venerdì 22 gennaio 2016

Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 10 marzo 1998 - Ottava parte

Segue dalla settima parte

Avvocato Filastò: Poi il teste Martini dice che è entrato lui e Gargalini all'interno dell'auto. E poi dice: "Ecco, l'Allegranti dov'era?" "L'Allegranti era, credo" - "credo" - "sia stato a preparare la lettiga per caricare." "Credo." "Però dice, siete entrati voi due?" E il teste Martini dice - sentano, Signori - è a pagina 10 di questo verbale del 19/12/97, dice il teste Martini: "Ci ha dato una mano sicuramente." "Ora, lì per lì cioè, ci hanno dato una mano a tirargli fuori il corpo da..." Quindi, ha "dato una mano" anche l'Allegranti a tirare fuori il corpo. "Ora io, chi c'era, chi un c'era, non me lo ricordo. Perché quando si fa...", eh, certamente, eh. Quando si fa un soccorso di questo genere, con questa urgenza con questa ansietà e tutto il resto, chi c'era e chi non c'era è molto difficile ricordarselo. Poi il teste Martini dice che la portiera fu sganasciata da tre o quattro persone. Presa, proprio tirata indietro. E niente, va bene. Il teste Martini... Non c'è niente da fare. A questo punto, il difensore di Vanni, eh, alla fine dice: "Signor Martini Marco, una domanda secca: lei è sicuro che il giovane era sul sedile dietro?" E il teste Martini risponde: "Si." "Sicuro?" "Sì." Pagina 15, verbale del 19 dicembre del 1997. Poi dice che il sedile venne spostato in avanti; lui se lo ricorda che era a 90 gradi. Non ha rilevato evidentemente l'azione fatta dal Gargalini di spostarlo un po' indietro. E fine. "Appena fu aperta la macchina, i due sedili erano regolari. Poi si fu noi a tirarli, a mandarli verso il parabrezza." Il ribaltamento dello schienale non lo ha visto. Dice, però: "Sarà stato un po' giù, così." Certo, quel "po'" che si vede anche dalle foto. E poi arriva il teste Ciampi Paolo, il quale teste Ciampi Paolo arriva, dice... Il Presidente gli chiede: "Ecco, può dire come trovaste la macchina e i cadaveri? Cioè il giovane e la ragazza che erano in macchina?" "Mah, la macchina era nel fossetto e i corpi erano dietro, dietro al sedile posteriore."
Presidente: "Tutti e due al sedile posteriore?" "Sì." Il teste Ciampi dice che entrarono i colleghi Martini e Gargalini: "Mi sembra, mi sembra." "Lei cosa ha fatto?" "Sono rimasto fuori, ho dato una mano a metterlo nella lettiga. C'era un sacco di persone. Fummo aiutati ad aprire questo sportello, a sganasciarlo un po' per entrare." Poi gli dice il Pubblico Ministero, gli contesta, dice: "Perché lei dice: 'erano sul sedile dietro, però io non li ho visti'? Come sa che erano i ragazzi?" Questa è una domanda sbagliata, perché non è vero che aveva detto: "Però io non li ho visti." A pagina 22. Me ne sono accorto leggendo questo verbale. Ma che si fa le domande così ai testimoni? Dice il Pubblico Ministero: "Due cose. Scusi, lei ci ha detto ora due cose che Io riesco a capire poco, perché lei dice che: 'erano sul sedile dietro, però io non li ho visti'." Come, quando mai lo ha detto: "Però io non li ho visti"? Il testimone risponde: "Perché, quando sono arrivato alla macchina, ancora i miei colleghi erano dentro e non erano stati estratti." "Erano indietro, ancora? Erano indietro ancora sul sedile?" E lui ripete: "Indietro." "Sono sicuro che è sul posteriore." Dice. Poi gli viene contestata la solita dichiarazione: "Non ho visto la posizione del Mainardi e nemmeno ho potuto estrarlo dal veicolo." E questo testimone, si vede un po' meno coraggioso di quell'altro, non spiega per quale ragione c'è questa dichiarazione, invece di quella che è la verità. Dice: "Sì, ma io volevo capire come mai, all'epoca, a domanda specifica" - dice il Pubblico Ministero - "le viene chiesto la posizione della ragazza e la dice; della posizione del ragazzo dice: 'io non ho visto la posizione del Mainardi', e oggi è così sicuro. Capisce?" "Certo." Dice lui. "Sicuro?" "Certo." Gli fanno vedere il verbale, se la firma è sua. E poi dice una cosa molto importante. "Dov'era l'Allegranti?" Domanda del Pubblico Ministero. "Mah, senz'altro non nella macchina, come le ripeto." "Lui non era nella macchina?" "No, non era nella macchina." "Non è intervenuto nella macchina?" "No, credo. Ora non mi ricordo se è rimasto o all'ambulanza, o era accanto a me fuori dalla macchina ad aspettare, insomma, ad aiutare gli altri due che erano dentro." Quindi pone una alternativa: 'o era con me, o era dentro ad aiutare gli altri due'. Ecco, poi c'è un'ultima domanda di questo difensore al Ciampi: "Il ragazzo era accanto alla ragazza?" "Per me, sì." E fine. E sono tre. Quattro, con il Di Lorenzo. Tutti quelli che intervengono con l'ambulanza, tutti quelli che vedono i corpi, a portiera aperta. Che hanno modo di constatare una situazione. Non c'è niente da fare: il ragazzo era dietro. E d'altra parte, poi, c'è l'Allegranti. L'Allegranti mi preme un attimo