Il signor Vito G. fu ascoltato il primo giugno 1994 nel
processo a Pietro Pacciani. Quelle che seguono sono le sue
dichiarazioni.
P.M.: Sentiamo esattamente G. Vito, che ha dei problemi e deve scappare.
Presidente: Benissimo. Sentiamo...
P.M.: Scappare, no perché è un detenuto in licenza.
Presidente: Bene, Il signor G. Vito. Si accomodi, prego. Buongiorno, signor G.. Sieda pure. Ascolti,
consente le riprese televisive?
V.G.: Non ci ho nessun problema.
Presidente: Non ci ha nessun problema. Quindi consente le riprese. Senta, vuole leggere quella formula per cortesia?
V.G.: So leggere poco per dire la verità, mi ci vuole un po' di tempo.
Presidente: Prego, prego.
V.G.: "Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di guanto è a mia conoscenza".
Presidente: Senta, vuol dare le sue generalità, per cortesia?
V.G.: Sì.
Presidente: G. Vito...
V.G.: G. Vito, nato a Xxxxxxxxx il XX/XX/XX, residente a Xxxxxxx
Presidente: Vuole rispondere alla domande del Pubblico Ministero, per cortesia?
V.G.: Io veramente vorrei che mi leggesse un pochino, perché ora è passato quasi tre anni... io non mi…
P.M.: Una domanda sola, talmente semplice che le viene...
A.B.: C'è gente che sa cose di vent'anni fa!
Presidente: Se lei non se lo ricorda, il Pubblico Ministero...
V.G.: Va bene.
Presidente: ... mano mano gli leggerà quello che ha detto. Provi a cercare di ricordare.
P.M.: Sarò brevissimo, una domanda sola, è talmente semplice...
Presidente: È chiaro, il tempo è passato.
P.M.: Signor G., lei conosce il Pacciani?
V.G.: Lo conosco... eravamo insieme!
P.M.: Prego, scusi?
V.G.: Eravamo a Sollicciano insieme.
P.M.: Eravate a Sollicciano insieme.
V.G.: No, insieme, lui era alla cella 11, io alla 12.
P.M.: Quindi vi siete conosciuti così. Senta, io volevo chiedere solo una cosa: ha mai avuto occasione di vedere o di sentire Pacciani che parlava di disegni fatti da lui?
V.G.: Li ho visti i disegni, in un libro...
P.M.: Li ha visti, ecco.
V.G.: Come l'hanno visto tutti, insomma...
P.M.: Sì, sì, ora per l’appunto abbiamo trovato lei…
V.G.: No, no, io li ho visti dentro, poi che li facesse lui o…
P.M.: Lo diceva lui, insomma.
V.G.: Lo diceva lui, non è che io possa...
P.M.: Che li disegnava.
V.G.: Li ha fatti vedere anche alla suora, li ha fatti vedere alle guardie, questo...
P.M.: Che era un disegno... ricorda per caso di averli visti? Ha detto, si.
V.G.: Sì, li ho visti.
P.M.: Erano... ricorda qualche soggetto, se l'ha visto oppure erano disegni che lei non ricorda?
V.G.: Ma tutti disegni di animali, insomma. E poi, sa, tutti non me li posso ricordare.
P.M.: No, va be'...
V.G.: Era un blocchetto che poi, detto con la sua bocca, gliel'ha dato alla suora, non me ne ricordo come si chiama...
Presidente: Suor Elisabetta?
P.M.: Suor Elisabetta.
V.G.: Suor Elisabetta.
P.M.: Lei ricorda degli animali, per caso qualche arma? Se disegnava...
V.G.: Sì, c’erano anche delle armi.
P.M.: Delle pistole, dei fucili?
V.G.: C'erano pistole, c'erano carri armati, c'era tutto!
P.M.: Era un disegnatore di armi e di animali. Non ho altre domande. Grazie.
Presidente: Va be', è quell'album che abbiamo, no?
