lunedì 7 marzo 2016

Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 16 marzo 1998 - Terza parte

Segue dalla seconda parte.
Avvocato Colao: Addirittura, poi, questo concetto è inaccettabile, perché delle prostitute hanno rifiutato questi strumenti; lo avete sentito voi in aula. Il Vanni attuava queste pratiche abnormi unicamente per dare sfogo ai suoi istinti di perversione, al suo delirio di potenza, al suo delirio di potere, al suo delirio di sottomissione della donna. Era questo il punto. E di qua, l'odio. Del resto, questo concetto anche noi, modestamente, molto modestamente, abbiamo fatto qualche piccola ricerca nel campo psichiatrico. E la scuola dello psichiatra fiorentino Roberto Assaioli, ben nota ormai a Firenze, la scuola di Psicosintesi, già dal 1950 dichiara che: "Queste pratiche, quando sono ripetitive e a carattere ossessivo” — e questa era una ossessione, perché 'i compagni di merende' ce l'avevano tutti questi strumenti ed era il pane quotidiano della loro vita - "diventano una forma di abbrutimento sessuale.” E questa scuola di Psicosintesi la deprecò, invogliando i giovani all'atto di amore, all'unione dell'istinto sessuale con qualche forma di sentimento che potesse veramente dare la gratificazione ad entrambi. E la deprecò, in quanto che la considerò causa ed effetto, queste pratiche abnormi, ripetitive di questi strumenti, di angoscia, frustrazione ed egoismo nel rapporto. Altro che gratificare il partner! L'avvocato Mazzeo, Giudici, Giurati, disse: siate misericordiosi. Non mi dispiacque, dico la verità, questa affermazione del collega. Ma come si può essere misericordiosi, quando c'è stata sempre una negazione tracotante, ostinata, sfrontata, aggressiva, nella prima fase di questo procedimento? Era anche aggressiva; poi è cambiato questo atteggiamento... Siamo stati, questa parte civile è stata pronta a portare alla Corte - e la Corte già la conosceva, non so - quella lettera del Lotti che accusa Pacciani e Vanni e che è uno sfogo ed è una forma di pentimento, perché l’accusa ad altri è una forma di pentimento sua. Perché mi è sembrata una forma di pentimento: Pacciani e Vanni, fate delle cose mostruose, siete delle bestie, Pacciani e Vanni. Lo avrà fatto dopo perché stava in carcere, perché stava ormai sotto controllo, non lo so questo. Non lo so, lo sa lui e la coscienza sua. Però lo ha scritto. E allora, in questo caso, la misericordia è adeguata. Qualunque atto di misericordia presuppone una forma di pentimento… Intendiamoci, nessuno spirito di vendetta anima questa parte civile e le parti civili. Abbiamo sofferto anche noi con le famiglie, anche noi difensori. Siamo stati insieme, affiancati, però, nessuno spirito di vendetta. Ma la sete di giustizia, sì. Appartiene proprio alle parti civili la sete di giustizia. Ed ecco la nostra ricerca attenta, oculata; ecco il nostro stare sempre al pezzo; cercare, scandagliare, verificare... Perché questo era un processo difficile e fra le pieghe di queste carte c'era tanto da trovare. E qualcosa abbiamo trovato anche noi e lo abbiamo offerto, perché voi possiate fare una sentenza che tenga conto di tutto. Perché dovete tenere conto di tutto, per non prestare il fianco che poi, sicuramente, si dirà lo stesso, va be'. Ma se non altro, la ragionevolezza deve venir fuori. E noi, ecco, abbiamo preso e portato più che si poteva. La difesa di Faggi Giovanni si duole, dice: ormai Faggi Giovanni è un "compagno di merende"; come a dire: come va va, ormai è stato inguaiato. Ma è lui che si è creato il ruolo, non è l'immaginario collettivo che glielo ha appioppato. E' lui che si è creato questo ruolo con la sua attività, con gli indizi gravissimi che sono emersi contro di lui. Dice: non è stato esaminato, non se la sentiva, perché... Per carità, è un diritto, eh. Uno viene, o non viene. Per carità! La legge, in questo, è misericordiosa. La legge è misericordiosa, non impone una presenza. Ma, cavolo! L'innocente viene a muso duro, l'innocente... Voi, Giudici, li avete, visti: persone innocenti e colpevoli. E quanti ne avrete visti. E quindi l'innocente viene a muso duro. E dice: io, cosa dici di me? Chi te lo può aver detto? Io ero lì? Ma cosa ti sogni, cosa vieni a dire! E poi, quale