martedì 31 gennaio 2012

Ruggero Perugini - Deposizione del 22 giugno 1994 - Seconda parte

Segue dalla prima parte.
P.M.: Possiamo...
Presidente: Scusate un momento, ma tutto questo poi che grande importanza ha...
P.M.: Nessuna. È solo...
Presidente: ... ai fini del processo? E allora non perdiamo tempo! Vogliamo sentire le registrazioni siano?
A.B.: Signor Presidente, siccome siamo le registrazioni, mi perdoni signor Presidente...
Presidente: Quindi, capito...
A.B.: E il metodo...
Presidente: Scusi avvocato, intanto qui, evidentemente quella che ci hanno fatto sentire...
P.M.: Non è quella...
A.B.: Mi perdoni signor Presidente, è il metodo.
Presidente: Quindi, capito? Intanto qui - scusi avvocato - intanto qui evidentemente quella che ci hanno fatto sentire non corrisponde a questo testo.
P.M.: Non è questa, Presidente.
A.B.: Però volevo dire, signor Presidente, che c'è stata anche una trascrizione di queste registrazioni.
Presidente: È la pagina 27 che cerchiamo di far sentire, se ci riesce.
A.B.: La trascrizione di questa registrazione, effettuata con i crismi che il rito prevede, avrebbe manifestato qualcosa di diverso rispetto a quella che era la indicazione della Polizia Giudiziaria.
Presidente: Possiamo sentirla.
A.B.: Certo. La Polizia Giudiziaria dice questo.
P.M.: No, scusi. Noi non usiamo la Polizia Giudiziaria. Chiediamo, chiedo prima di sentire queste intercettazioni.
A.B.: E sentiamole. Ma non c'è nulla che il...
Presidente: Però per ora non la sentiamo. Mi pare che state divagando.
A.B.: Ecco. Perché la Polizia Giudiziaria - le chiedo scusa, signor Presidente - dice questo: “L’indagato, nel corso di uno degli innumerevoli e violenti litigi con la consorte, la colpisce al capo con un pezzo di legno.” Ora sentiamo questo, cioè leggiamo anche le trascrizioni, e dalle trascrizioni non c'è né legno, né nessuno che colpisce, né qualcuno che dice ‘ahi’.
P.M.: È difficile che in audio si senta che è lei.
A.B.: E allora sono tutte sensazioni, come tante.
P.M.: Leggiamo quello che c'è scritto.
Presidente: Signori, ma guardate, non penserete voi di intrattenerci su questi punti...
P.M.: No, no, no. Assolutamente Presidente.
Presidente: Toglietevelo dalla testa, capito?
P.M.: Assolutamente. Se non è possibile sentirla né sentiamo un'altra. Sono il primo io, perbacco!
A.B.: Qui c'è la deregistrazione, se non...
P.M.: Tutto qui, niente... è una discussione.
Presidente: Abbiamo trovato il punto.
P.M.: Bene?
A.B.: Ecco, signor Presidente. Siccome il Pubblico Ministero ha fatto una domanda al dottor Perugini in relazione a questi supposti o presunti maltrattamenti che il marito...
P.M.: Sono in un'altra occasione.
A.B.: In un'altra occasione.
P.M.: La domanda l'avevo fatta io.
A.B.: Lui era molto... certamente. Il dottor Perugini era molto impaurito di questa situazione tant'è che...
P.M.: Non è questo caso qui. Poi ci arriviamo. È scritta dopo.
A.B.: Mi fa arrivare?
P.M.: Si, certo. Ma è un episodio completamente suc…
Presidente: Si, ma lasciamo concludere l'avvocato.
P.M.: È successivo.
A.B.: Siccome sarebbero state addirittura anche, sarebbe stata portata la signora, se ricordo questo particolare, la signora Pacciani, sarebbe stata portata addirittura in ospedale. La ricorda questa circostanza? E se ricorda, quale sarebbe stato il referto dell'ospedale, che c'è agli atti? Perché loro si sono attivati per portare eccetera. Se lo ricorda questo? Perché c'è agli atti, il referto.
R.P.: Io ricordo, ricordo che in una circostanza la...
P.M.: Non questa, dottore.
R.P.:Non questa, non questa.
P.M.: Ecco, per capire.
