Presidente: Fa entrare l'altro?
P.M.: Sì, Presidente, vorrei sentire Bartalesi Francesca.
Presidente: Buongiorno.
F.B.: Buongiorno.
Presidente: Senta, lei vuole essere ripresa dalle telecamere, o no?
F.B.: No, assolutamente.
Presidente: No. Senta, qui si dice che Vanni Mario è zio.
F.B.: Sì.
Presidente: In che senso?
F.B.: È fratello della mia mamma.
Presidente: Della sua mamma. Lei ha facoltà di astenersi dal deporre. Vuol deporre, o no?
F.B.: Come, scusi?
Presidente: Ha facoltà di non deporre, di non fare la sua dichiarazione.
F.B.: No,no, non ci sono problemi.
Presidente: Bene, allora, dov'è nata?
F.B.: A Xxxxxxx.
Presidente: Quando?
F.B.: XX/XX/XX
Segr. d'udienza: Risiede?
F.B.: A Xxxxxxx.
“Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo
con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non
nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza."
Presidente: Prego, Pubblico Ministero.
P.M.: Grazie, Presidente. Signora, può spiegare alla
Corte innanzitutto qual è la sua attività? Che lavoro svolge.
F.B.: Io lavoro nella lavanderia della COOP a Xxxxxx.
P.M.: Lei, ci diceva, è nipote del signor Vanni.
F.B.: Esatto.
P.M.: Che rapporti, in concreto, ci sono o ci sono
stati con suo zio? Vi vedevate quotidianamente, rapporti
saltuari...
F.B.: Praticamente rapporti saltuari, diciamo,
veniva a volte a casa, non so, per le feste. Magari ci lasciava
dei soldi, cose normali come penso , facciano tutti gli zii, così,
ma... Oppure ci incontravamo in paese: 'ciao, ciao, come sta la
zia, come state', così, ma nulla di... A volte andavo a casa a
trovarli, ma.. . Cioè, saltuariamente, non rapporti, cioè, non...
P.M.: Stretti.
F.B.: Ecco, appunto, sì.
P.M.: Lei ha una sorella che si chiama Alessandra?
F.B.: Esatto.
P.M.: Alessandra ha avuto rapporti più stretti di quelli che sono stati i suoi con...
F.B.: Sì, lei sì. Andavano a cena a volte insieme... Cioè, me lo raccontava l'Alessandra.
P.M.: Perché Alessandra abita in casa con lei?
F.B.: No, Alessandra abita coi miei genitori. Io sono sposata ed abito a Xxxxxx col mio marito.
P.M.: Alessandra, invece, questa sua nipote che oggi è... questa sua sorella, è citata come teste, ha avuto rapporti diversi, perché dice andava a cena con lo zio?
F.B.: Sì, a volte andava a cena con lo zio, c'era anche l'altra sorella... Andavano a cena, così.
P.M.: C'era anche Giancarlo Lotti, per quello che ne sappia lei?
F.B.: A volte so che c'era. Non so se c'era sempre.
P.M.: Chi gliel'ha raccontata questa circostanza, che c'era il Lotti?
F.B.: L'Alessandra.
P.M.: La stessa Alessandra.
F.B.: Sì, sì, me lo diceva lei.
P.M.: In famiglia... Anzi, innanzitutto i suoi genitori erano favorevoli a questo rapporto?
F.B.: No, assolutamente.
P.M.: Può spiegare come mai c'era questo rapporto fra - sembra di capire - suo zio, l'Alessandra e il Lotti e perché i suoi genitori non erano favorevoli?
F.B.: I miei genitori non erano favorevoli per il fatto che... cioè, non frequentava persone della sua età. Glielo dicevano: 'Alessandra, ma insomma, non è una compagnia adatta a te'. Però lei, cioè, è un po'... Insomma, fa come vuole, ecco. Non è che da retta...
P.M.: Sua sorella ha avuto un incidente, ha avuto un problema fisico?