interesse... Scusate, io mi chiedo: quale interesse avrebbe avuto il Lotti a parlare, e ad accusare Faggi Giovanni? Lo ha detto lui stesso: non l'aveva mai conosciuto proprio di 5 persona. Lo aveva visto, sì, alla Cantinetta insieme agli altri. Però quale interesse aveva? Nessuno. Non poteva avere nessun interesse a inventarsi nome e cognome, che stava lì a Calenzano, che era un rappresentante di mattonelle e di ceramiche e che in passato era stato un agricoltore. Ma era proprio, proprio una cosa spontanea che è venuta da parte del Lotti. Il quale ha voluto gradualmente... eh, certo, scoperto - e non mi ripeterò, perché ormai lo sappiamo, tutti, e come no! - scoperto; e poi, un po' alla volta, si è dovuto per forza delineare su tutti i fronti. Eh, certo, ha avuto degli interrogatori da investigatori abili. Eh, non è mica stato investigato da quello o da quell'altro. Quindi gli ...... .. hanno fatto delle domande tali che, un po' alla volta, lui ha dovuto parlare. Ma allora dico: si duole di questo. E poi si dice anche che quell'identikit ha un valore probatorio svilito. Perché la teste - Parisi, mi pare - a distanza di 16 anni non ha riconosciuto la fotografia del Lotti (?), o quanto meno ha avuto delle perplessità. A parte il fatto che con gli anni la memoria sfuma, e lo sappiamo tutti. Quindi, questa teste è attendibilissima, perché a caldo dette tutte le informazioni e venne fuori l'immagine di Faggi Giovanni; poi, a distanza di 16 anni in dibattimento, ha delle perplessità. La memoria è sfumata. A parte i capelli vistosamente tinti di scuro. Ognuno deve avere il suo ruolo e la sua età, per carità! Ognuno se li tinge come gli pare. Dopo quel periodo, le tinture forti, forse anche qualche posticcio, non io so. Ma tinture veramente che contrastano proprio con la età del soggetto. Perché ci sono certe cose che stonano. Si vede una faccia che e"grinzosa, che gli anni li ha: capelli scuri, rosso. Quindi, perché quésto, eh? Era stato visto l'identikit, quindi, poi. era un "pissero", no? La difesa stessa dice: è un "pissero". Quindi, se è un "pissero", è un signorino, non ci dimentichiamo che sapevano truccarsi molto bene. Il processo Pacciani ci ha fatto diventar pazzi, in quanto che si vedeva con gli occhiali, si vedeva coi capelli tinti di giallo... Il Pacciani, c'erano testi che l'avevano detto. Poi, no, era lui, lo avevano riconosciuto. Erano... era una banda. Questi si organizzavano. È un indizio grave questo identikit, ed ha un'alta valenza probatoria perché è stato fatto a caldo. Da una ispezione sul posto, perché questa parte civile si è voluta recare a Le Bartoline ed a Calenzano, in quanto che si dice: bah, abita a due passi dalla caserma, la difesa dice, dalla caserma dei Carabinieri e dalla casa del Popolo. Quindi è nel cuore di Calenzano. E invece Travalle, è. una località, dopo questo ponticello sul torrente La Marina, che porta in una grande vallata. E quella, da questo ponticello, dopo questo ponticello - questa è una ispezione che io ho fatto sul posto - si incomincia, la località Travalle. In questa località Travalle c'è la via delle Bartoline che scorre lungo il torrente. Er a un certo punto, c'è questo viottolo; sotto un olivo furono trucidati i due ragazzi. Ma non ci dimentichiamo che anche Faggi Giovanni è nato e vissuto a Calenzano. Era agricoltore prima di fare il rappresentante. E abitava in via Cascinale in un cascinale, guarda caso — da ragazzo e da giovane e da adulto, anche perché solo negli ultimi anni si spostò e andò in via del Lago — guarda caso, vicino a questo ponte a La Marina. Quindi sono i posti dei ragazzi, di quando siamo vissuti. Quindi, quella località era per lui familiare e di casa. Che poi ci fossero 800 metri dalla casa, o che ce ne fosse un chilometro e due dal punto, o due chilometri per arrivare lì al punto dove ci fu il delitto, non significa nulla. Questi erano i suoi posti e tutti sappiamo che si torna volentieri sui posti dove siamo stati da ragazzi. E li conosciamo bene. Di là la segnalazione, che non era facile trovare delle coppiette, eh si è parlato a lungo: ma perché, dice, ammazzavano le coppiette? È chiaro, la donna sola dove la trovi in mezzo ai campi? Ma neanche una prostituta la trovi in mezzo ai campi.
