venerdì 20 dicembre 2013

Il mostro di Firenze. Una verità oltre la Cassazione

Autore: Mario Catania
Prima edizione: Gruppo Albatros Il Filo, 2013, 226pp, brossurato

Dalla quarta di copertina: Il Mostro di Firenze, una vicenda che ha attraversato quasi mezzo secolo della nostra storia tra sangue e sospetti, tra accuse e denunce. Attorno al gruppetto dei "compagni di merende", decenni di misteri. I dettagli dei terrificanti omicidi commessi sono ormai storia ma lo stesso decesso di Pacciani ha contribuito a mantenere tuttora oscura una serie di particolari che contribuiscono a rendere la vicenda una dei cold case più oscuri del secolo scorso. Nei primi giorni del marzo 2013 una nuova pista riaccende l'interesse. Mario Catania ne propone una versione romanzata. 
 

giovedì 19 dicembre 2013

Paola Fanfani - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 04 ottobre 1997 - Quarta parte

Segue dalla terza parte.

Avvocato Filastò: Ho capito. Lei ha detto: 'il mi' cognato soffre di qualcosa'. vediamo un po' di entrare... lei, per esempio, è stata mai interrogata da dei medici, da dei pariti?
P.F.: Io?
Avvocato Filastò: Sì.
P.F.: No.
Avvocato Filastò: Su. questo argomento. No. Soffre di qualcosa, significa che, per esempio, le cose le capisce bene, parla bene? Ora...
P.F.: Parlare, parla bene.
Avvocato Filastò: Sì. Come lei?
P.F.: A vederlo così, sì. Ma si vede, avendoci un contatto sempre giornalie... una persona che non lo conosce, può dire: 'è una persona normale', ma c'è qualcosa, bisogna starci insieme per vedere.
Avvocato Filastò: Le scuole, come, che scuole ha fatto?
P.F.: Senta, non glielo so dire, questo, perché... Io...
Avvocato Filastò: Sa leggere, scrivere?
P.F.: Sì, sì.
Avvocato Filastò: All'istituto Don Facibeni, c'è stato per quanto tempo?
P.F.: Non lo so.
Avvocato Filastò: E lei ha detto che suo cognato avrebbe riferito di aver visto sparare.
P.F.: Sì, anche.
Avvocato Filastò: In che modo, sparare a chi? Lo disse?
P.F.: Non lo... Vide sparare. Poi, sparare a chi, a me non me lo ha detto.
Avvocato Filastò: A lei non glielo ha detto.
P.F.: Eh, sparare a chi...
Avvocato Filastò: In sostanza, quello che riferì solamente è di aver visto tagliare la tenda e visto sparare. E nient'altro?
P.F.: E nient'altro, no. Lui si impaurì, mi disse, e si richiuse in macchina. Ecco, cosa mi ha detto.
Avvocato Filastò: Quindi, non parlò di minacce ricevute da qualcuno...
P.F.: No.
Avvocato Filastò: No.
P.F.: A me non me le ha dette, queste cose.
Avvocato Filastò: A lei non gliele ha dette. Va bene, io non ho altre domande. 
Avvocato: Le dispiace, signor Presidente. Signora, rispondendo al collega, lei ha detto che, allorquando parlavate in casa, magari guardando la televisione, commentando...
Presidente: Avvocato, si sente poco bene... 
Avvocato: (voce fuori microfono)
Presidente: No, stia pure a sedere, perché sennò il microfono non fa...
Avvocato Filastò: Eh, infatti, Presidente. La ragione per cui io sto seduto, perché stando in piedi, o si prende il torcicollo, o il mal di schiena, o non si sente.
Presidente: Bene. 
Avvocato: Signora, lei ha riferito che avete avuto modo più volte, numerose volte, di commentare lei e suo marito e il Pucci Fernando di (incomprensibile) ... ha detto che, in queste occasioni, Fernando non tradì mai qualche forma di imbarazzo. È così?
P.F.: Ma si cercava di parlarne il meno possibile, di fronte a lui, anche. Non è che si parlasse tanto, perché... Così, si parlava quando c'era io e il mio marito, mica quando c'era lui, anche. 
Avvocato: Per qualche motivo specifico?
P.F.: No, c'era qualche motivo specifico, ma... 
Avvocato: (voce fuori microfono)
P.F.: No, non c'era punti motivi specifici. Si è parlato quel giorno, poi ci se n'entrava il meno possibile, ecco, in queste cose. 
Avvocato: (voce fuori microfono)
P.F.: Perché lui tanto non stava neanche al nostro dialogo. Non stava atte... 
Avvocato: Le avrebbe capite?
P.F.: Avrebbe capito, ma non rispondeva, non... Bisogna capirlo, lui. 
Avvocato: Senta, e quindi, in tutti questi anni, quindi mi riferisco dall'85 fino al '96, né a lei, né a suo marito, venne mai il sospetto che Fernando potesse sapere qualche cosa di questo fatto.
P.F.: No.. Assolutamente. 
Avvocato: Decisamente no.
P.F.: No, no. 
Avvocato: Quindi, in sostanza, non si tradì mai con voi durante questi anni. Grazie.
P.M.: Presidente, se consente, ancora due domande. Signora, delle precisazioni a seguito delle risposte che lei ha dato ai difensori. Esattamente questa: lei ha riferito che, qualche volta, lei ricorda che Fernando era stato preso dalla Polizia e portato a Firenze. Lei ricorda se, in queste occasioni, Fernando veniva accompagnato, ad esempio, da suo marito, o da sua cognata?
P.F.: Qualche volta sì. Sì.
P.M.: Lei ricorda che qualche volta è andato da solo?
P.F.: Non me lo ricordo.
P.M.: Ecco, no. È sempre andato con qualcuno...
P.F.: Sì, sì...
P.M.: ... glielo dico io. Lei ricorda comunque che, quando andava con la Polizia, ci è andato anche suo marito?
P.F.: Sempre qualcuno.
P.M.: Bene.
P.F.: Sì, sì.
P.M.: Un'altra cosa: sua cognata ha poi riferito che, in presenza vostra, quando lui fece questa confessione, ha anche detto esattamente che gli era stato detto di non parlare con nessuno di quello che sapeva. E che quindi anche lui sarebbe stato riservatissimo con chiunque, perché così gli era stato raccomandato dalla polizia. Lei ricorda se lui fece un discorso simile?
P.F.: Ma io non me lo ricordo.
P.M.: Non lo ricorda. E ancora una cosa: lei riferiva poco fa che, per quel che ricorda lei, in passato - poi abbiamo cercato di chiarire in quali anni - fra Fernando e Giancarlo Lotti, non c'era più quella frequentazione di prima.
P.F.: No, no.
P.M.: Poi, abbiamo cercato di approfondire. E lei ha parlato di due o tre anni prima...
P.F.: Io ho detto così, ma non sono sicura, ecco.
P.M.: Ecco, benissimo. Allora le chiedo: può essere nel suo ricordo che questo mutato atteggiamento e questa non più assidua frequentazione, risalga negli anni, a qualche anno prima i due o tre che dice lei? Perché, sia il Lotti, che Fernando, dicono che, dopo l'omicidio, non si frequentavano più.
P.F.: Può darsi, sì. Io, però, l'anno preciso...
P.M.: Benissimo.
P.F.: Ora gli ho detto...
P.M.: Però, capito, fra due-tre, o sette-otto...
P.F.: Sì, io ho detto... Ha ragione, ma gli anni passano alla svelta.
P.M.: Benissimo. Era questo che mi volevo...
P.F.: Sì.
P.M.: Lei ricorda, se lo sa, oppure lo ha capito, il perché, da un certo periodo in poi non frequentavano, non si frequentavano più? Dal momento che entrambi dicono che, dopo quel fatto, siccome non erano andati dai Carabinieri, dice Fernando: 'io non ne volli più sapere, mi spaventai'. Quindi lui lo fa risalire - e così dice il Lotti - addirittura all'85. Lei, di questa circostanza, il perché non si frequentavano più, ha mai capito qualcosa, o ha mai cercato di approfondirla?
P.F.: No, non ho mai cercato. Io lo vidi non andava più, ma non è che gli domandi tante cose, ha capito?