dire come mai interviene in questa circostanza, in questo processo. Mi occupavo di una trasmissione televisiva, perché l'origine di questa trasmissione, Mixer, era questa. Io avevo scritto quel libretto intitolato "Pacciani innocente". Il regista di una precedente trasmissione, ultracolpevolista su Pacciani, rispetto a Pacciani, Gianni Barcelloni - siamo diventati anche amici, dopo - legge questo libretto e dice: 'mah, forse le cose non stanno così'. Però, siccome è una persona di una certa onestà intellettuale, viene da me e dice: 'avvocato, lei ci sta a darmi una mano a fare un'altra trasmissione su questo argomento, in cui il discorso si pone in maniera diversa? Perché non mi piace, a me, aver fatto una trasmissione in cui davo addosso a una persona che forse è innocente'. 'Si figuri', dico, 'più che volentieri. Lo faccio di secondo lavoro, cose di questo genere. Perché no? ' E ci mettiamo lì a lavorare. Ci mettiamo lì a lavorare, si comincia a vedere... Io dico: 'guardi, però per correttezza, le persone io non voglio andare a sentirle. Perché non si sa mai, potrei un giorno dovermene occupare di questo processo. E' meglio di no. Vada lei.' E lui, un giorno, mi pare parlando con un collega qui di Firenze, non dirò chi è, ma insomma. . . Dice: 'ma guardate, c'è l'autista dell'ambulanza che si ricorda bene come stanno le cose. Si chiama così e così.' Dico: 'guarda, vacci a sentirlo'. Questo va a sentirlo. Sente l'Allegranti, torna, mi fa vedere la cassetta. Dico: 'ma accidenti, ma guarda questa storia', dico io. A me, fra l'altro, la cosa che mi colpì di più, era la storia delle telefonate, capito? E così è nata la faccenda. Io ho portato questo testimone, il Pubblico Ministero ha detto: 'eh, ma qui c'è la bellezza di 11 testimoni che dicono l'inverso...' Allora lo sapeva? Ah, lo sapeva, allora? E perché non li ha portati a parlarci delle automobili, sul posto, che non c'erano. E così è venuto fuori tutta la storia. Ma l'Allegranti è la persona più adamantina che si possa immaginare. Questo fascicolotto qua è tutto lui. Un tentativo, tentativi fatti... Intanto era il più anziano, lui. Parla della telefonata che, secondo lui arriva alle 23.15—23.20. Probabilmente sbaglia di 20 minuti. Certo, dice: "Era prima che io smontassi. Perché smontavo a mezzanotte. E quello che mi doveva prelevare" - dice puntualmente - "non era ancora arrivato, quindi era prima di mezzanotte." Infatti, benissimo. Perché lo abbiamo visto, attraverso le testimonianze di quei ragazzi che abbiamo percorso poco prima a proposito della questione relativa alla presenza di macchine oppure no sul posto, che l'orario siamo intorno alle 23.40. Questo è il momento storico degli spari. Mettiamoci 10 minuti per andare a telefonare all'ambulanza e siamo giustamente a mezzanotte meno 10. Poi racconta tutta la storia delle telefonate, su cui ritorneremo, perché sono abbastanza importanti. E poi dopo, sul punto del dove si trovava il corpo di questo ragazzo, lui è proprio sicuro al cento per cento. Perché c'era lui, perché è entrato dentro. Ma non solo lui è sicuro della posizione del ragazzo. Sicuro, perché lo ha constatato; anche lui è uno di quelli, e sono quattro, che vanno a togliere questo ragazzo da un posto... E che volete che non si rendan conto di dove si trova? Ma spiega anche il motivo per il quale una chiazza più ampia di sangue la troviamo piuttosto sul sedile anteriore che posteriore. Non è vero che sul posteriore non ci siano chiazze di sangue, nel posto dove sta Mainardi. Perché ci sono. Non solo, ma se osservate bene il verbale di sopralluogo, verbale, c'è anche un indumento, una maglietta intrisa di sangue, sul sedile posteriore, accanto alla ragazza. Ma spiega che questo ragazzo aveva la carotide perforata, che la posizione in cui stava la teneva chiusa; al momento di spostarlo, il getto di sangue. In più, lui dice: "Mi sono pulito le mani sul sedile anteriore", ecco spiegato il perché. Sangue ce n'era dappertutto. E schizza, schizza anche sulla portiera. Ma certo, la portiera è una sola di quella macchina. Affermare che gli schizzi di sangue sulla portiera sono l'indizio che il ragazzo si trovava sul sedile anteriore è proprio una cosa assurda. Perché di portiere ce n'era una sola. E non c'è niente da fare, lo hanno tirato fuori da quella portiera. Questo ragazzo pisciava sangue da una carotide bucata. E che volete? E sul fatto di essersi asciugato le mani sul seggiolino, lo dice a pagina 59, all'udienza del 16 dicembre 1997, fascicolo numero 67: "Io mi ci sono asciugato anche le mani." "Si è asciugato le mani a cosa?" "Al seggiolino." Dice. E se lui dice che il seggiolino aveva una inclinazione normale, è perché non l'ha fatta lui quell'operazione, come sapremo dopo da Gargalini, perché l'ha fatta Gargalini l'operazione di spingere un po' indietro il sedile. 

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