mercoledì 31 ottobre 2012

Marco Morin - Deposizione del 14 luglio 1994 - Seconda

Segue dalla prima parte.  

M.M.: Passando invece alla perizia Benedetti-Spampinato, bisogna subito dare atto che gli stessi non, perlomeno nel rapporto scritto, non danno la certezza di queste comparazioni positive. Questo va a loro onore, evidentemente hanno avuto dei dubbi. Qui il discorso si fa un po' complicato, io cercherò di tenerlo, di stringerlo al massimo. L'impronta che viene lasciata dalla... in fase di incamerazione - detta anche impronta di spallamento - è un'impronta particolare che dovrebbe, in teoria, ripetersi con una certa precisione su cartucce o bossoli incamerati nella medesima arma. Non è stato fatto nessuno studio particolare su questo genere di impronta perché, in genere, i reperti, soprattutto i bossoli, hanno delle altre impronte tipo quella di percussione, estrazione, espulsione, quella lasciata dalla superficie di otturazione, che sono molto più facilmente leggibili. E quindi l'attenzione degli specialisti, in genere, va verso questo tipo di impronte. Nel caso specifico ci si è occupati di questa impronta, in quanto era, non dico l'unica, ma una delle due presenti sul bossolo della cartuccia rinvenuta nell'orto del signor Pacciani. Dunque, il discorso...  
A.B.: Quali erano, scusi... ci può dire quali sono questi due? Mi perdoni.  
M.M.: Dunque, da quello che io ho visto, sia dalle carte delle perizie, sia... sì, no, dalle carte delle perizie, si è...  
P.M.: Lei non ha visto il bossolo trovato in casa Pacciani? La cartuccia, scusi. 
M.M.: Io ho già detto che purtroppo non ho visto...  
P.M.: Sì, sì, era... no, per aver capito bene io.  
M.M.: Ecco, io ho visto le fotografie presentate nella perizia e ho visto un disegno e le fotografie contenute nella relazione tecnica fatta dal dottor Giancarlo Mei, per quanto riguarda la...  
A.B.: Dezincificazione.  
M.M.: Esatto. In quest'ultima perizia abbiamo... chiedo scusa, abbiamo un disegno che evidentemente è stato fatto dal Gabinetto di Polizia Scientifica, pagina 9, dove è segnato - disegno 3, figura 1; figura 1, disegno 3 - ed è indicata una impronta come impronta di estrazione. Quindi, evidentemente c'è anche una impronta di estrazione.  
P.M.: No, no, scusi, eh. Probabilmente non è cosi, eh. Se vuole...  
A.B.: No, è cosi, è cosi.  
P.M.: Non l'ha fatto certamente il Gabinetto di Poliz...  
Presidente: Signori...  
P.M.: Ma non l'ha fatto il Gabinetto di Polizia Scientifica.  
Presidente: Signori, diamo atto che c'è scritto "estrazione". Poi ognuno...  
P.M.: Bene, bene. No, è quell'"evidentemente" che non vorrei creasse dei dubbi.  
Presidente: Va bene. Comunque, signori, stiamo al dato obiettivo che risulta di qua. Lì c'è scritto "estrazione".  
P.M.: C'è il disegno, quindi.  
Presidente: Se poi è non è... capito?  
A.B.: Vediamo, se lo facciamo parlare.  
Presidente: Lui però... Prego.  
M.M.: Io devo basarmi solo sulle carte, e quindi non ho altra...  
Presidente: È naturale.  
M.M.: Dunque, i periti hanno comparato queste... solo le impronte lasciate dallo spigolo inferiore della superficie di otturazione, al momento in cui la cartuccia viene sfilata dalle labbra del serbatoio e spinta verso la canna. Notiamo che la cartuccia, in origine, si trova ad un livello più basso rispetto all'asse della canna, e viene portata in alto grazie ad una rampa presente sotto... se avessimo una pistola qui pres...  
A.B.: Posso, posso disegnargliela io.  
M.M.: Ah, beh, non c'è bisogno. Comunque questo credo che anche il consulente del Pubblico Ministero concordi. C'è una rampa d'invito che fa sollevare la punta della cartuccia e la manda verso l'interno della canna. Quindi, la cartuccia stessa ha un moto dall'alto verso il basso, con una applicazione differenziata di pressione, perché ovviamente il fondello si piega al momento in cui la cartuccia si alza per entrare, e quindi queste impronte lasciate non sempre però dal... da questo spigolo vivo, prendono la forma di strie, microstrie che vanno dal bordo del - come abbiamo già visto - dal bordo del fondello verso l'interno. Ad un certo punto spariscono perché è finita l'azione. Dunque, queste impronte non sono mai state studiate, da quello che mi risulta, proprio perché c'erano, in genere, ci sono altre impronte più chiare e più caratterizzanti. Queste impronte, infatti, possono molto facilmente essere confuse... possono essere prese come impronte caratteristiche quelle che sono impronte di classe. Cioè, tutte le pistole di un certo modello, ricevono un determinato trattamento durante... subito dopo la fabbricazione, durante o nel corso della fabbricazione, e pertanto quello spigolo ha dei segni che non è facile distinguere, a meno che non ce ne sia uno particolarmente marcato che possa servire da punto di riferimento. Questo è un problema che si ha anche con i proiettili che passano attraverso la canna. E questo problema è stato studiato dagli scienziati del settore, soprattutto per quanto riguarda i proiettili. Io non voglio fare un discorso ora troppo tecnico. Ricordo soltanto che in un'opera che io cito e riporto parzialmente in allegato, ci si è accorti che, su proiettili sparati dalla stessa, dalla stessa arma, si possono trovare sino a un 40, 50 - ora non ricordo - per cento, di microstrie coincidenti. Mentre pistola della stes... su proiettili sparati da pistola della stessa marca e dello stesso modello, ma diverse, questa percentuale può arrivare fino al 20 per cento. I dati precisi sono i seguenti: allora, per proiettili sparati da armi differenti, sono state frequentemente trovate dal 15 al 20 per cento di strie corrispondenti; mentre, per proiettili sparati dalla stessa arma, la percentuale poteva andare dal 21 al 24 per cento. Quindi abbiamo un uno per cento di differenza. Allora mi si chiederà come è possibile fare delle comparazioni positive. Comparazioni positive vengono fatte tenendo conto non delle singole microstrie, ma di famiglie di strie che devono coincidere e devono coincidere per un certo numero. Questo numero è già stato indicato nel lontano 1930 in un lavoro italiano dove si dice che almeno due terzi, fra strie e gruppi di strie, devono coincidere. Allora noi ci troviamo di fronte – questo discorso, sia ben chiaro, vale per i proiettili sparati dalle canne, usciti dalle canne ricordiamo che il proiettile, quando esce dalla canna, raccoglie le impronte lasciate da asperità varie presenti su tutta la lunghezza della canna. Quindi sono estremamente caratterizzanti. Nel caso invece in oggetto noi abbiamo una impronta lasciata da un unico punto. Quindi, a maggior ragione, ci dovrebbe essere una perfetta coincidenza di microstrie molto superiori a quella che si può riscontrare nelle canne. Questo è stato sviluppato in maniera più lunga - ora non voglio tediare la Corte - in questa consulenza che verrà depositata. Il discorso finale è questo, per quanto riguarda queste comparazioni: le comparazioni presentate, allegate alla perizia Benedetti-Spampinato, hanno certamente molte microstrie coincidenti ma ritengo che non siano sufficienti per dare la certezza di equiprovenienza della cartuccia incamerata e dei bossoli corpo di reato. Questa stessa chiaramente ce l'hanno avuta anche i periti, che non hanno detto con certezza questa cartuccia è stata incamerata. E questo, ripeto, va a loro onore. Loro hanno parlato sempre di buona identità che non è un criterio scientifico. Una buona identità non vuol dire niente. O una buona coincidenza delle microstrie più profonde. Anche questo non dice niente. Alcune microstrie si trovano in posizione reciproca coincidente. Anche questo scientificamente non è possibile. Una perizia, per poter avere un valore probatorio, cioè per assumere il rango di prova, deve dire, deve dire: questa cartuccia è stata camerata da una determinata pistola, o non lo è stata. In casi molto rari i periti possono dire: non siamo in grado di dare una risposta. Perché anche questo può avvenire. Quindi, ritengo che, per quanto riguarda le comparazioni che io ho visto in fotografia, ripeto, e che quindi posso giudicare soltanto sulla carta, non vi è la prova che quella cartuccia sia stata incamerata dalla stessa pistola che ha sparato le cartucce a cui appartengono i bossoli in reperto. Non si può escludere, ma, ripeto, non c'è una prova scientifica. Le fotografie presentate non lo permettono. Io ho allegato alcune fotografie di comparazioni positive di questo genere d'impronte, sicuramente positive, e loro, confrontando quelle presenti nella perizia d'ufficio e queste qua, potranno vedere la differenza e potranno vedere forse in maniera più comprensiva quanto io sto affermando. Ho notato poi una cosa che mi ha lasciato molto perplesso. A pagina 15 della relazione peritale troviamo questa affermazione. I periti descrivono un'impronta presente alla base del corpo cilindrico, del bossolo in prossimità della faccia interna del collarino. Cioè quella che in questo disegno, che forse io erroneamente ho attribuito alla Polizia Scientifica, ma che, allegato nel... Ha fatto benissimo, per carità!  
P.M.: Lo avrà fatto il perito.  
M.M.: Non credo, perché il perito non... continua a parlare di proiettile, quando in realtà è una cartuccia...
Presidente: Va be', comunque, storicamente è quella a pagina 9 della perizia Mei, d'accordo?  
M.M.: Sì.  
A.B.: Estrazione.  
M.M.: C'è un'impronta... c'è questa impronta qua...  
A.B.: "Quest'ultima non può essere attribuita all'estrattore dell'arma, perché è molto più larga di quella che quest'organo ha prodotto sui , bossoli repertati." 
M.M.: Ecco, qui, questa cosa, questa frase, è una frase che mi ha lasciato di stucco.  
P.M.: Ma la frase del Mei?  
M.M.: No, la frase dei periti.  
P.M.: Ah, perfetto.  
M.M.: Qui c'è un vizio logico in questa frase. Credo che...  
P.M.: Ci vuol ridire la frase?  
M.M.: La frase è questa.  
P.M.: Pagina 15?  
M.M.: Pagina 15. Descrivendo quest'impronta dicono: "Quest'ultima non può essere attribuita all'estrattore dell'arma perché - vedi foto numero 40 bis - è molto più larga di quella che quest'organo ha prodotto sui bossoli repertati". Qui mi pare che i periti danno per scontato che quella cartuccia è stata incamerata nella pistola con cui sono stati sparati i bossoli. Cosa che invece loro dovrebbero provare. Non so, mi pare che ci sia questo vizio logico. Lascio la decisione...  
A.B.: No, no, scusi, eh. Abbia pazienza, questa decisione, certo, è della... Però, se loro dicono che è molto più larga di quella che quest'organo ha prodotto sul bossoli repertati, evidentemente è diversa.  
M.M.: Sì, ma loro... no, ma loro dicono che non è que... Cioè, loro fanno l'affermazione "non è l'impronta di estrazione..."  
A.B.: Sì.  
M.M.: Stia attento al loro passaggio logico. "Non è impronta di estrazione, perché è più larga di quella presente sul bossolo...”  
A.B.: Ma invece è l'impronta di estrazione, qui.  
M.M.: Come?  
A.B.: Ma invece è l'impronta di estrazione.  
M.M.: Questo non lo so, io non l'ho vista. Però...  
