mercoledì 26 maggio 2021

La scomparsa del dr Narducci e le indagini dell'ispettore Napoleoni


Il dr Luigi Napoleoni ha prestato servizio presso la Squadra Mobile di Perugia dal 1971 al 1987, successivamente, per tre anni, è stato un agente della DIGOS.
ll 25 gennaio 2002 fu convocato presso la Questura di Perugia nel corso delle indagini sulla morte di Francesco Narducci, il gastroenterologo perugino, ritenuto dalla Procura della repubblica di Perugia come coinvolto nei duplici omicidi del cosiddetto “mostro di firenze”.

Dal verbale del 25 gennaio 2002 sottoscritto dal dr Napoleoni:  “Nella notte tra l’8 ed il 9 ottobre 1985 venni informato telefonicamente dal Questore Trio di recarmi subito nei pressi del lago Trasimeno in quanto era scomparso il dr Narducci Francesco. Rimasi sorpreso da questa chiamata perché il Questore, a mio avviso, avrebbe dovuto avvisare prima il dirigente dr Speroni."
Fornisce una spiegazione circa questa anomalia in un verbale successivo, quello del 12 dicembre 2003: “In quel periodo vi era un avvicendamento di dirigenti e quindi era già capitato in precedenza che fossi interpellato io direttamente per fatti che riguardavano la squadra mobile”
Riprendiamo dal verbale del 25 gennaio:
"Mi recai sul posto, mi pare a San Feliciano, vidi la moto del Narducci parcheggiata bene vicino ad un albero, era di colore rosso.  Iniziammo le ricerche a bordo di un’imbarcazione della Polizia provinciale o dei Vigili, non ricordo bene, allo scopo di rinvenire la barca con la quale il Narducci, la sera prima era partito dal molo.
Le ricerche si protrassero per tre giorni senza esito.
In quei giorni furono avanzate varie ipotesi sulla scomparsa del Narducci, qualcuno diceva che poteva essere stato sequestrato (tant’è che furono svolti sopralluoghi anche presso l’isola Polvese), altri, come il Questore ed i familiari parlavano di una disgrazia, altri ancora propendevano per l’ipotesi di suicidio poichè i rapporti tra i due coniugi non erano tra i migliori. Ricordo anche che qualche giorno prima, il Narducci, fu fermato dai carabinieri perchè guidava in stato di ebbrezza e fu trovata in auto una bottiglia di whisky. Così mi è stato detto.
Durante i tre giorni in cui rimasi sempre al lago chiesi al Questore di poter interrogare la moglie ed i familiari, e comunque effettuare degli accertamenti approfonditi ma il Questore mi ripeteva che non erano necessari perché tanto si trattava di una disgrazia.”
Il 13 ottobre 1985, fu rinvenuto un cadavere non molto distante dal molo di Sant’Arcangelo di Magione ed il dr Napoleoni vi si recò assieme all’agente Tardioli nel verbale del 25 gennaio 2002, con l’appuntato Cambula nel verbale del 12 dicembre 2003.
Giunto in loco si accorse che il cadavere era stato recuperato ed adagiato sul molo: una dottoressa era intenta ad effettuare una visita esterna.
"Non mi avvicinai al cadavere che era attorniato da Carabinieri in divisa. Vi erano anche alcuni familiari dello scomparso, il Questore Trio, il dr Speroni, il capitano dei Carabinieri De Carlo e molti curiosi. (...) Il corpo era gonfio e di colore marrone scuro, un po’ saponato.” (...) “Consultando un appunto che avevo a casa e che produco in copia, mi ricordo che venni a sapere che la notte precedente la scomparsa, il dr Narducci, aveva dormito a casa del fratello Pierluca.
Ricordo anche che dopo il ritrovamento del cadavere, non ricordo con precisione quando, andai a Firenze nell’abitazione che poteva essere stata utilizzata dal dr Francesco Narducci, per ricercare parti di corpo femminili sotto alcool o sotto formalina; non ricordo l’ubicazione di questo appartamento, ricordo solo che si trattava di una costruzione non recente a più piani, non ricordo se relativa ad un condominio. Non ricordo neppure la zona dove si trovava l’abitazione; a me sembra, ma non ne sono sicuro, che siamo entrati dentro Firenze. Di quella casa ho solo un ricordo di un corridoio; non ricordo chi mi ci abbia mandato nè con chi fossi ma probabilmente si trattava di un collaboratore della squadra mobile. La ricerca dette esito negativo.”


