mercoledì 11 maggio 2011

Angelica Scardigli - Deposizione del 31 maggio 1994 - Seconda parte

Segue dalla prima parte.

Presidente: Avvocato Colao
A.C.: Prego, scusi, lei ha detto di avere parlato con Pacciani del quadro che lui ha fatto…
A.S.: Si.
A.C.: E le ha descritto anche il generale era coperto da un ombrello, no? Non so se lei si ricorda…
A.S.: Si.
A.C.: per caso, non le ha raccontato il significato della copertura dell’ombrello con le stelline?
A.S.: M’ha raccontato tutto però non me lo ricordo. Cioè io mi ricordo della spada luminosa che lanciava la luce… la spada della giustizia… però il ricordo che ho di quel momento lì è nebuloso, non è molto chiaro, non saprei ridire, affermare con certezza quello che mi è stato detto.
A.C.: E si ricorda che c’era una mummia in alto…
A.S.: Si.
A.C.:…sotto la luna? E di questo particolare della mummia da cui partiva un raggio che si ricollegava alla spada, sotto la luna, si ricorda qualche cosa se ci pensa?
A.S.: Questo si, mi disse che c’era la luna perché ovviamente era collegato al fatto che lui questo sogno lo faceva spesso quindi lo faceva di notte, cioè spesso, l’aveva fatto altre volte, lo face di notte.
A.C.: E la mummia? Che significato avevano? Non si ricorda?
A.S.: No.
Presidente: Che lui gli avesse detto però eh…
A.S.: Lui parlava di… non di mummia… disse: I cadaveri stanno sopra il tetto, la casa è senza tetto, i cadaveri stanno sopra; però non mi ricordo che significato aveva dato a questo.
A.C.: Questa mummia poteva avere il significato di un cadavere?
A.S.: Si, si, così disse.
A.C.: Aveva questo significato di un cadavere. Bene, grazie.
A.S.: Prego.
Presidente: Altre domande signori avvocati di parte civile? Nessuno. Avvocato Bevacqua.
A.B.: Senta signorina il suo rapporto col Pacciani è stato un po’ tempestoso oppure no?
A.S.: Mah noi non è che…
A.B.: Vi siete litigati alla fine oppure no?
A.S.: Si.
A.B.: Eheee, lo immaginavo perché capito, anche senza saperlo… Ecco, perché lei, cara signorina, ha detto una cosa diversa oggi da quella che ha detto a suo tempo, pur essendo già in contrasto con il Pacciani, a proposito del generale della morte, si ricorda il generale della morte?
A.S.: Certo, l’ho appena detto.
A.B.: Non è Zalamort, il generale della morte, quello che dice lei…
A.S.: Si.
A.B.: E dice: “Anche che suscitava la mia ilarità è il fatto che quel generale della morte avesse le gambe come le zampe di un animale che calzavano delle scarpe da tennis molto grandi…” giusto?
A.S.: Si.
A.B.: “Lui mi disse, avendogli io chiesto il perché delle scarpe da tennis, che queste erano più comode” non perché doveva fare più presto per andare ad ammazzare, che è come ha detto lei oggi, così ha detto lei signorina.
A.S.: Si ma…
A.B.: Eh allora signorina perché dice cose diverse?
A.S.: No, non è che ho detto una cosa diversa.
A.S.: No, va bene, allora poi lo vedremo, tanto lo depositiamo.
P.M.: Lasciamolo dire a lei.
A.B.: Senta cara signorina lei ha detto di essere una cultrice dell’arte pittorica tant’è che lei è stata, mi pare si è diplomata a Porta Romana?
A.S.: Si.
A.B.: Ohooo, si è diplomata a Porta Romana in che cosa?
A.S.: Costumista teatrale e stilista di moda.
A.B.: Teatrale, ha visto qualche quadro lei nel passato, di grandi pittori?
A.S.: Si.
A.B.: O ha visto soltanto le immagini sacre? Ha visto altri quadri moderni?
A.S.: Certo.
A.B.: Li ha visti no?
A.S.: Li vedo tutt’ora.
A.B.: Li vede tutt’ora, ecco quindi quadri di quel genere ne aveva visti? Ha visto qualcosa di Picasso? Conosce Picasso?
A.S.: Certo, si. Scusi, di quel genere lì, che tipo di genere sta dicendo lei?
A.B.: Moderno.
A.S.: Ah.
A.B.: Non post-moderno, moderno, eh?
A.S.: Si li ho visti.
A.B.: Li ha visti e ha visto anche quadri che potevano essere di quel… così, potevano essere anche di quel tipo, le figure potevano avere questo tipo di magnificazione dell’orrido?
A.S.: Si.
A.B.: Conosce lei l’espressionismo tedesco?
A.S.: Si.
A.B.: Ohooo, quanti ne ha visti?
A.S.: Non riesco a…
A.B.: No, no io voglio che lei riesca invece, voglio che lei riesca, li conosce questi espressionisti tedeschi?
