lunedì 26 novembre 2012

Francesco Bruno - Udienza del 15 luglio 1994 - Prima parte

Il professor Francesco Bruno fu ascoltato il 15 luglio 1994 nel processo a Pietro Pacciani. Quelle che seguono sono le sue dichiarazioni.
  
Presidente: Benissimo. Non ci sono mica problemi. Intanto facciamo... Prego. Si vuole accomodare? nel frattempo noi... Ecco, si accomodi, prego. Vuole cortesemente fornire le sue generalità?  
F.B.: Mi chiamo Francesco Bruno e sono nato il XX/XX/19XX a Xxxxxxx, provincia di Cosenza.  
Presidente: Risiede?  
F.B.: Risiedo a Roma...  
Presidente: Si accomodi il microfono come le viene meglio.  
F.B.: Risiedo a Roma, via Xxxxxxxxx, XXX.  
Presidente: Ed è consulente della difesa. Non pronunzia nessuna formula. Allora aspettiamo l'Avvocato...  
A.F.: Posso iniziare anch'io se...  
Presidente: Può fare una domanda, certo.  
A.F.: Una domanda. 
Presidente: Tanto penso che... no?  
A.F.: Professor Bruno, vuole dire alla Corte qual'è la sua professione?  
Presidente: Ecco, questa è ciò che dovevo domandargli io. 
F.B.: La mia professione è di psichiatra criminologo. Sono professore associato di Psicopatologia Forense all'Università di Roma, La Sapienza. 
A.F.: Ecco. Durante la sua attività scientifica, lei si è interessato di serial killers? 
F.B.: Sì, mi sono interessato diverse volte di questo tipo di problematica, sia in generale, sia in casi concreti, in quanto, al di là dell'attività scientifica, ho svolto un'attività di collaborazione presso... per degli anni, in particolare fino al 1987, presso il Servizio Informazioni per la Sicurezza Democratica, e poi, successivamente sono stato consulente della Polizia di Stato per una serie di delitti compiuti da serial killer.  
A.F.: Ecco. Quali sono le sue competenze specifiche in materia?  
F.B.: Competenze specifiche appunto sono queste che le dicevo, e poi naturalmente gli studi che sto portando avanti su questo, in particolare la... sono anche per queste cose consulente delle Nazioni Unite della Organizzazione Mondiale della Sanità.  
A.F.: Se vuole, può fornire alla Corte la definizione scientifica, certamente non per il Presidente e i Giudici togati, ma per la Corte, e per i giudici popolari, la definizione scientifica di questo termine, quanti e quali tipi di serial killer conosce ed in cosa questi criminali differiscono dai criminali comuni, anche efferati. 
F.B.: Dunque, intanto bisogna precisare che non esiste una definizione scientifica di serial killer. Si tratta di una definizione su basi compartimentali che è stata proposta dalla ormai famosa unità di scienze comportamentali dell'FBI, e che poi ha avuto una vasta eco e un certo successo da parte di tutti coloro che si occupano di questa materia, perché effettivamente definisce in modo abbastanza soddisfacente una tipologia criminale che prima, cosi, sembrava sotto il nome generico di mostri e cosi via. In particolare, il serial killer è un assassino, un omicida, come dice il termine stesso della definizione, che colpisce ripetutamente, e che quindi commette in tempi diversi e in luoghi diversi, numerosi omicidi e normalmente più di quattro omicidi, almeno più di quattro omicidi. Quando si hanno delle modalità diverse naturalmente si parla di altri tipi di killer, in particolare per esempio lo "spree killer" che ha, colpisce con... un numero minore di casi, oppure il "mass murder" che per esempio è un soggetto che uccide una grande quantità di individui, però nello stesso tempo, nella stessa situazione, non so, la persona che all'improvviso si munisce di un fucile e comincia a sparare indiscriminatamente, colpendo non so, le automobili sul l'autostrada... In particolare, per quanto riguarda i serial killer, ci sono diverse classificazioni. Ci sono i così detti serial killer organizzati e i serial killer disorganizzati. I serial killer psicopatici e i serial killer psicotici; i serial killer che poi possono definirsi anche a seconda delle tipologie delle azioni criminose da essi compiute. Così abbiamo, per esempio, serial killer antropofagi; abbiamo i serial killer che... gli squartatori. Ecco, per esempio il famoso Jack lo squartatore; gli strangolatori, e il caso del mostro