F.B.: Sì, un aneurisma. È stata in coma 21 giorni.
P.M.: E ne ha riportato delle conseguenze permanenti?
F.B.: Eh, sì.
P.M.: Lei ha capito perché sua sorella usciva con il
Vanni e con il Lotti?
F.B.: No, sinceramente no. Cioè, non vedo cosa ci potesse essere di... Cioè, una ragazza gio... Insomma, non della sua età, ripeto, come le ho detto prima, non... Cioè, non era una compagnia per lei. Gli si diceva, glielo dicevo io, anche l'altra sorella, ma lei niente. Cioè...
P.M.: Ma ha capito quale era la motivazione di sua
sorella? Ve lo ha spiegato perché andava con questi...
F.B.: Diceva: 'Si va a cena, così, con lo zio, poi c'è altra gente...' così. Poi a volte c'è stata anche l'altra mia zia.
P.M.: Ma era un discorso di simpatia, di amicizia, o c' era uno scopo? Vi ha mai detto qual'era lo scopo, se c'era...
F.B.: No, a me personalmente no.
P.M.: E questo rapporto con lo zio e con il Lotti è
nato all'improvviso, o risale agli anni, nel tempo? Cioè, fino da
quando era bambina frequentava queste persone, o è in un momento...
F.B.: No, no, è nata una cosa così, perché non...
Siccome fu in un periodo che il suo fidanzato, il fidanzato
dell'Alessandra non c'era, era tornato giù a casa sua, che è di
Potenza. E quindi lei, insomma era sola. Trovava magari il zio in
paese, così, e dice: 'via, si va a cena, così...' ecco, la cosa
nasceva così.
P.M.: Così ve l'ha raccontata a voi almeno.
F.B.: Sì.
P.M.: Ecco.
F.B.: Sì, sì.
P.M.: Poi vedremo, ha detto cose diverse. Lei sa per quanto è durato, al di là del fatto dell'assenza del fidanzato, questo rapporto? Perché l'Alessandra sembra abbia parlato di un'estate. Perciò per diversi... Per qualche mese.
F.B.: Cioè, io, quando tornò su lui, il suo ragazzo, queste cose finirono.
P.M.: Lei sa...
F.B.: Perlomeno per quanto ne so io.
P.M.: Ho capito. E lei sa se il Vanni aveva o ha dato del denaro a sua sorella?
F.B.: Sì, ne avevo sentito parlare in casa.
P.M.: Sa il perché?
F.B.: No, questo non glielo so dire davvero. Cioè, è un discorso così che sentii dalla mi' mamma, dice: 'gli ha dato dei soldi, così'. Dico: 'ma per quale motivo?' 'Mah, non lo so', dice. Basta. Cioè...
P.M.: Alessandra ha parlato di quattro milioni. Lei lo sa?
F.B.: No, la cifra non la so assolutamente.
P.M.: Sa se quando c'erano queste cene, ognuno pagava per conto suo, o se sua sorella era ospite o del Lotti o del Vanni?
F.B.: No, non lo... Non lo so, non me lo ricordo. Può darsi anche me lo abbia detto, ma ora sinceramente non... Di preciso non glielo saprei dire.
P.M.: Senta, ha mai parlato suo zio Vanni con lei di una lettera ricevuta dal carcere?
F.B.: Sì, questo sì.
P.M.: Ci può spiegare i termini esatti? Come gliene ha parlato e il contenuto.
F.B.: Premetto che, insomma, sono passati tanti anni e le cose, cioè, non... Niente, lui mi disse, dice: 'sai quello lì di Mercatale' - che io non conoscevo, non lo avevo mai visto, che ho conosciuto dopo quando è venuto fuori questa storia - mi disse, dice: 'sai quello lì di Mercatale sta per uscire e mi ha mandato una lettera. Insomma, ho paura'. Basta, chiuso.
P.M.: "Ho paura", e spiegò perchè?