A.S.: Si li conosco ma non li avevo mai messi in realzione…
A.B.: Si ricorda le figure che facevano? Se le ricorda mentalmente? Le figure… Le figurazioni orride se le ricorda? Più orride di quelle del quadro del Pacciani, o no?
A.S.: Senz’altro ma io non ho visto dell’orrido nel quadro di Pacciani, infatti ha suscitato la mia ilarità.
A.B.: Ilarità, invece oggi ha detto l’angelo della morte, la fatascienza…
A.S.: E così mi ha detto Pacciani
A.B.: Però lei ha detto una cosa diversa, forse perché l’ha detto…
A.S.: Scusi posso fare una precisazione?
A.B.: Si.
A.S.: Riguardo alle scarpe comode non è finita la frase, lui mi disse: sono comode per andare più veloci – e così io ho detto.
A.B.: Da tennis che queste erano più comode, punto e basta.
A.S.: Così è scritto.
A.B.: Così è scritto.
A.S.: Ma quello che ha detto a me
A.B.: Guardi che se lo avesse detto lo avrebbero scritto, eccome se lo avrebbero scritto.
P.M.: Ma ce lo dice oggi.
A.B.: Va bene ce lo dice oggi.
Presidente: Oggi lo precisa.
A.B.: Senta, certamente, quindi il Pacciani…
Presidente: Il verbale, capito, non si può tirare come un elastico quando fa comodo.
P.M.: Eccoci.
A.B.: Non è che fa comodo Presidente! A me non fa comodo, io ho fatto una contestazione ben precisa, oggi doveva correre per ammazzare invece qua era comodo.
A.S.: Io non ho detto così comunque…
A.B.: E allora glielo portiamo al… Senta…
Presidente: Oggi ci dice questo e lo precisa.
A.B.: Senta, lei è stata molto, interrogata a lungo su questo quadro, è vero?
A.S.: Si nel ’91.
A.B.: Perché ritenevano gli inquirenti che questo quadro fosse chi sa che…
A.S.: Questo non lo so
A.B.: E’ stata interrogata a lungo, una pagina e mezza, intera, o no?
A.S.: Si, si.
P.M.: Quasi e tre quarti.
A.B.: No, no ma io devo dare atto… una pagina e tre quarti, vero!
Presidente: Va bene, va bene.
A.B.: Una pagina e tre quarti sul quadro di fatascienza. Senta lei poi comunque ha litigato con il signor Pacciani?
A.S.: Si ma per altri motivi.
A.B.: Per altri motivi
A.S.: Si.
A.B.: Ecco la casa del Pacciani era piuttosto, diciamo la verità, un po’ misera, squallida…
A.S.: La casa dove abitava Pacciani?
A.B.: Si.
A.S.: Si.
A.B.: Si, è vero? Quindi c’era tutto un mare di roba?
A.S.: Un gran bazar.
A.B.: Bazar, sporco, eccetera.
A.S.: Si.
A.B.: C’era tutte queste cose. Questa immagine di questa bambina, perché doveva essere una bambina questa figlia, no?
A.S.: Io non l’ho vista.
A.B.: Ah, lei non l’ha vista.
A.S.: No l’ho appena detto che un amico che era con me mi ha riferito di averla vista.
A.B.: Ecco, quando glil’ha riferito? Quando è stata interrogata o prima?
A.S.: No me l’ha riferito quando siamo scesi dalla casa mi ha detto: maremma ma l’hai visto lì nella parete dove c’erano tutte quelle cose? Dico: no non ho guardato. A.S.: C’era anche la figlia di Pacciani, quella piccolina. E noi gli abbiamo detto: Sicuro? – Si, sicuro, sicuro. Non l’abbiamo vista.
A.B.: Va be’ questa è una sua impressione che fosse la figlia del Pacciani, perché scusi, voi con chi avete avuto a che fare? A che vedere? Con il Pacciani padre, era lui che vi faceva il contratto?
A.S.: Si.
A.B.: Avete parlato solo con lui?
A.S.: Si abbiamo parlato con lui.
A.B.: E con la moglie. O no?
A.S.: No, la moglie, diciamo, che non ci ha mai voluto aprire la porta se non c’era in casa suo marito.
A.B.: Quindi voi i rapporti li avete avuti soltanto col Pacciani?
A.S.: Si.
A.B.: Grazie. Nessun’altra domanda.
Presidente: Signorina…
A.S.: Dica.
Presidente: Avvocato Fioravanti vuol fare altre domande?
A.F.: Nessuna domanda.
Presidente: A quando risale il rapporto, l’inizio del rapporto di affitto di questa casa? In quale anno?
A.S.: Nel 1986.
Presidente: La casa qual’era? Ci dica l’indirizzo.
A.S.: La casa era quella di via Sonnino.
Presidente: Via Sonnino 30, se non ricordo male
A.S.: Il numero non me lo ricordo.
Presidente: Era quella di via Sonnino perché mi pare fino.. Non ho altre domande.
P.M.: Il P.M. nessuna.
Presidente: Possiamo licenziare il teste?
P.M.: Senz’altro.
Presidente: Può andare, buongiorno

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