Maestro di musica. Domenica 8 settembre si recò con la moglie, Marcella De Faveri, a far visita all'amico Giancarlo Rufo. Intorno alle 14,00, Vittorio Chiarappa, nell'affrontare la svolta per accedere al vialetto d'ingresso, trovò difficoltà nella manovra, poichè sul lato destro della strada era parcheggiata un'auto .Intorno alle 15,30 il signor Chiarappa lasciò la moglie a casa di Rufo e riprese la strada per Firenze, dovendo scrivere un necrologio per un collega recentemente scomparso. Nell'uscire dal vialetto dell'abitazione di Rufo incontrò le medesime difficoltà di manovra. Intorno alle 17,00 è di ritorno a casa dell'amico. L'auto parcheggiata sulla carreggiata destra intralcia ancora l'accesso alla villa di Rufo. Interrogato l'11 ottobre 1995, Vincenzo Chiarappa dichiarerà: "Notai che c'era parcheggiata, parallelamente alla strada, con il davanti in direzione San Casciano, una vettura di colore rosso sbiadito, di forma squadrata, con il dietro tronco. Notai anche che c'era un uomo che, mostrando le spalle, guardava in direzione del viottolo che conduceva al luogo del delitto. Quest'uomo non si muoveva e stava appoggiato al tetto dell'auto, dalla parte dell'asfalto in modo tale che io potevo vederlo solo di spalle... Osservai l'uomo anche quando scesi con la mia macchina a Firenze da solo, intorno alle 15,30 e mi colpì molto il fatto di ritrovarlo, nella medesima posizione, dopo circa un'ora e mezza, intorno alle 17,00, quando rientrai alla colonica del mio amico... Egli era di corporatura grossa e di mezza età..."
Rif.1 - Il mostro pag.77
Rif.2 - Storia delle merende infami pag.292
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