P.M.: No, no, forse, dato che lei non l'ha vista, dato che il problema è strettamente tecnico, sarà bene sentire il dottor Donato che lui l'ha vista. Sennò...  
A.B.: No, un momento, scusi. Qua c'è, mi perdoni, qua c'è... Sicuramente il dottor Mei ha visto, il dottor Mei ha visto questa pallottola, tant'è che l'ha disegnata a pagina 9, dove si parla di estrazione.  
M.M.: Sì.  
A.B.: Giusto? Oh. E loro fanno riferimento a questo punto, "estrazione"...  
P.M.: No... Non è cosi.
A.B.: E certamente...
P.M.: Non è cosi. Il dottor Mei non è un balistico, è un chimico. Come può parlare di estrazione?  
A.B.: Ma è un dato oggettivo che si vede.  
P.M.: No, no, no.  
A.B.: Si può vedere? Mi scusi, Presidente.  
Presidente: Scusatemi...  
A.B.: La pagina... la foto 40 bis.  
Presidente: Di quale perizia state parlando, adesso?  
A.B.: Io sto parlando, il signore, il consulente tecnico della difesa, sta parlando della pagina... foto 40 bis della consulenza Salza-Benedetti.  
M.M.: No, io quella non l'ho vista.  
A.B.: Non l'ha vista.  
M.M.: No, io ho letto, ho letto la frase.  
A.B.: Il punto, e basta.  
M.M.: Il punto.
Presidente: Noi la dobbiamo andare a prendere, allora.  
P.M.: Eh, sì, Presidente, sennò non si riesce a capire nemmeno noi...  
Presidente: Al solito, ogni tanto...  
P.M.: Non si riesce a capire nemmeno di cosa si parla.  
M.M.: Ma comunque... comunque…  
P.M.: Prendiamola…  
M.M.: Sì, ma mi scusi, comunque la cosa è stranissima, perché si dice, si afferma che non può essere impronta dell'estrattore dell'arma perché sui bossoli...  
P.M.: Però non si capisce quale, scusi. Perché se non c'è... Prendiamo la foto, scusi. Finché non abbiamo la foto non si capisce di cosa si parla.  
A.B.: Loro dicono, i signori periti parlano che quest'ultima impronta non può essere attribuita all'estrattore dell'arma...  
P.M.: Ma quale? dove è questa impronta...  
A.B.: Foto 140 bis.  
P.M.: No, vediamola sul proiettile.  
A.B.: Scusi, posso farlo io... Posso chiedere io al mio consulente...  
P.M.: Come no!  
A.B.: E poi lei faccia tutte le considerazioni.  
P.M.: Perfetto.  
A.B.: Allora...  
P.M.: Io ho chiesto che sullo stesso punto venga sentito il dottor Donato perché è l'unica persona che, oggi presente, l'ha visto.
A.B.: Certamente. Però...  
Presidente: Un attimo. Adesso prendiamo le sacre carte.  
P.M.: Sennò si parla di cose che…  
A.B.: Signor Presidente, siccome pare che in questa perizia, si dice la perizia Salza-Benedetti, eccetera, che quest'ultima impronta, che poi è quella indicata a pagina 9...  
P.M.: È questq qui. Ce l'hanno spiegata a lungo i periti.  
A.B.: I bossoli repertati sono un altro, mica questi.  
P.M.: Come no?  
M.M.: No, io... forse non sono stato abbastanza chiaro.  
Presidente: Ecco, Dottore, lei faceva riferimento alla pagina della perizia Salza-Benedetti… No, dico...  
M.M.: Spampinato-Benedetti; Benedetti-Spampinato, alla pagina 15.
Presidente: Allora non ci siamo, perché qui abbiamo invece... Questa è Salza-Benedetti.  
P.M.: È quando i periti ci hanno spiegato cosa poteva essere quel segno...  
Presidente: Sì, ho capito, ma…  
P.M.: ... laterale.  
Presidente: Anche questa qui ha preso il volo per altri fascicoli.  
P.M.: No, no, come?  
Presidente: Nel senso che è di la e dobbiamo cercarla.  
M.M.: Comunque io ho scritto ripetendo verbatim quello che era... quello che c'era sulla perizia. Loro fanno riferimento ad una impronta presente alla base del corpo cilindrico del bossolo in prossimità della faccia interna del collarino. 
P.M.: L'hanno spiegata e hanno fatto vedere anche...  
M.M.: Che è la tipica posizione dell'estrattore. Loro scrivono: "quest'ultima non può essere attribuita all'estrattore dell'arma perché è molto più larga di quella che quest'organo ha prodotto sui bossoli repertati". Quindi qui loro, in pratica, dicono che, essendo... che sui bossoli repertati l'impronta è più piccola, qui è più larga, e allora non può essere l'impronta di estrazione. In questo modo loro danno già per scontato che l'arma è sempre quella. Perché? Perché se noi andiamo a vedere il disegno fatto dagli stessi periti... scala 20 ad uno, a fogliazione 59 della perizia Salza-Benedetti, vedremo che la larghezza dell'estrattore della Beretta 70, 71 e di tutta quella serie, è di circa... è superiore ai 4 millimetri. Soltanto che la superficie che viene a contatto con il bossolo varia, secondo l'asperità, secondo come è stato limato l'interno di questo estrattore. E loro hanno segnato con un... tratteggiando la zona in cui la pistola che ha sparato le cartucce a cui appartengono i bossoli repertati nei vari delitti, ha lasciato l'impronta. Che è molto più piccola, come loro potranno vedere, rispetto all'estensione totale dell'estrattore. Ma questo non vuol dire che in un'altra pistola ci possa essere o un'impronta addirittura più piccola, o una molto più larga fino a coprire tutta la dimensione dell'estrattore stesso, se questo è stato lavorato bene.  
P.M.: Ma loro hanno fatto un esperimento. E lo spiegano.  
M.M.: Su tre pistole. Un esperimento non si fa su tre pistole. Non è scientifico. E non hanno dato le dimensioni. Hanno dato solo la posizione dell'impronta. Ecco, questa qui è una cosa che lascia molto perplessi.  
A.B.: Cioè, secondo lei... Scusi, eh, per... questa striatura che c'è, quella là, quella che secondo loro non potrebbe essere, perché è più larga rispetto ai bossoli, invece è la zona comunque compatibile con l'estrattore.  
M.M.: Certo. Da quello che si vede, dai disegni in mio... dal disegno in mio possesso...  
A.B.: Ecco, perché questo...  
M.M.: ... è compatibile. E anche dalla fotografia è compatibile, perché non dimentichiamo che l'estrattore nelle pistole a chiusura labile come sono queste qui, più che funzione di estrattore, ha la funzione di cerniera al momento dell'espulsione. Cioè, quella che, quando il bossolo è tornato indietro, o la cartuccia in questo caso, incamerata, è tornata indietro, incontra l'espulsore e quindi gira in quel punto e fa da perno, e lascia questa impronta proprio caratteristica, come sembrerebbe dalla fotografia che abbiamo visto, potrebbe essere quella. Io, ripeto, finché non vedo il reperto non posso dare… 
A.B.: Comunque quella...  
P.M.: L'importante sarebbe vedere il reperto, dice lei.  
A.B.: Comunque quella fotografia mostra un... mostra questo segno, che è il segno dove normalmente c'è l'estrattore...  
M.M.: Certo.  
A.B.: ... e comunque questo segno, cosi come dicono gli stessi consulenti, è diverso per grandezza, rispetto a tutti gli altri segni che ci sono invece nei bossoli.  
M.M.: Sì, certo.  
A.B.: Quindi è un segno non solo di identificazione, ma di diversità assoluta.  
M.M.: Potrebbe essere. Bisogna esaminarlo.  
A.B.: Cioè, scusi, se questo segno...  
P.M.: Per forza! Non si può...  
A.B.: Mi perdoni. Se noi dovessimo dire, cosi come nid quod perumque accidit, va bene? questo segno che là viene lasciato nel bossolo o, nel caso di specie, nella cartuccia, è il segno tipico dell'estrattore, se questo segno tipico dell'estrattore ha lasciato... è di ampiezza diversa rispetto a tutti gli altri segni che sono identici per lunghezza dei vari bossoli, evidentemente questo segno indica una diversità.  
M.M.: Certamente.  
A.B.: Oh. Questo volevo dire.  
M.M.: Sì.  
A.B.: Una diversità di arma, una diversità di estrattore.  
M.M.: Estrattore.  
P.M.: Se è estrattore.  
M.M.: Se è estrattore.  
P.M.: Questo ancora nessuno... lei non l'ha visto e non l'ha potuto accertare.  
M.M.: Ma io faccio presente al signor Pubblico Ministero che io mi sono basato su quello che hanno scritto i periti…  
P.M.: Ma loro hanno anche scritto che non è estrattore, signor Morin.  
M.M.: Ma no, ma loro hanno detto che non è estrattore, per quale ragione?  
P.M.: L'hanno documentato che non è estrattore.  
M.M.: No, loro hanno detto che non è estrattore perché la dimensione è diversa, non per altro. Se loro...  
M.M.: Non sono... non sono mica dei mesticatori, sono della gente che guarda quel tipo d'armi. L'ingegner Benedetti, non so, è 25 anni che è a Gardone. Se proprio lui dice non è estrattore, avrà fatto il suo accertamento, no?  
A.B.: Mi scusi, l'accertamento...  
P.M.: Quindi, se ha detto che non è estrattore, non è che l'ho detto io. Ne conviene?  
M.M.: No...  
P.M.: E lui, mi scusi, ha visto il proiettile.  
A.B.: Signor Pubblico Ministero, il discorso è molto diverso.  
P.M.: No, no…  
A.B.: Il problema è questo: o in quella zona normalmente si lasciano impronte dell'estrattore, oppure no. In quella zona si lasciano impronte dell'estrattore. Quindi il signor consulente, suo consulente, non ha dato...  
P.M.: No, no, il mio consulente? Quello è consulente del GIP.  
A.B.: Consulente del GIP e non ha dato…  
P.M.: E non ha...  
A.B.: Non ha dato una spiegazione.  
Presidente: È perito, eh. Perito, chiamiamolo col suo nome.  
P.M.: Perito, perito.  
A.B.: Il perito non ha dato una spiegazione, non ha detto che questo è stato ammaccato.  
P.M.: Ma saprà lui che cos'è un estrattore. L'avrebbe detto, no? se era un estrattore.  
A.B.: No, non l'avrebbe detto, non l'ha detto. Lui ha detto che è un estrattore, ma diverso.  
P.M.: No, no, no.  
A.B.: Come no?  
Presidente: Se del caso, riconvocheremo i periti.  
P.M.: Perfetto.  
Presidente: Anche perché poi tutto questo sarebbe stato meglio farlo in un unico contesto.  
P.M.: Ecco, io questo dicevo.  
Presidente: Lo so, lo so. Ma non è colpa di nessuno.  
A.B.: Presidente, ma non è colpa di nessuno...  
Presidente: Non è colpa di nessuno, certamente.  
A.B.: ... perché anche il Pubblico Ministero l'ha mandato dopo il suo...  
P.M.: No, no, calma. È stata fatta una perizia dal GIP. Ma che scherziamo? In cui sono stati dati avvisi a tutti. Io il mio consulente me lo sono nominato.  
A.B.: ... spiegato, non...  
Presidente: Noo, non avete capito!  
P.M.: Perbacco.  
Presidente: Nel dibattimento sarebbe stato forse meglio.  
A.B.: Il dibattimento è un'altra cosa.  
Presidente: Sentirli tutti insieme. È chiaro.  
P.M.: Ma quando c'erano i periti, il consulente tecnico era presente. Quindi se lo voleva dire, lo poteva dire. Quindi non è certo addebitabile a me. Chiarissimo? Ecco. No, siccome mi si dice che andava fatto in un unico contesto, il signor Morin era presente, se aveva qualcosa da dire lo diceva in faccia al Benedetti. Non si viene a dire dopo mesi, dopo dieci giorni.  
Presidente: Va bene, va bene, andiamo. Lasciamo perdere le polemiche.  
P.M.: No, siccome si dice che andava fatto e andava fatto meglio...  
A.B.: Ma Pubblico Ministero...  
P.M.: Bene.  
A.B.: Ma dobbiamo... lei è parte imparziale del processo, no? Lei deve apprezzare la verità.  
Presidente: Comunque se ci sono dubbi, se ci sono dubbi...  
P.M.: Io sono... appunto. Ecco, ecco. Esatto, quello, non si può mettere in dubbio l'attività dei periti stando lontani, e loro non ci sono. Bisogna contestarlo a loro, insisto. Poi chi contesta deve averlo visto. Siccome quelli l'hanno visto, eh! direi, chiamiamo loro, ecco. Questo è il succo della vicenda. 
Presidente: Va bene, se necessario li richiameremo.  
P.M.: Certo, se necessario, ovviamente.

