mercoledì 4 novembre 2015

Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 5 marzo 1998 - Ottava parte

Segue dalla settima parte

Avvocato Filastò: Però ha parlato di una cosa peggiore lui, qui. Addirittura peggiore. Tanto che a me è venuto in mente quel detto popolare toscano che dice: "se unn'avete altri moccoli, andate al letto a i' buio". Ma che si nota allora, qui? Che cosa si ricava? Perché siamo a metabolizzare, no, un po'. Allora, che si metabolizza da questa storia? Che qualcosa, da qualche parte, quest'uomo deve trovarla, no? Se la moglie è cosi, malata, al punto da rifiutare quello che una volta veniva chiamato il "debito coniugale", oggi le cose sono cambiate, per fortuna, non se ne parla più in questi termini. Ma insomma, il buonomo... Dove la va Vanni?
Mario Vanni: Eh.
Avvocato Filastò: Andava da qualche prostituta.
Mario Vanni: Uhm.
Avvocato Filastò: La burrasca c'è stata, certo, di fronte al rifiuto, di fronte al fatto che un uomo, a distanza di pochi giorni dal viaggio di nozze, si accorge di non aver più quella donna che pensava di avere; sia pure sbagliando, certo, perché, come dice il Rus...: "pigliare a schiaffi la moglie è da villani, una vigliaccheria che fa vergogna". Poi aggiunge: "Se vedi l'amico quanto è carogna, credi, te le leva dalle mano. E manco a farlo a posta c'è carogna proprio nel momento che ... strano e allora glielo appiccico come..." eccetera. E saltano i nervi a Mario Vanni, certo. Dice: 'ma come? Siamo sposati mica da mesi e mesi'. Eh, insomma. Poi dopo capisce che è il malanno, dopo capisce che è la malattia, dopo capisce che non c'entra la Maria Landozzi, poverina, ma c'entra l'epilessia, c'entra il suo stato e tutto il resto, e allora dice: 'la ripiglio in casa. Non ne voglio sapere perché...' E da quel momento niente. E siccome è anche religioso, vero? Cristiano, vero?
Mario Vanni: Sì.
Avvocato Filastò: Fascista e cristiano... Anzi, cristiano e fascista. Come disse al dottor Vigna? Con Vigna vi eravate intesi. Poi lo vedremo. Cristiano e fascista; cattolico, praticante, va a messa tutte le domeniche. Per lui il vincolo del matrimonio, è il vincolo del matrimonio. Non va a cercare separazioni, divorzio, eccetera. Niente. Pazienta. Il paziente pazienta. 35 anni paziente. Anche perché, insomma, anche lui non è che sia poi proprio quel... beh, insomma. Attacca al muro della cucina questa fotografia, che lui si intenerisce sempre a guardarla. Grazie Mario, mi è servita così, per ispirazione.
Mario Vanni: Posso prenderla?
Avvocato Filastò: Certo. E poi tira avanti così, da povero, da umile, da persona ipodotata; sopporta la moglie. E siccome è un uomo normale, e siccome la Luisa non è disponibile, come ci hanno detto anche testimoni in questo processo - non c'è solamente questa sentenza, che io pregherei di prendere, se la volete, eccola qua; comunque chiedo di produrla, Presidente, chiedo di produrla - siccome è un uomo normale, la Luisa non è disponibile, per questo non per vizio - capite? Non per vizio - ogni tanto frequenta prostitute. "Quelle vecchie fiorentine", dice la Ghiribelli. Perché, da uomo com'è, umile, per bene, cerca queste signore, come dire, quelle vecchie fiorentine. Quelle di strada, insomma, che hanno quest'aria familiare. Oqni tanto va. Per forza, che deve fare? Poi beve, ovviamente, alza il gomito. I poveri del secolo scorso dicevano: "Il vino è vitto e il vino è anche consolazione. Levateci anche il vino..."! E va be': 35 anni senza una menda. Dopo questo processo, che si chiude con questa assoluzione, nato, secondo me, da una enfatizzazione eccessiva di questo carabiniere. Nei paesi, beh, comunque, 35 anni: nulla. Il Pubblico Ministero, che penso che l'abbia cercata, voglio dire, non è riuscito a trovare una persona che parlasse veramente male di Mario Vanni, in questo processo. Non un gesto di violenza, dopo quegli schiaffi alla Luisa. Non un furtarello. Non guardone. Ma quale guardone? Testimone Ricci: "Mah!” - Udienza, 8 luglio 1997, pagina 11, fascicolo 20 - "Guardoni?" Poi gli chiedono: "Facevano i guardoni?" Dice: "Guardoni? Mah, di questi affari qui, di guardoni... una chiacchieratina tira l'altra." Va in giro a fare le merende, perché questa è la sua colpa originaria - addirittura ha inventato un'espressione "amici di merende" insieme al vecchio postino Dori.
Mario Vanni: Sì.
