martedì 8 settembre 2015

Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 3 marzo 1998 - Undicesima parte

Segue dalla decima parte

Avvocato Mazzeo: E poi conclude col Vanni: "Giancarlo: E perché" - questo è un tarlo, dice: 'poi c'è il Vanni che dice li ho ammazzati io - "E perché quest'altro dice che li ho ammazzati io?"  Donna: "Ma chi? Il Vanni?" Dice Giancarlo: "Sì." - Giancarlo - "Dice che li ho ammazzati io." Donna: "Lo dice Vanni?" "Giancarlo: C'era scritto." Scritto, ora non si limita più a riferire cose che gli hanno detto. L'ha visto scritto o gli hanno fatto vedere uno scritto. Noi sappiamo tutti, Signori della Corte, che non risulta da nessuna parte scritto, che il Vanni abbia detto che Giancarlo è stato lui a uccidere, eccetera. "Giancarlo: C'era scritto, come dicevano quelli che mi accompagnano per andare." E chi sono quelli che l'accompagnano per andare? "Eh?" Dice la donna. "Giancarlo: Al colloquio, alla Questura, loro mi hanno detto" - la seconda volta - "che Vanni dice che li ho ammazzati io e mi hanno fatto vedere anche uno scritto. E l'avvocato dice che io devo dire di più: dell'83, dell'82." "Giancarlo: Eh, loro dicono, in quella maniera dice: 'tu sei stato te.', 'ah,' - dico io - 'sono stato io?'." E la donna dice: "Ma guarda, io t'ho conosciuto dall'81, sono quindici anni che ti conosco, tu non eri capace di ammazzare." E fermiamoci qui. Allora, questo riferimento al Vanni: "loro mi dicono...", non sono... cioè, questa è una delle cose più antiche che esistano, si chiama, è studiato in psicologia, ci sono studi, si chiama "il dilemma del prigioniero". È uno degli strumenti polizieschi, di indagine -non li commento dal punto di vista... non mi interessa, riferisco un dato storico - più antichi che esistano. E in che cosa consiste? Gulotta - dov'è il riferimento? Eccolo qui - Gulotta: "Trattato di Psicologia Giudiziaria nel Sistema Penale" a cura di Guglielmo Gulotta, Giuffré 1987, capitolo XV. Il titolo del capitolo è: "Confessione spontanea, confessione indotta e autogiustificazioni". Ecco, dice così: "Quando gli imputati sono due," - pensiamo, in quel momento sono sotto torchio Vanni e Lotti -"talvolta la Polizia li usa" - io riferisco, eh -"uno contro l'altro, con tecniche che ricordano lo schema del 'dilemma del prigioniero', in quanto basati sul tentativo di far credere a ciascuno dei due che l'altro ha confessato accusandolo di correità, sfruttando la reciproca mancanza di fiducia." Allora, io ho trovato questa spiegazione a quella telefonata del Lotti, non ce ne sono altre. Questo tarlo che lo rode: 'ma guarda, adesso c'è anche il Vanni che dice che li ho ammazzati io', 'o guarda, chi te l'ha detto?', 'Me l'hanno detto quelli che mi accompagnano in Questura' - Polizia, no? - 'per gli interrogatori. M'hanno detto c'è anche uno scritto'. Come direbbe il Pubblico Ministero? Io ve la porgo così, ve la presento così. Però è scientifica la cosa. Non è correlata a domanda, è spontanea, perché vuol dire che questa cosa veramente il Lotti ce la sta dicendo per la prima volta, non la sapeva nessuno, eh. E si chiama "dilemma del prigioniero”. La fiducia, uno così, abbiamo sentito che responsa... la personalità del Lotti qual è. Figuriamoci se quello poteva avere fiducia che il Vanni... dice: 'no, uno come il Vanni, no, non può mai avere detto una cosa del genere ', e non sarebbe cascato nel tranello. Dice: 'guarda Vanni t'ha accusato, ha detto tu sei te che hai ammazzato...'. Un altro che avesse avuto grande fiducia - invece no, si sfrutta la reciproca sfiducia - avrebbe detto: 'no, ma io non ci posso credere'. Ma ci vorrebbe una fiducia da amanti, non so come, per dire: 'no, non è possibile mi abbia accusato, lui o lei non lo farebbe mai'; insomma, sono cose molto rare. E questa storia del "dilemma del prigioniero", Signori della Corte, riemerge tranquillamente all'udienza dell'll dicembre del '97, fascicolo 64, pagine 56 e seguenti. Dove c'è il collega codifensore il quale interroga il Puc... il Lotti proprio su questo, dice - a proposito del Pucci -dice: "Gli dissero che il Pucci aveva raccontato queste cose sì o no?" Imputato Lotti: "Gl'è stato interrogato anche lui?" Perché c'è anche Pucci, no. "Ma a lei gliele dissero?" "Mica insieme siamo stati interrogati." "Ma glielo dissero a lei che Pucci aveva detto queste cose sì o no?" Risposta: "Sì." "Oh, benissimo." - dice - "Prima che lei raccontasse di Baccaiano, qualcuno le disse che era stata vista la sua macchina lì a Baccaiano, sì o no?” "Se c'era la macchina