martedì 30 ottobre 2012

Marco Morin - Deposizione del 14 luglio 1994 - Prima parte

Marco Morin fu ascoltato il 14 luglio 1994 nel processo a Pietro Pacciani. Quelle che seguono sono le sue dichiarazioni.  

A.B.: Mi scusi, signor Presidente, io ho riferito al signor Pubblico Ministero che giorni fa ho avuto notizia della morte, per suicidio, di un certo... morte per suicidio di un certo signore che aveva avuto anche dei problemi, pare, mi è stato detto, con la giustizia. E questo signore era possessore di una pistola calibro 22 modello 71 che aveva una sigla: F23290, con sette cartucce "H". Quindi Winchester, eccetera. Ho fatto un lungo... cioè, ho esaminato tutte le pistole, perlomeno i numeri di matricola di questo... che sono stati esaminati, delle pistole che sono state esaminate dai vari periti, e questa qua non risulterebbe. Io...  
P.M.: Mi scusi, come fa l'Avvocato a sapere atti segreti della Procura della Repubblica di Firenze, con tanto di numeri di matricola...  
A.B.: No, non so nulla di questo, io.  
P.M.: E allora come fa a sapere i numeri di pistola?  
A.B.: No, no, F23290. 
Presidente: Va be', comunque, insomma...  
A.B.: Non lo so. Io volevo...  
Presidente: ...dagli accertamenti che ha fatto, dice che...  
A.B.: Scusi, Presidente, le indagini...  
P.M.: accertamenti fatti...  
A.B.: ... le facciamo anche noi. Certo, mica...  
P.M.: Se è un'indagine coperta...  
Presidente: Non le risulterebbe tra quelle note, vagliate.  
A.B.: Non mi risulterebbe... Io domando al signor Pubblico Ministero se è stata effettuata, non lo so, una indagine sul punto e una compatibilità, oppure no, fra questa pistola e i proiettili, e quelli che sono stati sparati.  
Presidente: Però, però, scusate, tutto questo non ve lo dovete fare in udienza. Ve lo fate fuori.  
P.M.: No, no, ce lo siamo già fatto. Diamoci atto reciproco che questa domanda me l'ha già fatta.  
Presidente: La Corte non ne sa nulla.  
A.B.: Io volevo sapere se è già stata fatta, o no.  
P.M.: Io le ho già risposto. Ma direi, che non solo è stato fatto l'accertamento, ma abbiamo la fortuna, o ha la fortuna, se interessa a qualcuno, l'avvocato Bevacqua, di avere la persona, qui accanto a me, che ha fatto l'accertamento e se la Corte lo ritiene opportuno - secondo me siamo talmente di fuori - per dire qual è stato l'esito dell'accertamento. Faccio presente che si tratta di atto coperto da segreto, in quanto oggetto di indagini della Procura di Firenze. Però, se gli interessa, chi ha fatto l'indagine, se si ritiene...  
A.B.: Scusi...  
P.M.: …libero dal vincolo che ha. Perché l'accertamento lo ha fatto su un altro procedimento, è qui il dottor Donato. Per quello che riguarda i rapporti fra me e l'avvocato Bevacqua gliel'ho già detto.  
Presidente: Signori, la Corte non ammette nulla di questo.  
P.M.: Perfetto, perfetto.  
Presidente: Assolutamente.  
P.M.: Perfetto. Io volevo essere onesto fino in fondo.  
A.B.: Come tutti. Presidente, possiamo...  
P.M.: Ho capito, ma... su cose...  
Presidente: Voi mi capite, perché sennò qui non si finisce... se dobbiamo inseguire tutti i proiettili della serie "H"... ce ne saranno centomila in giro. Delle pistole 22 ce ne sono migliaia...  
P.M.: A sacchetti.  
A.B.: Signor Presidente, possiamo fare un break di un'ora, un'ora e mezza?  
Presidente: No, perché la Corte, per propri impegni - purtroppo ogni tanto la Corte ha anche degli impegni propri - non può andare al pomeriggio. Quindi sospendiamo dieci minuti. Piuttosto, chi dobbiamo sentire?  
A.B.: Minoliti e il mio consulente tecnico.  
Presidente: Certo. E allora, dieci minuti, vi offro un caffè se volete...  
A.B.: Grazie.  
P.M.: Possiamo fare... invertire. Possiate fare il consulente che è venuto... se non ho capito... insomma, viene da fuori. Minoliti, alle tre… lo possiamo fare domattina, insomma, se la Corte…  
A.B.: Non c'è problema.  
P.M.: ... ha impegni. Comunque sono presenti tutti e due. Si può invertire... 

