giovedì 29 novembre 2012

Riccardo Lamperi - Udienza del 15 luglio 1994

L'Ispettore di Polizia Riccardo Lamperi fu ascoltato il 15 luglio 1994 nel processo a Pietro Pacciani. Quelle che seguono sono le sue dichiarazioni.

Presidente: Vogliamo concludere, signori?  
P.M.: Presidente, a me occorre un minuto per l'ultimo teste.  
Presidente: Un altro teste?  
P.M.: Un minuto.  
Presidente: E chi è?  
P.M.: L’ispettore Lamperi. In quanto stamattina una domanda fatta al maresciallo Minoliti su un telefono non ha avuto risposta perché non lo sapeva. Si tratta...  
Presidente: Non lo sapeva perché non aveva fatto lui l'accertamento.  
P.M.: Non lo sapeva perché non l'aveva fatto; e siccome l'ha fatto l'ispettore Lamperi...  
Presidente: Perché non gliel'abbiamo chiesto l'altro giorno?  
P.M.: Perché è un dato che è nato su domanda del difensore, fatta all'ispettore Lamperi.  
Presidente: Una domanda sola, però.  
P.M.: Una domanda che la posso fare prima a lei, Presidente, così sa che è una sola.  
A.F.: Presidente, ma viene rimesso nei termini... non lo so io.  
Presidente: Avvocato, non è una remissione dei termini.  
A.F.: Eh.  
Presidente: È una domanda che si vuol fare all'ispettore Lamperi su una circostanza di cui stamani il maresciallo Minoliti non era al corrente: i telefoni del Pacciani. P.M.: Nata su domanda dell'avvocato Bevacqua.  
Presidente: Signori, che sia però una domanda e una sola.  
A.B.: Presidente, la domanda... ha risposto a questa domanda l'ispettore Lamperi.  
A.F.: C'è una risposta chiarissima.  
A.B.: Non so che tipo di domanda...  
P.M.: No, no. Sul telefono non ha risposto.  
A.F.: Come no!  
Presidente: Non ci posso giurare su questo. Se ve lo ricordate tanto meglio. 
A.F.: È registrato.  
P.M.: Presidente, se ora lei sente la domanda e la risposta dell'ispettore Lamperi, vedono che non ha risposto nessuno su questo.  
Presidente: Sentiamo Lamperi. Una domanda sola, però.  
P.M.: Grazie. Se è una è una, Presidente.  
Presidente: Sieda pure.  
R.L.: Grazie.  
Presidente: Allora sentiamo la domanda.  
P.M.: Ispettore, quante utenze telefoniche aveva il Pacciani, in quali luoghi e in che date sono state installate?
R.L.: Da un accertamento che ho effettuato - ne ho parlato ieri parzialmente; l'annotazione è del 17 dicembre del '93 - ho verificato che alla SIP risultano due forniture per allaccio telefonico. Una - ne ho parlato ieri - è quella che riguarda l'abitazione di piazza del Popolo; e la seconda utenza...  
P.M.: E di che anno è? Ci ha detto ieri è dell'83.  
R.L.: Fatta domanda nel dicembre...  
P.M.: L'allacciamento.  
R.L.: Domanda nel dicembre '81; di fatto attivazione nel dicembre '83.  
P.M.: La seconda utenza?  
R.L.: La seconda utenza, la domanda è stata, l'istruttoria è stata fatta nel 13 gennaio del '92 e la installazione dell'apparecchio e l'attivazione è stata effettuata il 30 gennaio del'92.  
P.M.: Non ho altre domande, grazie, mi basta.
A.B.: Mi scusi, Presidente...  
Presidente: Prego.  
