lunedì 23 novembre 2015

Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 6 marzo 1998 - Ottava parte

Segue dalla settima parte

Avvocato Filastò: Però, questo dato statistico riferito dal Pubblico Ministero, a me mi sollecita mi costringe ad alcune riflessioni. E la riflessione fondamentale è questa, che affido alla Corte per quello che può valere: se da noi le indagini si fanno nel modo approssimativo, che via via vedremo, forse - mi dispiace dirlo - ma con tutto l'affetto da Calamandrei che gli porto, un po', forse, dipende anche dai Giudici, tante volte. Perché se ci fossero sentenze rigorose, serie - ce ne fossero di più di sentenze rigorose, serie - come quella del processo di Appello del processo di Pacciani, gli inquirenti, secondo me, si attrezzerebbero meglio. Vedete, qui c'è il discorso dell'allarme sociale. Dice: ma come, io... Si assolve così., si rischia - di mandare a giro un colpevole, un "mostro di Firenze". Ma, insomma, questa è una vocazione legittima, certamente. Ma da un punto di vista civile c'è quell'altra. Quando si parla di garantismo... Io, perché parlo poco volentieri di garantismo io? Perché il garantismo non riguarda solamente il signor Mario Vanni, ma riguarda tutti noi. E non riguarda tutti noi solamente, come vi diceva il collega: 'attenzione, perché potrebbe capitare a voi', che è vero. Ma c'è un altro punto di vista, c'è il punto di vista della collettività. C'è il punto di vista della collettività che ha diritto a che, quando avviene un omicidio, le indagini si facciano in un certo modo. Perché il primo obiettivo di un processo non è la punizione del colpevole, è l'aspetto cognitivo. I cittadini hanno il diritto di sapere come sono andate le cose e di saperlo per bene, in modo soddisfacente. Che riguardi non solo il meccanismo di produzione di guel -determinato evento, ma il perché e il percome, le circostanze. Devono sapere. È giusto sapere. Se qui c'è una situazione germinativa, prodromica a San Casciano Val di Pesa, ma insomma, se esistesse questa situazione, no, fra maghi, dottori, esistesse questo utero, questo germinalo da . cui può nascere un collettivo di questa pericolosità, di questa cattiveria, eh, insomma, avvertiamo il Sindaco, eh. Eh, diciamoglielo, eh: 'Guardi Sindaco, stia attento, perché qui è un brutto affare in questo paesotto'. Quindi, vedete, il cittadino che vuol essere tutelato ha diritto, nell'ambito di questa tutela ad un procedimento cognitivo che sia, non solo giusto, ma anche rigoroso, serio. E vediamo se questo lo è stato. A questo punto si | comincia a addentrarci un po' di più nel merito. E cominciamo dalle origini di questa indagine. Qui abbiamo un dibattimento al quale il Pubblico Ministero, voi sapete — ve ne ha già parlato il collega Mazzeo — ha imposto un binario, la falsariga di un controllo, stile vecchia maniera, stile Vecchio Codice, della affermata esistenza della prova diretta: confessione, chiamata di correo, testimone oculare. Che si vuole di più? E il controllo, la verifica della confessione di - Lotti — che esisterebbe di già, in quanto prova, prima che interveniste voi — con buona pace di quei principi per cui la prova si forma al dibattimento, secondo il Nuovo Codice di procedura penale e di cui voi avreste dovuto soltanto ed esclusivamente valutare l'attendibilità. Quindi a voi, tutto sommato, tutti i balbettamenti, le incongruenze, l'atteggiamento a volte anche sfottente, di questo personaggio; questo mascherarsi, come vedremo, tutto sommato non vi deve interessare. Non vi dovrebbe interessare, secondo questa falsariqa che vi ha imposto il Pubblico Ministero e che io rifiuto. A voi basterebbe dire a un certo punto insomma, se l'ha detto vuol dire che è vero, sennò ; non lo diceva. Alla fine dovrebbe essere questo il vostro ragionamento, no? Anche la chiamata di correo è già esistente — dice il Pubblico Ministero — è già stata fatta, anche in sede di incidente probatorio. Il quale incidente probatorio io, poi, qualcuno un giorno mi spiegherà perché è stato fatto. Io poi ho fatto tutte le mie osservazioni, qui riproponqo l'eccezione di nullità, la riproporrò alla fine. E non sulla base di quelle indicazioni, che pure ho dato, relative all'intervento del Giudice, ma soprattutto sulla base dell'omessa notificazione della richiesta al difensore e all'imputato Pacciani, che avrebbe consentito, a quel difensore, di fare le opposizioni. Gli altri non l'hanno fatta, lo sappiamo benissimo, va be', fatti loro; gli altri difensori. Ma quello di Pacciani? Ormai Pacciani è morto. Lasciamolo fare, Pacciani. Un corno eh, altroché. È un fantasma pesante, quello di Pacciani, in questo processo. Riscontri sulla chiamata di correo, dice il Pubblico Ministero, è questo il percorso che il Pubblico Ministero intende fare, dice a pagina 27 e a pagina 2 8 della sua esposizione introduttiva. A pagina 28 insiste: "Verifica dell'attendibilità e della sussistenza dei riscontri..." E qui però vi inserisce addirittura un'altra cosa: "Verifica che hanno già fatto" - state a sentire eh, testuale - "che hanno già fatto gli Organi Giudiziari". 