DOPO LA SOSPENSIONE  

Presidente: Allora, chi avete deciso di sentire per primo, signori?  
P.M.: Noi ci saremmo anche accordati. C'è il consulente tecnico-balistico della difesa, che si sentirebbe, e il maresciallo Minoliti che è... si può fare domattina, insomma.  
A.B.: O anche stasera.  
P.M.: È un po'... se non si fa nel pomeriggio. Dato che è una cosa... si può benissimo fare domattina.  
Presidente: Domani mattina ricordiamoci che abbiamo De Fazio, se non...  
P.M.: Soltanto quel teste lì.  
A.B.: De Fazio... no, sono tre più uno.  
Presidente: È!  
P.M.: Sì, no, come persone, ma è una sola... Io, comunque, se andiamo avanti...  
Presidente: Di altro che cosa c'è, poi?  
A.B.: Mah, ci sono da sciogliere le riserve sui testimoni, signor Presidente.  
Presidente: Va bene. Quelli di oggi.  
A.B.: Che non sono venuti, che non son venuti. C'è questa Simonetti Anna Maria... e poi di altro...  
P.M.: Il P.M., al di là del teste Minoliti e del professor De Fazio e gli altri due, non ha assolutamente...
Presidente: Tanto per capire un pochino.  
P.M.: Qualche istanza, anzi, una sola, ma in cinque minuti... in un minuto la faccio.  
Presidente: C'è De Fazio, che poi sono tre più uno, il consulente, ovviamente.  
A.B.: Poi ci sarebbe... no, c'era stata...  
Presidente: Oltre...  
A.B.: ... c'era stata, mi scusi, signor Presidente.  
Presidente: Prego.  
A.B.: Una richiesta della difesa. Cioè era stata preannunziata una persona che avrebbe dovuto testimoniare nel caso in cui la Corte l'avesse ritenuta opportuna ai sensi del cinquecento...  
Presidente: Sì, lei ce l'aveva preannunziata...  
A.B.: Io ce l'ho. Ci ho anche il fax di questa persona, però ci voglio parlare io, un attimo.  
Presidente: No, anche perché, vi rendete conto? Uno viene qui con una incolpazione.  
A.B.: Lei dice di aver... da quello che mi dice il collega, questa signora dice di aver saputo da una persona, che è la moglie di un tizio, che questo tizio sarebbe... anzi, addirittura aveva anche i pezzi, eccetera, anatomici. Va bene?  
P.M.: Quindi, l'accertamento, anche se fosse vero, oggi è un po' poco segreto, eh! Andare a fare questo accertamento oggi, dopo che l'abbiano... è stato detto un po' a tanti, è pericoloso. Pensare che li abbia tenuti per noi questo signore, in attesa di una perquisizione...  
A.B.: No... 
Presidente: Va be', va be', comunque d ' accordo.  
A.B.: Comunque io...  
Presidente: Ne parleremo.  
A.B.: Ecco, grazie.  
Presidente: Oltre a questo abbiamo la teste Simonetta., che è malata, vero? Mi pare.  
P.M.: È qui il suo certificato.  
A.B.: C'è un certificato medico...  
P.M.: Addirittura per un mese, dice.  
A.B.: Sindrome depressiva ansiosa.  
P.M.: Però abbiamo sentito, di fatto, il... anche indiretta...  
Presidente: Comunque, sulle circostanze...  
P.M.: Oramai...  
Presidente: ...abbiamo largheggiato...  
P.M.: Ha largheggiato anche il P.M., al fine... 
A.B. fuori microfono: …  
Presidente: Ecco, direi, semmai. Quindi va bene. Allora, Minoliti si potrebbe sentire domani, eh? Va be'. 
P.M.: Per primo domattina, oppure per ultimo. Insomma, non... Lo possiamo sentire subito, eh, io non ho problemi di orario. Per me...  
Presidente: Sentiamo intanto il consulente balistico.  
P.M.: Il maresciallo Minoliti è qui. Lo possiamo sentire oggi stesso, subito dopo. Se riusciamo a contenerci, sentiamo…  
Presidente: Vediamo. Si accomodi, prego.  
P.M.: Chiedo scusa, c'è un elaborato del consulente? Se c'è un elaborato scritto io lo vorrei vedere prima, sennò... eh, allora... insomma, me lo potevano dire che c'era un elaborato scritto e si guadagnava tempo. Io, senza conoscere l'elaborato, non vedo come si possa fare... Chiedo scusa, Presidente...  
A.B.: Sentiamo Minoliti allora, via.  
P.M.: No, è un elaborato che... insomma, le pagine le vedono da soli.  
Presidente: Va be', sentiamo cosa ci ha da dire.  
A.B.: È un elaborato. Sennò non sarebbe un elaborato.  
P.M.: No, ma credo che le parti abbiano diritto di vederlo, no? Sennò che domande gli posso fare?
Presidente: Va be', non lo so. Lei ha il suo consulente lì vicino. C'è il dottor Donato.  
P.M.: Ma non sappiamo il contenuto...  
Presidente: Ce lo dirà…  
P.M.: Bene, bene, bene. Presidente, pur di facilitare... non c'è problema.  
Presidente: Dirà che quello non è il proiettile che è stato nella canna di quella...  
P.M.: Presidente, Presidente, questo lo so già, ma che c'entra!  
Presidente: Arriviamo a bomba...  
A.B.: Non è mica detto.  
P.M.: Questo è ovvio che non... No, questa è una battuta del Presidente, io, che vuole?  
Presidente: Si accomodi. Ora scherzavano naturalmente…  
P.M.: Cercavamo di... Sono le una e mezzo, ci capisca chi ci sente.  
Presidente: Sentiamo un pochino, e poi, se del caso... Allora, avvocato Bevacqua, è il suo consulente. Sentiamo intanto... nome e cognome, per cortesia.  
M.M.: Marco Morin, nato a Xxxxxxx il XX/XX/XX, residente a Xxxxxxx, Xxxxxx, XX.  
A.B.: Professione?  
M.M.: Libero professionista.  
Presidente: In particolare, lei come mai si interessa di queste cose? Ha una specializzazione particolare, ecco, tanto per sapere...  
M.M.: Si, io ho una specializzazione particolare. Ho un diploma di specializzazione rilasciato dalla Forence Science Society, in possesso a soli cinque esperti italiani.  
P.M.: In che cosa, scusi, questa specializzazione?  
M.M.: In balistica giudiziaria.  
P.M.: Grazie. No, no, mi era sfuggito.  
M.M.: Se vuole ho la copia del diploma.  
P.M.: No, perbacco, perbacco! Ci mancherebbe, ci mancherebbe...  
Presidente: No, no...  
M.M.: Comunque sono stato il consulente...  
P.M.: Noi lo conosciamo per fama, quindi non c'è bisogno.  
M.M.: Sono stato consulente del giudice Falcone e ho fatto il caso Dalla Chiesa e il 1817.  
P.M.: E tanti altri, Dottore, quindi non c'è problema.  
Presidente: Benissimo, benissimo e quindi... Era solo per inquadrare la sua personalità.  
M.M.: Certo.  
Presidente: Chiaramente la Corte non la conosceva. Grazie. Avvocato Bevacqua, prego.  
A.B.: Ecco, mi scusi, Dottore, o ingegnere. Ingegnere?  
M.M.: No, né l'uno, né l'altro.  
A.B.: Esperto.  
M.M.: Esperto.  
A.B.: Senta, le volevo domandare, lei ha già visto, ed è stato presente anche quando sono stati effettuati, da parte del signor Pubblico Ministero, effettuate le richieste di esame degli elaborati dei signori consulenti dell'Ufficio del Pubblico Ministero, relativamente...  
P.M.: Del GIP.  
A.B.: Del GIP, sia in relazione alle varie comparazioni dei bossoli dei vari delitti, sia in relazione alla possibile compatibilità di quel proiettile, anzi, di quella cartuccia che era stata rinvenuta nell'orto di proprietà del signor Pacciani, con la possibilità che questa cartuccia fosse stata esplosa o introdotta nell'arma misteriosa dei duplici delitti. E poi anche in relazione al tempo, alla durata di interramento di questa stessa cartuccia. Se lei crede, se il signor Presidente me lo consente, se la controparte me lo consente, può parlare a ruota libera, se crede, se il Presidente...  
Presidente: In maniera stringata, per piacere.  
A.B.: In maniera stringata su tutto... 
Presidente: Poi tanto è chiaro che ci consegna l'elaborato...  
A.B.: Certamente, certamente.  
Presidente: Quindi direi... Dottore, lei...  
M.M.: Nell'elaborato che...  
Presidente: ... percorrere per le linee maestre, naturalmente.  
M.M.: Nell'elaborato che verrà depositato non viene trattata la parte relativa alla perizia balistica riguardante la comparazione dei reperti relativi agli otto duplici omicidi. Perché non ne ho avuto tempo e perché, tutto sommato, non credo che abbia grosso interesse. Si tratta di un lavoro fatto bene, considerando i mezzi a disposizione, dai periti Salza e Benedetti. E ci sono molti casi di comparazioni positive chiaramente accettabili. Ce n'è qualcheduno un po' dubbio, ma sempre a livello di fotografia, perché premetto che io non ho mai visto, il mio intervento tardivo, non ho mai avuto la possibilità di vedere i reperti stessi, e quindi di esaminarli personalmente. Dalle fotografie prodotte insieme alla perizia -parlo Salza-Benedetti - ritengo provate molte positività e alcune, da un punto di vista fotografico sono forse un po' dubbie ma comunque se questo potesse avere interesse nell'economia del processo, si può sempre ripetere con una strumentazione più adeguata questa indagine. Cioè con un microscopio elettronico a scansione, che avendo una profondità di campo molto superiore a quello ottico, permetterebbe di esaminare con molta più cura l'impronta di percussione che è stata quella esaminata dai periti. Ecco, questo per quanto riguarda la perizia Salza-Benedetti. La perizia invece...  
P.M.: Mi scusi, per semplificare, lei concorda o non ha niente da dire circa le conclusioni?  
A.B.: Di solito è il contrario…  
M.M.: Voglio dire, io cerco di essere molto chiaro, signor Pubblico Ministero... 
P.M.: Per capire.  
M.M.: ... io ho visto solo le fotografie.  
P.M.: Eh, era quello che io volevo... Lo ha già sottolineato da solo.  
M.M.: Certo.  
P.M.: Lei né i reperti, né bossoli, né proiettili... non ha visto niente.  
M.M.: Non li ho potuti vedere.  
Presidente: Teoricamente ha fatto il suo lavoro sul lavoro degli altri. Quindi ovviamente ha approfittato delle ottime fotografie, tra l'altro.  
P.M.: Ecco.  
M.M.: Ritengo che, buona parte delle comparazioni positive affermate trovino una indiscutibile dimostrazione.  
P.M.: Perfetto.Era...  
M.M.: Alcuni potrebbero... a me lascerebbero qualche dubbio, solo dubbio, parlo. E...  
P.M.: Le foto.  
M.M.: Sì, le foto, perché non ho visto…  
P.M.: Lei non ha visto...  
M.M.: ... se io avessi potuto vedere i...  
P.M.: I proiettili.  
M.M.: No, i bossoli.  
P.M.: In questo caso bossoli e anche...  
M.M.: Più che altro i bossoli, perché i proie...  
P.M.: E anche le pallottole c'erano.  
M.M.: Sì. Sarei più tranquillo, però questo è sempre possibile eventualmente farlo, se ci dovessero essere dei dubbi per l'economia, diciamo...  
P.M.: Io credo... a noi no. Come P.M., no, comunque... Prego, prego.  
A.B.: Però i dubbi ci posso essere. È stato molto onesto.  
Presidente: Andiamo avanti, andiamo avanti.  
P.M.: Quindi...  
A.B.: Mi pare che anche lo stesso suo consulente ha nutrito qualche perplessità.  
Presidente: Benissimo, andiamo avanti.  
P.M.: Si è strappato tutti i capelli, mi dispiace.