A.B.: Io le ho domandato, e lei ieri mi ha risposto, bene? E mi ha risposto anche oggi. La domanda che le ho fatto io era questa, in relazione a quello che era scritto in questo blocco. In questo blocco, senza data, c'è una data superiore : "Oggi, 13 luglio '81 prendo dal Bruci Franco una portiera per il gas, lire 18.000". Lei ha detto che 18.00 erano troppe. Sotto c'è scritto: "Per mettere il telefono chiamare la mattina il numero 187". "Per mettere il telefono", cioè significa: avere l'utenza telefonica. "Ufficio Commerciale SIP; nome, cognome e indirizzo", senza altro. Giusto?  
R.L.: Sì, la domanda che mi è stata fatta è diversa, però, eh!  
A.B.: Aspetti. Lei poi ha fatto questa relazione il 17/12/93 dove dice esattamente: "Pacciani Pietro ha fatto domanda per il telefono nella sua abitazione di Mercatale, piazza del Popolo, 7, in data 1/12/81". È vero questo? 
R.L.: Sì, ma non ha nulla a che vedere con quello che mi ha chiesto... 
P.M.: Ma lo ha detto ieri.  
A.B.: No, no, ma io volevo che lei ripetesse questo.  
R.L.: Ieri, si, per...  
A.B.: Siccome non volevo che lo ripetesse anche oggi, la ringrazio.  
R.L.: Sì, va be'. Questo è l'appartamento di piazza del Popolo e il telefono...  
A.B.: Non mi interessa.  
P.M.: Aveva due telefoni o no?  
R.L.: Aveva due telefoni, sì.  
P.M.: Bene, grazie.  
A.B.: Aveva due telefoni...  
R.L.: Certo.  
A.B.: ... però questo qua, però veda, se avesse due telefoni - sarà oggetto di discussione dopo – non faceva questo, per il secondo telefono...  
P.M.: Cosa c'entra...  
A.B.: ... perché l'avrebbe già fatto. Invece questa è la prima volta che lui mette il telefono. 
P.M.: Ma che ne sa!  
R.L.: Sì, ma io non entro nel merito... Confermo ciò che ho detto ieri...  
A.B.: Grazie, ispettore Lamperi.
R.L.:  ... confermo ciò che ho detto oggi.  
A.B.: Grazie.  
P.M.: Sono due fatti diversi.  
A.B.: Certamente.  
Presidente: Può andare, Ispettore.  
R.L.: Grazie.  
A.F.: No, signor Presidente, abbia pazienza, dovrei fare una domanda, se me lo consente.  
Presidente: Certo, Avvocato.  
A.F.: Ecco, volevo chiedere, giacché c'è a disposizione l'ispettore Lamperi che è al corrente di questo, quando sono iniziate le intercettazioni telefoniche in via Sonnino, 30?  
R.L.: Le intercettazioni telefoniche...  
P.M.: Ambientali.  
A.F.: Telefoniche.  
R.L.: Telefoniche, sono...  
Presidente: Telefoniche, non le ambientali.  
A.F.: Le telefoniche.  
R.L.: Le telefoniche, Avvocato, saranno iniziate dal momento che c'era l'apparato telefonico installato, quelle telefoniche. Quelle ambientali, se lei tiene alla risposta completa...  
A.F.: Quelle erano già pronte, quelle ambientali, il 3 dicembre, prima che uscisse.  
R.L.: Sì. No, c'è un fatto di interesse, se lei vuole.  
A.F.: Sì.  
R.L.: Allora, Pacciani abita, dopo la scarcerazione, in piazza del Popolo fino alle ore 16-16.20 del giorno 24 dicembre. Quando poi la figlia Rosanna esce dall'ospedale e va a Mercatale, Pacciani quel pomeriggio è già trasferito in via Sonnino al 28. Quasi subito il signor Pacciani si accorge che c'è una microspia che lui riesce ad individuare, e allora decide di spostarsi al numero civico 30. Quando fu installato poi l'apparecchio telefonico in via Sonnino, 30, era un apparecchio già preordinato, fuso nella presa c'era un'altra microspia, eccetera, e quindi sentimmo...  
A.F.: Quindi dalla fine di gennaio '92...  
R.L.: Sì.  
A.F.: ... iniziano le intercettazioni.  