R.P.: In un'altra delle tante circostanze. Lui aveva dato un pugno al costato della moglie, la quale lamentava forti dolori lì; esternamente non c'erano tracce. Per quanto riguarda la nostra esperienza, credo comune a tutti, esistono anche lesioni interne. In quella circostanza...
A.B.: Si, si ma lei sa tutto.
R.P.: No, no, non mi scusi avvocato, io ho capito cosa vuole dire lei.
A.B.: No io... La domanda è questa.
R.P.: Non fu, in ogni caso la Angiolina si rifiutò di riferire al medico perché aveva paura di quello che gli sarebbe successo una volta parlato.
A.B.: Ho capito. Comunque, c'è un referto che dice che non aveva nulla la signora?
R.P.: C’è un referto che dice che esternamente non c'erano segni.
A.B.: Ora lo vediamo se era solo e esternamente. Va bene, grazie.
Presidente: Bene, proseguiamo.
P.M.: Vogliamo sentire la successiva: bobina 12B, pagina 29, dove la Angiolina - così è trascritto - rimasta sola in casa, piange e si lamenta dei maltrattamenti. È la...
A.B.: … 572 codice penale.
P.M.: Pagina 29, bobina 12B, la data...
R.P.: Rimasta chiusa in casa.
P.M.: Sono le ore 18:40. Lo spiegherà come mai è chiusa, se lo sentiamo. In proposito, ricorda qualcosa lei, dottor Perugini?
R.P.: Si, sostanzialmente Pacciani aveva paura che la moglie andasse a parlare in giro.
A.B.: Presidente, mi oppongo. Mi perdoni Presidente, o sentiamo le intercettazioni...
P.M.: Deve solo...
A.B.: No! O sentiamo le registrazioni è basta, che può essere...
P.M.: No io, scusi, le domande al teste non vedo...
Presidente: Si, ma non facciamo dire al teste ciò che lui ritiene che...  
A.B.: Ecco.
P.M.: No, no, no. Ciò che sa, solo ciò che sa. Si ritiene, non lo fermiamo. Gli chiediamo soltanto ciò che sa.
Presidente: Ma perché non la vogliamo sentire?
P.M.: Infatti, infatti era solo...
Presidente: Se ci sono poi problemi o che, domandiamo al teste.
P.M.: Proprio questo volevo fare.
Presidente: Bene. Allora?
P.M.: Allora vorrei sentire questa bobina 12B, è una telefonata del 18 febbraio ’92 alle 18:40, trascritta a pagina 29. Sembra più difficile del previsto.
(Audizione della telefonata del 18 febbraio ’92 alle 18:40,bobina 12B, trascritta a pagina 29.
P.M.: Siamo all'inizio dove dice sembra che pianga.
A.B. (voce fuori microfono): …
P.M.: 29. Un attimo, un attimo.
Presidente: Si sente, qui praticamente, dopo le prime battute...
P.M.: Si sentono dei rumori.
Presidente: Si è interrotta.
A.B.: È difficile. Io vorrei sentire la 13B, pagina 33, che è indicata come il Pacciani dice alla moglie: “Non bisogna scappare, bisogna far finta di andare a prendere la legna”, dove il contesto... vediamo se riusciamo a capire qualcosa. È la pagina 33, bobina 13B, giri 70. Siamo al 21 febbraio ‘92, sembra siano le 6:55 di mattina. Questa è un po' più lunga, è un contesto completamente trascritto da pagina 33 in poi. Ecco, è questa.
(Audizione della bobina 13B da giri 70, 21 febbraio ‘92, ore 6:55, trascritta da pagina 33 in poi.)
P.M.: No. Volevamo...
A.B.: Che si continui questa, Presidente.
P.M.: Volevamo continuare, perché si parla delle figlie. Quindi qui ne manca, da pagina 35 in poi mancherebbe un pezzo. Andrebbe finita la 13 Presidente, siamo di nuovo a pagina 33. Potremmo saltare questo pezzetto. Chiedo scusa. Stava ripetendo quel pezzo che abbiamo sentito della pagina 33. Ritengo che era pagina 35 ora che interessava. Quindi se ne potrebbe almeno saltare qualche giro e vedere di riprendere il punto relativo ai rapporti del... siamo a pagina 34, in fondo. Per l'appunto non ha messo il numero dei giri che interessano all'avvocato Bevacqua. Io l'avevo saltato; se troviamo, altrimenti va sentito tutto.
A.B.: Ma che è il sonar, questo?
