Segue dalla decima parte.
Avvocato Filastò: E allora? E allora questa ipotesi, dice la
sentenza di II Grado, è surrettizia. Ed è surrettizia in che senso? Surrettizio, scusate, viene dal latino "subrepticius", e nel linguaggio giuridico significa: "Atto in cui si tace intenzionalmente un fatto." E nel linguaggio filosofico si dice: "Concetto introdotto illegittimamente, in quanto contrastante con i principi fondamentali professati, o, in ogni caso, senza una giustificazione speculativa. Devoto-Oli. Più pedrestroide: si potrebbe parlare di "escamotage dialettico". E dice la sentenza di II Grado, a pagina 146, che
io vi cito come potrei citare un qualsiasi scritto che riguarda questo caso : "Fino a che tale nuova situazione processuale non
si sarà verificata" — e si riferisce a Lotti e Pucci — "appare veramente arbitrario ed ai limiti del paradosso, affermare da parte del Giudice la presenza di correi, che nulla porta a ritenere esistenti, per sostenere surrettiziamente l'impostazione accusatoria contro Pacciani tutte le volte in cui le risultanze portano in una direzione diversa o addirittura incompatibile con essa."
Ed è questa la realtà dell'input del Giudice di I Grado, enfatizzato, questo input, dal Pubblico Ministero e dal dotto Giuttari, come sublime illuminazione dei Giudici di I Grado che finalmente metterebbe dopo vent'anni, se non ventisei, di indagini parziali e sbagliate perché fondate sul falso, presupposto dell'autore è
unico e solo — l'inchiesta finalmente sulla strada giusta.
Un argomento specioso, in realtà, surrettizio; escogitato per superare alcune circostanze incompatibili con la responsabilità di Pacciani. Quindi, è una base di partenza infida. Accettata acriticamente dal dottor Giuttari, quasi impostagli, per dire la verità, il quale si trova in questo modo su questo terreno melmoso ad affrontare, come dice a pagina 6 della sua deposizione del 25 giugno del 1997: "Il primo incarico di un certo spessore investigativo, nella nuova veste di dirigente della Squadra Mobile."
Per di più, per di più, insomma, il funzionario che fa questa indagine, in questo modo, in qualche modo spinto, non è che abbia una grande esperienza di queste indagini. Diciamo la verità.
La lettura della sua deposizione, glielo dico, ho piacere che sia qui, perché così... insomma, dice: 'ah, l'avvocato Filastò ha detto...' no, l'avvocato Filastò dice questo. Leggere la sua
deposizione del ' 25 giugno '97 mi ha dato una impressione abbastanza fastidiosa, di soggettivismo, di grave soggettivismo. Alcune
espressioni usate sono fuori linea, a mio parere, da un punto di vista lessicale; perché io interpreto, io non c'ero, l'ho controinterrogata dopo su un aspetto parziale del processo, controinterrogando il dottor Giuttari dopo, smettiamola si parlare così, perché sennò sembra che faccia il dialogo... Ecco, non c'ero; però il testimone che è obbligato a deporre sui fatti, astenendosi dal giudizio e da considerazioni - come dice il Codice - personale non dice: "Mi accorsi purtroppo che le testimonianze non erano state portate alla conoscenza della Corte di Assise."
Questa era un po' tirata a lei, dottor Canessa, abbia pazienza. Come dire, si era dimenticato...
(voce fuori microfono)
Avvocato Filastò: Oh, benissimo, mi fa piacere.
"La lettura di tutti gli atti mi consentiva di avere un'ottica investigativa completa, non parziale." Eh, no abbia pazienza, scusi, no. Cosa ha letto lei del processo dei '68? Mi dica la verità. Verbali di dibattimento di quel vecchio processo, quando Vinci parla e dice: 'io ho visto una certa persona alle 'Cascine del Riccio'? Scommetto non la sapeva nemmeno questa storia.
Quando un certo, mi pare sia proprio il Cutrona Carmelo, racconta che la Barbara Locci era seguita da uno in motorino, che una volta l'aveva minacciata con una pistola? Eh, e così via, così via, vero. Che è stata grave, ponderosa, piena di un sacco di carte.
A proposito della teste Frigo, di cui abbiamo parlato così, dianzi, anticipando un esame che faremo più approfonditamente, dice: 'vedremo che è una testimone che mi ha impressionato veramente in una maniera eccezionale'. Va be', sono le sue impressioni, abbia pazienza, se le tenga. Che importa a me se la Frigo l'ha impressionata a lei? L'importante è che la Frigo dice certe cose e vedremo se hanno un minimo di attendibilità qui, eh. "Testimoni molto importanti, per cui i delitti erano da ritenere fatti da più persone." E questo dopo aver riferito le testimonianze di Andrea Caini e di Tiziana Martelli. Che vedono. "due auto in prossimità della piazzola, che percorrono..." In prossimità della piazzola no, perché questa gente, se non sbaglio, sono quelli che vedono vicino a San Martino a Scopeto, oltre San Martino a Scopeto, perché questa strada ha questa cesura - San Martino a Scopeto... ho provato anche a farla, a me un m'è riuscito, a me un m'è riuscito, poi mi sono procurato delle carte, ma lo vedremo questo - hanno visto queste due auto che percorrono un po' spericolatamente, la seconda che tallonava la prima, una strada di campagna, interrata - fuori strada assolutamente rispetto a un percorso normale di qualcuno che se ne vuole andare dopo aver fatto un delitto di quella natura - verso le 24.00; gente che conosceva bene quei posti; non riconoscono nessuno; tutto quello che possono vedere è un'auto rossa. "Testimonianze importanti che colpiscono e impressionano." Bah! Qui, oltretutto, non si parla mica di incidenti
stradali, eh. Poiché non avrebbero potuto essere - ecco, qui - come diceva, parlando di riscontri, il collega, che sono quelle cose che non ammettono ipotesi alternative - perché non avrebbero potuto essere due spericolati che si allenavano su quella strada a correre, come fa un sacco di gente in quella zona, perché siamo vicini all'autodromo del Mugello - e basta andarci una volta per accorgersi di quanta gente fa i furbi per quelle strade là; con le motociclette, con le macchine e tutto il resto. Poi, questa è una cosa che vedremo meglio dopo, quando esamineremo tutta la circostanza, cominciando, appunto, dalla Frigo. Aveva un atteggiamento piuttosto preconcettuale, appunto suggerito da questa sentenza, per ritenere "particolarmente impressionanti" due testimonianze I che invece ne hanno, di valore, direi, tutto sommato, molto... molto relativo.