lunedì 29 ottobre 2012

Riccardo Lamperi - Deposizione del 14 luglio 1994 - Sesta parte

Segue dalla quinta parte.
  
Presidente: Bene. Avvocato Fioravanti.  
A.F.: Ispettore Lamperi, lei prima ha parlato, rispondendo all'Avvocato mio collega, avvocato Bevacqua, di un sequestro di una scatola di matite rinvenuta con la perquisizione del 13 giugno del '92. Ecco, lei ha fatto indagini...  
Presidente: No, no, no. Scusate un momentino. Qui bisogna un momentino però essere...  
P.M.: Meno male!  
Presidente: Signori, attenzione! L'imputato ha diritto di avere due difensori, però, attenzione, bisogna che dividiate il lavoro tra di voi, non possiamo ricominciare dalle matite 
P.M.: Su cui ha già risposto.  
A.F.: No, no, no. Presidente, era un altro aspetto. Io ho fatto la premessa, ma la domanda era un'altra.
Presidente: Mah, su questo però vi esorterei naturalmente a mettervi d'accordo...  
A.F.: Ecco, l'oggetto... No, no, no, ma io non ripeto...  
Presidente: Soprattutto quando si parla di testi importanti come questo.  
A.F.: Non ripeto assolutamente quello che ha detto l'avvocato Bevacqua. Rispondendo all'avvocato Bevacqua, ha parlato del sequestro di una scatola. Ecco, lei ha fatto mai indagine sulla scuola frequentata dalle figlie del Pacciani?  
R.L.: No, ripeto anche...  
A.F.: Il luogo, il luogo?  
R.L.: No. Ripeto anche che tutto ciò che attiene gli accertamenti sulle matite, io non li ho fatti. Perché poi hanno investito, hanno riguardato la rogatoria tedesca, dove io non sono stato, non ho preso parte.  
A.F.: Siccome lei mi ha detto, ha detto prima che in Mercatale non è stato venduto nessuno dei 72 astucci.  
R.L.: Sì. Ascolti, io ho detto questo perché risulta da una informativa ufficiale della SAM al magistrato del 9 luglio; però questo non vuol dire che l'abbia redatta io.  
Presidente: Comunque non ha fatto indagini.  
A.F.: Non ha fatto le indagini...  
R.L.: Non ho fatto le indagini…  
Presidente: …sulla scuola.  
A.F.: E la località frequentata dalle figlie per istruirsi.  
R.L.: No, io personalmente non le ho fatte.  
A.F.: Ecco. Si, va bene. No, siccome aveva parlato di questa scatola di colori. 
Presidente: Non le ha fatte.  
A.F.: Ecco, non le ha fatte. Oh, sul viaggio insieme alla Rosanna mi potrebbe dire perché la scelta di fare questo viaggio verso la località dove era la Bugli è caduta sulla Rosanna, e non sull'altra figlia?  
R.L.: La risposta è semplicissima. Se lei fa mente locale, non sempre le due ragazze erano disponibili, perché una stava in paese, l'altra lavorava presso una famiglia; lavora tuttora. Era molto più semplice fare un'attività del genere con Rosanna che con Graziella, perché Graziella era libera al fine settimana. Questo è il motivo.  
A.F.: Lungi da me ogni giudizio temerario, ma la Rosanna in quel periodo stava bene o male?  
R.L.: Vede, Avvocato, io non ho le capacità tecniche per stabilire se stesse bene o male. Per me era una creatura, una persona che soffriva, ha sofferto e soffre moltissimo. Però non ho la capacità tecnica per dire se stesse bene o male.  
A.F.: No, ma la mia domanda era questo: se in quel momento poteva ricordare bene o male.  
P.M.: O che domanda è? Se poteva...  
A.F.: Non le chiedo... Io faccio la domanda, il Presidente me la annulla o me la impedisce...  
Presidente: Avvocato, lui non era certamente un tecnico del ramo.  
A.F.: Io ho detto… Ho chiesto se era in quel momento in buono stato di salute, se lui l'avesse...  
R.L.: Le posso rispondere cosi, che se io avessi avuto la benché minima percezione che non era attendibile, che non era il caso, non lo avrei fatto.  
A.F.: Ecco, allora...  
R.L.: Perché sono corretto.  
A.F.: No, no, io...  
P.M.: E l'ha dimostrato.  
A.F.: Ma io non ho detto mai che è scorretto.  
Presidente: Avvocato, Avvocato, per favore, per favore! Proseguiamo con le domande, grazie.  
A.F.: Sì, proseguiamo. Ma non mi fa proseguire il Pubblico Ministero. Dunque...  
P.M.: Forse il Presidente, lei non ha capito che è stato il Presidente.  
A.F.: No, no, ho capito bene.  
Presidente: Signori, non fatemi perdere tempo.  
A.F.: Ho capito bene. Ecco, dove fu portata, in quale luogo fu portata la Rosanna?  
R.L.: Fu portata in due occasioni con la macchina di servizio: una è la gita, il tragitto che ho ripercorso, diciamo, con l'avvocato suo collega; in un'altra occasione fu portata nel Comune di Scandicci. Ovviamente noi, sempre per un fatto di correttezza, non dicevamo mai il motivo per il quale si facevano queste girate. Erano girate dove lei veniva volentieri perché, grazie a Dio, non c'è un cattivo rapporto con la ragazza; anzi, potrei dire che c'è quasi un rapporto di rispetto, di correttezza. E allora lei è venuta spontaneamente. Arrivati a Scandicci noi sapevamo, eh, sapevamo dove la Bugli aveva abitato per alcuni anni, cioè in via Donizetti al civico 87, mi pare.  
A.F.: Vicino alla casa... 
R.L.: Però, ovviamente, non dicemmo nulla. Però Rosanna ricordo che a circa 100-150 metri, insomma nei pressi di questo civico, in una perpendicolare, in via Vivaldi, disse: 'Qui mi pare che ci si fermava col babbo, perché venivamo spesso a far girate a Scandicci, anche di domenica pomeriggio, con la Ford Fiesta'. Questo mi sembra sia riportato nell'annotazione. Questo è quanto.  
A.F.: Sì. Circostanza poi non confermata dalla Bugli. Ecco, io volevo chiedere un altro argomento. E poi basta, perché domande ne ha fatte tantissime il mio collega. La cartuccia. Lei era presente.  
R.L.: Sì.  
A.F.: Nell'orto. E mi sembra che non abbia toccato questo argomento, vero, lei, Avvocato? È venuto fuori, qui...  
P.M.: Testimonio io che non l'ha toccato. Via, andiamo avanti.  
A.F.: Ecco, c'è un lungo verbale firmato da 12 persone, che sono tutti quelli della SAM.  
P.M.: Meno male!  
A.F.: Meno che da Pacciani, va bene, ma non è obbligatoria la firma su un verbale di perquisizione, anche se il Pacciani era presente.  
P.M.: La perquisizione non l'ha fatta il Pacciani, quindi è chiaro che...  
Presidente: Andiamo avanti.  
A.F.: No, io vorrei però che il Pubblico Ministero, signor Presidente, non mi interrompesse. Io sono un tipo emotivo.  
Presidente: Avvocato, mi perdoni. Però anche lei, invece di far la domanda, fa una lunga premessa. Il Pubblico Ministero, che è un buontempone, evidentemente ha tempo da perdere, lui, si inserisce. Quindi faccia la domanda, per favore.  
A.F.: Io sono emotivo e mi condiziona qualsiasi...  
Presidente: Mi dispiace che lei sia emotivo.  
A.F.: Ecco.  
Presidente: Noi non lo siamo, veramente nessuno...  
A.F.: Voi non lo siete, il Pubblico Ministero tanto meno. Io chiedevo questo. È stato consegnato questo verbale di perquisizione unitamente - sono tutti e due firmati da lei, anche, eh! - unitamente al verbale di sequestro, o no?  
R.L.: Allora, Avvocato, se lì sopra - io bisogna che lo guardi, o me lo dice lei - c'è scritto "perquisizione e sequestro" allora l'imputato ha copia. Se c'è scritto solo perquisizione non ce l'ha, e ha solo quello di sequestro.  
P.M.: A deposito, al deposito da parte del P.M. Lo dice la Legge. Comunque io sono un buontempone, quindi... glielo dico così...  
A.F.: Il deposito da parte del P.M. fatto, eccolo qui, è stato ritirato dall'avvocato Fioravanti con le relative marche...  
P.M.: E allora?  
A.F.: Può essere presentato anche alla Finanza.  
P.M.: Ecco. Eh, allora è vero quello che dice il Presidente, che perdiamo tempo.  
A.F.: No, ma io non sto perdendo tempo. È lei che mi fa perdere tempo.  
Presidente: Signori, ma voi proprio vi divertite a battibeccare fra di voi!  