P.M.: Probabilmente. Mi sembra che questo poi è un contenuto che... Penso che anche l'avvocato Bevacqua potrebbe rinunciare.
Presidente: Beh, sta finendo.
A.B.: No, ce n'è ancora un altro pezzettino.
Presidente: Bene signori, ci rivediamo le 3:30.
P.M.: Si, senz'altro. Adesso vediamo di farle preparare... Io ne ho pochissime ancora sentire, lo dico subito. Sono già state trascritte dal GIP e sono già nel fascicolo del dibattimento. Alcune, esattamente tre o quattro, vorrei sentirle proprio per il contenuto, che mi sembra bene sentire l'originale. E sono quelle trascritte. Vorrei comunque, stasera, far sentire - è già preparata - una bobina che invece è relativa ad una intercettazione non trascritta. È quella in cui l'imputato parla di una certa vicenda relativa uno spirito guida che lui avrebbe. Quindi tre di quelle che sono già trascritte, più questa.
A.B.: Io, questa mi oppongo. Non la conosco.
P.M.: E’ nei brogliaccio. Come non la conosce?
A.B.: I brogliacci non sono utilizzabili per legge, no?
P.M.: Io chiedo che la Corte, comunque, disponga di sentirla. Sono utilizzabili non tanto i brogliacci, quanto le intercettazioni.
Presidente: Appunto, i nastri ci sono.
P.M.: I nastri ci sono...
Presidente: Cioè, fa parte delle intercettazioni.
P.M.: Del processo.
A.B.: Ah, non c'è una trascrizione di questi nastri?
Presidente: No.
P.M.: No, no, no però c'è il nastro. Quindi, il nastro è legittimamente acquisito.
Presidente: Semmai... semmai la deregistreremo.
P.M.: Ecco. Questo volevo dire. La sentiamo, se abbiamo dei problemi...
Presidente: Nulla ci vieta di ascoltarla.
P.M.: Proprio questo volevo dire.
A.B.: Io la ignoro, per questo.
Presidente: Anche noi.
P.M.: Io invece conosco...
Presidente: Fa parte, però, dei nastri...
P.M.: Io...
A.B.: No, ma siccome c'è lo spirito guida, ci dirà...
P.M.: Io la conosco dai brogliacci, così come la conosce il difensore. Il reale contenuto non lo conosco, perché non è trascritto. Chiedo che si senta. All'esito dell'ascolto, se necessario, chiederò di trascriverla.
A.B.: Bene.
Presidente: Benissimo.
P.M.: Allora vorrei che...
Presidente: Ora però passiamo a queste che sono quelle registrate.
P.M.: Si, si, si, certo! E... vorrei sentire da 32B che è relativa a un momento in cui il Pacciani viene... anzi, la moglie del Pacciani viene convocata dai Carabinieri, e quindi, secondo quello che emerge dalla trascrizione, c'è un'attività volta a consigliare, diciamo così... la Polizia usa... anzi, indottrinamento...
Presidente: Va bene, vediamo.
P.M.: Insomma, consiglia cosa dire.
Presidente: È a pagina?
P.M.: È a pagina 139 delle trascrizioni. È la bobina 32B. È esattamente una intercettazione relativa al giorno 30 marzo ‘92 alle ore 11:30. Pagina 139 della trascrizione. Dovrebbe essere prima i Carabinieri che arrivano...
(Audizione della bobina 32B del 30 marzo ‘92, alle ore 11:30 da pagina 139 a pagina 146 della relazione di perizia.)
P.M.: Siamo a pagina 140. “Arrivederci”, a metà; anzi la parte iniziale. Questa è finita. Sentirei quella successiva che sullo stesso tema. Anzi, strategia, almeno a leggere la trascrizione, è un po' diversa. Si parla di fasce... quindi sentire la 33B
A.B.: Che strategia?
P.M.: Si legge. Io leggo qui. Pagina 147: “Pacciani, durante la notte, ha riflettuto; decide di cambiare strategia.” Basta leggerlo, si capisce qual è la strategia.
A.B.: La strategia secondo...
A.B.: Secondo chi ha trascritto. Secondo chi ha trascritto. Se sentiamo la 33B, che è successiva - è del 01/04/92 - pagina 147, si capisce subito di cosa si tratta. No, 33B, chiedo scusa.
A.C.: Presidente, scusi, dovrei rivolgermi stanza.
Presidente: Quale avvocato?