P.M.: (voce fuori microfono)
Avvocato Filastò: Si capisce: ad altro fine; ma che gliene importa a loro, voglio dire. Scusi, eh, 'abbia pazienza. Io... non mi provochi, via, sia carino. Abbia pazienza, sennò mi riparte un'altra volta l'impulsività. Sia gentile, mi lasci parlare. La Cassazione, il Tribunale della Libertà, sull'esistenza degli indizi; l'incidente probatorio. "Quindi" - dice a pagina 30, aperte virgolette — "avete già" - sempre sto parlando, non della requisitoria finale, ma sto parlando, che poi la requisitoria finale più o meno è sulla stessa falsariga — "quindi avete già la possibilità di verificare, leggendo quegli atti..." Ma sentite, eh. Ah sì? E tutto quel lavoro che è stato fatto da parte di tanta gente per rinnovare il Codice; la riforma più importante: l'unico Codice della Repubblica è questo, lo sapete, vero? L'unico, l'unico Codice, vale a dire complesso di leggi, sistematico complesso di leggi partorito dalla Repubblica Italiana dalla liberazione in poi è il Codice di procedura penale. Tutto quel lavorio teoretico non serve più a nulla. Dovete leggere gli atti voi, gli atti fatti a suo tempo? È su questo, che dovreste, basarvi? "Leggendo quegli atti da una parte come si sono svolti e come sono stati ricostruiti i fatti dal punto di vista della dinamica allora, nell'85, nell'84 e nell'83..." Si è dimenticato l'82'e il '74 no? E l'81, primo delitto dell'81 no? Dì Scandicci, no? "E di verificare questi elementi oggettivi, sicuri di allora - non c'erano imputati e quindi più obiettivi di quelli — con le dichiarazioni di Lotti..." E poi tutto questo si riflette in quello che dice al dibattimento, alla fine del dibattimento, il Pubblico Ministero : "I cosiddetti delitti del 'mostro di Firenze', fortunatamente superato..." Speriamo, eh. Speriamo sia superato il "mostro di Firenze"."Tre fasi, una fase, si brancolava nel buio..." Nel buio. Si brancolava nel buio sì. E si brancolava nel buio perché si cercava il clan dei sardi. "Seconda fase, processo a carico di Pacciani..." Ora poi è arrivato Lotti, siamo a posto. C'è in questo progetto del Pubblico Ministero, in questa sua premessa, che poi corrisponde anche a come ha impostato il dibattimento sotto il profilo delle prove - vi ricorderete che a un certo punto certi elementi di prova generica sono stati inseriti in questo dibattimento per iniziativa di questo difensore - abbia pazienza, non se n'abbia a male dottor Canessa, secondo me, tutta l'esaltazione acritica, seppure storica e mi auguro, contingente, vale - a dire condizionata dall'oscurità di questi, tempi, del suo ruolo . Una consapevolezza di quasi regalità del suo ufficio. Una specie di sentimento di onnipotenza. La coscienza che le indagini sui fatti criminali appartengono solo, a lui. Che qualsiasi diversa sia pure di ordine logico, deduttivo o induttivo che provenga da un'altra fonte, compresa la vostra, non ha voce in capitolo. Compresa quella che un eventuale Giudice terzo abbia la volontà di svolgere. Che poi tutto sommato è l'impostazione del professor Voena, che ho letto nelle sue indicazioni iniziali. Francamente professore abbia pazienza se glielo dico ma mi sono sentito un po' male su quella cosa. Scusi. Voglio dire, non son mica tanto d'accordo sa. Quasi per niente d'accordo. Con tutto il rispetto per la cattedra, però io non son per niente d'accordo su questo. E credo non sia nemmen d'accordo