R.L.: Sì. La cosa importante è che lui smette di stare al numero 28 nel momento che si accorge che c'è quella microspia.  
A.F.: No, diceva il Pacciani...  
R.L.: Ho capito.  
A.F.: ... come fa ad accorgersi che c'è la microspia?  
R.L.: Si rileva dall'ambientale. Fu individuata dal signor Pacciani questa microspia vicino a una trave posta nei pressi del contatore del civico 28.  
A.F.: Quella esterna.  
R.L.: Sì, esatto, esatto.  
A.F.: Sul corridoio. Pacciani, via!  
A.B.: Lascialo parlare. Ha diritto di parlare.  
A.F.: Se il Presidente permette, può spiegare?  
Presidente: Chi dice che gliel'ho vietato?  
A.B.: Ha diritto di parlare, Presidente.
Presidente: Sentiamo.
P.P.: Se permette, io gliene spiego, non c'è mica nulla di inconveniente.  
Presidente: Chiarisce.
P.P.: Io andai in questa soffitta a mettere a posto della roba che si butta, insomma, su...  
Presidente: Certo. E si, perché c'è una specie di soppalco, no? una scala.
P.P.: ... vidi un filo ciondoloni che andava nel muro. Tiro questo filo e mi viene una ciambelletta in mano - io non me ne intendo di questa roba.  
Presidente: Neanch'io, neanch'io.
P.P.: ... e andai dalla moglie di Iandelli, da quello che mi messe il telefono, la gliene può domandare...  
Presidente: Sì, è vero.
P.P.: ... e gli domandai cos'era questo aggeggio. La mi disse: "L'è un microfono". “Ah, ho capito!” Io, siccome avevo affittato la casa a dei sonatori, allora pensai che questi ragazzi per amplificare gli avevano messo dei tubi, tutti strumenti, no?...  
P.M.: Però cambiò casa!
P.P.: Pensavo fosse sua. Come infatti ne feci un rotolino e la messi nel cassetto della scrivania.  
Presidente: Dove fu poi trovata.
P.P.: E poi fu trovata. Io non riferii nulla e non dissi nulla, pensando sempre fosse...  
P.M.: Cambiò casa e basta.
P.P.: Se poi si parla questo telefono, che ne avevano messo un'altra al telefono io non so, io non me ne intendo di questi aggeggi, l'ho sentito qui in aula. Allora io, siccome telefonavano la notte, che ero sorvegliato, mi toccava arzarmi e via. Io pensai di mettere un altro telefono in camera, collegato al medesimo telefono e feci un forellino nel muro - c'è ancora - un foro ni' muro e il telefono ce l'ho già, un telefono da applicare. Ecco, li volevo mette' da me, perché, insomma, un po' me ne intendo di questi aggeggi. E feci un buco ni' muro e attaccai questo filo e l'ho messi su questo comodino. Ma non funzionava. 'Un funzionava perché 'un mi intendo di questa pratica. Ecco, è tutto lì.  
P.M.: Forse non c'era linee.
P.P.: Grazie, signor Presidente.  
Presidente: Va bene.  
P.M.: Nessuna domanda, Presidente.  
Presidente: Ovviamente. Può andare l'Ispettore?  
P.M.: Senz'altro, senz'altro.  
Presidente: Benissimo. Allora, la Corte si ritira un minuto per sciogliere queste riservine che ancora ci sono. 
P.M.: Bene, grazie.  
A.B.: Presidente io…  
A.F.: Presidente...  
Presidente: Allora la faccia subito, Avvocato.  
P.M.: Anche il P.M., allora.  
Presidente: Allora fermi tutti.  
A.B.: La faccia prima lei poi...  
P.M.: Presidente, la mia è di una...  
Presidente: La facciamo fare al Pubblico Ministero per primo?  
P.M.: Grazie. È semplicissima, perché in fondo è un problema...  