Il dr Napoleoni è così avverso, così refrattario alle indagini in corso, come dicono alcuni, che si rese disponibile a rintracciare il luogo ove si recò nel 1985 per rinvenire i feticci del cosiddetto mostro di Firenze, ed il 13 marzo 2002, con l’ex-collega della squadra mobile, Giuseppe Sardara, giunse presso gli uffici della Squadra mobile di Firenze.
In tale occasione riferì: “Ricordo che arrivammo a Firenze, proseguimmo sul Lungarno, tenendo il fiume sul lato destro dell’autovettura; giunti ad un ponte giravamo sulla destra e, subito dopo averlo attraversato, parcheggiammo la macchina di servizio e proseguimmo a piedi per circa 100 metri, per una via che procedeva dritta al ponte stesso. La via era stretta ed i palazzi alti, tanto da farla sembrare buia: aveva pochissimi negozi e molti portoni di abitazioni. All’inizio della strada vi era una via che correva parallela al fiume, sia sul lato destro che sul sinistro.”
Il capo della squadra mobile di Firenze, con personale del medesimo ufficio, tramite auto di servizio, condusse il dr Napoleoni ed il sig Sardara su tutti i ponti che attraversano l’Arno: Ponte alla Vittoria, Ponte Vespucci, Ponte Santa Trinita, Ponte Vecchio. Giunti in Via dei serragli che è la strada alla quale si giunge attraversando il Ponte alla Carraia, sia Napoleoni che Sardara dichiararono... “forti rassomiglianze con la strada ove si erano recati all’epoca”.
Il dr Napoleoni precisò di non ricordare il civico in cui era entrato ma di aver presente si trattasse di un portone di piccole dimensioni sul lato destro della strada per chi ha alle spalle il fiume Arno, (forse il numero civico 16/18/20)
Nel verbale di quel giorno la squadra mobile aggiunse: “Diamo atto che non esistono altri posti nel centro storico che presentano le caratteristiche del ponte e della via descritte dai testimoni”.

Vai dei Serragli, si trova nel quartiere di San Frediano ed è una strada che ricorre abbastanza spesso nella storia del “Mostro di Firenze”. Qui si recò il dr Napoleoni, qui è ubicata la residenza del marchese Francesco Rosselli del Turco, presso la cui fattoria, a San Casciano, lavorò Pietro Pacciani.
In via della Chiesa, che è una traversa di via dei Serragli, fu uccisa la prostituta Luisa Meoni, considerata da taluni una delle morti collaterali alla vicenda del mdf.
Da via de serragli se si prende via santa monaca si giunge in piazza del Carmine presso cui è ubicata la residenza dei Martelli, proprietari nel 1983 di Villa La Sfacciata, che si trova nelle immediate vicinanze del duplice omicidio avvenuto a Giogoli.
In via dei Serragli visse per due anni Mario Robert Parker, deceduto per AIDS l’11 agosto 1996, ed indicato da Vanni, col nome di Ulisse, come l’esecutore materiale dei delitti addebitati al cosiddetto “mostro di Firenze”.
Ed infine su di un muro di un palazzo, all’altezza di via dei Serragli n.157, nell’ottobre del 2001, apparve una scritta a cui la Procura prestò una certa attenzione: “Pacciani è innocente, arrestate…” Nient'altro perché il nome era stato cancellato.