A.C.: Io dico questo: poiché agli atti c'è la traduzione ufficiale e giurata e poiché non tutti siamo in possesso di questa traduzione, non sarebbe possibile dare luogo... ascoltare questo, e poi che si rilegga quello che è stato...
Presidente: No, avvocato...
A.C.: Perché naturalmente in questa maniera qui non tutti sono in grado di sentire bene...
Presidente: Tanto... voglio dire, non mi sembra che qui si stia giocando partite decisive su questo...
P.M.: No, no, è solo... Fra l'altro, gli atti, sono a disposizione delle parti, eh. Non...
Presidente: Si, sì. Dopo, se volete, le mettiamo a disposizione.
A.C.: O dare luogo alla lettura.
A.B.: Ce l'abbiamo qui.
Presidente: capito?
A.C.: O dare luogo alla lettura.
A.B.: Ce l'abbiamo tutti...
Presidente: Avvocato, sennò...
A.C.: Comunque questa la mia intenzione. Lei poi decida come ritiene naturalmente meglio lei.
Presidente: No, no...
P.M.: Sentiamo, allora, la 33 B.
(audizione della bobina 33B da pagina 168 a pagina…)
P.M.: No, chiedo scusa, da pagina 147.
A.B.: No, 147.
P.M.: È la pagina... è la 147; 33B, da pagina 147.
A.B.: Che poi c'è anche la 33B a pagina 168. Mi sembra la 33B.
P.M.: Si, sì.
Presidente: È la prosecuzione di quella...
P.M.: Si, l'originale, l'originale così. Giri 30-39 della 33B.
A.B.: È un pesce d'aprile.
P.M.: L’hanno convocata, sarà un pesce d'aprile sotto quel profilo. È stato oculatamente scelto un giorno idoneo. Sono i giri 30-39 della bobina 33B. Ci siamo? Possiamo partire, sì? Dovrebbe essere giri 0-30, no? Ecco, questo, esatto. Proprio questa. Pagina 147.
(Audizione della bobina 33B da giri 30 a giri 39)
P.M.: Ecco, mi sembra che questa determinata. Possiamo spaccare. Io chiedo di sentire la bobina 62B. E’ nell'elaborato di trascrizione successivo, ed è quello relativo ad una ulteriore convocazione, questa volta da parte del P.M. Ci sono due intercettazioni: quella immediatamente prima, e quella del rientro, dopo l'interrogatorio del P.M., sono la 62B, pagina 94 e la 62B pagina 113.
(Audizione della bobina 62B, pagina 94.)
Presidente: Qua non si capisce bene.
P.M.: Possiamo un attimo riiniziare? Un secondo, per Cortesia.
Presidente: Un momento, un momento!
P.M.: Un momento.
Presidente: Qui c'è tre numerazioni diverse.
P.M.: È la numerazione in cima; 94 nel mezzo. E’ la numerazione che ha dato il perito che ha proceduto alla trascrizione. Pagina 94. La bobina è la 62B.
Presidente: 62B, eh?
P.M.: Si. E siamo esattamente...
Presidente: E poi c'è scritto col pennarello nero: 136. E sovramesso, ce n'è una a timbro. Dovrebbe essere...
P.M.: 340...
Presidente: 349.
P.M.: Si, io seguire la numerazione che ha dato colui che ha fatto la trascrizione.
P.M.: Pagina 94. È la 62B, esattamente. Una intercettazione fatta il giorno 19 maggio ‘92; 18 maggio, questa. È quella del... prima della convocazione. Alle 12:10. Sono i giri da 0 a 08; 18 maggio ‘92, ore 12:00. La convocazione è evidentemente per il giorno successivo, che fu fatta la sera. Quindi sono due praticamente: la 62B che inizia da pagina 94, e la successiva inizia pagina 113. Sono esattamente momenti prima e dopo l'interrogatorio del P.M., penso che siano interessanti entrambi per... quindi sono entrambe...
(Audizione della bobina 62B pagina 94.)
Presidente: C’è la televisione sotto...
P.M.: Presidente, direi che è tutto uguale questa telefonata. Potremo passare a quella successiva. Basta l'inizio. Possiamo interrompere passare alla 62B.
Presidente: Anche perché il concetto è ripetitivo.