Presidente: Si ricordi il Pubblico Ministero, non so se materialmente lo ha fatto, di versare i fascicoli fotografici e quant'altro e metterli a disposizione...  
P.M.: Tutti quelli che avevo... se qualcuno manca li mettiamo in Cancelleria.  
Presidente: In Cancelleria a disposizione dei difensori e della Corte, ovviamente.  
P.M.: Certo, certo. La mia istanza è questa, considerando che in fondo siamo al termine dell'istruttoria dibattimentale, mi sono accorto solo ora, nei giorni scorsi...  
Presidente: Male, male.  
P.M.: Male. Che per quanto riguarda il rapporto giudiziario del '51, del delitto del '51, di cui nelle precedenti udienze avevo chiesto l'acquisizione, il problema è in realtà superato perché era stato lo stesso avvocato Bevacqua che l'aveva prodotto, e io non me ne ero accorto. In quanto, nella sua richiesta di prove per l'udienza del 19 aprile '94, aveva versato lui copia: "Allegato B, numero 2, copia rapporto Carabinieri Firenze del 12 aprile '51, circa l'omicidio del Bonini Severino". Quindi c'era una volontà di versare questo rapporto. Allora io faccio questa istanza, che in fondo è solo un'integrazione: se c'era il rapporto giudiziario che era quello richiesto dal difensore e che avevo chiesto anch'io, mi sembra che a questo rapporto giudiziario la Corte lo possa vedere completo; intendo con l'album fotografico, dei rilievi fotografici, e l'autopsia. A questo punto, dato che questa è solo un'integrazione, io chiedo che sia integrato quel rapporto, che è già stato fornito addirittura dalla difesa, con elementi che c'erano già allora; e oltre questo, dato che si dà atto, anzi lo stesso difensore fa presente che si tratta della sentenza della Corte di Assise di Appello del 18/12/52, chiedo come ho già chiesto che oltre la sentenza di Appello, per completezza, a questo punto - c'è il rapporto giudiziario - chiedo che sia prodotta e acquisita agli atti anche la sentenza di I grado.  
A.B.: Signor Presidente, già la Corte...  
Presidente: Vedo l'avvocato Colao.  
A.B.: Prego.  
A.C.: Le parti civili si associano al P.M.  
Presidente: Avvocato Bevacqua, prego.  
A.B.: Signor Presidente, già la Corte di Assise su questo punto e sulla ritualità e sulla utilizzabilità del rapporto, ha deciso con ordinanza respingendo la richiesta della difesa. Quindi, così come ha respinto la richiesta della difesa di utilizzare a fini probatori questo rapporto, mi pare che ci sia stata la prima delle ordinanze della Corte di Assise, ha respinto sia la utilizzabilità di questo rapporto, sia di quel rapporto di Osnabruck, cioè di quel signore...
P.M.: No, no, non mi sembra che sia proprio cosi.  
A.B.: Sì, sì, certo.  
P.M.: Questa è la udienza del 19 aprile 1994.  
A.B.: No, no.  
P.M.: Sono i documenti chiesti dalla difesa il primo giorno.  
A.B.: Certamente, sul punto la Corte di Assise ha già deciso dicendo che questo rapporto non è utilizzabile: né questo, né quell'altro.  
P.M.: Chiedo scusa, chiedo scusa, sono i documenti.  
Presidente: Riprendiamo la nostra ordinanza.  
P.M.: Ecco, esatto.  
A.B.: Io mi oppongo in ogni caso alla richiesta del Pubblico Ministero.  
P.M.: E allora la mia, ovviamente, oggi, al di là della utilizzabilità o meno, è una richiesta ex 507 Codice di procedura, in quanto siamo al termine dell'istruttoria e quindi è valutabile dalla Corte che si tratta di atti utili per la ricostruzione dei fatti.  
A.B.: Di quali fatti non lo so, signor Presidente.  
P.M.: L'ha chiesto lei il rapporto, Avvocato.  
A.B.: No, io l'ho chiesto ma mi è stato respinto. Basta. Chiuso.  