Ma, insomma, di queste cose ce ne occuperemo meglio. Ancora Giuttari dice: "Analizzerò questa fonte" — parlando di Frigo —
"sotto un altro versante, però qui mi preme dire subito che la sua posizione, se può essere utile per corroborare la prova..."
Va be', lasciamo perdere per ora, Sharon Stepman, Sabrina Di Carmignano, Rufo Giancarlo; tutta gente che poi analizzeremo, vedremo punto per punto. Io dico che prima dell'avvento di Lotti e di Pucci, al di fuori dalle enfatizzazioni del dottor Giuttari, in quella sede — e poi mi direte dopo l'analisi che faremo insieme, se questo non è vero — tutto quello che si può dire è che prendeva consistenza l'ipotesi che su quelle strade... o meglio, la realtà, su quelle strade, nell784 e nell'85, in epoche precedenti e successive al delitto, avessero transitato alcune automobili: color chiaro, color scuro, una rossa, una bianca, una forse argentata, eccetera.
Il che è molto normale, Signori. È molto normale, visto che siamo su due strade, e che in genere queste strade vengono percorse dalle automobili, le quali talvolta si fermano, talvolta sono rosse,
con la coda più o meno tronca, talaltra sono bianche, qualche altra volta., più raramente sono argentate; ma i complici di, Pacciani come fanno a diventare per questo un'ipotesi consistente? A me sembra che tutta questa parte della prerequisitoria del dottor Giuttari mette in luce un preconcetto: cioè una predisposizione a vedere
significati di un certo tipo, in circostanze che non ne hanno affatto. Poi il dottor Giuttari parla del cartellone, lui è
il regista della indagine. E questo : "Siccome la Ghiribelli stessa dice che Pacciani frequentava l'abitazione dell'Indovino,
mi sembra che sia un riscontro documentale molto chiaro". Di che? Pagina 82. Tanto è vero che, in questo momento, il Pubblico
Ministero ritiene opportuno, finalmente, intervenire e gli dice:
"Dottore, cosa sembra è un fatto nostro." Dice: "Beh, andiamo avanti. Non si preoccupi." Va be', ne parleremo di questo, perché mi preme un punto centrale. Prima dell'avvento di Pucci e di Lotti, in realtà,
c'è soltanto un certo Nesi Lorenzo. Il quale Nesi Lorenzo, dopo aver partecipato al dibattimento come teste senza dire nulla di quello che dirà dopo, siccome capta una reazione di Pacciani che dice: 'ma questo qui, chi lo conosce?' Se ne ha a male, torna e dice: 'ah sì? Tu hai detto che... Si presenta spontaneamente, torna e dice:
'Ah sì? Tu hai detto che non mi conosci? Allora ti dirò che te tu eri in questo posto, quella sera, su una macchina insieme a un altro'.
Come abbia fatto a riconoscere il Pacciani a tutti quegli anni di distanza, sono tutte cose che vedremo quando le analizzeremo.
Ma ora che ci serve indicare, indicare proprio che quella ipotesi surrettizia, considerata tale dalla sentenza di II Grado, che esamina anche la posizione Nesi - e dice quel che dice su quel che
riguarda questo testimone - all'epoca, prima dell'avvento di Pucci e di Lotti è suffragata soltanto da questo. Poi vedremo che dopo non c'è assolutamente nient'altro. E la rende fondata l'ipotesi dei complici senza considerare che — questo, poi, ne parlerò quando affronterò il processo, secondo quell'angolazione che non mi convince, ma che devo fare? Per correttezza e per dovere professionale nei confronti del mio rappresentato - senza contare che il Nesi Lorenzo è la fine dell'accusa nei confronti di Vanni. Perché il Nesi Lorenzo vede, dice di aver visto due persone di cui una Pacciani, ma non dice di aver riconosciuto Vanni. E Vanni per lui non è un'illustre sconosciuto, Vanni è una persona che lui conosce da quarant'anni. E se ci fosse stato Vanni accanto a Pacciani in quella circostanza, era Vanni che avrebbe visto per primo e riconosciuto come tale. Ora, io dico e chiedo a voi: basta questo per ritenere carta straccia e per catabolizzare, distruggere le ipotesi dell'unico autore e del serial-killer?
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