Originario di Catania si era trasferito ad Alessandria dove, nel 1976, lavorava come operaio presso una azienda di bibite, qui aveva conosciuto Filippa Nicoletti, insieme erano andati a stare per un breve periodo in Sicilia dopodichè nel 1978 avevano traslocato a Prato e quindi a San Casciano in Via di Faltignano. Aveva quindi persuaso la Nicoletti a prostituirsi nelle strade attigue alla stazione ferroviaria di Firenze ed era stato arrestato per sfruttamento della prostituzione ed altri reati minori e quindi detenuto presso il carcere Le Murate dal 26 luglio 1981 al 4 dicembre dello stesso anno. Uscito di carcere era andato a stare per alcuni giorni a Prato presso l'abitazione dell'amica, Gabriella Ghiribelli, era quindi tornato a San Casciano in via di Faltignano assieme alla Nicoletti. Durante la detenzione si era convinto d'avere doti profetiche: «la mia sorte è nel mio nome», aveva scritto in una lettera alla Nicoletti ed uscito di carcere aveva iniziato a preparare filtri d'amore tanto da diventare noto come il "mago di San Casciano". Secondo le dichiarazioni di Gabriella Ghiribelli dal 1984 al 1985 la casa del Mago Indovino era divenuta il teatro di sedute spiritiche che grazie all'alcool si trasformavano in orge di sesso tra i partecipanti. Riferì la Ghiribelli: "Ogni domenica mattina, nell' appartamento dei due c' erano i resti di messe nere, vedevo cose strane, c'erano inequivocabili tracce di cosa era successo il sabato sera e la notte. Nella stanza appena si entrava, c' erano ceri spenti, una stella a cinque punte disegnata in terra con il carbone, una indicibile sporcizia e confusione dappertutto, preservativi, bottiglie di liquori vari vuote, nonchè un cartellone appoggiato sul tavolo contenente tutte le lettere dell'alfabeto e numeri con all'estremità di questo cartellone, che era di forma ovale, due cerchi con scritte in uno SI e nell'altro NO. Nel mezzo di questo cartellone c'era un piattino da caffè sporco di nero"(Un cartellone simile era stato rinvenuto presso l'abitazione di Pietro Pacciani). Sulle lenzuola del letto grande c' erano tracce di sangue. Erano macchie larghe quanto un foglio di carta da lettera". Filippa Nicoletti, al capo della squadra mobile, Michele Giuttari, riferì che in quegli anni la casa era frequentata da Milva Malatesta, il suo convivente Vincenzo Limongi, Domenico Agnello ed il mago Manuelito che Salvatore Indovino aveva conosciuto in carcere. Gabriella Ghiribelli aggiunse ai partecipanti dei festini a luci rosse anche Mario Vanni e Pietro Pacciani.
Il 28 agosto 1985, pochi giorni prima il duplice omicidio di Nadine Mauriot e Jean Michel Kravechvili, Salvatore Indovino denunciò ai carabinieri di San Casciano il furto con effrazione presso la sua abitazione di un coltello da cucina ed una lente di ingrandimento.
Salvatore Indovino morì di cancro il 15 agosto 1986.
Rif.1 - La Repubblica - 18 febbraio 1996 pag. 9
Rif.2 - Compagni di sangue pag. 47
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