Avvocato Filastò: Quello che è morto. Insieme al Simonetti, un ex maresciallo dei Carabinieri. Ma c'è una circostanza che mi sembra il caso di additare, interessante. È riferita dal teste Ricci ed è indicativa dei rapporti che ci sono stati, abbastanza superficiali, tra Pacciani a Vanni. Il teste Ricci racconta della sua partecipazione, insieme a Pacciani e a Mario Vanni, a una dì queste feste di paese. Che poi queste merende, in massima parte, sono quelle che si fanno durante queste feste paesane: la sagra del tortellone con le patate del Mugello, la sagra dell'uva, la sagra dei fichi col prosciutto. Insomma, basta... sapete come stanno, com'è questo ambiente, questo circondario, questa campagna toscana che conserva queste cose. Per fortuna. Era, infatti, la festa dell'Impruneta, la festa dell'uva all'Impruneta. Classica festa, proprio, ci sono andato anch'io: lì si fanno i carri con tutta l'uva. E Pacciani, a modo suo - suo solito, vero, perché Pacciani un fissato è, è indiscutibile, infastidiva qualche donna; passava qualche donna e gli faceva il commento salace. Le solite "paccianate" del Pacciani. Riferisce il teste Ricci: "E Vanni disse che qualche volta ci si trova a qualche complicazione". 
Avvocato Mazzeo: Il "mostro di Firenze" disse, capito?
Avvocato Filastò: 'Guarda di farla finita, perché a volte ci si trova a qualche complicazione, si trova qualche fidanzato che ci tira un par di picchi in testa, insomma, è meglio smetterla, eh!'. Persona per bene, posata... lo scavezzacollo, il rompiscatole di Pacciani, allora dice: 'senti, guarda, finiscila perché sennò qualche volta ci si trova a qualche complicazione'. Gli disse così, Mario, vero? Mah, un se lo ricorda Mario. Ha sentito questo...
Mario Vanni: Sì.
Avvocato Filastò: Ancora la teste Mazzei. Avevo detto che c'erano anche testimonianze che, per dire di questi rapporti fra marito e moglie, a pagina 63, udienza 8 luglio '97, teste Mazzei: "La moglie non ne voleva sapere." Tant'è vero che aggiunge poi, la teste Mazzei, a domanda se gli consta se lui andava con qualche prostituta, all'udienza dell'8 luglio '97, fascicolo 20, pagina 64: "Vanni da qualcuno l'andava senz'altro, perché se la moglie non era mai..." Il teste Mazzei, udienza 8 - l'ho chiamato "la teste" fino a ora, invece è un teste - all'udienza dell'8 luglio del '97, sempre, fascicolo 20, pagina 69: "In questi posti dove andavano a far le merende..." - eccetera - "pagava Vanni sempre. E per questo non ci voleva Pacciani". Non perché avesse paura - questo lo dico io, non lo dice il teste - ma perché, insomma, Pacciani, prima di tirargli fuori una lira... dica la verità, Vanni.
Mario Vanni: Sì.
Avvocato Filastò: Ci voleva gli argani.
Mario Vanni: Gl'è un usuraio.
Avvocato Filastò: L'era un usuraio, l'era; vero, Vanni?
Mario Vanni: Sì.
Avvocato Filastò: E qui però si introduce un altro aspetto, da parte prima di alcuni testi, poi vedremo da parte di alcuni più seri, addentellati di carattere scientifico. Si inserisce un altro aspetto della personalità di Vanni che riguarda la sua... eh, insomma, il suo non essere particolarmente brillante di testa. Che non è solo alcoolismo. Il teste Vanni Paolo, all'udienza del 14 luglio del ' 97, a un certo punto se ne esce con questa frase: "È sempre..." A lui gli chiedono: "Ma come veniva Vanni da lei, a trovare lei?" Perché questo testimone ha una trattoria che si chiama "Il Tranvai", in piazza Tasso.
Mario Vanni: Piazza Tasso.
Avvocato Filastò: Che fra l'altro è una trattoria molto nota, molto conosciuta.
Mario Vanni: Sì, come no.
Avvocato Filastò: Classica trattoria toscana, fiorentine, di quelle... però si mangia bene. Le solite cose: la ribollita, la pappa col pomodoro. Insomma, tutte cose che si fanno qui in Toscana. "È sempre venuto da solo con l'autobus, quando riusciva a prenderlo." "P.M.: Che vuol dire?" "Vanni: Perché alle volte non sapeva né gli orari, né. . . Va bene, trovava qualcuno che lo portava, veniva con qualcuno. "
Mario Vanni: Quando andavo dal mi' nipote, sì.
Avvocato Filastò: Andava dal nipote, quando riusciva a pigliare l'autobus c'andava. Sennò ce lo accompagnava qualcuno. Il più delle volte ce l'accompagnava qualcuno?
Mario Vanni: Uhm.
Avvocato Filastò: Eh.
Mario Vanni: Andavo con la Sita.
Avvocato Filastò: Con la Sita. Quando riusciva a prenderla, dice suo nipote. Poi Vanni parla dell'abitudine di alzare il gomito. Vanni e Lotti si vedevano? Dice: "Sì, a pranzo, a cena no. Perché la sera l'erano bell'e pieni tutti e non era più il caso. I' mi' zio, il più dei giorni" - udienza 14 luglio '97, fascicolo 24, pagina 6 - "il più dei giorni, la sera alle sei, era bell'e a letto, perché era bell'e...", puntini di sospensione. Aggiungo io: "briaco". Ancora, a questa stessa udienza, fascicolo 24, pagina 37, dopo un intervento estemporaneo dell'imputato Vanni che dice: "Non ne posso più". Eh? Si ricorda Vanni?
Mario Vanni: Sì.
Avvocato Filastò: Senz'altro se lo ricorda. A un certo punto lei dice: "Non ne posso più". Vanni Paolo, il teste Vanni Paolo, dice: "In nessuna cosa riusciva a spiegarsi chiaro." Dello zio. Ecco, un quadro, certo, non molto approfondito. Una perizia avrebbe, in qualche modo, chiarito meglio le cose. Allora, Ricci lo abbiamo visto; Mazzei lo abbiamo visto.
Segue...