P.M.: Benissimo. Nel suo ricordo, può essere che risalga a dieci anni prima i fatti? Cioè, gli anni '85- '86, questa mutata assiduità, ecco.
P.F.: Non gli posso dire, dottore...
P.M.: Ecco, non lo ricordo.
P.F.: ... perché non me lo ricordo.
P.M.: Senta una cosa ancora: quando lei ha detto prima, dice: 'io, dopo quel giorno, ho provato a richiederglielo, dopo quella...', lei l'ha chiamata "confessione”.
P.F.: Sì.
P.M.: Si liberò di un qualcosa, quel 13 febbraio. E lui gli ha sempre detto: 'sì, sono sicurissimo', le ha detto.
P.F.: Sì, questo sì.
P.M.: Poi lei ha detto: 'lui,' - a domanda del difensore di parte civile - 'è persona che non è capace di inventare, non inventa'. senta ancora, poi invece a una domanda su quello che vedeva in televisione sul processo Pacciani, lei ha riferito che lui diceva era, prima ha detto "delinquente", poi "deficiente". Ricorda...
P.F.: Sì. Ora non me lo ricordo le parole precise, ma qualche volta lo diceva, come si dice...
P.M.: Cioè, era una... Etichettava il Pacciani in senso negativo.
P.F.: Sì.
P.M.: Ecco, le parole esatte... Ma la parola "delinquente", se la ricorda come detta da Fernando, o...
P.F.: Sa, non me lo ricordo di preciso...
Presidente: Non si ricorda la parola, via.
P.F.: Io so che...
P.M.: Non se lo ricorda. Benissimo.
P.F.: ... diceva come si diceva noi, insomma ecco, tante volte.
P.M.: Ecco. Senta ancora una cosa: lei ci ha riferito un paio di volte, ha detto, che questo discorso a tavola avvenne il giorno a pranzo e poi fu liberato la sera.
P.F.: Sì, me lo ricordo benissimo.
P.M.: La sentenza è delle ore 16.00 di quel giorno, quindi...
P.F.: Sì.
P.M.: Lei è sicura che ancora non sapevate che era stato scarcerato, quando lui fece questo...
P.F.: Sì, sì.
P.M.: Non lo sapevate.
P.F.: No, non si sapeva. Sono sicurissima, guardi, questo me lo ricordo benissimo.
P.M.: Non ho altre domande. Grazie, Presidente.
Presidente: Signora, una sola domanda. Signora...
Avvocato Filastò: Mi scusi, Presidente, un'ulteriore... Signora, giudizi, lei ha parlato di un giudizio negativo nel periodo precedente a questo avvenimento che lei ha riferito, questo pranzo in cui il suo cognato fa quelle dichiarazioni. In precedenza, vale a dire dall '85- fino a quell'epoca qui, lei ha mai sentito suo cognato fare un apprezzamento negativo su Vanni?
P.F.: No.
Avvocato Filastò: Dire: 'quello là è un poco di buono, una persona poco raccomandabile...'
P.F.: No, ma io ci parlavo, non è che ci parli tanto con mio cognato, da dire...
Avvocato Filastò: Comunque, parlarci poco o molto, insomma, su Vanni, lei ha sentito delle espressioni negative da parte di suo cognato? 
P.F.: No, no.
Avvocato Filastò: Mai?
P.F.: Ma non è che ci si era neanche entrati col Vanni. Non si parlava mica di queste cose.
P.M.: Non era neanche in carcere.
P.F.: Eh.
Avvocato Filastò: Come?
P.M.: Non era neanche in carcere, era più difficile parlarne.
Avvocato Filastò: Senta, e dopo?
P.F.: Mio cognato?
Avvocato Filastò: Sì.
P.F.: In che senso? Dire di Vanni?
Avvocato Filastò: Dire di Vanni è una persona violenta, cattiva...
P.F.: Cattiva l'ha detto, qualcosa gli ha detto.
Avvocato Filastò: Cioè?
Presidente: Riferito al Vanni?
P.F.: Riferito al Vanni, sì.
Presidente: E com'è che ne ha parlato?
P.F.: Ne ha parlato quando si era a pranzo, quella volta...
Avvocato Filastò: Ah, va be' a pranzo. No...
Presidente: Ah, in quella occasione lì?
P.F.: Sì.
Avvocato Filastò: Io non sto parlando del pranzo. A parte quel pranzo.
P.F.: A parte, no. Io non ho più parlato, ecco, di queste cose.
Avvocato Filastò: Ecco, dopo non ne avete più parlato.
P.F.: Lui viene lì da me, mangia e va via. Insomma...
Avvocato Filastò: Sempre in silenzio.
P.F.: Sempre in silenzio, noi si guarda il telegiornale, si parla, ma lui non è tanto di inserirsi nelle nostre...
Avvocato Filastò: Insomma, praticamente della cosa, ne avete parlato solo quel giorno.
P.F.: Se n'è parlato anche dopo. Io gli ho domandato se era vero, se era sicuro, però...
Avvocato Filastò: Va bene, questo l'ha detto.
P.F.: ... però non è che io ci sia rientrata un'altra volta a ridomandargli...
Presidente: Questa è la sua versione, avvocato, via.
P.F.: ... le stesse cose. Ha capito?
Avvocato Filastò: Ho capito.
Presidente: Senta, signora, suo cognato lei, Pucci Fernando, lo ha mai visto col Vanni? Frequentava il Vanni, o no?
P.F.: Ma si conoscevano così, come si... Frequentare non lo so, io.
Presidente: Ecco, lei ha parlato che riferì di questo episodio degli Scopeti nel '96, il giorno che uscì dal carcere il Pacciani. Ecco, un po' prima di quel periodo, vedeva frequentare suo cognato il Vanni, o no?
P.F.: Ma non credo.
Presidente: No, se lo sa lei, se lo ha visto lei.
P.F.: No, no.
Presidente: No.
P.F.: Io non l'ho visto.
Presidente: Ecco, volevo sapere un'altra cosa: il suo cognato ha mai riferito episodi, o si è vantato di qualche cosa che poi è risultato infondato?
P.F.: No.
Presidente: Anche una cosa banale, purché sia, purché sia stata una balla, come si dice.
P.F.: No.
Presidente: No. Bene. Se non ci sono altre domande, può andare la teste. 
Avvocato: Una precisazione vorrei chiedere, Presidente.
Presidente: Sì. 
Avvocato: Senta, signora, scusi. Lei, ho visto che ha un atteggiamento protettivo nei confronti di suo cognato. Quantomeno è la donna di casa, quindi... ed è una persona anche attenta, lei. Ma le faccio questa domanda, dico: di fronte a delitti efferati di questo genere, non le venne spontaneo di chiedere: 'ma perché fanno queste cose?' Glielo disse, si ricorda... 
Presidente: Ha già risposto, comunque... 
Avvocato: ... se lei ha chiesto...
P.F.: Io gli dissi, ma... 
Avvocato: .. . non le venne spontaneo chiedere: 'perché fanno cose così terribili? Così orribili?'
P.F.: a mio cognato? 
Avvocato: Sì.
P.F.: Io gli dissi: 'ma come tu hai fatto a stare zitto...' - gli dissi così - ... 
Avvocato: Ecco.
P.F.: ... 'tutto questo tempo?' E a me mi avevano detto: 'io volevo andare dai Carabinieri e Giancarlo non volle', mi disse così. Io gli dico le parole che mi ha detto lui. 
Avvocato: Sì, signora, grazie. Però dicevo, non le venne spontaneo di chiedere: 'ma perché si possono fare...
Presidente: Domande, domande. 
Avvocato: ... queste cose', non le venne spontaneo?
P.F.: No.
Presidente: Okay. 
Avvocato: Va bene, grazie. 
Presidente: Signora, può andare. Grazie. Ecco, prima che arriva il teste voglio informare, ci sono rappresentanti della RAI, qui? 
(voce fuori microfono)
Presidente: Ecco, per cortesia, se c'è qualche rappresentante della RAI, informate la sede, eccetera, se avete interesse ancora alle telecamere. Perché c'è il Gruppo Fininvest, o Mediaset, che ha interesse a mettere le telecamere in aula. Dirò alla Corte di provvedere se sostituire o non, la RAI. 
(voce fuori microfono) D'accordo.
Presidente: Bene? Grazie.

mercoledì 18 dicembre 2013

Paola Fanfani - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 04 ottobre 1997 - Terza parte

Segue dalla seconda parte.