F.B.: Mah…
P.M.: Cioè, voi eravate in confidenza tale che questi tipi di discorsi ve li facevate, o fu una cosa che a lei sembrò anomala?
F.B.: No, cioè, fu una cosa così. Mi... Cioè, da un momento ad un altro mi fece questo discorso, cioè mi disse questa cosa. Però io, conoscendo un pò anche i mi' zio che salta a volte di palo frasca, come si dice da noi, non gli detti peso più di tanto. Cioè, non conoscevo questo qui, non sapevo chi era. Cioè, capito? Sicché fu una cosa nata così, il discorso morto lì, basta. io non ci pensai nemmeno più di tanto. Assolutamente.
P.M.: Lei ha detto anche paura, dice: che aveva paura. Capì che paura aveva e perché?
F.B.: No. A me mi disse: 'ho paura', così. Le ripeto, cioè, io non detti peso più di tanto alla cosa, perché non... Cioè io non conoscevo nè Pacciani, né mai visto e mai sentito nominare, capito?
P.M.: E lei non fu, diciamo così curiosa da chiedere: 'chi è questo signore e perché hai paura'?
F.B.: No, non gli chiesi nulla, niente.
P.M.: Come mai? Non è abbastanza strano che lei, ad uno che le fa una confidenza di questo tipo, sia pure
P.M.: ... e non le chiede nulla?
F.B.: Ma io, no, io non gli chiesi nulla, perché ripeto, non ci detti peso più di tanto. Poi non so, probabilmente si aveva altri problemi, insomma, problemi personali. Non lo so nemmeno. Cioè, proprio la cosa fu nata e morta lì. Cioè, un discorso del genere e basta. Non... Cioè, non le so dire altro di questo.
P.M.: Quando le fece questo discorso, eravate a casa sua, eravate fuori, c'erano altre persone...
F.B.: No, l'unica cosa che mi ricordo è che eravamo fuori, all'aria aperta. Però...
P.M.: Eravate solo voi due?
F.B.: Mi sembra. Però non sono sicura, non me lo ricordo, sono passati tanti anni.
P.M.: Tanti anni, lo sa collocare nel tempo? Quattro-cinque-sei-sette...
F.B.: No, molti di più. Una decina d'anni, insomma, tanti. Una decina d'anni per dire parecchio, ecco. Ora con precisione...
P.M.: Suo zio poi ha parlato... Abbiamo focalizzato fine '90, un'epoca così. Anni '90-'91. Può essere? Lo ha detto suo zio, eh, o altri testi.
F.B.: No, per me... '91, sono sei anni? No, sono... A quello che posso ricordarmi io, per me sono passati di più, più anni.
P.M.: Ho capito. Senta una cosa, lei sa dire che rapporti c'erano fra suo zio e sua zia? Fra moglie
e marito.
F.B.: Ah, sì. I rapporti... Insomma...
P.M.: Ce li hanno già riferiti tutti, in questo processo. Volevo sapere se li conosce anche lei.
F.B.: No, li conosco.
P.M.: Ce li può spiegare?
F.B.: È che, non so, ogni tanto litigavano. Non è che la cosa la fosse... Insomma, che andassero tanto... insomma d'amore e d'accordo. Certo, periodi meglio, periodi peggio, penso si passano tutti.
P.M.: Ci può spiegare qualcosa di più?
Avvocato Pepi: Presidente, opposizione. Mi sembra che questo genere di domande siano irrilevanti ai fini del giudizio.
Presidente: (voce fuori microfono)
P.M.: Lei sa se suo zio aveva rapporti con prostitute a Firenze?
F.B.: No, questo non lo so.
P.M.: Ha sentito questo discorso da qualcuno? O lo apprende da me oggi?
F.B.: No, io l'ho sentito... Cioè, quello che ho letto sui giornali.
P.M.: No, io dico da persone, da altri parenti...
F.B.: No. No, no.
P.M.: Non ho altre domande. Grazie.
Presidente: Parti civili?
