lunedì 28 maggio 2018

Al di là di ogni ragionevole buon senso - Sei

Segue da Adorbs cinque.

26 ottobre
A Perugia il PM sentì l’allora Appuntato dei Carabinieri Daniele Meli, in servizio presso la Stazione dei Carabinieri di Castiglione del Lago, che, assieme all’Appuntato Di Goro, intervenne sul lago Trasimeno per recuperare il cadavere attribuito a Francesco Narducci. Quel giorno dichiarò: “Ricordo che il cadavere aveva un braccio piegato davanti a se o forse tutte e due le braccia piegate davanti a sé ed era rigido. Aveva una camicia a quadri, mi pare avesse anche la cravatta, un giacchetto forse di renna marrone e pantaloni. Il cadavere era gonfio e gli occhi erano tanto gonfi da essere chiusi. Aveva anche liquido biancastro che usciva dalla bocca. Quello che mi impressionò era però soprattutto la presenza di numerose escoriazioni sulla testa e sul volto. Il cadavere era con il ventre rivolto verso l’acqua e si notavano varie escoriazioni nella parte a1ta del capo tanto che i capelli era stati strappati via; sul volto aveva una escoriazione sopra il sopracciglio destro, che si notava molto perché l’occhio era molto gonfio. Era come se la pelle fosse stata strusciata via e si notava il bianco sotto. Nel capo in corrispondenza delle escoriazioni vi era del sangue rappreso, come delle strisciatine rosse.”

Nella stessa giornata fu ascoltato anche il Maresciallo Lorenzo Bruni, Comandante della Stazione dei Carabinieri di Magione. Riferì d’essersi recato, il 13 ottobre 1985, sul pontile di Sant’Arcangelo su ordine del capitano Di Carlo. D’aver notato la dr.ssa Seppoloni: “Ricordo che la dottoressa diceva di essere alle prime armi, ma non ricordo se la stessa fu sollecitata a concludere la visita rapidamente. L'ispezione cadaverica avvenne sul molo e il cadavere non fu spostato come solitamente avviene. Anche i pescatori si sono meravigliati che il cadavere non fosse sottoposto ad esame autoptico.”

27 ottobre
Il dr Michele Giuttari, capo della squadra mobile di Firenze, incontrò il dr Ruggero Perugini, ex capo della SAM, in carica fino al luglio del 1992. Il dr Perugini negò d’aver ricevuto il dossier elaborato dal dr Francesco Bruno come di conoscere dettagli significativi circa le indagini svolte dal Sisde sul ‘mostro di Firenze’. Negò altresì aver mai letto il rapporto del commissariato dei Carabinieri di Sesto Fiorentino relativo al ritrovamento dei frangifuoco, realizzati con pietre di medie e piccole dimensioni incastrate tra loro, non distanti una piazzola dove i ragazzi francesi avevano piazzato la loro canadese prima di recarsi a Scopeti.

31 ottobre
Presso gli uffici della Questura di Firenze, furono messe a verbale le dichiarazioni di Anna Maria G., il medico curante di Pietro Pacciani. "Mi viene mostrata la fotocopia di una ricetta con la prescrizione del farmaco “Eolus” (con data 19/04/1997 n.d.r) con due confezioni. La ricetta è a firma mia. La riconosco e quindi sicuramente sono stata io a prescrivere questo medicinale in Spray, che all’epoca prescrivevo spesso ai miei pazienti con problemi di respirazione. Presumo che al Pacciani lo prescrissi per un problema bronchiale. (...) Non ricordo questo farmaco come un farmaco solitamente prescritto al Pacciani per cui ritengo che lo abbia prescritto solo quella volta e, comunque, che si sia trattato di una prescrizione occasionale.
L’ultima volta che mi recai all’abitazione di Pacciani e mi accorsi che respirava male, non gli prescrissi alcun farmaco spray, né gli dissi di prendere un simile farmaco per la respirazione. Devo peraltro dire che Pacciani non si faceva mai visitare e l’unica cosa che riuscivo a fare era la misurazione della pressione. Gli chiesi un paio di volte di consentirmi una vera e propria visita ma lui si rifiutò. (...)
L’ultima volta che mi recai a casa del Pacciani ricordo di avergli consigliato il ricovero in ospedale e di prendere un diuretico. Non gli dissi assolutamente di prendere l’Eolus o farmaci spray."

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