Presidente: Altri? Avvocato Colao?
Avvocato Colao: Signora, scusi, Montefiridolfi è una frazione piccola?
P.F.: Sì.
Avvocato Colao: E quindi, vi conoscete un po' tutti.
P.F.: Sì.
Avvocato Colao: Il Pacciani, lei lo conosceva, prima?
P.F.: Ha voglia, se lo conoscevo.
Avvocato Colao: Lo conosceva perché abitavate vicini di casa?
P.F.: Eh, vicinissimi.
Avvocato Colao: E senta, quando il Lotti veniva a prendere Fernando, lei ha mai visto se si intratteneva a volte anche con Pacciani?
P.F.: No, questo non l'ho mai visto, perché Pacciani abitava un po' più fuori Montefiridolfi, sicché, strada facendo lo potevano montare allora, ma io, quando gl'ha montato Fernando non ho mai visto il Pacciani montare.
Avvocato Colao: Lei si ricorda in che anno Pacciani venne a Montefiridolfi, più o meno, a stare? E di dove veniva.
P.F.: 'Un me lo ricordo. So soltanto...
Avvocato Colao: All'incirca.
P.F.: Le figlie andavano a scuola con le mie figlie, però 'un mi ricordo l'anno che gli è venuto a...
Avvocato Colao: Senta scusi, il Vanni era il postino di Montefiridolfi o no?
P.F.: Sì.
Avvocato Colao: Ecco, quindi lei conosceva bene anche il Vanni.
P.F.: Certamente.
Avvocato Colao: Lo conosceva. E avevate mai visto qualche frequentazione fra il Vanni e Lotti? Lei li ha mai visti insieme?
P.F.: No, io 'un l'ho visti insieme, perché, abitando a Montefiridolfi, stavano tutti e due a San Casciano e io non gli ho visti loro insieme, mai.
Avvocato Colao: E fra il Vanni e il Pucci? Una conoscenza, un parlare.
P.F.: Conoscenza come tutti si poteva avere col Vanni, perché l'è il nostro postino.
Avvocato Colao: Andare via insieme?
P.F.: No.
Avvocato Colao: Non lo ha mai visto, eh? Grazie signora, non ho altre domande.
Presidente: Avvocato Bagattini?
Avvocato Bagattini: Grazie, signor Presidente. Una sola domanda, signora. È successo mai che Fernando, parlando (voce fuori microfono) familiari, abbia riferito di ulteriori confidenze che il Lotti gli aveva fatto (voce fuori microfono)...
P.F.: Non ho capito, scusi.
Presidente: Un po' più voce, avvocato.
Avvocato Bagattini: Dicevo, signora, sé è mai successo, a parte quell'episodio del 13 febbraio del '96, che Fernando abbia riferito di confidenze che aveva a lui fatto il Lotti a proposito di questi fatti.
P.F.: No.
Avvocato Bagattini: Quindi, soltanto in quella sera del 1985 (voce fuori microfono)...
P.F.: Non mi ha fatto altre confidenze. (voce fuori microfono) 1996.
Avvocato Bagattini: Bene, grazie.
Presidente: Avvocato?
Avvocato Filastò: Si, grazie. Avvocato Filastò, difensore di Vanni. Signora, i rapporti fra Lotti e suo cognato erano di che genere? Si vedevano spesso, che lei sappia?
P.F.: La domenica, il sabato. Poi, ora, tutte le volte io non lo so. Erano amici, uscivano insieme.
Avvocato Filastò: Uscivano insieme. E Lotti veniva a prendere suo cognato.
Avvocato Filastò: Con la macchina.
P.F.: Sì.
Avvocato Filastò: Da quanto tempo?
P.F.: Mi sa che io proprio 'un me lo ricordo questo. Qualche volta...
Avvocato Filastò: Lei ha notato per caso che da un certo momento in poi questi rapporti fra queste due persone si sono interrotti?
P.F.: Sì, sì.
Avvocato Filastò: Quando?
P.F.: E ora l'anno io non me lo ricordo, ma l'era belle due o tre anni, anche quattro che non si vedevano più.
Avvocato Filastò: Due, tre anni, anche quattro, rispetto...
P.F.: Tre anni, forse. Ora, di preciso 'un gli posso dire una cosa per un'altra. Ora non uscivano più insieme, ecco. Forse sono più esatta a dire così.
Avvocato Filastò: 'Da circa tre anni', lei ha detto.
Presidente: Da quando? Lei ha detto: 'circa tre anni'. Ma da quando?
P.F.: Da quando gl'è successo questo... da quando è venuta fuori questa cosa, loro era già tre anni forse, che non si vedevano più.
Avvocato Filastò: Quindi, diciamo tre anni...
Presidente: Dal '96?
P.F.: Ma non glielo so dire. Loro era diverso tempo ora che non si frequentavano, che non si frequentavano più, ha capito cosa...?
Presidente: Signora, per capire, tre anni, scusi se mi intrometto, tre anni sono... lei ha parlato... il Pucci ha parlato a lei del '96, quando uscì il Pacciani dal carcere, è così?
P.F.: Sì.
Presidente: Ecco, e i tre anni...
P.F.: No, ma io volevo dire, forse mi sono...
Presidente: Appunto, spieghi.
P.F.: Loro era diverso tempo che, da quando è venuto fuori questa cosa, non si frequentavano più, ha capito?
Presidente: Ma questa cosa è venuta fuori da tanti anni, ma...
P.F.: No, ma da quando...
Presidente: ... a che periodo si riferisce lei?
P.F.: Da quando è uscito fuori il mi' cognato, il Lotti, da quando è dal '96?
Avvocato Filastò: Insomma da quando ha fa... 
Presidente: Ecco, '96, tre anni prima, due-tre anni prima, bene.
P.F.: Ecco, mi sono spiegata male. Era diverso tempo che non si frequentavano più.
Avvocato Filastò: Due-tre anni, più o meno.
P.F.: Si;.
Avvocato Filastò: Senta, lei dice che Fernando abita in una casetta per conto proprio. Ma è una casetta isolata rispetto alla vostra?
P.F.: No, no, è vicino lì a noi.
Avvocato Filastò: Cioè a dire, attigua.
P.F.: Sì, sì, è vicina al mio negozio di alimentari.
Avvocato Filastò: E lei ha detto che la sorella pensa ad accudirlo.
P.F.: Sì.
Avvocato Filastò: Che significa "pensa ad accudirlo"? Ce lo vuol spiegare meglio, cosa gli fa?
P.F.: Sì fa le sue cose che ha bisogno, lo lava.
Avvocato Filastò: Ah, lo lava.
P.F.: Lo lava, non lavare lui, gli fa le sue faccende...
Presidente: Lava gli abiti, gli indumenti. Vuole dire questo?
P.F.: Gli indumenti, sì, gli fa le faccende lì in casa, sua sorella gli... e poi mangiare il giorno viene da me', la sera va dalla su' sorella.
Avvocato Filastò: Senta, è mai stato fidanzato?
P.F.: No.
Avvocato Filastò: Direi di no.
P.F.: Per l'amor di Dio, no.
Avvocato Filastò: Voglio dire, se lei fa così...
P.F.: No, ma sono sicura, di questo sono sicura.
Avvocato Filastò: Lei ha mai saputo che abbia avuto qualche relazione con qualche ragazza del paese?
P.F.: No.
Avvocato Filastò: Senta, lei ha detto che il giorno della scarcerazione di Pacciani, suo cognato venne fuori con questa confidenza.