Avvocato Colao: Senta, scusi, sono l'avvocato Colao di parte
civile. Questa comunicazione che le fece lo zio di avere paura,
fatta a lei che è una giovane donna, a cosa tendeva? Cosa voleva lo zio dicendole questo? Una protezione?
Avvocato Pepi: Opposizione. Questo è un giudizio, Presidente.
Presidente: No, chiede un fatto. Cosa, fa la domanda, cosa voleva.
Avvocato Colao: Cosa voleva, cosa voleva...
Presidente: Vediamo se è un giudizio...
F.B.: Io... Cioè, io non... quello che voleva non lo so. Probabilmente non so se...
Presidente: Per come lo ha capito lei. Cosa ha capito lei.
F.B.: Io...
Avvocato Pepi: Presidente, l'interpretazione del giudizio.
Avvocato Colao: Un conforto?
F.B.: Può darsi.
Avvocato Colao: O una protezione?
Avvocato Pepi: No, queste... No, io mi oppongo a questo...
Presidente: Si possono fare anche delle domande suggestive dell'esame indiretto, avvocato, eh. Quindi...
Avvocato Pepi: Ho capito. Non può però la teste dare un giudizio, una supposizione. Dovrà riferire.
Avvocato Colao: Qui si tratta di capire perché un uomo dell'età di suo zio viene da una giovane donna a dirle...
Presidente: Facciamo le domande e non i commenti, le premesse e i
preamboli, perché sennò non si arriva più. Via, visto e
considerato che volete un po' di briglie, mettiamo le briglie, eh.
Avvocato Colao: Allora, un'altra cosa, Presidente. Era solita
allora confortare suo zio?
F.B.: No, no.
Avvocato Colao: O proteggerlo?
F.B.: No.
Avvocato Colao: Va bene. Grazie.
Presidente: Altre domande? Avvocato Pepi, domande lei?
Avvocato Pepi: Senta, signora Bartalesi, lei - mi sembra però lo abbia già detto - aveva un rapporto molto sporadico con suo zio.
F.B.: Sì, sì.
Avvocato Pepi: Non è che lo vedesse molto.
F.B.: No.
Avvocato Pepi: Ecco. E ritornando a questa famosa lettera, ecco, lei ha detto, dice: 'mio zio dimostrò di avere paura'. Ecco, io però vorrei sapere - se lei è in grado di ricordarselo, mi rendo conto che è passato tanto tempo - qual era il tipo di atteggiamento? Cioè, un conto è dire : ' sembrava di aver paura ', ma era veramente preoccupato, dimostrò una preoccupazione veramente forte oppure disse cosi, qualcosa di serio?
F.B.: No, una preoccupazione forte, no. Però, cioè,
vidi insomma, sembrava impaurito. Quello
sì, me ne resi conto. Però... Cioè, io niente, non gli chiesi
niente, perché non... Non so se era un momento che probabilmente,
ripeto, avevo altri problemi personali, non lo so. Non... Che non
chiesi spiegazioni.
Avvocato Pepi: Ecco, senta signora, lei mi sembra che prima abbia
detto che suo zio le avrebbe detto che questa lettera l'avrebbe spedita il Pacciani.
F.B.: No, aspetti.
Avvocato Pepi: No.
F.B.: "Quello lì", mi disse.
Avvocato Pepi: Volevo, appunto, un chiarimento. Ecco.
F.B.: "quello di Mercatale", mi disse, "Quello lì", però non fece nomi. L'ho ricollegata io la cosa, dopo, quando...
Avvocato Pepi: Ecco, quindi l'ha ricollegata lei.
F.B.: Eh, sì. Quando sono venuti fuori...
Avvocato Pepi: Suo zio non le disse: 'Pacciani mi ha spedito una lettera dal carcere'?
F.B.: No, no, nomi non ne fece.
Avvocato Pepi: Bene. Non ho altre domande, grazie.
Presidente: Può andare, grazie.
F.B.: Grazie.
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