di Firenze è un caso molto particolare, perché abbiamo come elemento distintivo la mutilazione del corpo femminile. Ma poi abbiamo anche il caso particolare della uccisione di una coppia, e questo è un elemento unico, per quanto io abbia analizzato la letteratura e per quanto ho visto che anche i colleghi hanno fatto prima di me e tutti coloroche si sono interessati, non hanno mai trovato precedenti di questo tipo. Cioè, non esiste nella storia del crimine che noi conosciamo, un killer che abbia indirizzato la sua azione delittuosa su coppie e soprattutto poi su un numero cosi elevato di coppie, ed esclusivamente su coppie. C'è da dire che se il soggetto avesse voluto colpire l'elemento femminile avrebbe avuto maggiori facilità nell'utilizzare vittime più semplici. Quindi è evidente che pur prestando una particolare attenzione nell'elemento femminile, il suo obiettivo principale sia rappresentato dalla coppia, altrimenti non correrebbe i rischi molteplici di dover affrontare ed uccidere due persone invece che una. Direi quindi che ci sono molte differenze, e in particolare riguardo alla questione che definisce i serial killer in organizzati e disorganizzati, su questo si è detto molto. Diciamo che il così detto mostro di Firenze, rappresenta tipicamente l'esempio di un serial killer organizzato, ovverosia capace di prevedere, di pianificare la sua azione criminale, e in questo caso di pianificarla molto bene, quindi se potessimo dire diremmo organizzatissimo, rispetto anche ad altri soggetti organizzati che conosciamo. Al contrario, il soggetto disorganizzato, preso talmente dall'eccitazione di compiere l'atto omicidiario, che di solito lo compie così in seguito ad un impulso e non tiene conto delle conseguenze, o non ne tiene conto sufficientemente. E in questi casi, naturalmente, le Forze dell'Ordine hanno facile gioco a individuare il soggetto. Per quanto riguarda la distinzione in psicotici e psicopatici, anche in questo io sono estremamente d'accordo con le conclusioni della perizia del professor De Fazio e gli altri Professori che l'hanno firmata, perché ritengo che il mostro con cui noi abbiamo a che fare, appartenga appunto alla categoria degli psicopatici che è un po' una vecchia definizione per indicare disturbi di personalità. I disturbi di personalità in psichiatria sono delle categorie nosografiche che possono avere valore di malattia, ma possono anche non averlo. Dipende dalla qualità, dalla qualità e naturalmente tutta una serie di altri elementi che non è possibile valutare in teoria, ma bisogna valutare nella pratica. Certamente il soggetto non sembra essere di tipo psicotico, perché le… con il termine “psicosi” si intendono invece della malattie psichiatriche che hanno un normale decorso, con un inizio e una fine, che non durano questo lasso di tempo, e soprattutto portano il soggetto ad una condizione di perdita dell'autonomia, quindi non sono compatibili con le azioni che il mostro ha compiuto. Quindi, in altri termini, abbiamo a che fare con una persona che, una volta disponibile, cui possiamo interrogarla o parlarci, probabilmente potremmo anche riscontrare inferma, e quindi potremo anche valutarne l'imputabilità o meno. A priori, certamente, possiamo dire che è una persona molto ben organizzata e quindi che presenti al massimo un disturbo di personalità. Per quanto riguarda il concetto sulle perversioni sessuali direi che le perversioni... con questo termine, questo è un termine ambiguo che dà luogo a molte confusioni, perché scientificamente, per perversioni sessuali intendiamo delle patologie che sono tali, perché considerate tali dalle classificazioni nosografiche più importanti, quindi sia da quella organizzazione mondiale della sanità, sia da quella cosiddetta DSM 3, terzo, o quarto, che consistono nella deviazione dell'impulso sessuale, deviazione obbligata qualitativa dell'impulso sessuale, verso oggetti che non sono gli oggetti del normale rapporto sessuale, o verso l'ottenimento di un piacere che si ha con mezzi diversi rispetto a quelli che sono...
Presidente: Vogliamo tenere chiusa quella porta là, per favore? Quella lì. Deve sempre stare chiusa. Scusi, Professore.  