P.F.: Ma, il giorno, poi la sera si seppe che Pacciani l'era stato lasciato, insomma. Il giorno a pranzo.
Avvocato Filastò: Ecco, il giorno a pranzo. Ci vuole raccontare come avvenne questa... dove eravate, chi eravate, tanto per cominciare, e dove eravate.
P.F.: S'era io e lui a tavola.
Avvocato Filastò: A tavola. Eravate lei...
P.F.: Io, penso, lui e forse mio marito anche.
Avvocato Filastò: E forse suo marito. Voi tre.
P.F.: Sì.
Avvocato Filastò: Guardavate la televisione, per caso?
P.F.: Sì, proprio successe, si vedeva tutti questi fatti della televisione e lui forse si volle alleggerire di qualcosa, ci disse così.
Avvocato Filastò: E vi disse come ha detto. Senta, ma precedentemente, prima di questo giorno in cui avviene questo discorso guardando la televisione a pranzo, lei lo sapeva che lui era stato interrogato dalla Polizia?
P.F.: Sì, lo sapevo.
Avvocato Filastò: Quante volte?
P.F.: Non lo so, non me lo ricordo. Io...
Avvocato Filastò: Voglio dire, come accadeva che venisse interrogato? Andava da sé alla Polizia, lo vanivano a prendere...
P.F.: Lo venivano a prendere.
Avvocato Filastò: Lo venivano a prendere a casa. Quante volte non se lo ricorda?
P.F.: No.
Avvocato Filastò: Molte volte, una volta sola...
P.F.: Non me lo ricordo, no.
Avvocato Filastò: Non se lo ricorda. E, rispetto a questi incontri che lui... Ma voglio dire, ma questo è avvenuto, rispetto al giorno in cui c'è stato questo pranzo e suo cognato ha fatto queste dichiarazioni, questo è avvenuto molto tempo prima, oppure in quel periodo di tempo lì, che la Polizia lo veniva a prendere?
P.F.: È stato in quel tempo lì.
Avvocato Filastò: In quei giorni lì. E voi non glielo avete chiesto a lui, precedentemente: 'ma perché ti viene a prendere la polizia?'
P.F.: Gli s'è chiesto, ma lui non diceva nulla.
Avvocato Filastò: Lui non vi ha detto niente?
P.F.: No. Quando ce lo ha detto, gliel'ho detto.
Avvocato Filastò: Ma, dico, lei ha detto che la Polizia è venuta a prenderlo più volte, non una volta sola.
P.F.: Più volte sì, ma non mi ricordo quante volte.
Avvocato Filastò: Più volte. Quante, no, ma più volte. E, insomma, non avete insistito per sapere il motivo per cui...
P.F.: Io non ho...
Avvocato Filastò: Perché, voglio dire...
P.F.: Io non sono parte proprio interessata nei suoi confronti, sono cognata acquistata. Non mi posso mettere a insistere sulle cose... Se me le vuol dire, uno, me lo dice. Ma io, sono cose che non mi permetterei di volerle sapere.
Avvocato Filastò: Certo, però mangiate insieme tutti i giorni.
P.F.: Sì.
Avvocato Filastò: Non eravate preoccupati, per caso?
P.F.: Ma certamente.
Avvocato Filastò: Di che cosa signora?
P.F.: Di che cosa, sa, quando si tratta della Polizia, non si sapeva.
Avvocato Filastò: Ecco. Eh, sì, certo. Dunque, lui vi disse di avere visto tagliare la tenda.
P.F.: Sì.
Avvocato Filastò: Vi disse anche di aver visto questa persona entrare nella tenda?
P.F.: A me mi disse... questo non me lo disse.
Avvocato Filastò: Non lo disse.
P.F.: Vide tagliare la tenda.
Avvocato Filastò: Ma non disse di aver visto una persona entrare?
P.F.: No.
Avvocato Filastò: Senta, in precedenza, quando voi mangiate mi pare di aver capito che c'è la televisione accesa.
P.F.: Sì.
Avvocato Filastò: E questo non è avvenuto sicuramente quel giorno lì, c'era anche in altra occasione.
P.F.: Certamente.
Avvocato Filastò: E, quindi, vi è capitato molto... le è capitato molto spesso di mangiare insieme al suo cognato con la televisione accesa.
P.F.: Certamente.
Avvocato Filastò: E, ovviamente, di seguire le vicende del "Mostro".
P.F.: Sì.
Avvocato Filastò: Anche perchè Pacciani lo conoscevate.
P.F.: Io?
Avvocato Filastò: Sì.
P.F.: Sì, sì.
Avvocato Filastò: E lo conoscevate anche abbastanza bene, insomma.
P.F.: Eccome.
Avvocato Filastò: Avrà abitato vicino a voi, per un certo periodo di tempo. Quindi vi sarà capitato, a lei, a suo marito, durante il pranzo di commentare...
P.F.: Ma certamente.
Avvocato Filastò: ... le vicende del processo Pacciani.
P.F.: ..certamente.
Avvocato Filastò: Questo, in presenza di suo cognato.
P.F.: Sì, anche.
Avvocato Filastò: E suo cognato, in queste occasioni, ha mai detto nulla su questo argomento?
P.F.: No.
Avvocato Filastò: Quindi, per tutta la durata del processo di I Grado, praticamente quasi tutti i giorni si vedeva questi fatti in televisione, il suo cognato non ha mai detto nulla.
P.F.: No.
Avvocato Filastò: Nemmeno un accenno fugace. Cerchi di rammentarselo, perché è molto importante. Non so, una battuta, un commento su una dichiarazione di Pacciani...
P.F.: No. No.
Avvocato Filastò: Un commento negativo sulla persona di Pacciani, dire: 'quello è un gran farabutto'.
P.F.: Si, questo lo ha detto.
Avvocato Filastò: Cioè, come?
P.F.: 'Quello gli è un gran mascalzone', ecco.
Avvocato Filastò: Ma riferito a che, ai fatti del "Mostro"?
P.F.: Sì anche.
Avvocato Filastò: Cioè?
P.F.: 'Quello gli è un deficiente...' qualche volta diceva qualcosa. Ma ora, come si farebbe tutti, insomma, quando si vede alla televisione le persone così.
Avvocato Filastò: Ecco. Anche per la storia delle figlie. La sapevate la storia delle figlie?
P.F.: Hai voglia!
Avvocato Filastò: Ma, voglio dire, rispetto al... guardando la televisione e commentando, commentando voi, ha notato che suo cognato fosse imbarazzato, in qualche modo?
P.F.: No, non ho guardato. Non ci ho fatto caso.
Avvocato Filastò: Senta, quindi quando lei ha detto poco fa, confessione a tutti, a proposito di suo cognato, lei faceva riferimento a lei e a suo marito. A nessun altro.
P.F.: Quando ce lo disse, ci s'era soltanto noi due, sì.
Avvocato Filastò: Poi, successivamente?
P.F.: Successivamente non ce ne siamo neanche più entrati nei confronti suoi di domandargli tante cose. Lo aveva detto. Io poi, personalmente, non ci...
Avvocato Filastò: Va bene, lei poi non gli ha chiesto più niente.
P.F.: Io non gli ho... Gli ho chiesto: 'ma sei sicuro di che tu dici?' E lui mi ha detto 'sì, sono sicurissimo'.
Avvocato Filastò: Ma questo, quel giorno stesso, o in giorni successivi?
P.F.: Anche qualche giorno dopo gliel'ho domandato. E lui mi ha detto: 'è sicurissimo'.