Ma torniamo all’attività del dr Napoleoni e più specificatamente a cosa lo spinse, nel settembre/ottobre del 1985, a recarsi a Firenze, in via dei serragli, con l’intento di rinvenire i feticci, strappati dal cosiddetto “mostro di Firenze” alle proprie vittime.
Ci viene in aiuto un esaustivo rapporto dell’ex capo della squadra mobile di Perugia del 30 settembre 1985.
Questi informava il dirigente, dr Speroni, di quanto segue: “Il giorno 26 corrente, lo scrivente riceveva la seguente confidenza: “Nel gennaio 1984, (in realtà dalle successive indagini emerse trattarsi di giugno ndr) all’interno della discoteca Jackie O’ sita in Firenze, sotto il piazzale Michelangelo, la guardarobiera (tale Tamara) presentava ad una giovane appena diciottenne un distinto signore così descritto: altezza 1,85-1,90, corporatura robusta, età 40 anni circa, capelli brizzolati tirati indietro, naso lungo dritto, di nome Paolo P.
Il Paolo P. riusciva a convincere la ragazza a portarsi nell’appartamento di Firenze e dietro minaccia di morte la violentava. Nella circostanza  il medesimo diceva alla ragazza che lui aveva ucciso una studentessa, rinvenuta poi in un campo alla periferia di Firenze, vicino ad una pianta di ulivo.”

Si tratta verosimilmente dell’omicidio di Gabriella Caltabellotta, avvenuto a Firenze il 29 febbraio del 1984, di cui abbiamo realizzato un approfondimento lo scorso dicembre. 

“Da successive informazioni assunte al Commissariato di Prato è risultato che esiste veramente un Paolo P. nato il XX, residente a Xxx aventi le stesse caratteristiche descritte della ragazza.”
Il citato Paolo P. ha numerosi precedenti ed in particolare atti e ratto a fine di libidine.”
Il dr Napoleoni, svolse indagini e per certo si recò a Firenze come si desume da una successiva relazione dell’8 ottobre 1985: “Lo scrivente unitamente alla ragazza riusciva a localizzare l’appartamento di Firenze che è ubicato al secondo piano in via dei serragli n.6. Sia sull’elenco esterno dei condomini che sulla porta d’ingresso dell’appartamento vi è apposta l’etichetta “Paolo P.”.
Nel fascicolo di Paolo P., conservato presso la Questura di Perugia, furono rinvenuti alcuni appunti dell’epoca del dr Napoleoni che danno notizia esattamente di quanto riportato nel rapporto del 30 settembre 1985, pertanto non riguardano nè la vicenda Narducci nè tantomeno il mostro di Firenze, semmai l’omicidio di Gabriella Caltabellotta e le relative indiagini svolte.

Il 14 ottobre 1985, il dr Speroni, dirigente della squadra mobile di Perugia, trasmise le relazioni del dr Napoleoni alla Questura e alla Procura della Repubblica di Firenze, tant’è che il Sostituto Procuratore, dr Pietro Dubolino, che allora si stava occupando dell’omicidio di Gabriella Caltabellotta, il 28 novembre 1985, sentì a verbale la ragazza che aveva subito violenza dal Paolo P..
Questa riferì: “Confermo le dichiarazioni contenute nella relazione dell’Ispettore Napoleoni. Paolo P. mi disse espressamente che se lo avessi denunciato mi avrebbe ucciso. Non mi confidai con nessuno. Dopo più di un anno finii per parlarne con il mio fidanzato Franco P., residente a Città di Castello. Su consiglio di Franco P. ci recammo assieme dall’ispettore Napoleoni al quale io in presenza del Franco P. riferii quello che mi era capitato.”
In una successiva verbalizzazione del 2 aprile 2003 la ragazza, presso gli uffici della Squadra mobile di Firenze aggiunse: “Franco P. quando gli raccontai l’episodio di violenza gli dissi che il Paolo P. mi aveva detto che era lui il “mostro di Firenze.” “Sentendo ciò Franco P. mi portò da un suo amico che era Ispettore di Polizia presso la Questura a Perugia.” Il dr Napoleoni, per l’appunto.

