martedì 18 gennaio 2011

Ruggero Perugini - Deposizione del 23 maggio 1994 - Settima parte

Segue dalla sesta parte.

A.B.: A proposito della sua intuizione, ecco non le sembra un po’, direi contraddittoria la personalità del tipo d’autore che commette questi delitti rispetto al tipo d’autore quale potrebbe essere Pacciani? Che ama le donne? Che le stupra, addirittura è condannato per avere violentato le figlie? Non le sembra veramente contraddittorio come tipo, cioè come motivo di indagine?
R.P.: Avvocato quando noi eravamo agli inizi e cercavamo, cercavamo perché ognuno di noi per molti anni ha tirato fuori illazioni, prima di approfondire la conoscenza dell’argomento, vede lei mi sta ricordando le perplessità che avevamo noi all’inizio, perplessità che io non ho esitato a manifestare, quando dico che c’erano degli elementi, all’inizio, che ci facevano dubitare dico la verità, ho giurato di dire la verità, però posso garantirle che l’esperienza criminologica, l’esperienza di fatto, l’esperienza di Polizia, non ci porta frequentemente a contatto con autori di omicidi seriali che siano impotenti, io direi che di questa casistica semmai quella che figura preminente è una intersessualità. Se vuole le posso citare, le posso fornire documentazione, ho portato con me…
A.B.: Dei libri.
R.P.: Tutto ciò che ho…
A.B.: No, non soltanto libri, ho portato con me schemi di indagini che si sono sviluppati e non significa… vede, questo è un equivoco che ha gravato molto agli inizi sul complesso dell’inchiesta, ci ha fatto aprire indagini su ipotesi come questa ma vede, non è così, la realtà ci insegna che un delitto sessuale, cioè sessualmente motivato, cioè sessualmente connotato, il sesso c’è, la sessualità è viva, è presente, è attiva, non è spesso agita perché è in contrasto con quelle… Non mi faccia usare parole difficili, io non sono uno psicologo, con le cariche aggressive sotto ma un atto d’odio, un atto d’odio erotizzato è la regola di questo tipo di uccisioni e se crede, siccome la mia è la parola di un investigatore, tenga presente che io questo l’ho sempre preso con un’estrema riserva, con beneficio d’inventario perché noi ci siamo basati sui fatti, fatti e fatti.
A.B.: Ohoo ecco, a proposito di fatti perché io volevo capire un pochino come voi siete partiti, mi sembra che voi siete partiti non dai fatti, siete partiti da un esame di personaggi, personaggi che potevano avere delle connotazioni particolari di criminalità, va bene? E personaggi, prima cento, poi diventano ventisei e alla fine si riducono a due e poi si riduce ad uno solo, mi pare che questo sia, oppure no?
R.P.: Vada avanti avvocato.
A.B.: Ohoo, no perché io le faccio delle domande ben precise ed è questo: io credevo una volta quando si studiavano certi tipi di comportamento, lei ha fatto lo stesso servizio dove l’ho fatto io…
R.P.: Si.
A.B.: …prima…
R.P.: Certo.
A.B.: Ecco, prima si parte dall’oggetto e poi si risale al soggetto.
R.P.: Verissimo.
A.B.: Ohoo, ora io dico: qual è l’oggetto da cui lei è partito?
R.P.: L’omicidio.
A.B.: No quello è un fatto. Non è un oggetto.
R.P.: Allora, io… Non parliamo di oggetto…
A.B.: Ecco, io parlo da un oggetto…
R.P.: Parliamo di un dato oggettivo.
A.B.: Dato oggettivo.
R.P.: Lei mi consente, il dato oggettivo è questo, il dato oggettivo è questo: l’assassino non colpisce in determinate epoche, per un lungo tempo. Prendiamo in considerazione quel periodo, lei comprenderà avvocato che avendo qualche centinaia di migliaia di sospetti…
A.B.: Siamo perfettamente d’accordo
R.P.: … un criterio investigativo che ci consente di ridurre e di focalizzare, perché vede,
A.B.: Quindi prende computer…
R.P.: No, vede avvocato, io ho capito cosa lei vuole intendere ma io vorrei rispondere in modo esauriente se poi io non riesco lei me lo dica. Noi siamo partiti da dati oggettivi, il dato oggettivo è questo: abbiamo un autore che dopo aver fatto uno sterminio fra l’81 e l’85 si ferma, giusto? Nel momento in cui noi cominciamo…
A.B.: Dopo l’85 si ferma.