P.M.: Quindi per lo stesso motivo per cui lo chiedeva lei.  
A.B.: Ma questa è una cosa...  
Presidente: Signori, scusate, possiamo guardarlo sul computer. Ma siccome abbiamo la copia dell'ordinanza, ce l'andiamo a vedere.  
A.B.: Certamente, me la ricordo questa.  
Presidente: Quindi... Le posizioni sono chiare: chi propone, chi si oppone.  
P.M.: Benissimo.  
A.B.: Io ho una richiesta di un altro tipo, signor Presidente. Oggi abbiamo letto su "Il Sole 24 ore" che il Governo ha emesso dei provvedimenti. Eh, Presidente, io ho il dovere...  
Presidente: Ah, va bene, certo, Avvocato.  
A.B.: ... di fare queste cose. Lei conosce...  
Presidente: No, no pensavo aveste letto qualche altra cosa riguardo questo processo. Invece è il decreto.  
A.B.: Io non leggo, guardi; non ho letto neanche quel libro famoso, famosissimo. Ho chiesto soltanto il sequestro. Punto e basta.  
Presidente: Non leggete.  
A.B.: Ma l'ho chiesto con ritardo.  
Presidente: Non leggete, non leggete!  
A.B.: No, io non lo leggo neppure. Veda, Presidente, io chiedo, ai sensi dell'articolo 275, rinovellato, perché è un'articolo che è stato novellato più volte, invecchiato, poi rinovellato, eccetera, dell'ultimo comma, secondo cui può essere, può essere eventualmente modificato lo stato attuale di cautela processuale nei confronti dell'imputato se non sussistono esigenze cautelari diverse...  
Presidente: E questo è il problema.  
A.B.: Quindi se sussistono esigenze cautelari che possono essere soddisfatte con altre misure - e questo mi pare che sia il caso di specie - l'imputato Pacciani nonostante la imputazione che grava su di lui, ma questa norma consente comunque in una situazione di patologia sicuramente diffusa di cui lui è affetto, varie patologie; in relazione anche all'età non più giovanile di questo signore; in relazione al fatto che certamente non vi è pericolo di fuga, nonostante quel nuovo inciso normativo secondo cui si debba dare alla fuga, ma questo non c'entra nulla. Io credo che possa essere, e faccio una richiesta in tal senso, che possa essere sostituita l'attuale stato di detenzione in carcere con gli arresti domiciliari, perché la nuova normativa, entrata in vigore, credo, ieri o stanotte o stamattina, lo consente. Per le considerazioni di ogni natura che ho già espresso a suo tempo e che trovavano un limite normativo ben preciso, limite che è stato ora rimosso con questo nuovo decreto legge. Quindi io chiedo alla Corte eccellentissima di dover sostituire l'attuale stato di detenzione in carcere con quello degli arresti domiciliari, con tutte le cautele che l'articolo 284 eventualmente può imporre e possono essere imposte all'imputato. Grazie.  
Presidente: Avvocato, lei si associa?  
A.F.: Si associa il difensore Fioravanti.  
Presidente: Pubblico Ministero, ha qualcosa da dire?  
P.M.: Due parole. Ovviamente è contrario. La norma non è cambiata per quanto riguarda la misura cautelare nel caso concreto, in quanto è pacifico, è stato già oggetto di un'ordinanza della Corte che, stante la personalità dell'imputato, la gravità dei fatti, il fatto che si tratti di omicidi fatti con un'arma mai ritrovata, si pone il caso come uno di quelli nel quale soltanto la misura in carcere è adeguata, e ogni altra, stante i motivi che ho detto, è palesemente inadeguata. Quindi mi oppongo.  
Presidente: Le parti civili hanno qualcosa da dire sul punto?  
A.C.: Siamo remissivi. 
