venerdì 28 novembre 2008

Antonio Cafaro

Medico legale. Assieme al dott. Aurelio Monelli e al dott. Mauro Maurri redasse la perizia necroscopica relativa al duplice delitto di Nadine Mauriot e Jean Michel Kravechvili. Nella sentenza si legge: "La perizia necroscopica (periti prof. Mauro Maurri, dr. Aurelio Monelli e dr. Antonio Cafaro) svolta sulla donna, il cui cadavere era stato rinvenuto all'interno della tenda, aveva accertato che la vittima era stata raggiunta da quattro proiettili, di cui tre al cranio ed uno all'emitorace sinistro, mentre l'uomo era stato raggiunto da quattro colpi, di cui uno alla bocca, due all'arto superiore sinistro, uno al gomito destro: tutti i colpi erano stati esplosi da distanza ravvicinata, nell'ordine di poche decine di centimetri, ma non a bruciapelo, parte fuori e parte all'interno della tenda, con direzione dall'esterno verso l'interno e dal lato anteriore della tenda verso quello posteriore, mentre con ogni probabilità l'uomo era disteso supino a terra e la donna era stesa bocconi sopra di lui. La ragazza era stata uccisa dentro la tenda, mentre l'uomo, che era stato soltanto ferito e non gravemente, aveva cercato scampo nella fuga: era riuscito però solo ad uscire dalla tenda ed a percorrere circa 15/20 metri in direzione del bosco, poi era stato raggiunto dall'omicida che gli aveva inferto a più riprese, ma in brevissima successione di tempo, numerosi colpi di arma bianca che lo avevano fatto stramazzare al suolo, determinandone rapidamente la morte. Il suo corpo era stato poi sollevato e gettato nel sottostante ciglio cespuglioso, là dove era stato poi rinvenuto. A giudizio dei periti nella fase successiva l'omicida aveva trascinato parzialmente il corpo della donna, completamente nudo, fuori dalla tenda, afferrandolo per i piedi e, con l'ausilio di una sorgente di luce artificiale, aveva praticato un'ampia e decisa escissione del pube, passando poi all'asportazione della mammella sinistra, con tagli simili a quelli riscontrati sul cadavere della Pia Rontini. Infine il cadavere della donna era stato ricollocato all'interno della tenda, mentre quello dell'uomo era stato gettato nei cespugli sottostanti: i periti ritenevano che l'intero episodio potesse essersi svolto nell'arco di tempo di non più di nove minuti o in un tempo ancora inferiore."

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