mia?" Dice Lotti. "Sì.” "Sì." "Quindi, qualcuno le disse se era stata vista la sua macchina lì a Baccaiano." Avvocato Filastò: "E questo anche per quello che riguarda l'omicidio di Vicchio? Le dissero che la sua macchina era stata vista diverse volte, sì o no?" "Dissero chi?" "Dissero gli inquirenti, a lei Lotti, se vicino Vicchio era stata vista la sua macchina diverse volte, sì o no?" Risposta di Lotti: "Sì, me lo dissero, sì." Quando dice: 'oh, hanno visto la macchina dappertutto' - dice alla Filippa - 'ma è mai possibile, la mi' macchina sembra che sia dappertutto'. Si permette anche l'ironia, guarda. Vuol dire che è esasperato veramente. Avvocato Filastò:"Questo anche per quello ... ?" "Sì. " "Allora, qualcuno le disse o non le disse che Vanni l'accusava? Che diceva che lei era uno di quelli che facevano questi delitti, cioè. E vero o no che le hanno detto che Vanni ha accusato lei di essere l'omicida." Imputato Lotti: "No, questo un gl'è vero nulla, quello che ha detto lui un gl'è vero nulla." "Quello che ha detto lui", cioè che io sono colpevole. E il Presidente ritiene chiusa. Si insiste invece, insiste l'avvocato Filastò: "No, no" - dice - "voglio sapere se qualcuno gli disse che Vanni l'accusava. Diceva agli inquirenti, quando lei parlava con quelli che la interrogavano, queste persone gli dissero: 'guarda Lotti, che Vanni dice che tu c'eri te, tu hai fatto queste cose, che sei te il mostro', mentre ti interrogavano." Imputato Lotti: "Ma c'era anche lui." Avvocato Filastò: "Ah, ma glielo dissero sì o no?" "Un so, un saprei come dire." "Glielo dissero sì o no? Risposta: "Sì." Poi il Presidente, giustamente allarmato - io l'ho interpretato così, Presidente, perché per guanto riguardava il collega, l'interrogatorio, l'esame era finito - da questo spiraglio, che può aiutare a capirlo in modo decisivo questo processo, prende in mano lui l'esame, e dice il Presidente: "Lei ha detto che gli aveva già riferito che Pucci aveva parlato, che avevano visto la macchina sua lì agli Scopeti. Ora lei prima ha detto... ha parlato del Vanni, che il Vanni a sua volta le ha detto qualche cosa su questi delitti. Gliel'hanno detto la Polizia o non gliel'hanno detto?" giustissima la domanda - "Perché lei prima dice sì poi dice no, qual è la verità?” Imputato Lotti: "Come? Un ho capito bene." Presidente: "Quando cominciò a fare le prime domande..." Imputato Lotti: "Interrogavan me?" Presidente: "Quando lei cominciò a ammettere i fatti, no, io non lo so quando è stato, comunque..." Lotti: "Sì." Presidente: "Lei cominciò ad ammettere i fatti, lei, gli hanno parlato del Vanni a lei?" Imputato Lotti: "Sì". Presidente: "La Polizia, chi l'ha interrogata, cosa gli hanno detto del Vanni?” Risposta - attenzione, eh, qui sta rispondendo al Presidente non alla Filippa "Quello detto ora all'avvocato." "La Polizia, chi l'ha interrogata, cosa gli hanno detto del Vanni?" "Quello detto ora all'avvocato. E che vi ho letto prima.", Presidente: "Cioè, che cosa?" Poi interviene il collega: "Mi sembra chiaro." Pubblico Ministero : "No, facciamoglielo dire perché non è per niente chiaro.”, Presidente: "Facciamoglielo spiegare." Presidente: "Non so come farglielo capire. Allora, quando la Polizia lo interrogò..." Imputato Lotti: "Si." "...le ha parlato del Vanni? Le ha riferito qualche dichiarazioni che avrebbe fatto il Vanni su questo omicidio o no?" Imputato Lotti: "Sì." "E cosa gli dissero? La Polizia a lei. No, no dei delitti, del Vanni, del Vanni." Lotti: "Non ho capito." "Gli hanno parlato, prima che li parlasse, facesse queste ammissioni del Vanni, che avrebbe fatto alcune dichiarazioni il Vanni? Gliel'hanno detto, la Polizia, sì o no? E se gliel'hanno detto che cosa gli hanno detto? Questo voglio sapere io." Lotti: "Ora a di' la verità un mi ricordo di preciso che m'hanno detto." Presidente: "Se c'è stato anche lui, se aveva affermato anche lui che c'era stato o non c'era stato non lo so. Cosa hanno detto?" Imputato Lotti: "No, che c'era stato... come in queste cose qui?", Presidente: "Eh." Lotti: "Sì." Presidente: "Cioè, se c'era stato anche il Vanni." Imputato Lotti: "Sì, Presidente: "Questo gli hanno detto?" "Come m'hanno spiegato loro." - risponde il Lotti - "Come mi sono spiegato io, non tanto bene." E quindi, voglio dire: "Quello che ho detto prima all'avvocato." "Cosa le ha detto la Polizia?""Quello che ho detto prima all'avvocato." "Quello che ho detto prima all'avvocato", il '’dilemma del 
prigioniero". 

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