P.M.: Sì, sì, sì. Era per fare due più due.
Presidente: Domande, signori Avvocati di parte civile? Niente. Avvocato Bevacqua, prego.
A.B.: Presidente, anch'io disegno qualche volta qualche arma, ma ciò non vuol dire che mi piacciono i seni. Va be', ma questo non vuol dire, credo, spero che non voglia dire. Senta, lei è stato detenuto nella cella?
V.G.: Dodici.
A.B.: Dodici. Per che reato era dentro lei?
V.G.: Ora, perché lei vuole sapere il reato mio scusa? Io non so...
A.B.: No, e lo voglio sapere perché la norma...
V.G.: E scusa, io, questo, son per testimonia' per. . .
Presidente: Non ammetto la domanda.
A.B.: Per avere dato noia alle figlie?
V.G.: Sì, ma io son stato condannato, sì, per la…
A.B.: Ecco, lei è stato condannato, ha espiato, eccetera... anche lui è stato condannato...
V.G.: Come ho spiato? Cosa ho spiato?
A.B.: Non ha espiato lei?
V.G.: Guardi Avvocato, io, mi scusi un pochino, io…
A.B.: Non è stato dentro, in galera lei?
V.G.: ... lei non mi deve dire che io ho spiato, cosa ho spiato? Mi spiega cosa...
A.B.: Non spiare...
Presidente: Aspetti, aspetti, senta, senta...
A.B.: ... espiare.
P.M.: Se non sbaglio la domanda non era stata ammessa o ho capito male.
Presidente: Comunque non ho ammesso la domanda.
P.M.: Quindi allora smettiamo di…
Presidente: Lei era detenuto all'epoca...
V.G.: Sì, sono ancora.
Presidente: ... di cella vicino a Pacciani.
V.G.: Sono ancora, sono ancora, signor Presidente.
A.B.: A quanti anni è stato condannato?
P.M.: Se non è ammessa la domanda...
V.G.: Non so che c'entra il mio processo con quello...
Presidente: Non ammetto assolutamente questa domanda, tanto più che non sono in relazione al tema e al contenuto che sono i disegni del Pacciani, per cui.
A.B.: Sì, Presidente...
Presidente: Disegnava anche lei forse?
V.G.: Eh?
Presidente: Disegnava anche lei?
V.G.: No, no, per l'amor di Dio! Non so neanche leggere, gliel'ho detto, io non ho fatto neanche la prima elementare, sicché, non posso dire…
A.B.: Ho capito. Lei ha visto che Pacciani disegnava...
V.G.: No, non l'ho visto, io non detto che l'ho visto. Lui diceva che erano disegni suoi, ce li ha fatti vedere, non è che posso dire che li fatti lui con le sue mani, lui lo diceva, poi se li ha fatti lui o li ha fatti un altro, io non posso... Perché lui era nella sua cella e io nella mia cella. Ho fatto due volte la socialità col Pacciani, in cella, per Natale e per Ferragosto, o per Pasqua che sia, per Natale mi ricordo. Ma non è che a me mi abbia raccontato…
A.B.: Senta, scusi, abbia pazienza, ma questo quando succedeva? Perché credo che Pacciani a un certo punto è uscito dal carcere.
V.G.: Sì. E allora glielo dico io quando...
A.B.: Lei dopo quanto tempo, quanto tempo era che il Pacciani, da quando era entrato lei, quanto tempo c’era Pacciani dentro?
V.G.: E l'ho detto, lo può saper lui, io non lo posso sapere, scusa.
A.B.: Lei quando...
V.G.: Io sono entrato il 19 maggio.
A.B.: Di?
V.G.: Del '90.
A.B.: Novanta.
V.G.: E son andato fuori il 15 di marzo del '91, arresti domiciliari. Io son stato dieci mesi. Però in questo frattempo il Pacciani...
A.B.: Ma ora non ha detto che lei è detenuto?
V.G.: Come ora? Lo sanno tutti, ci ho il foglio io...