Avvocato Filastò: Accidenti! Basta andare a Calenzano, sul viale...
Avvocato Colao: Senti, io ci sono passato anch'io, qualche volta di là, non fosse stato che per curiosità. Però, ascolta, lì sono sullo stradone, eh. Non tu le trovi in mezzo ai campi. È diverso. Comunque, per carità di Dio! Ognuno ha le sue idee. Ma, voglio dire, non era facile. Ecco perché veniva ucciso l'uomo. Perché lì era un'azione di osservazione, attenta. Eh, si seguiva la coppia, guarda. E di qua nasce quella "Bella girata a Travalle" il 20 aprile dell'81, quell'annotazione su quell'agenda. Quella registrava una forte emozione del soggetto. Aveva visto una coppia giusta e forse la ragazza giusta. Perché tutte le ragazze avevano un seno grosso. E quindi la banda, capeggiata da Pacciani sceglieva donne con un certo seno. Sembra incredibile però è così. E lui segnava "Bella girata a Travalle", così, tanto per prendere e buttarla là; non ha saputo dare nessuna spiegazione di questo. Niente. Dice: così, mi venne in mente. "Bella girata a Travalle". Sarebbe come — lui che ci era vissuto da ragazzo, che stava vicino al torrente de La Marina, quel ponticello famoso dove fu visto quella notte con gli occhi stralunati e che portò all'identikit — sarebbe stato come se uno capita al Ponte Rosso a Firenze e che avesse detto: "Bella girata al Campo di Marte" uguale. Poteva dire: "Bella girata a Viareggio", "Bella girata all'Abetone". E magari, poi, si scopre pure che a Campo di Marte c'era anche vicinissimo di casa. I ROS nel 1990 - 1990 - trovarono la famosa cartolina che Faggi Giovanni aveva inviato con tanto di nome, cognome e indirizzo a Pacciani:,-"Dimmi quando devo venire. La tuta ti è andata bene? Ti saluto nuovamente."' Rapporti cordialissimi, affettuosi, che presuppongono frequenti contatti: "Ti saluto nuovamente", una cartolina. Non esiste. I ROS trovarono questa cartolina nella perquisizione del 1990. E da questa cartolina risalì al Faggi. Tenuta questa cartolina, accanto al libretto della pensione, accanto al libretto degli assegni. Quindi come un segno molto importante, tenuta da conto, come si conservano le. fotografie dei cari, i ricordi cari. Indizio gravissimo, preciso, concordante. Di quell'alibi traballante parlerà il collega Voena. Però questa parte civile, nel ricorso per Cassazione che svolgemmo, tutte le parti civili, aveva già trattato di un alibi falso da parte di Pacciani Pietro, che risultò mendace. Perché da lui stesso contraddetto. E quindi, questa parte civile, in Cassazione, portò la tesi che un alibi falso, fallito, precostituito è un alibi mendace. Quindi, non è la prova, ma è un indizio grave contro il soggetto, il quale se n'era fatto uno a favore e, viceversa, se ne trova uno contro. E poi, questa seconda agenda è stata scoperta nel 1996 , eh. La prima perquisizione era del 1990. Bene hanno fatto a rifarla; è stata fatta a sorpresa. L'uomo ormai si sentiva al sicuro... Dice: com'è che teneva due agende e la teneva lì? E- che era stupido, la. bruciava? No, loro erano conservatori, conservavano tutto. E ormai sì sentiva sicuro, tranquillo. Dice: 'io l'ho avuta nel 1990. Sì, ora gliene danno un'altra, vengono qui da me! Quindi se la teneva lì. Era della banda, era caratteristica di questa banda di turpi assassini e delinquenti formarsi degli alibi per dirottare le indagini. Eh, il lembo di seno alla dottoressa Silvia Della Monica: ma spedito da Vicchio. Ma ora io sto a Mercatale. Certo, molto grezzi anche, eh. Perché non è questa... molto grezzi, anche. Però: io ora sto a Mercatale, è 20 anni che sto qui a Mercatale. Sai, il lembo di seno, io glielo ma... Quindi, la sfida sì; ma sfida, ma anche dirottare le indagini. Il lembo di seno io glielo mando da Vicchio. A questo puntò lì si concentreranno le indagini. E poiché stanno diventando pazzi e brancolano nel buio', diamogli un'altra impostazione falsa: confondiamo le acque. Quindi riportiamoli in zona, là. Noi stiamo qua, di noi non c'è più nessuno che abita là. I camuffamenti, ho già detto. Presidente, ringrazio e chiudo. 

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