A.B.: Oh! Finalmente un po’ di remissività…

DOPO LA SOSPENSIONE  

Presidente: Diamo lettura della seguente ordinanza: “La Corte, provvedendo sulla richiesta della difesa di produrre una videocassetta che rappresenta una simulazione di esperimento giudiziario, e sulle richieste di effettuazione di esperimento giudiziario tendente a ricostruire i fatti descritti dai testi Iandelli Luca e Lapini, rileva: Quanto alla cassetta, che non si tratta di produzione documentale in quanto il documento nasce in funzione processuale, e viene qui utilizzato solo occasionalmente e quanto alle richieste di esperimento giudiziale, che le stesse sono tardive perché non dedotte nei termini di cui all'articolo 493,Codice di procedura penale; e comunque non sono assolutamente necessarie. Provvedendo poi sull'odierna richiesta del Pubblico Ministero di acquisizione di atti relativi al processo subito dal Pacciani nel 1951, rileva che è infondato il presupposto dedotto dal Pubblico Ministero istante, non avendo questa Corte autorizzato il difensore a produrre rapporto dei Carabinieri 12/04/51. Ed osserva inoltre l'acquisizione dell'imputato alla documentazione ai sensi dell'articolo 507 Codice di procedura penale, non può trovare accoglimento perché non assolutamente necessario. Inoltre, sciogliendo la riserva sull'istanza della difesa dell'imputato di sentire nuovamente il teste dottor Ruggero Perugini, rileva che le circostanze sulle quali il teste sarebbe chiamato a deporre, appaiono ininfluenti e comunque già più che ampiamente accertate dalla rogatoria internazionale svolta. Provvedendo infine sulla odierna istanza difensiva di sostituzione della custodia cautelare in carcere dell'imputato con la misura degli arresti domiciliari, rileva come nessuna nuova emergenza valga in alcun modo ad inficiare le considerazioni svolte nell'ordinanza 22 aprile '94, reiettiva di una precedente istanza di revoca della custodia in carcere. Ordinanza che merita riconferma anche alla luce delle innovazioni apportate al Codice di Rito dal decreto legge 14 luglio '94. E che deve perciò intendersi qui integralmente richiamato. Conservando essa, in particolare, integrale attualità riguardo alla sussistenza di gravissime esigenze cautelari non fronteggiabili con misure diverse dalla custodia carceraria, data la limitatezza dei controlli diretti che anche gli arresti domiciliari consentirebbero di compiere sull'imputato. Per questi motivi respinge tutte le istanze come sopra proposte”. E quindi alleghiamo questa al verbale. Dunque, a questo punto, finito l'esame e tutti i testimoni, eccetera, ci sarebbe l'esame dell'imputato Pacciani Pietro, se è disposto a renderlo.  
A.B.: L'imputato Pacciani non è disposto a rendere l'esame, ma renderà, quando la Corte riterrà opportuno, delle dichiarazioni spontanee.  
Presidente: Bene. Lei, Pacciani, ha sentito le dichiarazioni del suo difensore, ovviamente parla per lei. È d'accordo. È d'accordo, vero?  
A.B.: No, io non la posso interrogare. O la interroga il Pubblico Ministero, e la interroghiamo anche noi; oppure parla da sé, tutto quello che vuol dire.  
Presidente: Se lei deve rispondere, deve rispondere a tutti, non solo al suo difensore. Se invece vuole rendere dichiarazioni spontanee, può farlo quando crede, nei limiti in cui naturalmente la cosa è possibile. Bene, signori, a questo punto...  
A.B.: Farà dichiarazioni spontanee, signor Presidente. Va bene?  
Presidente: Sì, dichiarazioni spontanee. Le renderà quando crede naturalmente.
 P.M.: Presidente, ex articolo 513, Codice di procedura penale, chiedo la utilizzazione dei verbali d'interrogatorio e delle memorie.  
Presidente: Ma io credo, signori, che sull'accordo delle parti si dichiarino utilizzabili tutti gli atti comunque acquisiti.  
P.M.: Sì, gli interrogatori non li ho ancora prodotti.
Presidente: Non li aveva prodotti?  