martedì 17 dicembre 2013

Paola Fanfani - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 04 ottobre 1997 - Seconda parte

Segue dalla prima parte.

P.M.: Senta, le ha raccontato Fernando che quando uscivano, andavano anche a spiare le coppie?
P.F.: Neanche questo mi ha raccontato.
P.M.: Non glielo ha raccontato. Lei, c'è un motivo per cui non è più tornata sull'argomento, o è lui, chiuso, che non ci vuole tornare?
P.F.: Cerco di non entrarci nell'argomento.
P.M.: Per la difficoltà.
P.F.: Ecco.
P.M.: Senta, lei dice: 'l'ho conosciuto da bambino, Fernando'. Ricorda se, quando l'ha conosciuto lei, i genitori di Fernando, di suo marito, erano vivi? Lei li ha conosciuti?
P.F.: No, il babbo non l'ho conosciuto perché erano piccoli quando è morto. La mamma, sì.
P.M.: Lei può ricordare quando è morta la mamma?
P.F.: Mi sembra nel '75.
P.M.: Quindi, Fernando era già grande.
P.F.: Sì, sì.
P.M.: Finché era viva la mamma, lui viveva con la mamma o viveva ugualmente con voi?
P.F.: No, no, con la mamma. Viveva...
P.M.: Con la mamma.
P.F.: ... con la mamma e un fratello.
P.M.: E un altro fratello.
P.F.: E un altro fratello, si.
P.M.: Che ora non abita con voi.
P.F.: No.
P.M.: Non abita a Montefiridolfi.
P.F.: No, non abita più...
P.M.: Senta, lei ricorda se, quando morì il babbo, o in un'altra occasione, il Fernando era stato per qualche periodo, da bambino, all'istituto Don Facibeni, o...
P.F.: Sì. Io non me lo ricordo, l'ho sentito dire da mio marito, dai familiari, insomma.
P.M.: Lui era andato all'istituto Don Facibeni quando era morto il babbo? È una domanda, eh, non lo so nemmeno io.
P.F.: No, 'un glielo so dire. Sì, penso proprio di sì, perché erano quattro figlioli tutti piccoli.
P.M.: Quindi...
P.F.: Lui aveva bisogno anche più di cure, sicché.
P.M.: Ecco, era andato all'istituto Don Facibeni, che è noto a Firenze, è un istituto dove vengono ricoverati...
P.F.: Però, io queste cose 'un...
P.M.: ... assistiti i ragazzi che hanno problemi familiari, ecco.
P.F.: Sì, sì.
P.M.: Questo lo ricorda...
P.F.: Questo l'ho sentito, ecco.
P.M.: Ecco.
P.F.: Perché io sono molto più giovane del mi' cognato, sicché...
P.M.: Giusto.
P.F.: ... 'un me lo ricordo, quando era piccino lui 'un me lo posso ricordare.
P.M.: Lei sa, per sentito dai familiari, che periodo c'è stato? Come mai poi la mamma l'ha ripreso?
P.F.: Non lo so questo, dottore, non lo so.
P.M.: Non lo sa. Lei sa se all'istituto Don Facibeni, il Fernando frequentava le scuole? Ha fatto qualche scuola o era...
P.F.: Penso di sì.
P.M.: Non ha sentito dire...
P.F.: Penso di sì, ma non lo so.
P.M.: Non lo sa. Benissimo. Sa se Fernando è stato ricoverato in istituti, in ospedali per malattie? O solo...
P.F.: In ospedale proprio no. Da quando lo conosco io, no.
P.M.: Mai.
P.F.: Prima, non lo so.
P.M.: Non lo sa. L'unica cosa che ha sentito dire è che era all'Istituto Don Facibeni.
P.F.: Sì, sì.
P.M.: Sa se lui ha ricevuto cure da qualche medico in particolare, qualcuno che lo ha assistito? Se conosce qualcuno, non il medico di famiglia, per la sua malattia o per quei problemi che lei dice questo ragazzo ha avuto da ragazzo?
P.F.: Non lo so questo.
P.M.: Non lo sa. Da quando lo conosce lei, sa se è assistito in qualche...
P.F.: Da qualche dottore?
P.M.: Sì.
P.F.: Non penso.
P.M.: No. Quindi, se...
P.F.: Lui fa la su' vita tranquillamente.
P.M.: Fa la sua vita. Medico generico ce l'ha, o non c'ha nemmeno quello?
P.F.: Sì, certamente, quello...
P.M.: Per il resto, fa la sua vita tranquillamente.
P.F.: Sì, sì.
P.M.: Senta una cosa. Negli atti è stato acquisito - è anche agli atti della Corte perché è sotto sequestro - una lettera inviata il 10 settembre del '96 dal Vanni, immutato, dal carcere a suo marito. Lei ha presente questa lettera?
P.F.: Sì, sì.
P.M.: La ricorda? L'ha letta?
P.F.: Non la capii, non s'è capita, nessuno.
P.M.: Ma, è negli atti. Suo marito si è sentito minacciato da questa lettera?
P.F.: Non credo.
P.M.: Non crede.
P.F.: No, no.
P.M.: Riceveva normalmente corrispondenza dal Vanni o era la prima volta?
P.F.: No, era la prima volta.
P.M.: Ecco, in questa lettera - è in atti - lui, fra tante cose che dice, dice: 'per queste due bestie ne ho passate tante, ma tu e tua moglie non ne avete colpa'. Questo è la sostan...
P.F.: Questo me lo ricordo, questo... Perché si capiva molto male questa calligrafia. Però questo me lo ricordo.
P.M.: Ecco, diceva che Lotti e suo cognato Sono due bestie e per colpa loro...
P.F.: Questo ora me lo ha fatto ricordare, sì. Questo me lo ricordo.
P.M.: Lo ricorda. Suo marito da questa lettera, dice,non si è sentito minacciato o impaurito.
P.F.: No.
P.M.: No, minimamente. Bene, grazie. Presidente, io credo, ritengo che questa lettera sia agli atti, perché è sotto sequestro, comunque qua ne ho copia, con... 
Presidente: (voce fuori microfono)
P.M.: Ecco, sì. Qui c'è la copia e c'è addirittura, per quelle che sono le difficoltà di lettura, ma è molto chiara, c'è anche una sorta di trascrizione fatta dalla Polizia. Io vorrei... 
(voce fuori microfono)
P.F.: Pucci Valdemaro.
P.M.: Senta una cosa. Fernando ha, in un certo periodo, ottenuto una pensione di invalidità per lavoro? Lei lo ricorda? Ricorda come avvenne? Se ne è occupata lei?
P.F.: No, se ne è occupata mia cognata, che ora verrà qui lei, spiegherà...
P.M.: Se ne è occupata sua cognata. Bene. E di chi fu l'iniziativa di chiedere questa pensione, lei lo sa?
P.F.: No.
P.M.: Non lo sa. Lei sa... Siccome questa pensione è stata rilasciata, almeno per quanto riguarda la motivazione che c'è sul documento, perché soffre di oligofrenia, almeno così si dice - poi noi abbiamo sentito dei consulenti che ci hanno spiegato a loro parere come è la questione - lei sa di quale malattia soffre in realtà suo cognato? Indipendentemente dalla vita che fa e lei ce l'ha spiegato, lei...
P.F.: Mio cognato non è come una persona... come tutti noi, però...
P.M.: Ecco.
P.F.: ... ora 'un gli so spiegare.
P.M.: Non me lo sa spiegare. Lei ci ha detto prima che comunque conduce una vita normale...
P.F.: Sì.
P.M.: ... nei termini che c'ha detto, e che non è assistito da nessuno. Non è che lui va tutti i giorni a un consultorio psichiatrico, prende...
P.F.: No, no.
P.M.: ... determinate medicine?
P.F.: Ci vuole un po' di pazienza, sia ben chiaro, dottore.
P.M.: Sì, sì, ma noi... almeno io l'ho conosciuto, ora lo facciamo conoscere anche alla Corte. "Pazienza" in che senso? Ci spieghi.
P.F.: Secondo le giornate un po' che gl'ha.
P.M.: Ce lo vuole spiegare?
P.F.: Gl 'è un po' più agitato, calmo, secondo. Sarebbe... insomma, come gli posso dire, una persona che soffre di qualcosa.
P.M.: Benissimo. Lei non sa dirci cosa? Lei, dal punto di vista medico, non ce lo sa spiegare.
P.F.: No.
P.M.: Lei ne ha visti gli esiti soltanto.
P.F.: Sì.
P.M.: Ecco, il massimo delle cose che lei ha visto, dice: 'in certi giorni è un po' più agitato'.
P.F.: Ecco.
P.M.: Ad esempio?
P.F.: Se si leva male la mattina. Ora può succedere a tutti.
P.M.: Signora, ma anche tutti ci leviamo male la mattina.
P.F.: Sì, sì.
P.M.: Volevo capire se c'è una differenza.
P.F.: No, qualche volta 'un ci si ragiona tanto bene, eh, se gl'è...
P.M.: Ecco, come mai?
P.F.: Scatta con nulla. Eh, come mai.
P.M.: Scatta con nulla, magari a una parola, a un discorso, o...?
P.F.: È nervoso, insomma.
P.M.: È nervoso. Per questo "nervoso", quello che chiama lei "nervoso", assume qualche farmaco o si calma da solo?
P.F.: Ma non credo che assuma nulla.
P.M.: Nessun farmaco. Io non ho altre domande, grazie.
Presidente: Parti civili?
Avvocato Pellegrini: Avvocato Pellegrini, parte civile. Lei ha detto che è nervoso, così, qualche volta risponde male, ci vuole pazienza. Ma capisce quello che dice, che gli viene detto? Nel parlare con voi, è persona che comprende...?
P.F.: Certamente, 'un è mica proprio da dire... certamente...
Avvocato Pellegrini: Ha solo questo carattere un po' scattoso.
P.F.: Sì.
Avvocato Pellegrini: Senta, quel giorno in cui riferì di aver visto, eccetera, lei l'ha già detto, che comportamento aveva? Era tranquillo, era agitato nel riferire a voi quell'episodio?
P.F.: Non era agitato.
Avvocato Pellegrini: Quindi lo disse con naturalezza?
P.F.: Come una confessione che si potrebbe dire a tutti.
Avvocato Pellegrini: Ecco, sì, come una confessione, quindi con un modo di fare sofferente, pentito; che atteggiamento aveva?
P.F.: Io questo 'un c'ho fatto caso. Io so che me l'ha detto e 'un c'ho fatto caso all'atteggiamento suo. Io sono stata a ascoltare, ma ora l'atteggiamento 'un...
Presidente: Sembrava tranquillo?
P.F.: Sì, sì.
Presidente: Quando espose queste...
P.F.: Tranquillo, insomma, tranquillo...
Presidente: Sì, va be', insomma...
P.F.: Sì, sì, come si parlerebbe ora.
Avvocato Pellegrini: In altre occasioni, suo cognato Fernando ha dato prova di raccontare cose per farsi grande, per darsi importanza?
P.F.: No.
Avvocato Pellegrini: Non ha mai avuto lei questo riscontro.
P.F.: No, assolutamente.
Avvocato Pellegrini: Quindi lo considera una persona sincera, per quello che...
P.F.: Io, sì.
Avvocato Pellegrini: Non ho altro. Grazie, Presidente. 

lunedì 16 dicembre 2013

Paola Fanfani - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 04 ottobre 1997 - Prima parte