F.B.: Rispetto a quelli che sono i normali mezzi del conseguimento del piacere in una coppia eterosessuale. C'è solo un caso in cui una perversione sessuale non ha valore di malattia, ed è la omosessualità egosintonica, cioè la omosessualità vissuta bene dal soggetto che ne è portatore. In questo caso si parla di un differente atteggiamento sessuale, ma non di una patologia. Per perversione sessuale invece, in caso volgare,intendiamo spesso delle deviazioni dell'istinto sessuale che però non rivestono il carattere di necessità, di confusione che è tipico invece delle perversioni stesse. In altri termini, ciascuno di noi esperimenta nel suo vissuto personale delle preferenze sul piano sessuale che possono essere anche talvolta molto spiccate. Ecco, in questo caso, volgarmente si può anche parlare di perversioni. Allora queste sono quelle perversioni che sono compatibili fra loro. Sono compatibili in diversi... in uno stesso soggetto, proprio perché non compulsive. Cioè il soggetto, per esempio, non ha il piacere sessuale soltanto con i bambini, come nel caso della pederastia, ma anche con gli omosessuali, e allora ecco abbiamo la partecipazione di perversioni che però non sono obbligate. Quindi non sarebbero le vere e proprie perversioni sessuali che hanno invece valori di malattia. Quando esiste la compulsione, quando non esiste la possibilità di avere un rapporto sessuale normale. Quindi, nel caso in cui la perversione sessuale è malattia, quindi è obbligata, il soggetto non ha la possibilità di avere altri rapporti, di avere rapporti sessuali normali, o anche altre perversioni sessuali contemporanee. È molto difficile. Nel caso in particolare dei serial killer, tutti i serial killer fin qui noti, e non mi riferisco soltanto a quelli di (incomprensibile) ma a tutti diciamo i casi anche più noti, più moderni. Basta pensare al cannibale di Rostov, Cikatilo oppure il Dahmer, Jeffrey Dahmer il mostro di Milwaukee, eccetera, ecco, tutti questi hanno un atteggiamento sessuale in cui sono presenti in modo più o meno sfumato, numerose perversioni. Ma nessuna di queste è assolutamente obbligata. In particolare nei serial killer troviamo l'omosessualità, troviamo la necrofilia, troviamo la antropofagia, il vampirismo, e cosi via. Abbiamo una serie notevole di perversioni sessuali.  
A.B.: Senta Professore, lei... 
P.M.: Presidente, chiedo scusa. Chiedo scusa, interrompo, approfitto...  
Presidente: Comunque lei ha un elaborato, vero Professore?  
P.M.: Ecco, ecco.  
A.B.: però volevo fargli due domande, scusi.  
P.M.: Sì, no, no, volevo parlare proprio dell'elaborato, perché mi mette un attimo in difficoltà. Mi spiego subito in cosa consiste. Io non ho consulente tecnico, quindi il professor Bruno, stamani molto gentilmente, mi ha dato copia dell'elaborato per consentirmi il mio controesame. Ora io sono in imbarazzo a dire quel che sto per dire alla Corte, ma l'elaborato che mi è stato dato, contiene chi l'ha fatto, nome e cognome, di cosa si tratta e poi mi ci scrive, cioè c'è scritto: “attenzione”, io prendo attenzione su un elaborato, e mi si dice: “i capitoli 7, 7-1, 7-2, 7-3, 8, di questo studio, sono riservati”. Io dico che l'ho aperto, non vorrei aver commesso un qualcosa che non dovevo. “Non possono essere...” eccetera, eccetera. Io dico, ma allora è un elaborato per la Corte... F.B.: Non possono essere pubblicati.  
Presidente: Pubblicabile nel senso dati alle stampe.  
F.B.: Ecco, o resi pubblici.  
P.M.: Sì, ho capito, ma... 
A.B.: Ma vede, oggi danno tutti alle stampe, certe volte. 
P.M.: No, no, mi chiedo, è riservato... attenzione, riservato, di un elaborato che si produce alla Corte...  
Presidente: Va bene, va bene.  
P.M.: Mi chiedo, si tratta…  
Presidente: Va bene, va bene.  
P.M.: Si tratta di una...  
A.B.: No, lo spiega il Professore.  
Presidente: Va bene, va bene.  