A.F.: No, ma lui si diverte. 
Presidente: Eh, mi pare di sì.  
A.F.: Lui si diverte. Allora, io torno al dunque.  
Presidente: Oh, benissimo.  
A.F.: Alla pagina quarta di questo verbale di perquisizione, cioè, il giorno... due giorni prima, si comincia - e questo l'ha steso lei, è firmato anche da lei - si comincia a parlare, il 27 aprile, del famoso paletto spezzato. Si parla di altre cose: di paletti messi in piedi, di come venivano fatte le perquisizioni e gli scavi in quel giardino, in pochissimi righi. Il giorno 27, 27, si parla a lungo di quel paletto spezzato. Si parla ancora più a lungo di quel paletto spezzato nella perquisizione, ed è logico, del 29 quando fu...  
R.L.: Trovato...  
A.F.: ... visto quel luccichio in quel famoso giorno di pioggia. Ecco...  
R.L.: Non pioveva di pomeriggio, eh.  
A.F.: Non pioveva di pomeriggio…  
R.L.: No.  
A.F.: ... ma era coperto da una tettoia. Io l'ho vista perché ci sono stato…  
Presidente: L'abbiamo vista anche noi.  
A.F.: ... era coperto da una tettoia, quindi la luce già era attenuata per il tempo coperto.  
R.L.: Il luccichio forse va inteso come del metallo che affiora nel terreno. Ecco, in quel senso lì, penso.  
A.F.: "I paletti metallici e le reti di recinzione, nonché i pali di cemento armato di sostegno alle viti..." e poi continua per una pagina e mezzo sempre su un paletto. Ora io chiedo su questo: se verificando queste precise domande scritte tra virgolette, sono state riferite da un ufficiale della SAM, o sono state messe in bocca a Pacciani. Ma non voglio dire che avete fatto dire qualcosa di diverso...  
R.L.: Se me le rilegge, perché sennò non...  
A.F.: Ecco, allora...  
R.L.: ... comprendo. 
A.F.: ... io gliele rileggo.  
R.L.: A che pagina è del verbale?  
A.F.: Oh, dunque, alla penultima... è la... il 27... il 29. La pagina dove parla del 29.  
R.L.: Sì, vada avanti, sì.  
A.F.: Qui si dice: "Pertanto, successivamente si procedeva alla cauta rimozione della cartuccia dalla sua sede ed alla pulitura del fondello. Però in precedenza - ecco qui - è il caso di precisare - è la domanda che mi interessa a me - che fin dall'inizio il Pacciani Pietro, costantemente presente, veniva coinvolto tanto nell'attività di osservazione, che in quella di repertamento. Nella circostanza, lo stesso, mantenendosi a distanza, commentava: 'o che gli è? una cucciniglia? Che saranno velenose?”. L'ha detto Pacciani, o l'ha detto un altro questa...  
R.L.: Confermo, con la più assoluta certezza e serenità, non solo le frasi che lei ha detto, ma anche che ha detto "gli è un chiodo, l'è gobbo..."  
Presidente: 162, eh, ricordatevi...  
R.L.: Questo lo confermo, e come me penso non ci sia nessun problema, da parte di tutti coloro che hanno firmato quel verbale.  
A.F.: Signor Presidente... 
Presidente: Ricordatevi il noto 62 del Codice di procedura penale.  
R.L.: Sono assolutamente certo... 
A.F. fuori microfono: Aspetta un attimo, aspetta un attimo.  
P.M.: Abbiamo sentito comunque il sonoro, ieri.  
Presidente: Avvocato, abbiamo sentito, no? Vi ricordate? Nel sonoro abbiamo sentito più o meno cos'è avvenuto questo discorso della coccinella.  
A.F.: Ecco, io vorrei che il Tribunale, cioè che la Corte di Assise rivedesse, risentisse, le verbalizzazioni delle deposizioni del signor Perugini, del dottor Perugini. Il dottor Perugini ebbe a riferire qui, e...  
Presidente: Sì, va bene, Avvocato, scusi, ma lei ora ci sta introducendo un argomento…  
A.F.: No, no, no, io dicevo... io dicevo...  
P.M.: Da requisitoria... chiedo scusa, da arringa.  
Presidente: Va bene. Comunque il punto è quello che lei ha trattato. Noi lo conosciamo. Ieri poi tutti abbiamo visto e sentito, e quindi...  
A.F.: Ecco, c'era anche il Vice Ispettore o ispettore Calistri presente?  
R.L.: Dunque, forse lei allude all'assistente...  
A.F.: All'assistente, ecco.  
R.L.: Di Genova Callisto.  
A.F.: Callisto, forse. Ecco, perché sembrerebbe - e questo me lo riferisce l'imputato - che quella frase messa tra virgolette e detta da lui, sembrerebbe fosse stata detta da un'altra persona, e non da lui.  
R.L.: Dunque, la frase... lei si riferisce alla "Cocciniglia che è velenosa"?  
A.F.: Sì, cocciniglia.  
R.L.: No, quella c'è anche in sonoro. Basta riascoltare il VHS.  
Presidente: E quindi, siccome l'abbiamo già sentita...  
R.L.: Però non tutto può magari risultare nel sonoro per uno spostamento della videocamera, ma io ricordo, come altri miei colleghi firmatari di quel verbale, "gli è gobbo".  
Presidente: Va be'.. .  
A.F.: Ecco, tra gli oggetti sequestrati, cioè visti in quel giardino, c'era per caso una tanica di acido?  
R.L.: Non me lo ricordo. Non me lo ricordo. Se c'è qualche atto firmato posso prenderne visione. Non me lo ricordo.  
A.F.: Dovrebbe risultare, quantomeno, dal filmato precedente alle perquisizioni e precedente anche al ritorno di Pacciani dal carcere. In merito al ritorno di Pacciani dal carcere, il giorno che Pacciani è uscito dal carcere, mattina del 6 dicembre, lei se lo ricorda, perché c'era, ecco, la perquisizione avvenne, si, sugli oggetti che portava Pacciani in quella stanza a piano terreno, vicino all'ufficio matricola, ma avvenne anche in uno stipetto che era chiuso nella stanza, nella cella dov'era il Pacciani?  
R.L.: Guardi, su questo posso ribadire che nella cella andarono il tenente Sangiuliano del ROS e il maresciallo Daidone che... il maresciallo Daidone sicuramente è già stato sentito e ha potuto, in prima persona, riferire ciò che ha fatto nella cella, perché io non ci andai, neanche Perugini.  
A.F.: Va bene. Un'altra cosa. E questa è fuori processo, ma è nel processo, anche.  
Presidente: Lei aveva detto che era l'ultima domanda un quarto d'ora fa, Avvocato.  
A.F.: E l'ultima è questa che sto facendo, Presidente, ma sono stato breve, eh. Dunque, lei ha ricevuto una denuncia querela ed un esposto dai due Avvocati per le minacce che ricevevano in merito a questo caso.
R.L.: Sì. Ho ricevuto la vostra denuncia, sì.  
A.F.: Sì. Personalmente da me...  
R.L.: Sì.  
A.F.: ... e l'ha ricevuta lei, l'ha firmata lei. Oh, io, quando mi hanno manomesso la macchina ero al...  
P.M.: Insomma, c'entra qualcosa?  
A.F.: C'entra, è il caso Pacciani.  
P.M.: No. La manomissione della...  
Presidente: Avvocato, questo non c'entra assolutamente niente.  
P.M.: ... macchina Fioravanti, scusi.  
Presidente: Non ammetto domande su questo punto.  
A.F.: E allora io chiedo, è stata fatta un'indagine al carcere dov'era Pacciani? Se c'era stata la presenza dell'avvocato Fioravanti da lei? Sui registri del carcere?  
R.L.: Sì, è stata fatta... è stata fatta alla Matricola del carcere. Certamente.  
A.F.: Se io ero presente, quel giorno nel carcere.  
R.L.: È stata una cosa che non è documentata, perché mi è bastato ciò che hanno riferito i colleghi della Matricola, certamente.  
A.F.: Sì. Dopo che io avevo presentato la denuncia.  
R.L.: Certamente.  
A.F.: Grazie.  
P.M.: Io non ho capito... comunque non ha im...  
A.F.: E l'ho capita io.  
P.M.: Meno male, meno male!  
R.L.: Cioè, ha capito? Noi...  
Presidente: Bene. Signori, possiamo licenziare il teste?  
P.M.: Sì, senz'altro, Presidente.  
A.B.: Signor Presidente, io devo fare una... soltanto... non al teste, un'istanza velocissima. No, no, il teste no.  
Presidente: Possiamo mandarlo via?  
A.B.: Sì, si, certo.  
Presidente: Ah, benissimo.

venerdì 26 ottobre 2012

Riccardo Lamperi - Deposizione del 14 luglio 1994 - Quinta parte

Segue dalla quarta parte.