Dalle indagini svolte a Firenze e a Perugia non sono emersi collegamenti di qualsivoglia genere tra il signor Paolo P. ed il dr Francesco Narducci.
Non solo, agli atti esiste una nota del 20 giugno 2002, in cui l’Ispettore capo della Polizia di Stato, informa il dirigente la squadra mobile di Firenze di quanto segue:  “In data odierna, unitamente a personale dipendente, il sottoscritto provvedeva a mostrare a tutti i commercianti di via dei Serragli la foto di Narducci Francesco, allo scopo di apprendere se lo stesso fosse stato mai visto nella zona. Si rappresenta che dopo numerosi passaggi presso gli esercenti di tale via, nessuno era in grado di fornire notizie utili e nessuno riconosceva la foto mostratagli.”

Ma torniamo alle dichiarazioni del dr Luigi Napoleoni.
Il 26 giugno 2002, l’ex capo della squadra mobile fu nuovamente ascoltato presso il Comando Provinciale dei Carabinieri di Perugia dal PM. In questa occasione fornì ulteriori indicazioni circa l’attività della squadra mobile relativamente alle indagini sul cosiddetto mostro di Firenze: “Nel settembre del 1985 si presentò in Questura un signore (che d’ora in avanti chiameremo Carlo Futile) che si riteneva un sensitivo e ci disse un sacco di cose e a fronte di queste ci recammo a Firenze per la ricerca di un appartamento che il sensitivo aveva individuato quale immobile in uso al presunto mostro, nella  Firenze vecchia, caratterizzato da una strada stretta con i palazzi antichi. Andammo quindi a Firenze ed individuammo la strada, ricordo che entrammo in un appartamento con un corridoio lungo, la speranza era quella di rinvenire reperti corporali femminili del tipo di quelli asportati alle vittime del cosiddetto mostro.”
Ma chi è il signor Carlo Futile? E com’è che le sue dichiarazioni furono ritenute degne di sì tanta attenzione?

È il 9 settembre 1985, squilla il telefono del centralino del 113 di Perugia. Il signor Carlo Futile chiede di parlare con il Questore o il Prefetto. Riuscirà a parlare con il sovrintendente di turno, signor Bruno Malafarina.
Il signor Futile ha appreso dal telegiornale del duplice omicidio avvenuto a Scopeti. Le doti sensoriali di cui dice di disporre gli hanno rivelato l’identità del mostro: si tratta di un prete o di un religioso. Una settimana addietro ha avuto una visione in cui il mostro uccideva una coppia in un appartamento.

Il giorno successivo, 10 settembre 1985,  il signor Futile si presenta negli uffici della squadra mobile della Questura di Perugia e rilascia le dichiarazioni che seguono proprio dinanzi al dr Napoleoni.
“Quindici/venti giorni fa ero a letto con mia moglie e verso le ore 02:00 sentìì la presenza di una persona che stava per commettere un delitto. Ho veduto chiaramente la sua figura magra, alta, era irritato in modo bestiale. Ha il naso grande cioè pronunciato ma secco, occhi piccoli marrone chiaro, capelli scuri non lunghi, labbra piccole, età 43/47 anni, altezza 1,80/1,85. Desidero lasciarvi uno schizzo che raffigura l’omicida. Ritengo abiti nella città vecchia di Firenze, il suo nome inizia con la lettera M, forse Mario. Veste sempre di nero. I feticci li nasconde in un luogo sacro, impensabile a cercarlo."

Inevitabilmente, nonostante le pregevoli indicazioni del signor Futile, la squadra mobile di Perugia non giunse ad alcunchè di significativo.
Ma torniamo all’attività del dr Napoleoni.