P.M.: Ma il 233 non prevede attenzioni né riserve, quindi lo possiamo leggere tutti. 
Presidente: Ma si, certamente.  
P.M.: Bene, grazie.  
Presidente: Allora, invece, dato che... 
P.M.: Allora vorrei...  
Presidente: ... la parte teorica, a parte che ce l'ha già illustrata bene.  
F.B.: Le spiego però il motivo di questa eccezione che giustamente il Pubblico Ministero... 
Presidente: Non vuole che sia pubblicata, oggetto di...  
F.B.: No, no, ma non è un mio...  
A.B.: Ma non c'è la Mondadori qui, non c'è.  
F.B.: No, no, non, non è questo, non è questa preoccupazione. In altri termini, il mio mestiere, in particolare, è un mestiere che dovrebbe essere svolto come è stato svolto correttamente dai Professori che ho di fronte, nella fase della investigazione, perché le cose che noi diciamo non hanno un valore di prova, se non nei termini in cui si riferiscono a degli elementi materiali e questo può essere per determinati ragionamenti medico-legali, ma hanno però un valore importante di tipo di indirizzo, eventualmente, di comprensione di quello che avviene, e di indirizzo delle indagini. Questo studio che io ho già cominciato nel 1985 e portato avanti, contiene delle indicazioni di luoghi, di nomi, di situazioni che potrebbero essere utili ai fini delle indagini, e che potrebbero coinvolgere terze persone che non sono, diciamo nei confronti delle quali, io non ho assolutamente nessun elemento di prova. Ecco, per questo motivo la mia posizione è un pochino difficile e sono stato molto in dubbio su questo. E volevo chiedere al Presidente della Corte di Assise se sono autorizzato a parlare di queste cose o se io...  
P.M.: A me sembra di essere nella stratosfera. Qui non è un procedimento a carico di una persona nota? Cosa c'entrano tutti questi discorsi su indagini, eccetera?  
A.B.: Certo.  
P.M.: Un consulente tecnico deve parlare di fatti concernenti questo processo. Se ha intenzione o di fare studi per le indagini, ci sono talmente tante strade, tante Procure della Repubblica... 
Presidente: Se lei ha perplessità può non produrre nulla.  
A.B.: Ecco, non produce quei documenti.  
P.M.: Eh, non ho capito.  
A.B.: Allora non produce quei documenti dove il Professore ritiene che vi possono essere degli atti...  
Presidente: È liberissimo di non farlo.  
A.B.: ... coperti. 
P.M.: Certo. 
Presidente: ... noi glieli ridiamo subito. 
A.B.: Ci dica qual è, ecco. 
 P.M.: Coperti da...  
Presidente: Invece, signori, cerchiamo di accelerare perché proprio qui non se ne può più! 
 A.B.: Presidente, certamente, cercherò di accelerare. 
Presidente: No, no.  
A.B.: Le domande sono velocissime. 
Presidente: Ecco, bravo, Avvocato.  
A.B.: Certamente Presidente.  
Presidente: Lei mi ha capito.  
A.B.: Lei ha fatto, ha preso visione, Professore, del lavoro peritale dei professori De Fazio, Luberto, Galli ani, eccetera, e ne condivide le conclusioni? Sì o no? 
F.B.: Sì, le condivido in pieno queste conclusioni, perché riflettono pienamente quello che...  
A.B.: In che cosa si differenziano? 
F.B.: Eh? 
A.B.: Cerco di stringere. In che cosa si differenzia la sua...  
F.B.: Ovviamente condivido le conclusioni dell'elaborato peritale che loro hanno presentato; mentre condivido un po' meno il discorso fatto stamani.  
A.B.: Cioè?  
F.B.: Soprattutto riguardo al concetto, al discorso sulla ipersessualità, e via discorrendo.  
A.B.: E ce lo vuole spiegare qual è il suo concetto?  