Presidente: Il Vanni? Allora, vedo che manca una telecamera in fondo all'aula, ce n'è una alle mie spalle; ricordo al telecameraman, come si chiama non so, di non riprendere la Corte dalle spalle. La Corte può essere ripresa solamente frontalmente. Pare che non sia avvenuto questo nelle immagini della scorsa udienza. C'è, in tal senso, anche l'ordinanza ammissiva delle telecamere in aula all'inizio del processo. Allora, vediamo un po' la difesa come sta. Vanni Mario, presente. Difeso dall'avvocato Antonino Filastò. Bagattini per Faggi, che continua ad essere assente. Bertini con Lotti, che è presente. Zanobini per Corsi, che non c'è, vero? 
(voce fuori microfono) No, Presidente.
Presidente: Per le parti civili. Saldarelli? Niente. Allora, c'è Curandai.
Avvocato Curandai: Sì.
Presidente: Poi c'è Pellegrini. C'è Colao. Le altre parti sono rappresentate dall'avvocato Curandai, se non c'è incompatibilità. Va bene, avvocato Curandai?
Avvocato Curandai: Sì, Presidente.
Presidente: Poi vedrà che piano piano arrivano tutti. Allora, preliminarmente informo che l'avvocato Pepi, che era difensore del Vanni, ha fatto pervenire un'istanza di rinuncia all'incarico. Da una sua motivazione, chi ha interesse, la può prendere in visione dalla segretaria. Va bene, allora si può riprendere l'udienza. Pubblico Ministero, cosa abbiamo stamattina?
P.M.: Abbiamo diversi testi, per l'esattezza dovrebbero essere sei.
Presidente: Voce.
P.M.: Dicevo, devo solo accendere... Abbiamo diversi testi, io ne ho citati sette, addirittura, che sono presenti. Alcuni saranno introdotti tramite la testimonianza del maresciallo Minoliti, che è il comandante della Stazione di San Casciano, e riguardano la questione della testimonianza fornita in dibattimento da Butini Fabrizio, in relazione a quell'episodio di omosessualità che c'è stato raccontato a riscontro di queste sue caratteristiche personali. Prima ho, comunque, alcuni dei familiari di Pucci Fernando, e per l'esattezza, la cognata e la sorella. Vorrei cominciare con Fanfani Paola.
Presidente: Allora, informo l'avvocato Filastò, perché l'avvocato Filastò non c'era nelle scorse udienze, che è stato sentito Butini... non mi ricordo il nome...
P.M.: Fabrizio, Presidente.
Presidente: Fabrizio, il quale sui rapporti, diciamo, omosessuali con il Lotti ha negato la circostanza. È importante sapere se ha detto la verità o non ha detto la verità per, a sua volta, poi determinare l'attendibilità del Lotti, e tutto il resto. Sono testi non indicati nella lista, quindi dovrebbero essere ammessi in base all'articolo 507 dalla Corte. La Corte è informata di questa situazione, è già d'accordo nel sentirli. Se siete d'accordo, li sentiamo oggi... 
P.M.: Sono già qui.
Presidente:  ... e se no, si rinvia alla fine. Come volete, però vanno sentiti. Bene. Come si chiama lei, signora?
P.F.: Fanfani Paola.
Presidente: Fanfani Paola. Dove è nata?
P.F.: A Xxxxxx
Presidente: Quando?
P.F.: Il XX/XX/XX
Presidente: Residente?
P.F.: A Xxxxxx
Presidente: Legga la formula che è davanti a lei.
P.F.: Leggo?
P.M.: Sì, sì.
P.F.: "Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.
Presidente: Signora, lei è venuta per riferire alcune circostanze che sono a sua conoscenza. Mi raccomando dica la verità.
P.F.: Senz'altro.
Presidente: Sa che i testi falsi o reticenti, quelli che tacciono la verità son perseguibili penalmente, quindi, nel suo interesse, ci dica tutto quello che sa. Bene, Pubblico Ministero può partire.
P.M.: Grazie, Presidente. Signora, può spiegare innanzitutto il suo grado di parentela con Butini Fabrizio?
P.F.: Con...?
P.M.: Chiedo scusa, chiedo scusa, veramente. Con Pucci Fernando.
P.F.: Sono la cognata.
P.M.: Quindi, lei ha sposato il fratello.
P.F.: Sì.
P.M.: Il signor Valdemaro Pucci.
P.F.: Sì.
P.M.: Senta, da quanto tempo lei conosce Fernando?
P.F.: Da quando ero bambina, perché sto nello stesso paese, sicché.
P.M.: Ecco, abitava già da ragazza a Montefiridolfi.
P.F.: Sì, sì.
P.M.: Quindi, che età ha oggi Fernando?
P.F.: Non me lo ricordo. Mi sembra...
P.M.: Cinquant'anni, circa.
P.F.: No, più Fernando.
P.M.: Di più.
P.F.: Eh sì. L'avrà sessantaquattr'anni, mi sembra.
P.M.: Bene.
P.F.: Non son sicura dell'età.
P.M.: Sì, sì, poi lo verifichiamo. Quindi, lei lo conosce fin da ragazzo. Invece lei l'ha conosciuto di vista o personalmente, Lotti Giancarlo?
P.F.: Sì, sì.
P.M.: Anche lui da tanto tempo o in tempi recenti?
P.F.: Da quando l'era amico del mi' cognato.
P.M.: Ecco, la sa localizzare nel tempo questa amicizia? Cioè, è un'amicizia remota, da quando erano giovani, abitavano...
P.F.: Ma non penso, da quando ero giovani, da... 'un so quando... sa ora le cose io...
P.M.: Tanti anni, eh, diciamo così. Da tanti anni.
P.F.: Insomma, da tanti anni, sarà stato una diecina d'anni conoscevo Giancarlo.
P.M.: Lei. E da...
P.F.: Il mi' cognato...
P.M.: Ecco, da quanto si conoscevano con Fernando, lo sa?
P.F.: Non lo so. Questo non lo so. Io quando l'ho cono... l'ho conosciuto quando veniva a prenderlo a Montefiridolfi, poi, se prima poi si conoscevano e lui partiva da San Casciano... 
P.M.: Non lo sa.
P.F.: ... io 'un glielo so dire.
P.M.: Senta, lei dice l'ha conosciuto quando veniva a prenderlo a Montefiridolfi, perché erano amici, uscivano insieme?
P.F.: Sì.
P.M.: Questo lo ricorda. Veniva il Lotti Giancarlo in macchina, andavano...
P.F.: In macchina, sì.
P.M.: Sa dove andavano?
P.F.: Dove andavano?
P.M.: Sì.
P.F.: No, io dove andavano 'un lo so.
P.M.: Non lo sa. Sa... queste uscite erano sia di giorno che di sera?
P.F.: Ma anche quello io 'un ni posso di' niente. Di giorno son più sicura, di sera no.
P.M.: Non lo sa. Il Fernando abita, o abitava con voi? Cioè...
P.F.: No, Fernando c'ha una casetta per conto proprio, vicino a noi.
P.M.: Vicino a voi. In questa casa abita da solo lui.
P.F.: Sì.
P.M.: Per quello che riguarda invece le sue necessità, lo aiutate voi o fa tutto da solo?
P.F.: No, a mangiare viene da me e dalla sorella. La sorella, poi, la pensa a accudirlo.
P.M.: Ho capito. Lui ha qualche hobby, qualche attività lavorativa, fa qualcosa?
P.F.: Ma, gl'aggeggia, 'un è che c'abbi...
P.M.: Ecco. In questo significato "aggeggia", cosa vuole dire?
P.F.: Che lavorucchia così. Fa un po' d'imbian... imbianca se s'ha bisogno noi d'imbiancare la casa. Oppure fa un po' di falegname, roba di' genere.
P.M.: Per gli amici, per i conosc...
P.F.: Per noi, più che altro. Per noi di casa, ha capito?
P.M.: Per voi di casa.
P.F.: Anche per gli amici. Qualche volta se gli dicano: 'vieni a imbiancare', va, ecco.
P.M.: Certo. Quindi lui si... in questi lavori, diciamo, artigianali...
P.F.: Sì, preciso, sì.
P.M.: Senta ancora una cosa. Lei ricorda quando Fernando le raccontò qualcosa, così lei ha riferito, in merito a quel che aveva visto a Scopeti? Ricorda questo episodio?
P.F.: Me lo ricordo.
P.M.: Ce lo vuole spiegare come andarono le cose?
P.F.: Ero a tavola a mangiare e avevano fatto vedere in televisione tutto quel... io gli domandai: 'ma te Ferna...'
Presidente: Scusi, quando avvenne questo? Quando avvenne questo?
P.F.: Che me lo disse?
Presidente: Eh.
P.F.: Me lo ricordo benissimo, fu il giorno che ci fu la scarcerazione di Pacciani. Però la scarcerazione fu la sera, e lui me lo disse a mezzogiorno. Sicché io il giorno preciso 'un glielo posso dire.
P.M.: Era esattamente il 13 febbraio, a vedere dal verbale.
P.F.: Ecco.
P.M.: Del 1996, l'anno scorso.
P.F.: Sì, può darsi.
P.M.: Cosa raccontò, non la televisione, ovviamente, cosa raccontò Fernando?
P.F.: Mi raccontò che gl'aveva visto. Io gli domandai, ora le parole precise, come c'è scritto costì, 'un gliele posso dire.
P.M.: No, ci dica cosa ricorda lei, o meglio...
P.F.: Mi ricordo che mi diss...
P.M.: ... cosa le disse Fernando.
P.F.: S'erano fermati lì agli Scopeti, per fare dei bisogni suoi, e videro, tutto, insomma. Lui mi disse che aveva visto tutto. E io gli domandai anche 'ma come t'ha' fatto a vederli?' 'C'era il chiaro di luna' mi disse - 'c'era la luna e si vedeva benissimo'. Io,l'unica volta che c'ho parlato, l'è stata questa, m'è rimasto...
P.M.: L'unica volta che ha parlato di questo argomento.
P.F.: Di queste cose con lui, sì. Me lo disse da sé, spontaneamente, ecco.
P.M.: Di suo.
P.F.: Sì.
P.M.: Spiegò perché non l'aveva detto prima?
P.F.: No. No.
P.M.: E come mai lo disse a voi? Era stato sentito dalla Polizia.
P.F.: Era stato sentito dalla Polizia, forse quel giorno gli venne di dircelo anche a noi. Alla Polizia, penso, glielo aveva già detto.
P.M.: Glielo ha detto in precedenza. Quando raccontava che aveva visto tutto, per caso, disse o no, che lui voleva andare dai Carabinieri, quella notte?
P.F.: Sì, disse anche questo.
P.M.: E come mai non erano andati?
P.F.: Non erano andati perché il Lotti gli aveva detto di non andare.
P.M.: Lei ricorda, quando diceva: 'abbiamo visto tutto', o 'ho visto tutto', cosa aveva visto dell'omicidio?
P.F.: Che aveva visto tagliare la tenda con un coltello, mi disse, e sparare.
P.M.: Le disse chi aveva tagliato e chi aveva il coltello e chi aveva la pistola?
P.F.: Sì, mi disse anche questo.
P.M.: Ce lo vuole dire anche a noi, oggi?
P.F.: Mi disse: Mario Vanni.
P.M.: Aveva il coltello.
P.F.: Sì.
P.M.: E la pistola?
P.F.: Il Pacciani.
P.M.: Le disse anche se dopo, o durante questo episodio, lui e il Lotti erano stati minacciati dai due?
P.F.: No, a me questo non me lo ha detto.
P.M.: Non glielo ha detto. Su questo argomento, lei dice, non è più tornato? Lei non gli ha mai più chiesto nulla?
P.F.: No, non gli ho più chiesto nulla. Io gli ho chiesto: 'ma sei sicuro di quello che tu ha detto? '. E lui m'ha detto: 'sì, sono sicuro'.
P.M.: Senta ancora una cosa. Le ha raccontato se con il Lotti erano stati anche nei luoghi di altri omicidi, indipendentemente dall'avervi partecipato o meno?
P.F.: No, questo non me l'ha raccontato.
P.M.: Non ha detto se con Lotti era stato nella piazzola di Vicchio, nel millenovecento...
P.F.: No, questo...
P.M.: A lei non l'ha detto.
P.F.: No, a me non ha detto niente.
P.M.: Sa se lo ha raccontato a suo marito?
P.F.: Questo non glielo so dire.
P.M.: Lo dice suo marito.
P.F.: Ecco. 