A.B.: Lei ricorda, ha fatto anche degli accertamenti in prossimità della zona in cui viveva il signor Pacciani, cioè in particolare, non in prossimità, cioè lei ha parlato con il Marchese Rosselli del Turco, avete fatto delle indagini per sapere quando Pacciani lavorava presso il Marchese Rosselli del Turco?  
R.L.: Sì, io ho parlato col Marchese Rosselli del Turco, anche se penso che lei sia in possesso di atti che non sono firmati da me, atti precedenti alla mia venuta alla SAM.  
A.B.: Senta, no, la domanda è questa: se è vero che in quel periodo, in quel periodo, e comunque il Marchese Rosselli del Turco era uso dare in affitto a tedeschi, a stranieri specialmente di nazionalità tedeschi, dei suoi appartamenti?  
R.L.: Mi vuole rileggere, per favore, se c'è un atto firmato da me dove si parla di questo?  
A.B.: Subito, un attimo, eh… 488…  
R.L.: Perché io mi ricordo di una cosa molto precisa a questo proposito, però volevo vedere che cosa ho scritto io là. Poi dopo gliela dico. Per me è buona. 
P.M.: Non so, è un teste questo signore?  
A.B.: Allora, "Casa colonica in Sant'Anna La Vanga proprietà di Bonsignori Ivo, e viene data in locazione da diversi anni a turisti stranieri, prevalentemente di origine tedesca, Giampaolo Ispettore Lamperi".  
R.L.: Mmh. Che data ci ha quell'atto?  
A.B.: Questa è esattamente 13 marzo '91. Quindi prima che uscisse il signor Pacciani.  
R.L.: Io ricordo, ricordo...  
A.B.: Guardi, eh, gliela faccio…  
R.L.: Sì, va bene, Avvocato, se c'è la mia firma. Cioè, questo particolare di un casale, di una colonica data in affitto dal Marchese a degli stranieri, a dei tedeschi - si dice sempre nell'appunto - che erano soliti, fare il bagno nudi. Lì non c'è scritto. Io ho memoria anche di ciò che ci fu raccontato. C'erano anche delle donne che facevano il bagno nude. Quindi uomini e donne, tedeschi. Va bene, basta. Tutto qua.  
A.B.: Sì, ma erano tedeschi.  
R.L.: Eh.  
A.B.: Si ma che facessero il bagno nudi, ben per loro.  
R.L.: No, per noi aveva una certa rilevanza.  
A.B.: Ah, va bene, sì. Ma io ho altre mete.  
R.L.: Si, lo so.  
A.B.: Ho altre mete.  
Presidente: Andiamo avanti.  
A.B.: Allora, un'ultima domanda. Lei ricorda se vi fu una grossa lite tra madre e figlia, madre Manni e figlia? Se la ricorda una grossa lite perché… E voi portaste via o la figlia o la madre, allontanaste in quell'occasione, perché la figlia si era invaghita di un, va be', di un tizio, di un sacerdote. E si picchiavano, si erano picchiate tra madre e figlia.  
R.L.: Durante la intercettazione ambientale? Cioè dal 6 dicembre '91 fino a...  
A.B.: "523. Un'annotazione relativa al colloquio avuto in data odierna alle ore 12.30 con Pacciani Rosanna e con Manni Angiolina, in atti qualificate, entrambe residenti a Marcatale”. È del 12/04/91.
R.L.: Quindi prima che uscisse dal...  
A.B.: L'ha fatta lei questa cosa. "Pacciani Rossana si rendeva conto però che la sua simpatia per don Marco non poteva sfociare", eccetera.  
R.L.: Sì, mi ricordo.  
A.B.: Si ricorda di questa...?  
R.L.: Ricordo.  
A.B.: Arrivò lei, andò, cercò di calmare tutto.  
R.L.: Sì, era un'infatuazione. Sì, mi ricordo.  
A.B.: Un'infatuazione?  
R.L.: Sì.  
A.B.: Ecco, no, tutto qua. Va bene? C'era stata questa grossa lite fra madre e figlia...  
R.L.: Sì e anche fisica, uno scontro fisico, per cui...  
A.B.: Ci furono dei cazzot... insomma, si tirarono per i capelli, ci fu qualcosa.  
R.L.: Era meglio, era opportuno...  
A.B.: Oh. Vede, io non le faccio delle domande...  
R.L.: Perché tra... la composizione dei dissidi privati, rientra fra i compiti anche...  
A.B.: Certamente, articolo 1 delle leggi di P.S., vero?  
R.L.: Esatto.  
A.B.: Grazie. Senta, poi lei ha fatto - questa volta l'ha fatto pure lei - un altro rapporto, e devo dare atto della sua estrema puntualità.  
P.M.: È coerente nel tempo, via, il Lamperi. A.B.: Della sua onestà e opportunità...  
P.M.: Ma se continua a dire così, sembra che ci sia qualcuno disonesto, Avvocato.  
A.B.: Noo!  
P.M.: Ho, io mi permetto...  
Presidente: Signori! Vi esorto a lasciare perdere i commenti.  
A.F.: Ci dovrebbe rispondere...  
Presidente: Quindi continuiamo con le domande.  
A.B.: Ho, quello che voglio dire, scusi, ispettore Lamperi, assolutamente non... Lei fa un rapporto sulla base di una teoria iniziale, una teoria indagativa iniziale. Del 5 marzo, questo rapporto è del 5 marzo '91. Ancora Pacciani non è uscito dalla galera. Va bene? E dice di aver fatto tutta una serie di riscontri, di aver fatto delle indagini su Bonini, quello là che era stato ucciso da Pacciani nel '51. Se lo ricorda questo? Sulla Bugli, aveva fatto anche... era andato dalla Bugli, eccetera. E poi dice: "In base alle testimonianze sopra riportate, che hanno sortito esito negativo, si ritiene opportuno indirizzare le indagini anche in altre direzioni, in quanto sinora nulla è emerso circa il passaggio del Pacciani Pietro in Lastra a Signa". Lei... cioè una ipotesi indagativa era quella che il signor Pacciani - cioè il "mostro di Firenze" e quindi nel caso di specie, secondo questa ipotesi, poteva essere anche il signor Pacciani - Pacciani avesse seguito le mosse di questa donna, i trasferimenti vari. E quindi ogni qualvolta questa si trasferiva, lui andava là e ammazzava.  
R.L.: Sì, lì però confesso un mio errore, di cui io faccio ammenda con me stesso. E cioè che quando andammo in Lastra a Signa e cercavamo, parlando con negozianti, con le persone nella zona dove abitava, in via del Prato, la Bugli, l'errore fu quello di chiedere riferimenti al cognome Bugli. Avrei dovuto anche chiedere riferimenti al cognome Ghiddi, perché da coniugata era Ghiddi. Probabilmente se lo avessi fatto, forse non sarebbe stato negativo.  
A.B.: Comunque altri accertamenti successivi ne avete fatti sul passaggio di Pacciani in Lastra a Signa? Se c'è stato mai qualcuno che ha detto di aver visto Pacciani a Lastra a Signa? Lei lo deve dire.  
R.L.: Sì, Avvocato. Non ho nessun problema: è negativo, come risulta da quell'atto.  
A.B.: Oh, va bene. Grazie. Allora, senta, lei ha sentito anche la signorina Simonetti, che è la figlia del maresciallo Simonetti.  
R.L.: Signora.  
A.B.: Signora.  
A.B.: Che è malata; comunque io la volevo sentire. Ecco, se mi dà una mano lei, bene; sennò la dobbiamo sentire. Almeno io insisto perché venga sentita. Questa signorina, che è la figlia del Maresciallo Simonetti, fu sentita da loro, e ebbe a dire in particolare che: "In relazione ad altri eventuali notizie e fatti riferiti al Pacciani, la figlia del Simonetti rammentava che una volta con il padre, che non ha mai guidato autovetture, con il Pacciani, che guidava la sua vettura, si portarono in Firenze. Il Pacciani si dimostrò poco abile nella guida e poco conoscitore delle strade".  
R.L.: Questo lo dice?  
A.B.: La signora Simonetti, per la quale io ho chiesto la citazione al dibattimento.  
R.L.: Dunque, la signora Simonetti - dovrebbe risultare lì - dice anche delle cose interessanti. E cioè, intanto che il babbo, il maresciallo Simonetti, era in pensione e trovava gratificante quando Pacciani aveva da fare qualche cosa di amministrativo, essere lui ad adoperarsi per scrivere, stendere le domande, eccetera. Dice anche che come carattere il padre era succube, era sempre accondiscendente - o che avesse voglia o no - nei confronti di Pacciani. Non c'è scritto? Beh, io me lo ricordo perché me l'ha detto. Mi dispiace che non è documentato anche questo aspetto.  
A.B.: Io le dico quello che c'è scritto.  
R.L.: Poi non mi sembra che lei sia stata in macchina la signora. Lo dice perché...  
A.B.: "In relazione ad altri eventuali notizie o fatti riferiti al Pacciani, la figlia del Simonetti rammentava...” le dico quello che...  
R.L.: Rammentava, sì.  
A.B.: "La moglie del Simonetti riferiva che sia lei che il defunto marito ebbero modo di conoscere il Pacciani nel '75, allorquando si trasferirono da Firenze a Mercatale per andare a vivere presso la figlia. La conoscenza avvenne in quanto il Simonetti aveva preso in affitto un orto adiacente ad un appezzamento di terreno coltivato dal Pacciani. Quest'ultimo si dimostrava amico. In particolare, quando aveva bisogno di qualche favore, ricordava che il defunto marito si era interessato per fare avere la riabilitazione al Pacciani. E che i due spesso si incontravano per una partita a carte e per qualche bevuta. I congiunti dichiaravano di non essere a conoscenza di particolari circa altre amicizie del Pacciani, persona definita alquanto strana e volubile. Il genero del Simonetti riferiva che il suocero era molto indipendente e che spesso usciva di casa al mattino per farvi rientro solo in serata. La vedova Simonetti, su nostra richiesta, riferiva che il marito non era...".  