R.P.: Si, ho detto fra l’81 e l’85
A.B.: Si, si, certo.
R.P.: Dopo si ferma. In quel momento in cui noi cominciamo ad approfondire investigativamente l’ipotesi noi seguiamo un criterio che è oggettivo, che è di ricostruzione statistica di determinate cose
A.B.: Quindi ricostruzione statistica.
R.P.: Nessuno ci può dire che in questo subentri… certo, c’è una valutazione dell’uomo ma il computer senza l’uomo non serve a niente.
A.B.: Quindi statistiche.
R.P.: Ci vuole l’uomo che gli dica quello che deve cercare. Per il resto è un servo stupido ma è oggettivo il computer come una macchina fotografica che ti da esattamente quello che c’è dentro e quello che vede, non aggiunge altro e questo è molto importante perché questa è un’indagine che si è arricchita dio troppi elementi di suggestione emotivi con i quali abbiamo dovuto fare i conti in più di una volta, forse anche adesso, quindi il dato oggettivo, l’elemento oggettivo è questo: queste persone sono state arrestate in quel periodo e nei precedenti periodi considerati, cioè quelli in cui il mostro di Firenze colpiva, avevano la disponibilità di agire, erano libero di agire, questi sono dati oggettivi non sono interpretazioni. Per quanto poi riguarda, mi consenta, io, se il Presidente consente…
Presidente: L’autorizzo.
R.P.: Si tratta di una cosa talmente vasta che qualche appuntino l’ho preso.
Presidente: Consulti pure.
R.P.: Per quanto invece riguarda quella che è la tipologia d’autore, vede, la tipologia d’autore è importante in casi del genere al momento in cui noi ci troviamo ad avere a che fare con migliaia di persone perché ti aiuta non ad escludere, perché la tipologia d’autore è una valutazione umana, una interpretazione può essere opinabile però ti aiuta per esempio a creare delle priorità; se il Presidente mi consente io le darei un brevissimo…
A.B.: No, io le domande…
R.P.: Una brevissima lettura, molto sintetica, di quanto i periti hanno detto, badando che noi i periti li abbiamo sempre sentiti…
A.B.: Ma noi i periti li sentiremo dottore. No, la domanda è questa, scusi…
R.P.: Lei m’ha fatto una domanda…
A.B.: Certamente
R.P.: Di carattere che richiama…
A.B.: No io voglio capire, voglio capire come si parte, va bene? La partenza.
R.P.: Si.
A.B.: Si parte da un elemento soggettivo, va bene? Cioè si va a vedere, si mettono nel computer una serie di persone che hanno avuto dei precedenti penali, si guarda fra queste persone se l’attenzione si punta su uno che guarda caso nel ’51 ha avuto un precedente di un certo tipo…
R.P.: La correggo prima che vada avanti, l’attenzione si punta su molti.
A.B.: Sui morti.
R.P.: Su molti. Anche i morti.
A.B.: Su molti, va bene.
R.P.: Questa indagine è stata fatta anche sui morti.
A.B.: Però poi si riduce ad una persona, va bene? Una persona che ha la caratteristica…
R.P.: Signor no, mi perdoni, io la debbo correggere, perché sennò
A.B.: Io non sono Generale quindi può dire “no”.
R.P.: Prima che lei vada… no, va be’…
A.B.: sarei stato Generale, ora sono un “no” e basta.
R.P.: No. No. Nell’89, nel ’90, nel ’91, nel 92 noi continuiamo ad investigare su un numero di persone estremamente più ampio di quanto lei possa immaginare. Il signor Pacciani è una delle nostre opzioni, guardi, mi consenta, non voglio citare, non posso parlare…
A.B.: Io sono d’accordo con lei
R.P.: …parlare di altri investigati, però quando ce ne andiamo in Francia per verificare… Faccio un… ecco, soltanto un esempio, uno per tutti, ce ne andiamo in Francia per verificare se la coppia uccisa lì con una calibro 22 che poi accerteremo essere una pistola a rotazione, in quel caso, se quella coppia sia stata uccisa dagli stessi proiettili e con le stesse dinamiche, con le stesse connotazioni lesive con cui ha operato…
P.M.: In che anno siamo scusi?
