato, d'idea, di principi scientifici. Ma non è solamente questo. É questione di piegare, è questione di sforbiciare la tessera del puzzle. Vedete, in fondo questa inchiesta, questa indagine, le conclusioni del Pubblico Ministero, tutto questo processo, a me mi ha suggerito l'idea di un puzzle fatto di varie tessere pescate da una scatola e da un'altra che proprio non stanno insieme, insomma...
E allora, a un certo punto, qualcuno prende le
forbicine: zac, zac! taglia nel punto giusto e le mette insieme. E mette insieme quello, mette... C'è quella cosa lì che non torna? zac, zac!, un altro colpetto di forbici e si mette la tessera
lì. Poi quell'altro... Questa proprio non ci sta, si butta via. Sai cosa si fa? Si butta via, si leva dai piedi e siamo a posto.
Questa... Va be', si può fare anche così, ma quello che viene poi alla fine proprio non si capisce più nulla, eh.
Il disegno, il disegno, quello che dovrebbe comparire: la casetta, no, con Biancaneve da una parte, i sette nani da quell'altra, la stradina, il ruscello... no, non c'è più niente di tutto questo. É venuto fuori uno sgorbio in cui non si capisce se è un cavallo, se è una zebra, se è un prato, se è un torrente. Allora, dicevo che questo uso del termine "perversione" applicato al signor Vanni in questo modo, a me mi dà proprio l'idea della sforbiciata alla tessera, no, per farlo mettere... Siccome qui, insomma, bene o male questi qua a far queste cose, tanto normali"non dovevano essere...
Salvo poi, da questo punto di vista, nella discussione, nella requisitoria finale, il Pubblico Ministero, addirittura arrivare a quella espressione che, secondo me, dovrebbe essere in
quest'aula scolpita, ecco, là, a grandi caratteri, su quel paravento: "Un gruppo di persone normali di campagna, campagnoli".
Ma che... va be', bene. É così che la pensa?
I campagnoli di San Casciano che sono lì a bere da Nello o alla Cantinetta, la sera. Giocano a carte, parlano, discorrono, bevono a quell'oddio, come si dice. E poi a un certo punto, dice: 'senti, si va a fare un lavoretto?', 'A fare il lavoretto? ', il solito lavoretto, magari. Ma come si fa a - io dico proprio sommessamente, ho deciso di non scaldarmi - a svilire fino a questo punto la fragilità di questa situazione?
Come si fa a svilire questi delitti che sono una cosa atroce, terribile, che esprimono poi tutta l'atrocità di chi li ha commessi? Questo buio, questa nebbia, questa tenebra che ha invaso questa persona, chissà quando, chissà in che modo, chissà con quale input, con quale imprimato l'ha trasformata in questo animale orrendo che va in giro la notte, che si rode
perché vede gli altri far l'amore e lui non lo può
fare! Che si angoscia per questo, che è invidioso, acremente invidioso degli altri, al punto che si arma, va, studia, uccide, taglia, porta via, esibisce quei poveri cadaveri in quel modo.
Come si fa a far diventare tutto questo "il gruppo campagnolo delle persone normali della campagna toscana"? Come si fa, come si fa!? Come si fa a confondere un Mario Vanni che va dalla prostituta, magari anziana, tipo la Sperduto, perché costa poco, perché siamo li, perché ci si degrada anche, vero.
Garcia Lorca dice: "Non alzo la voce contro i solitari dei casini che bevono con disgusto l'acqua della prostituzione."
E certamente quest'acqua della prostituzione Vanni la beveva con disgusto. E non era il solo. Sa con chi era in compagnia, lei Vanni? Con Nicolò Machiavelli, lo sa? Sa che Nicolò Machiavelli, tanto per fare una citazione, per non smentirmi mai, sa che Nicolò Machiavelli scrive al suo amico Francesco Vettori raccontandogli di una volta che lui, proprio preso dalla foia, perché era là a San » Casciano in esilio, preso dalla foia lo portano da
una vecchia. Ma., lui non lo vede che era una vecchia, perché è buio. E lui, dentro a questo antro, fa quello che deve fare. Poi si accende una lucina dentro a questo posto che è una legnaia e
vede questa vecchia, orrenda, con i capelli che gli pendon da tutte le parti, con questi seni penzoloni... e lui gli vomita addosso. Nicolò Machiavelli. Ha visto, si può essere in compagnia anche di gente così. E beh. Cioè, questi fatti, queste uccisioni, queste escissioni indicano - in termini certamente più freddi, meno suggestivi - una cosa, ben diversa, cioè quello che la scienza psicosessuale indica con termine proprio di perversione.
É una questione proprio in cui, a un certo punto, i periti, questi periti vi hanno detto con tutte le parole, con tutte le informazioni, dati, i distinguo che hanno fatto, però un concetto ve l'hanno chiarito fin dall'inizio. É a questo che io voglio affidare queste parole per forza sintetiche in replica.
Hanno detto: "Questi sono delitti con una motivazione sessuale". Non c'è niente da fare, questa è e questa rimane. La motivazione sessuale straordinaria, indicativa di un forte livello di perversione, gravissimo, proprio al'estremo limite, eccezionale,
straordinaria. Perché questa persona, proprio, si
soddisfa solo facendo, questo.
Ci sono i lust-murder che uccidono, poi tentano la
penetrazione del cadavere, poi sì masturbano eventualmente... No, questo no. Questo non fa niente di tutto questo. Non ci sono tracce di sperma da nessuna parte. Questo, uccide, uccide, taglia e basta. E quando deve, per tagliare, spogliare il cadavere della ragazza, usa la punta del coltello per portargli via gli abiti.
Questo è una cosa dell'alto mondo, questo è straordinario; com'è straordinario, che cosa? La scelta della coppia. La scelta della donna, prima nella situazione di coppia, perché è lì che rivive lui questo astio che ha addosso, perché lui quelle cose non le può fare. Ecco, questo vi hanno detto i periti. Va be', passiamo ad altro.
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