F.B.: Cioè, in altri termini, sia da quello che emerge nel loro studio, ma anche da quello che emerge dalle mie osservazioni, abbiamo a che fare con una persona, cioè il cosiddetto... l'autore, diciamo, l'autore di questi omicidi, è una persona che dimostra di avere una sessualità assolutamente coartata ed inibita. È una persona che dimostra di avere paura del corpo femminile e di non conoscere il corpo femminile adeguatamente. Tant'è che tutta la dinamica del secondo omicidio è una dinamica che riguarda proprio l'esplorazione, la conoscenza di questo corpo. In più parliamo di un soggetto che ha una... esprime nel suo atto omicidiario un equivalente sadico - come giustamente è stato definito - e quindi sostituisce l'azione omicidiaria, e ancora di più la repertazione di questi feticci, che però non è sicuro che siano feticci, ecco. Potrebbero... giustamente sono stati chiamati con un termine assolutamente inadeguato: souvenirs, diciamo, delle cose che porta via. E non sappiamo poi per quale fine e quale ne sarà il destino successivo. Gli elementi che abbiamo a disposizione dimostrano che intende conservare a lungo, certamente conservare, sa come anche conservare bene questi reperti. Quindi probabilmente li conserverà. E, dicevo, quindi è una persona che esaurisce la sua spinta sessuale innanzitutto nell'uccisione e poi, successivamente, con ciò che farà di questi reperti che porta a casa. Questo tipo di perversione sessuale non è compatibile con comportamento sessuale normale ed adeguato; né tanto meno con un comportamento sessuale eccitato, quale quello dell'imputato. Nel modo più assoluto. Non perché l'imputato abbia anche svolto atti di incesto. Vedremo che la personalità che emerge dall'analisi degli atti che l'omicida fa, è una personalità assolutamente opposta a quella del genitore incestuoso, in quanto normalmente il genitore incestuoso è una persona che, nella sua infanzia, è stata maltrattata dalla figura paterna e ha avuto una figura materna non particolarmente sensibile, e comunque non seduttiva.Tant'è che poi lui non ha alcun tabù, alcuna remora a utilizzare sessualmente persone che hanno a che fare con la sua stessa famiglia, e che quindi sono di solito protette da un tabù che è molto profondo nell'uomo e che si acquisisce da bambini innanzitutto con il tabù nei confronti della propria madre. Quindi è lo stesso tabù che protegge la madre come protegge le figlie. Quindi, al contrario, l'omicida dimostra di avere questa angoscia nei confronti della figura femminile che lo porta a togliere alla figura femminile gli elementi che la rendono tale. Ecco perché poi il risultato ultimo delle sue mutilazioni è anche quello di impedire a questa figura di essere tale, di essere ben distinguibile. E quindi è presumibile che nella sua infanzia non abbia avuto un padre maltrattante, ma al contrario una figura paterna assente, una figura paterna lontana e, al contrario, una madre molto seduttiva, molto dominante. Tale da togliere...  
P.M.: Scusi, ma stiamo parlando del tipo di autore o del delitto ne...  
A.B.: Ha parlato lei fin dall'inizio del tipo di autore. Fin dall'inizio di questo processo ci ha fat...  
Presidente: Signori, secondo me stiamo parlando troppo di questa cosa.  
P.M.: Esatto. 
A.B.: Certo. Però "tipo di autore", non me ne parli il Pubblico Ministero del tipo di autore, Presidente.  
P.M.: Io no, no, per carità.  
Presidente: Comunque guardi, Professore... 
A.B.: Proprio lei no, mi scusi.  
P.M.: No, proprio io  
Presidente: Professore, mi scusi, capisce? Possiamo dissertare...  
A.B.: Allora, secondo... 
F.B.: Ma io non sto dissertando.  
Presidente: Stringiamo, anche perché io ho da fare un paio di domande - o una sola.  
F.B.: Io non sto dissertando sulla Luna.  
Presidente: Nooo, ho capito. 
F.B.: Io sto dissertando su elementi concreti che sono gli stessi elementi su cui è stata attivata una perizia ai Professori che ho di fronte. 
Presidente: Cerchiamo però di stringere per favore, eh? Cerchiamo di stringere.  
F.B.: Non credo di meritare meno tempo di quanto ne è riservato a loro.  
Presidente: No, io non lo dico nemmeno. Però la invito a essere più conciso. 
A.B.: Certamente, Presidente.  
Presidente: Questo sì.  
A.B.: Mi dispiace che l'ora è tarda, però il processo è anche delicato, difficile.  
Presidente: Certo, Avvocato, certo, naturale. 

1 commenti:

cinema e oltre ha detto...

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