Questi, il 26 giugno 2002 nel corso dell’esame dinanzi il PM dr Mignini, esibì una nota, che dopo l’assunzione a informazioni del 25 febbraio scorso, aveva inviato al dirigente della squadra mobile.
Nella stessa erano riportante “le ore di lavoro straordinario svolte negli anni 1984, 1985, 1986” con l’indicazione della natura e dell’entità dell’impiego. Aggiunse:
“È possibile, dato gli anni trascorsi, che ho fatto confusione nella connessione tra la morte del medico e le trasferte a Firenze per altri tipi di indagine”.

A dimostrazione di quanto il dr Napoleoni fosse tutt’altro che reticente e restio a fornire la propria collaborazione, due giorni dopo, in data 28 giugno, produsse fotocopia delle pagine del registro, per uso interno, in cui erano state riportate le ore di lavoro straordinario effettuate negli anni ‘84-’85-’86.
Da queste emerse che nei giorni 10 e 11 settembre 1985, il dr Napoleoni aveva svolto “indagini relative al mostro di Firenze”.
Presumibilmente sul duplice delitto avvenuto a Scopeti, attribuito al cosiddetto mostro di Firenze, di cui furono rinvenuti i cadaveri il 9 settembre? Non proprio poichè le ore di straordinario segnate sul registro dal dr Napoleoni sono perfettamente sovrapponibili all’arco di tempo in cui il signor Futile fornì il proprio contributo alla giustizia presso la Questura di Perugia.  

Nelle fotocopie del registro straordinari, fornite dal dr Napoleoni, risultarono segnate anche altre ore di straordinario tra cui:
“08 ottobre 1985 Indagini di PG in Foligno per duplice omicidio Firenze.”
Il dr Napoleoni riferì trattarsi di accertamenti svolti a Foligno, su disposizione dell’allora dirigente dell’ufficio dr Speroni, presso una sensitiva che a dire dell’ex capo della squadra mobile “poteva essere in grado di fornire elementi utili alle indagini. A quanto ricordo le visite presso la suddetta sensitiva furono 3 o 4, l’ultima delle quali proprio quella del 08/10/85; La suddetta ricostruzione è molto importante perché esclude qualsiasi riferimento al caso NARDUCCI”

Nel verbale redatto in data 9 marzo 2003 conferma le consulenze fornite da sensitive ed aggiunge: “In una di queste occasioni il Mazzi Leonardo andò in trance ed iniziò a scrivere appunti in modo velocissimo. Ricordo anche che quella medium ci disse anche che non era solo una persona ad ammazzare le coppiette, bensì erano due o tre persone. Infatti dopo qualche anno si venne a sapere che i personaggi coinvolti erano almeno tre.”
E del resto se lo dice una medium...

Di questa consulenza informale fornita dalla sensitiva vi è traccia in altri appunti rinvenuti presso la Questura, che a dire del dr Giuttari in una nota alle Procure di Firenze e Perugia, potrebbero essere “gli appunti asseritamente scritti velocemente dal Mazzi quando presso la Medium, interpellata proprio per i delitti del mostro di firenze, sarebbe caduto in trance.”
Di questa attività a dir poco atipica era al corrente anche il dr Alberto Speroni, allora dirigente della Squadra Mobile di Perugia, come si apprende dal verbale del 27 novembre 2003: “Devo dire che in ufficio circolavano notizie che riferivano elementi raccolti nell’ambiente dei cosiddetti indovini e qualcuno di questi in trance diceva di vedere uno scenario nel quale si vedeva in Firenze una piazza con al centro una fontana con zampilli e nell’ambito di questa piazza anche un ufficio postale.”
Ed in effetti negli appunti rinvenuti, tra i vari dettagli suggestivi ed intriganti, compare proprio il riferimento ad un ufficio postale.

In data 14 febbraio 2003 su richiesta del PM venne sequestrato il registro su cui erano state annotate le ore di straordinario e il 13 novembre 2003 venne autorizzata attività di intercettazione su tutte le utenze dell’Ispettore Napoleoni; attività che si protrasse per oltre sei mesi senza che emergesse alcunché di significativo.

