Autore: Michele Giuttari
Prima edizione: Rizzoli, cartonato, 2015, 364pp
Descrizione: "Pedinare, raccogliere indizi, confrontare le prove. E poi spaccarsi la
testa su un caso fino all'alba, quando gli occhi bruciano e la schiena
fa male. Non sono scene da thriller, ma pagine appassionate
dell'autobiografia di Michele Giuttari, racconto fedele e spietato di un
trentennio del nostro Paese e del vero lavoro di un poliziotto: una
strada difficile, punteggiata di lotte e momenti bui ma anche di gioie e
grandi soddisfazioni. Tutto comincia nel 1978 in Sardegna, tra
"disamistade" e sequestri, per poi arrivare alla Calabria, dove Giuttari
ha affinato le sue capacità investigative tra omertà e minacce,
'ndrangheta e rapimenti. Fino al periodo toscano, macchiato del sangue
delle vittime del Mostro di Firenze. Sono storie di terrore collettivo,
quelle su Pacciani e i "compagni di merende". Eventi incomprensibili ai
quali Giuttari ha provato a dare un senso, a muso duro contro
ricostruzioni utilitaristiche e punti di vista talvolta discutibili
dello Stato e delle forze dell'ordine; opponendosi alla "pista sarda" e
all'ipotesi del serial killer solitario, ripartendo ogni giorno da capo
per trovare una logica in un racconto sfilacciato e chiamando in causa
personaggi intoccabili, troppo scomodi per un Paese che ha preferito
accontentarsi di una mezza verità piuttosto che rompere equilibri di
facciata. Ma Giuttari, rigoroso e caparbio, non ha mai smesso di credere
negli uomini e nello Stato, e ha scelto di confessare tutto,
raccontando la sua storia senza omettere nulla..."
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