R.P.: E mi pare, se non vado errato, mi pare che siamo nel ’92, credo.
P.M.: Quindi Pacciani è ampiamente a conoscenza dell’imputazione?
R.P.: Certo.
P.M.: Ohooo, bene.
R.P.: Certo
A.B.: Si va bene ma questo, forse io, non ci siamo capiti, non siamo in sintonia ancora egregio dottore.
R.P.: Io vorrei entrare in sintonia con lei.
A.B.: Non possiamo essere in sintonia, voi cominciate un’attività d’indagine di un certo tipo.
R.P.: Si.
A.B.: Ritenete che il Pacciani possa essere un sospettabile che poi diventa addirittura un indagato, io le dico quando diventa indagato, esattamente il 6… il 10 ottobre 19… il 24 ottobre 1991, informazione di garanzia.
R.P.: Un pochino prima.
A.B.: No, informazione di garanzia diventa il 24 ottobre 1991.
R.P.: Quando a lui viene notificata…
A.B.: A seguito di un suo rapporto esattamente del luglio del 19… 9 luglio 1991.
R.P.: Si.
A.B.: Fra il luglio e l’ottobre ci sono i famosi mesi dove tutti si dovrebbe andare a riposarsi, se il Presidente vuole, bene? Se il Presidente vuole. Quindi lei fa questo rapporto al dottor Vigna e al dottor Canessa e in particolare dice: “Che il Pacciani ribadisce d’aver sempre condotto… …il fatto poi che egli frequentemente giri per le discariche” quindi voi avete accertato un dato fondamentale…
R.P.: Lo dice lui.
A.B.: “Giri…” dice “giri per le discariche”…
R.P.: Lo abbiamo accertato anche da altri ma lo dice lui.
A.B.: Ecco, “…per recuperare materiale utilizzabile fra cui abiti, scarpe… …è un’ulteriore conferma della sua mobilità”, va bene? Lei assegna a Pacciani “la mobilità” quella che lei oggi chiama “territorialità”, molto più estesa, al Pacciani la assegna perché va a cercare nelle discariche…
R.P.: Mi perdoni, ulteriore…
A.B.: L’ha scritto lei.
R.P.: Mi perdoni, “ulteriore conferma” significa che conferma un dato già accertato in precedenza. “Ulteriore conferma”, non dico: Questo ci dice che lui… Dice: Io ho già trovato, io ho già accertato che lui è mobile territorialmente, geograficamente e potrei dirle che la sua mobilità è significativa ma non lo voglio dire, lo diranno i testi, e dico, il fatto che lui se ne vada a giro, che se ne vada in giro anche con questo scopo, anche con questo pretesto. Ha capito? Ma prima, gli elementi dai quali io deduco o mi consentono di dedurre la sua mobilità sono altri, ma non voglio neanche starle a citare il fatto che un imputato come il signor Pacciani, agricoltore, no? Agricoltore, quindi la forma di lavoratore più stanziale che si possa immaginare, radicata al suolo, dispone di più macchine e di più motorini, che se ne fa? Ecco ma vede non è su questo dato che noi abbiamo dedotto la sua mobilità è nata da una serie di accertamenti testimoniali dal…
A.B.: Ma lei li ha visti i chilometri di queste macchine? Sicuramente li avete visti, eravate tutti i giorni là dentro.
R.P.: No però mi ricordo che, se non vado errato, che il signor Pacciani, per dirne una, prende appunti sulle carte geografiche
A.B.: Sul viaggio, sul viaggio che…
R.P.: In particolare lui, si ha ragione, me lo ricordo. 132 chilometri…
A.B.: 147 chilometri
R.P.: 132?
A.B.: Ma si parlerà di questo. 147 chilometri.
R.P.: Ma non è importante questo. Non è su quello che mi baso, cioè che ho basato la mia…
A.B.: Comunque lei parla di questa mobilità.
R.P.: Si.

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