il Codice che qui si debba soltanto controllare se l'ipotesi del Pubblico Ministero è quella autentica oppure no. E quell'articolo del Codice di procedura, penale che dice: "si assolve quando la prova è ...contraddittoria, o alternativa"? E io come difensore non devo avere la possibilità di introdurre un discorso che riguardi una prova contraddittoria alternativa? Perché io devo stare a quello che dice il Pubblico Ministero e devo mantenermi all'interno... Ma insomma, voglio dire. Lasciamo perdere le discussioni teoretiche, anche perché io, per dire la verità, di teoria... ho associato il collega Mazzeo perché lui è bravissimo come civilista, da questo punto di vista: legge dalla mattina alla sera le sentenze della Cassazione, invece a me annoiano tremendamente, ne faccio a meno finché posso. Eh, e quindi lasciamo fare. Insomma, sembra che vi dica, il Pubblico Ministero: la minestra è questa, io e i miei coadiutori ve l'abbiamo cucinata, altri Giudici hanno già detto che è buona, che non è né scipita, né troppo salata, né troppo carica di spezie, magari oggi il piatto è un tantino freddo, ma ha l'odore della verità… Quell'odore di saponetta a basso prezzo che dicevo prima io , "no? "Quello della verità. Mandatela giù questa minestra e non vi azzardate a cercare il pelo nell'uovo, perché non c'è. E non vi venga in mente di mettervi voi ai fornelli per cucinare qualche cosa perché sarebbe un fuor d'opera. Voi, intendendo Giudici e intendendo difensori, questo difensore la sfida l'ha accettata, con riferimento a un solo episodio per dir la verità, dopo aver tentato vero di introdurvi tutti, da questo punto di vista. E poi si vedrà come sarà andata quando faremo il romanzo. Si vedrà come è andata. Per Baccaiano, dico, l'ho accettata. Ma questo processo ha anche il suo alter ego, la sua alternativa: è il processo a carico di Pietro Pacciani. Quindi, processo Pacciani da un lato e processo agli "amici di merende" da quell'altro. Caratteristiche fondamentali molto diverse, dice il P.M., e in che consiste questa diversità? Ve lo dice lui: 'Pacciani indizi, qui abbiamo le prove'. No, non è solo questa la diversità, ce n'è un'altra, ammesso che sia così : come dice il Pubblico Ministero, che là c'erano gli indizi e qui invece c'erano le prove. A me mi sembra che qui c'è molto meno di quel che c'era con Pacciani, molto meno... Proprio qui siamo a zero; anzi a qualcosa di peggio, purtroppo. Dicevo con Pacciani gliel’ho detto al dottor Perugini - un minimo di attendibilità scientifica per lo meno ce l'aveva l'ipotesi, minimo eh, proprio un'inezia, però qualche cosa c'era. Qui si naviga proprio nel buio più totale, eh, proprio siamo allo sbandamento totale, secondo me. Ma c'è un'altra cosa. Una diversità più di fondo, ed è questa: Pacciani venne processato per otto duplici omicidi, per 16 vittime. Invece gli "amici di merende", che sono persino di più, e rispetto ai quali, proprio, a maggior numero di imputati, così a occhio, dovrebbe corrispondere, come dire, un maggior approfondimento, un maggior allargamento delle indagini e dei risultati delle indagini. E invece no. Guarda strano, caso strano, qui vengono processati solo per quattro episodi, per quanto riguarda Lotti, e per cinque episodi, per quanto riguarda il mio amico Mario Vanni. E perché questo? Ecco, a che logica corrisponde questo? 

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