P.M.: La, vedova ,non è la teste, non è questa signora qui, la vedova.  
A.B.: Sì, questo è dopo. Qua c'è la figlia.  
R.L.: La vedova non...  
A.B.: Sto leggendo tutto.  
R.L.: Sì, no dico...  
P.M.: Sì, ho capito. Ma non si può, non si possono leggere le annotazioni relative a testi diversi, non indotti. O lo facciamo dire al teste, o offriamo l'annotazione. Sennò qua...  
A.B.: Presidente, io ho chiesto l'audizione della signora Simonetti.  
Presidente: Che è malata.  
P.M.: Eh, ma non è la vedova, non è la vedova. Lei sta leggendo cose che ha detto la vedova.  
A.B.: Noo, ma sto dicendo quello che... Siccome il teste...  
P.M.: Ma...  
A.B.: Mi scusi, Pubblico Ministero.  
P.M.: Usare tutti gli atti di P.G. in questo modo!  
A.B.: Io non voglio usare nulla. Il teste ha riferito una circostanza che qui non c'era. E gliela stavo leggendo che non c'era. Basta, io non leggo più. Soltanto...  
P.M.: Sennò, insomma...  
Presidente: Faccia solo domande, Avvocato, via!  
P.M.: Oh!  
A.B.: La domanda è questa, mi scusi: se a lui risulta che la signora, la figlia, quella per la quale ho chiesto la citazione, avrebbe detto a loro – cosi posso superare il problema della citazione...  
P.M.: Perfetto.  
A.B.: ... avrebbe detto a loro - questo è il punto -...  
P.M.: Eh, ma è diverso dal leggere.  
A.B.: ... avrebbe detto a loro che "in relazione ad altre eventuali notizie o fatti", queste sono le vostre parole "riferite al Pacciani, la figlia del Simonetti", non la vedova, la figlia, "rammentava che una volta con il padre - tra parentesi - che non ha mai guidato autovetture e con il Pacciani...  
R.L.: Il padre non ha mai usato autovetture?  
A.B.: Che non ha mai guidato autovetture.  
R.L.: Il padre della signora?  
A.B.: Così dice la Simonelli.  
R.L.: Mah, no, no, aveva la 126.  
A.B.: Che non ha mai guidato. Eh, non lo so, io.  
R.L.: Il maresciallo Simonetti? No, no, guidava.  
A.B.: Io non lo so. Quindi sentiamo la signora.  
R.L.: Sentiamola.  
A.B.: "... e con il Pacciani che guidava la sua autovettura, si portarono in Firenze. Il Pacciani si dimostrò poco abile nella guida e poco conoscitore delle strade".  
R.L.: Va be', questo lo dice la signora. Però il...  
A.B.: Difatti qui...  
R.L.: ... il Pacciani stesso dice in un suo appunto, e l'ha detto pure in aula, che il chilometraggio fra Vicchio…  
A.B.: Siamo d'accordo.  
P.M.: Era la macchina di Simonetti.  
A.B.: Era la macchina? Io sto leggendo quello che è scritto qua.  
R.L.: Va be', va be'. È quello che dice la signora, la risenta perché...  
A.B.: Quello che voi avete riportato. Siccome la signora...  
P.M.: Sentiamo la signora.  
R.L.: Sì, sì, è meglio.  
Presidente: È malata? Ma l'avevate già indotta?  
P.M.: Sì, sì.  
A.B.: L'ho indotta io, Presidente.  
Presidente: Bene.  
A.B.: Siccome però c'è questo certificato, la signora non vuol venire, allora io cercavo di superare questo momento. 
Presidente: Certo.  
A.B.: Però, evidentemente, il Pubblico Ministero non ritiene di poter correttamente...  
P.M.: No, no, ritiene. Io volevo trovare un minimo di regole che vadano bene a tutti. Ma stravolgerle proprio!  
A.B.: No, stravolgere, non stravolgo nulla. Senta, allora, le faccio due ultime domande e poi veramente mi cheto. Lei, da ultimo, ha preso a verbale il signor Nesi, si ricorda?  
R.L.: Sì.  
A.B.: Ha preso a verbale il signor Nesi e ha detto, nel suo rapporto questo. Voglio sapere se lei lo conferma.  
R.L.: Annotazione, mi sembra.  
A.B.: Annotazione di servizio. “Il Nesi sosteneva di riconoscere, anche da lontano, tutte le volte che l'imputato guidava la sua Fiat 500 bianca. Lui era grosso e si notava subito su quella macchina piccola. Era così caratteristico che sembrava l'orso Yoghi dei cartoni animati. Quella sera a Nesi sembrò che la Fiesta avesse un colore sul rossiccio.” Questo solo le volevo domandare. L'ha scritto lei questo?  
R.L.: Sì però, ecco, quando noi mostrammo una Ford Fiesta rossa, il Nesi: 'No, non era neanche così '. Comunque disse sul rossiccio.  
A.B.: Disse sul rossiccio.  
R.L.: Certo.  
A.B.: Bene, grazie.  
R.L.: E io l'ho documentato.  
P.M.: E l'ha scritto, meno male!  
Presidente: Altre domande?  
A.B.: Un'altra, un'altra mi interessa. Lei sa che a proposito del blocco è stata effettuata una perizia ESDA, va bene?  
R.L.: Lo so.  
A.B.: Lo sa.  
R.L.: Però non l'ho seguita io questa attività.  
A.B.: Non l'ha seguita lei, però ha fatto lei degli accertamenti, bene?  
R.L.: Se sono firmati, me li dica.  
A.B.: Certo che sono firmati, proprio da lei. Dunque, l'accertamento è di questo tipo. Fra tutti i fogli scritti e trovati in questo album, ce n'era anche uno così concepito, che è questo. Ora glielo faccio vedere.  
R.L.: Si.  
P.M.: Possiamo mostrarle il blocco, se crede.  
A.B.: "Oggi 13 luglio...". Basta cosi, per fare prima.  
P.M.: Senz'altro.  
A.B.: "Oggi, 13 luglio 1981, prendo dal Bruci Franco una portina per il gas, lire 18 mila". Sotto c'è scritto: "Per mettere il telefono, chiamare la mattina il 187, Ufficio Commerciale SIP, nome cognome e indirizzo". Bene? Però questo non ha alcuna data. Qua abbiamo 13 luglio '81. Questo qua sotto non ha alcuna data. Lei ha fatto una indagine in proposito per sapere se al signor Pacciani fosse mai stata data un'utenza telefonica e lei scrive il 17/12/93 questo. Voglio sapere se lei lo...  
R.L.: No, non lo so. Io mi ricordo perfettamente.  
A.B.: Mi consenta una cosa.  
P.M.: E quindi no. Facciamoglielo dire al teste!  
A.B.: La domanda è questa. Se è vero che Pacciani Pietro ha fatto la domanda per il telefono nella sua abitazione di Mercatale, Piazza del Popolo, in data 1/12/1981?  
R.L.: L'accertamento l'ho fatto io personalmente alla SIP. Dove tutti questi dati relativi ai contratti sono archiviati in dei microfilm che vengono all'occorrenza ingranditi i fotogrammi e vengono stampati; sembrano quasi delle fotocopie lucide. Quindi effettivamente la domanda fu fatta all'inizio del...  
A.B.: 01/12/81.  
R.L.: '81. Si trattava di una fornitura; risultava da dei numeri di codice della SIP, che prevedeva l'allaccio e il materiale funzionamento entro il 31/12/83. Cosa che poi di fatto si verificò, perché nel maggio, mi sembra, '83 ci fu l'acquisto da parte della SIP dell'apparecchio e la materiale installazione nella casa di Piazza del Popolo; e poi però l'attivazione avvenne nel dicembre '83. Ho fatto anche accertamenti sull'appunto del Bruci, porticine gas.  
A.B.: Ho visto tutto. C'è tutto. Sì, sì, ha fatto tutto lei.  
R.L.: No, c'è una discordanza sul prezzo. Se le interessa.  
A.B.: No, sul prezzo non c'è dubbio. A me interessa che questo dato, sopra, è 13 luglio '81. Sopra.  
R.L.: Sì, non torna il prezzo indicato sull'appunto.  
A.B.: Sì, ma certamente. Il prezzo non torna mai. Poi sotto c'è: "per mettere il telefono, chiamare la mattina", sotto.  
R.L.: Sì.  
A.B.: Quindi sembrerebbe dopo. E non c'è data. Però la data, mi scusi, che è da lei accertata, in cui il signor Pacciani ha fatto domanda per il telefono è sicuramente...  
R.L.: Sì, c'erano gli allegati.  
A.B.: ... 01/12/81. Quindi dopo il 13 luglio '81. A questa gli possiamo dare praticamente una prossimità temporale del dicembre del 1981. Gliela potremmo dare.  
R.L.: Gliela pò...  
A.B.: Logicamente. Se poi, capisce...  
R.L.: Lì, manca la data. Io so che alla SIP viene fuori l'accertamento come lei l'ha letto.  
A.B.: Ecco, cioè ha fatto - la prego di confermarmi - se il signor Pacciani Pietro, ha fatto domanda per il telefono nella sua abitazione di Mercatale, Piazza del Popolo, 7, in data 01/12/1981.  
R.L.: La domanda è questa, e la risposta è sì.  
A.B.: Grazie. Non ho altre domande.  
P.M.: Vogliano fornire tutti i documenti, io non ho problemi, eh. Se lei crede, al di là della domanda di fornire i documenti, io non ho assolutamente alcun problema. Mi impegno a trovare quelle, le fotocopie.
R.L.: Le fotocopie sono di pessima qualità, perché gli atti che fornisce la SIP sono...  
P.M.: Le parti si accordano per fornire gli originali.  
R.L.: ... dei lucidi che sono come dei fotogrammi ingranditi. E quindi non è possibile avere delle fotocopie nitide.  
A.B.: Non ho altre domande.