I verbali del dr Napoleoni riportano, senza alcun dubbio, diversi “non ricordo”, e episodi amnesici che taluni hanno valutato come la manifesta volontà a nascondere circostanze e dettagli relativi all’attività d’indagine svolta,  occorre però tener presente che il dr Napoleoni nel 2002, quando fu sentito per la prima volta dalla Procura della Repubblica di Perugia,  aveva 72 anni e gli veniva chiesto di riferire in merito ad episodi avvenuti 17 anni prima.
Si possono certamente ipotizzare mille scenari diversi ma preferiamo attenerci ai dati di fatto che forniscono un quadro abbastanza preciso, lineare e coerente di quanto accaduto nel settembre/ottobre 1985.
A voi adesso stabilire se gli accertamenti svolti dal dr Napoleoni a Firenze si riferissero al dr Narducci o ben più verosimilmente alla vicenda di Paolo P. e a quanto dichiarato dal sig Carlo Futile.

3 commenti:

Hazet ha detto...

davvero un ottimo reportage, Flanz; i miei complimenti.
organicamente ben confezionato ed ultra rispettoso di informazioni e delle cronologie.
Applauso e piena solidarietà.

Mi piace molto notare come:
- mi risulti particolarmente inusuale, che un Pubblico Ufficiale di stanza a Perugia vada di persona a compiere indagini e perquisizioni a Firenze senza nè informarne nè avere supporto logistico dai colleghi del luogo (o quanto meno senza che ve ne sia traccia in quel di Firenze, par di capire).
- e altrettanto strano ed inusuale mi risulti che un Pubblico Ufficiale di Perugia, senza che da Firenze gli sia stato delegato nulla, indaghi su un caso di pertinenza di Firenze.

NOTA:
ma le perquisizioni, non dovrebbero essere autorizzate?
Possibile che un Pubblico Ufficiale parta da Perugia per andare a perquisire una abitazione (quella del P. Poli in via dei Serragli? o altra di altri? o quella ipotetica del Narducci?) senza avere in tasca un mandato di perquisizione firmato da Perugia?
Senza che i suoi superiori ne siano a conoscenza e gliene chiedano gli esiti?
Possibile che se vengono sequestrati dei reperti anatomici questi non vengano mandati alla Scientifica e a Medicina Legale per essere analizzati?
Mah!

Però,
teniamo presente che qui si parla del "caso Narducci", per cui tutto ma proprio tutto pare sempre sia possibile: dalla roba più vaga a quella più improbabile passando per quelle più assurde.
Gli 'altolocati, ricchi, bellocci, medici e massoni' sono un must troppo succoso per farne a meno.

Risultato?
- Narducci non è mai stato condannato come MdF manco post-mortem.
- I 'chi' che telefonavano' minacciando l'estetista di Foligno, mai identificati in toto e mai condannati (solo uno vagamente condannato in un'altra girandole di vicende non ben chiare e dai contorni ancora più strani)
- DNA di Narducci non corrispondente a quelli trovati a Scopeti
- Autopsia del FN compiuta dal Prof. Pierucci che nelle conclusioni è tutta un dubbio ed una incertezza su tutto e che non certifica nemmeno che il FN sia stato ucciso.
- Delitto Caltabellotta, senza colpevole arrestato e condannato
- feticci sequestrati, forse si forse no insomma ognuno faccia come preferisce tanto..., di certo non vi è verbale di un tale tipo di sequestro di reperti
- ipotizzata casa di Firenze di FN, mai ben specificata come indirizzo, nè indicata in alcun verbale con via e civico



Hazet ha detto...

Comunque, la cosa che ho sempre trovato assai particolarmente interessante, è che per coprire l'assassinio (sic) di FN, sia sia dovuto ricorrere al plurimo scambio di corpi avanti ed indietro.