venerdì 13 dicembre 2013

Ugo Fornari e Marco Lagazzi - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 30 settembre 1997 - Ottava parte

Segue dalla settima parte.

Presidente: Le parti civili?
Avvocato: Civile, una sola domanda, signor Presidente. Se cioè la personalità di Pucci può essere compatibile, oppure no, con quella del mitomane.
Consul. Lagazzi: Dunque, credo di poter rispondere che la assoluta non collaboratività, l'estrema reattività verso qualunque tentativo di entrare più nel profondo nella sua personalità e così via, sono non compatibili con un quadro, diciamo di mitomania. Direi, anzi, assolutamente no.
Avvocato: Grazie.
Presidente: Altri? Avvocato Becattini?
Avvocato Becattini: (voce fuori microfono)
Consul. Lagazzi: Possiamo dare una risposta di tipo desuntivo, in questo senso: sicuramente è indicativa di problemi di tipo intellettivo. Però, come ripeto, calcolando che c'è anche... anche se non abbiamo potuto capire perfettamente di quale fosse, di quale tipo fosse. Però è una persona anche con dei disturbi di personalità. Quindi, riuscire in questa sede a dire che questo elemento sia derivato dall'uno o dall'altro fattore, o dalla sommatoria degli stessi, o come talvolta accade da una ulteriore, diciamo, menomazione oggettiva derivante non da deficit del soggetto, ma da un atteggiamento iperprotettivo e quasi di chiusura della famiglia, è impossibile dirlo.
Avvocato Becattini: (voce fuori microfono)
Consul. Lagazzi: Sì, avvocato, certo.
Avvocato Becattini: Seconda domanda è questa, (voce fuori microfono)
Presidente: Parli al microfono, perché si sente lontano.
Avvocato Becattini: (voce fuori microfono)
Consul. Lagazzi: Sì, avvocato.
Avvocato Becattini: Grazie.
Consul. Lagazzi: Prego.
Presidente: Altre domande?
Avvocato Filastò: Sì, avvocato Filastò, difensore di Vanni. Ecco, su quest'ultima domanda fatta dal collega, ma è proprio quello che ha detto a voi, questo che avete riportato a pagina 11, o invece risulta da verbali precedenti? No, perché poco fa avevate detto che il Pucci non vi aveva detto proprio nulla, sul fatto.
Consul. Lagazzi: No, non ha detto nulla?
Avvocato Filastò: Io ricordo che voi avete detto che il Pucci non vi ha detto nulla.
Presidente: Prima hanno detto che non ha voluto collaborare per niente.
Avvocato Filastò: Sì, beh, sì.
Presidente: Poi, hanno riportato delle virgolette, delle parole riferite da lui.
Consul. Fornari: Sì, ad eccezione di quello che viene riportato in quelle pagine, nell'analisi personale e questa cosa qua, non ha collaborato ulteriormente. Però, questo sì, questo ce lo ha detto.
Avvocato Filastò: Va bene. Vorrei un attimo, però, ripercorrere allora, per essere più precisi, quello che concretamente vi ha detto Pucci. Per esempio, vi ha detto quello che è riferito alla fine della pagina 12: "Io sono un tipo un po' nervoso. Da ragazzino meno, adesso di più. Ogni tanto mi arrabbio per tanti motivi"?
Consul. Fornari: Sì.
Avvocato Filastò: E questa erritabilità è da mettere, questa irritabilità, può essere messa in relazione alla patologia di cui si ipotizzava in quella...
Consul. Fornari: Sì. Sì, avvocato, sì.
Avvocato Filastò: Sì.
Consul. Fornari: Che l'insufficienza mentale non meglio quantificata, certo. La labilità, l'irritabilità, certo, possono esser emesse in carico dell'insufficienza mentale.
Avvocato Filastò: Però, il fatto che lui sia stato ricoverato in un istituto per handicappati mentali per qualche periodo imprecisato, questo non ve lo ha detto lui.
Consul. Fornari: Questo, ce lo ha detto la sorella, mi pare.
Avvocato Filastò: Questo, ve lo ha detto la sorella.
Consul. Fornari: Sì.
Avvocato Filastò: E voi avete avuto modo di controllarla, questa informazione? 
Consul. Fornari: No, perché non ci ha dato nessuna coordinata per arrivare a questo istituto. Non ci ha portato la documentazione.
Avvocato Filastò: Ho capito.
Consul. Fornari: Non ci ha detto l'istituto.
Avvocato Filastò: E anche della caduta a terra in età precoce, che identificherebbe un trauma, che secondo voi, può essere messo in relazione, questo trauma in età precoce con quella patologia riferita alla commissione di invalidi?
Consul. Fornari: Una volta sola...
Avvocato Filastò: Cioè, voglio dire...
Consul. Fornari: ... epilettico?
Avvocato Filastò: Scusi, ho formulato male la domanda. La caduta per terra in età precoce, il fatto di essere caduto da bambino, come si dice volgarmente, può essere messo in rapporto con lo stato di oligofrenia, così come quello che viene descritto dalla Commissione?
Consul. Fornari: Cioè una insufficienza mentale subentrata a questo trauma?
Avvocato Filastò: Sì.
Consul. Fornari: Sì, sì. In linea di massima sì, è possibile.
Avvocato Filastò: E questo, però, non ve lo ha riferito lui, lo ha riferito la sorella.
Consul. Fornari: La sorella.
Avvocato Filastò: La sorella. Dopodiché, la sorella stessa, vi ha riferito che lui è seguito in età adulta, è stato seguito in età adulta, è stato seguito in età adulta da un medico specializzato in pazienti con handicap. Io ho l'impressione che sia così, una delle situazioni per cui la persona viene accompagnata, a volte, da qualche... Anche questo ve l'ha riferito la sorella?
Consul. Fornari: Sì, la sorella. E è stato praticamente impossibile avere più elementi in mano, per acquisire cartelle, per sentire insomma, ecco.
Avvocato Filastò: Quindi questo medico voi non sapete chi sia, se esista, nemmeno?
Consul. Fornari: No.
Avvocato Filastò: La documentazione presso la U.S.L. da cui dipende questo signore, l'avete esaminata? Per vedere se, per caso, c'è... perché un medico che fa una cosa di questo genere costa dei soldi, e come minimo, traccia di questi onorari che percepisce il medico per fare questo lavoro dovrebbero esserci da qualche parte.
Consul. Fornari: Se lo fa l'U.S.L. no. Perché sono pagati...
Avvocato Filastò: Se lo fa l'U.S.L...
Consul. Fornari: No, hanno uno stipendio e lo fanno...
Avvocato Filastò: Ho capito, ma, quindi...
Consul. Fornari: ... come una prassi.