A.B.: No, io non lo so. ..
Presidente: Sì, sì, va bene, è in semilibertà, mi pare.
V.G.: Io son in permesso.
Presidente: In permesso.
A.B.: In permesso, quindi è detenuto ancora lei?
V.G.: Sì.
A.B.: Ah, ecco, ho capito, basta, volevo sapere...
P.M.: E il teste col suo permesso viene per dire, per far da testimone, quindi più chiaro di così...
Presidente: Signori, domande influenti...
V.G.: No, no, no, no, il permesso...
Presidente: …questo è i disegni del Pacciani, perché poi…
V.G.: ... i permessi io ce l'ho premiali...
P.M.: Certo, certo...
V.G.: ... no, per venire a far il testimone.
P.M.: Appunto, appunto, proprio dicevo...
V.G.: Ora, io vi volevo dire questo...
P.M.: Gliene facciamo avere un altro, stia tranquillo.
V.G.: Io oggi dovevo star con la mia famiglia, invece è tutto il giorno che sto qui.
Presidente: Va bene, va bene, stia tranquillo lei.
P.M.: Abbiamo capito tutto.
A.B.: No, non è un pentito, ecco perché pensavo...
V.G.: No, no, no, no.
A.B.: Perché i permessi ce l'ha lo stesso, no perché è pentito, perché lei ha diritto ad avere i
permessi.
V.G.: Sì, domani ci ho la Camera di Consiglio per l'affidamento, Avvocato...
A.B.: Oh, io glielo auguro con tutto il cuore, che l'affidino tutto. Senta, lei ha visto qualche volta Pacciani, quindi, disegnare o comunque...
V.G.: Non l'ho visto disegnare.
A.B.: Scusi, allora, va bene. Ho capito. Però Pacciani aveva molti disegni, si dilettava.
V.G.: Sì, sì.
A.B.: Cioè, perlomeno là li aveva.
V.G.: Ce l'aveva un blocchetto con dei disegni, io ho visto quelli che ci ha fatto veder lui, ma se li
fatti lui o se li ha fatti un altro, non lo so io.
A.B.: In questi disegni c'erano, animali...
V.G.: Sì.
A.B.: E poi che c'era? Alberi, c'erano gli alberi?
V.G.: C'era... ora tutti non me li posso ricor... mi ricordo c'era un carro armato, c'era... insomma,
c'era diverse cose, Avvocato, non è che io possa...
A.B.: Il carro armato. Il carro armato. Il carro armato.
P.M.: Sono in sequestro, se non sbaglio.
A.B.: Grazie.
Presidente: Sì, va bene.
A.B.: Bene, grazie.
V.G.: Son tutte cose che si hanno viste di già, che l'avete fatte vedere...
Presidente: Va bene, va bene.
V.G.: Ce l'ha la suora Elisabetta.
Presidente: Non c'è altro da chiedere. Lei può andare allora.
V.G.: Ma, e questa giornata… Presidente… io dovevo star con la famiglia….
Presidente: Lei ha ragione, lei ha ragione.
P.M.: Ha pienamente ragione. Noi non lo sapevamo, l'ha detto ora questo, signore, che era in queste condizioni.
Presidente: IL Pubblico Ministero si impegna a fare si che effettivamente...
P.M.: Che risulti che oggi...
Presidente: ... il permesso che ha consumato stando qui le venga rinnovato.
V.G.: Che se a me mi va... domani mi va male la Camera di Consiglio devo rientrare domani l'altro a
Sollicciano. Insomma io non lo so...
P.M.: Vediamo cosa posiamo fare.
Presidente: Va bene.
P.M.: Dipende dal Giudice...
Presidente: È il Pubblico Ministero che l'ha chiamata, si occuperà di lei.
P.M.: Per fortuna il Giudice è Giudice, e il P.M. è…
Presidente: Come è giusto che faccia. Bene. Altro testimone.
0 commenti:
Posta un commento