In una simile ipotesi (ossia che il FN sia stato davvero assassinato e davvero assassinato con quelle modalità di strangolamento con voluta rottura del corno), ci sono davvero dei punti di domanda, logici e funzionali, che lasciano allibiti.

1) se quelli che dovevano 'riconoscere e certificare' il corpo erano "complici" come si tentò di dire anche in tribunale:
che bisogno c'era di una maldestra ma complicata sostituzione di corpo per il pontile?

2) in quella zona, FB era conosciuto da molti, sostituirne il corpo con quello di uno che non gli assomiglia manco per niente, rende estremamente più facile la presenza di normali persone non facenti parte della combutta, che possono accorgersi che quello non sia il corpo del FN

3) la rottura del corno, sinonimo di uccisione per voluta prolungata pressione meccanica proprio su quel punto, non è valutabile a vista.
Quindi, quel giorno assolutamente nessuno sul pontile avrebbe potuto accorgersi o valutare per un omicidio, complice o estraneo che fosse.
Ciò rende inutile la sostituzione in acqua, e se proprio si voleva un certificato di morte che escludesse l'omicidio, bastava che parte degli stessi 'complici ben legati alle Isituzioni' facessero pressioni e manipolazioni in sede di autopsia.

4) i due corpi, non si assomigliavano affatto:
uno italiano di carnagione chiara, alto e slanciato
l'altro un messicano di carnagione ben più scura, molto più basso e tarchiatello.
Capisco che corpi di morti non si trovino girato l'angolo alla bisogna, ma se da un lato si mette sul piatto della bilancia un piano complesso, da veri specialisti, dall'altro lato del piatto una simile dissonanza tra i due corpi risulta incomprensibile alla professionalità e capacità di mettere in piedi così complicati piani

5) Il lago Trasimeno di certo non è Times Square all'ora di punta, ma... possibile nessuno si sia accorto assolutamente di nulla di tutto sto via vai?

- FN deve essere stato raggiunto in mezzo al lago senza essere visto da nessuno.
- FN deve essere stato ucciso senza essere visti da nessuno.
- sempre senza essere stati visti da nessuno, il corpo del FN deve essere stato o portato via o nascosto in loco
- sempre senza essere stati visti da nessuno, il corpo di un messicano deve essere stato prelevato da qualche parte
- sempre senza essere visti da nessuno, il corpo del messicano deve essere stato porto fino al lago Trasimeno
- sempre senza essere visti da nessuno, il corpo del messicano deve essere stato posizionato in acqua nel lago, in modo da poterlo far ritrovare.

E di nuovo, una simile alta capacità organizzativa anche di segretezza, cozza con la per nulla professionale e rischiosissima sostituzione con un corpo molto differente da quello del FN.



Venti² ha detto...

Questa del fu prof. FMN è una vicenda alle soglie dell'incredibile...
Il poliedrico professore -che talvolta calzava stivali da equitazione ove ne aveva voglia- perde in poche ore una vita costellata di successi dopo una misteriosa telefonata che gli fa abbandonare tra lo stupore dei colleghi,una sessione ospedaliera di endoscopia digestiva per correre in motocicletta fino al suo studio di casa poi a San Feliciano e "annegare" non si sa se come e perché peraltro "rompendosi" la cartilagine tiroidea ed esservi ufficialmente riconosciuto cadavere 5 giorni dopo, davanti a fior di autorità compreso l'allora questore perugino-seppur alcuni lo davano per spacciato già l'8-
(Il mago del monte T., non LM, disse davanti alla propria moglie che il gastroenterologo era vivo ma evidentemente qualcuno capì il contrario).
17 anni dopo, alla riesumazione, ha piu capelli di quando è morto, risulta più alto -il Ris accertera poi piu accuratamente- di ben 20 centimetri rispetto allo sventurato di Sant'Arcangelo, notare che quest'ultimo era brachicefalo mentre FMN era sub-dolicocefalo...neanche il cranio era simile...
Tutto questo è accaduto per occultare cosa?