Avvocato Filastò: Però, presso la U.S.L. da cui dipende...
Consul. Fornari: Se lui è seguito, ci...
Avvocato Filastò: ... il signor Pucci, se è stato seguito, ci dovrebbe essere...
Consul. Fornari: Ci dovrebbe essere una cartella, una scheda se non altro. Gli psichiatri, non è che tutti quanti facciano la cartella. È una annosa questione. Ci sono, nell'ospedale sì, nella S.P.D.C. sì, ma nei laboratori...
Avvocato Filastò: Comunque voi avete preso informazioni presso questa U.S.L....
Consul. Fornari: Non ci ha detto manco qual è la U.S.L. da cui dipende lui.
Avvocato Filastò: Beh, ma non dovrebbe essere difficile ricavarlo.
Consul. Fornari: Manco sappiamo qual è la sua U.S.L.
Avvocato Filastò: Ho capito. Però queste cose, comunque non ve le ha riferite lui, ve le ha riferite tutte la sorella. Ora, voglio dire, quello che è il dato nascente alla documentazione clinica, e che è questo documento della Commissione Invalidi Civili di Prima Istanza della Regione Toscana, però è stato preceduto da degli accertamenti avvenuti nel 1983. Questo vi risulta, l'avete anche scritto, sì.
Consul. Fornari: '82-'83, sì. Ci risulta una cartella di un'Unità Operativa di Chianti Fiorentino.
Avvocato Filastò: Ecco, in questa sede, è vero che di fronte alla Commissione Sanitaria per gli accertamenti, eccetera, in pratica il signor Pucci si comportò esattamente come con voi?
Consul. Fornari: Cosi risulta. Però, a noi ha dato più elementi anamnestici di quelli che ha dato ai nostri colleghi. Perché loro dicono che non è possibile raccogliere l'anamnesi del signor Pucci. Invece a noi ha dato tutti gli elementi.
Avvocato Filastò: Beh, insomma, più o meno. Ma, insomma, v'ha detto, sostanzialmente, ogni tanto si arrabbia per tanti motivi. Poi del fatto che era stato ricoverato nell'istituto di handicappati ve l'ha detto la sorella; del fatto che era caduto da bambino ve l'ha detto la sorella; che la sorella ha intenzione di chiedere l'interdizione. Tutte cose che avete raccolto dalla sorella anche voi. Quindi, più o meno, la situazione è abbastanza equivalente.
Consul. Fornari: Sì. Nella sostanza, sì.
Avvocato Filastò: Nella sostanza sì.
Consul. Fornari: Certo.
Avvocato Filastò: Dunque, ora io volevo chiedere questo: voi, alla fine formulate un giudizio finale, a pagina 26, che suona in questo modo: "D'altro canto, rievocare e riesporre, con sufficiente precisione ed obiettività, fatti così gravi e che tanto lo hanno turbato, non richiede un livello intellettivo elevato dal momento che, purtroppo, nella lo tragicità e drammaticità sono fatti che non si possono dimenticare o travisare, tutti o in parte". È esatto dire che questo vostro giudizio, questo vostro parere espresso in questo modo, presuppone che il signor Pucci abbia assistito, quantomeno, a questi fatti gravi, tragici e rilevanti?
Consul. Fornari: Sì, perché ci risulta da quello che il fratello avrebbe sentito dire dal fratello.
Avvocato Filastò: Sì.
Consul. Fornari: Questo ci risulta...
Avvocato Filastò: Vi risulta dal verbale di Polizia, dalle indagini che sono state fatte. Poi, il fratello lo sentiremo noi qui in questa aula. Però, in realtà, quando voi formulate questo giudizio, lo formulate sul presupposto di questo genere, è vero questo qui?
Consul. Fornari: Se. C'è sempre un se.
Avvocato Filastò: Sì, certo.
Consul. Fornari: Se lui ha assistito a questi fatti.
Avvocato Filastò: Sì, ma il se non c'era però qui, eh.
Consul. Fornari: Sì. Possiamo aggiungerlo adesso.
Avvocato Filastò: È meglio aggiungerlo, sì.
Consul. Fornari: Sì, noi possimo mettere: "... tutto o in parte: posto, ovviamente, che Pucci Fernando abbia assistito ai fatti per cui è processo".
Avvocato Filastò: Bene, mi sembra...
Consul. Fornari: Lo possiamo aggiungere adesso.
Avvocato Filastò: La ringrazio, professore, perché mi sembra proprio una correzione indispensabile.
Consul. Fornari: Senz'altro.
Avvocato Filastò: Io ho finito.
Presidente: (voce fuori microfono)
P.M.: Nessuna domanda il P.M.
Presidente: C'ha un'altro teste lei, mi sembra, o no?
P.M.: No, oggi non c'è nessun altro.
Presidente: Mi diceva della difficoltà di domani e dopodomani, lei, Pubblico Ministero.
P.M.: Sì, abbiamo delle difficoltà, Presidente. Io avrei un'esigenza, che rappresento alla Corte, dovute a esigenze sia di Polizia Giudiziaria che dell'ufficio del P.M., se fosse possibile la prossima udienza fissarla venerdì. Domani e domani l'altro non è possibile per... Chiedo... Obiettivamente, non abbiamo modo di fare in modo diverso. E faccio presente che...
Presidente: Va bene. Bene, allora andiamo a venerdì.
Avvocato Filastò: Presidente.
Presidente: Sì.
Avvocato Filastò: Solo per, sono l'ultimo arrivato in questo processo, si fa per dire. Io venerdì devo parlare a Livorno, la discussione come parte civile del processo del disastro della Moby Prince. Ho questo impedimento, e siccome sento dire che dovrebbe essere dedicata l'udienza di venerdì all'ascolto dei testimoni Pucci...
Presidente: Di Pucci, della sorella e l'altro.
Avvocato Filastò: ... vorrei essere presente. Poi, faccia la Corte. Io ho questo impedimento grave.
Presidente: Giovedì si può fare, Pubblico Ministero?
P.M.: Presidente, no, proprio. Allora lunedì.
Avvocato Filastò: (voce fuori microfono)
Presidente: E se si fa sabato?
P.M.: Nessun problema per il P.M.
Presidente: No, perché si perde troppo tempo. Non possiamo saltare settimane...
P.M.: Presidente, io faccio... 
P.M.: Io faccio presente questo: per quanto riguarda i testi del P.M. siamo comunque a fine.
Presidente: No, le dico questo perché, poi martedì 7 io ho un esame e quindi non posso stare. Martedì.
P.M.: Ho capito. Se lei crede, lunedì, per il P.M., e sabato non ci sono nessun impedimento.
Presidente: Io direi sabato mattina.
P.M.: Benissimo, sabato.
Presidente: D'altra parte, è così...
Avvocato Filastò: Bene, Presidente.
Presidente: Sabato e lunedì.
Avvocato Filastò: Grazie.
Consul. Lagazzi: Grazie Presidente.
P.M.: Allora rinviamo a sabato mattina.
Presidente: Sabato mattina che è il giorno? 4, bene. Allora sabato 4, bene?