P.M.: No, il 513 è invocabile solo quando...  
Presidente: Ah, no, dell'imputato, scusi, scusi.  
P.M.: È invocabile solo quando...  
Presidente: Va bene, va bene. Stavo già passando ad una fase ulteriore.  
P.M.: Quindi interrogatori dell'imputato e memorie difensive.  
Presidente: Ovviamente.  
A.B.: Soltanto gli interrogatori credo che possono essere utilizzabili.  
P.M.: Va be', sono già negli atti le memorie difensive emesse dal Gip.  
Presidente: Le memorie?
 P.M.: I memoriali, chiedo scusa. Allora io chiedo...  
Presidente: Gli interrogatori, e non c'è problema.  
P.M.: E non c'è problema. Chiedo anche che oltre i memoriali intesi come dichiarazioni scritte, fatte al giudice...  
Presidente: Ah, i memoriali!  
P.M.: Esatto. Che sono già agli atti del dibattimento, siano utilizzabili tutte quelle che il Pacciani ha inviato al giudice nel corso delle indagini. Le ha inviate, penso, e siano utilizzabili...  
Presidente: Sono già agli atti, no?  
P.M.: ... e sono già agli atti. Ex 120.  
Presidente: Naturalmente quelle memorie che sono agli atti.  
P.M.: Esclusivamente quelle...  
Presidente: Che erano già fin dall'inizio nel fascicolo del dibattimento.  
P.M.: Mi sembra che ne abbia prodotta qualchedun'altra, no?  
Presidente: Ne ha prodotto uno, si, due giorni fa, mi pare. Si, lo abbiamo, lo abbiamo. Gli altri erano già acquisiti, quindi non c'è nessuna discussione.  
P.M.: Esatto. Ci sono già nel fascicolo del dibattimento. Quelli nel corso delle indagini...  
Presidente: Benissimo, e a questo punto allora, signori... Li ha già prodotti gli interrogatori dell'imputato?  
P.M.: Ce li ho qui. Li devo produrre, sono le fotocopie.  
Presidente: Materialmente consegnate.  
P.M.: Senz'altro. Io l'importante che a verbale ci sia la produzione. Li deposito in Cancelleria. Tanto le parti li hanno già.  
Presidente: Va bene.  
P.M.: Si tratta di fare delle fotocopie, Presidente.  
Presidente: Sì, sì, ma noi dichiariamo l'utilizzabilità non solo di questi interrogatori, ma di tutti gli atti acquisiti al fascicolo del dibattimento.  
P.M.: Questa era la mia richiesta.  
Presidente: Ricordo naturalmente che se materialmente ci fosse qualcosa non ancora materialmente depositato, deve essere fatto in Cancelleria, messo a disposizione dei difensori, eccetera.  
P.M.: Senz'altro. Mi riferivo proprio a questa ipotesi.  
Presidente: Signori, a questo punto possiamo dichiarare chiusa l'istruttoria dibattimentale.  
P.M.: Senz'altro, Presidente.  
Presidente: Per la discussione dopo varie tergiversazioni, e perché abbiamo problemi vari un po' tutti e il tribunale per primo. Perché come sapete ci sono concomitanze di processi, anche gravi, la data, l'unica data adeguata a meno che non si voglia andare a settembre, ma ci sono vari problemi, è il 18 ottobre. È un martedì.  
P.M.: Bene, Presidente, grazie.  
Presidente: Abbiamo davanti a noi circa due settimane, una decina di giorni, che credo saranno sufficienti per la discussione, le repliche e tutto quanto.  
P.M.: Bene. Grazie.  
Presidente: Ne prendete atto. E allora il processo è rinviato per la discussione al 18 ottobre '94, ore 09.00, in questa stessa aula bunker. Disponiamo per tale data la traduzione dell'imputato: 18 ottobre, e naturalmente udienze successive.  
P.M.: Grazie.  
Presidente: D'accordo? Signori, buonasera a tutti, arrivederci.

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