P.M.: Il concetto è ripetuto. Era giusto far vedere che era ripetitivo, e mi sembra che ci siamo riusciti sotto questo profilo, ovviamente. Allora vediamo giri successivi: sono il 447-593. Basta anche qui pochi giri relativi all'inizio.
A.B. (fuori microfono):…
Presidente: Per favore...
P.M.: È quella successiva, cioè la sera del 19, dopo l'interrogatorio davanti al P.M. Siamo alla pagina 113 della trascrizione. C'è la verifica di come è andata la deposizione. Comunque, così, per capire di come andò la deposizione, mi sembra giusto dirlo a questo proposito: appena arrivò davanti al P.M. la signora, confermando quelle cose che abbiamo letto, non trovò di meglio che tirare la borsa al P.M. Questo era il concetto di come si svolse quell'interrogatorio che loro non conoscono, perché saggiamente è rimasto nelle carte di chi lo doveva tenere. La signora si presentò avendo delle idee molto chiare - effettivamente le aveva capite - e all'insistenza del P.M. reagì nel modo che ho detto.
Presidente: È andata “ultra petita”, via!
P.M.: Andò “ultra petita”, si. Possiamo vedere al ritorno.
Presidente: Io dopo passerei a quella di cui lei ha parlato, non de registrata, anche perché comincia a fare caldo...
P.M.: È l'ultima, è l'ultima.
Presidente: Siccome poi abbiamo il testo, quindi... Mi sembra che la trascrizione sia, tutto sommato...
P.M.: Fedele. Volevo che fosse chiaro quello.
(Audizione della bobina 62B, giri 447-593, pagina 113.)
P.M.: È tutto uguale. Mi sembra si possa soprassedere. Possiamo staccare.
Presidente: Possiamo staccare. Stacchiamo, stacchiamo. Oh! Sentiamo l'ultima?
P.M.: A dire la verità sono due: una è quella relativa allo spirito guida. È stata trovata il giorno 15 maggio ’92: bobina 59B, giri 349 e seguenti. Qui va un attimo cercato il punto, perché non era per niente preparata. E questa, Presidente, penso che andrà trascritta se vogliamo poi averne il contenuto esatto. Scusi un secondo, eh, perché ora è un attimino...
Presidente: Dottor Perugini, le ricorda questa telefonata, eventualmente?
R.P.:Si.
A.B.: Ma si possono mettere microspie anche...
R.P.:Non ci permetteremo mai.
P.M.: Dunque, Presidente, di questo abbiamo una trascrizione intera però fatta dalla Questura, 15 quindi c'è da verificare. Se la vogliamo seguire una trascrizione c'è per...
Presidente: Se volete si può fare; salvo farla quella ufficialmente.
P.M.: Io adopererei un attimo la trascrizione che è stata... si possiamo interrompere un attimo, scusate.
Presidente: Fermiamoci un attimo, per favore. Se per comodità di tutti ne facciamo le copie anche per i difensori.
P.M.: Certo, le facciamo subito...
Presidente: E poi ovviamente...
A.B.: Proprio perché potremo constatare quanto è fedele o meno, e abbiamo, se del caso, chiunque - P.M. per primo - chiede alla Corte di trascriverla integralmente, non da organi di Polizia Giudiziaria.
Presidente: Siete d'accordo?
P.M.: Ora ci può servire, Presidente, per seguire il testo.
Presidente: Infatti.
P.M.: Quindi la facciamo fotocopiare. Se ci da due minuti, facciamo più copie.
A.B.: Non ho capito bene, signor Presidente, questa registrazione...
Presidente: E’ per pura comodità, avvocato.
A.B.: Certamente. No, no, ma io non ho capito bene questa telefonata, questa intercettazione a che cosa... aldilà dello spirito guida...
Presidente: Questa è un'intercettazione telefonica?
P.M.: No, no. Il Pacciani si sveglia e dice che, durante la notte, ha fatto tanti sogni, e inizia a raccontare. Io ho un piccolo sunto nel brogliaccio. “Questo infame di... - purtroppo si rivolge al mio teste, oggi presente - questo infame mi ha fatto mettere...”
Presidente: Quindi intercettazione ambientale.
P.M.: Ambientale, sì.
A.B.: Ecco, chiedo scusa, no...
Presidente: Parla di uno spirito guida.
A.B.: Lo spirito guida non è certamente lui.
P.M.: No, sembra di no. Sembra di no.
A.B.: Qui è un altro spirito che guida.
P.M.: Allora vogliamo leggere questa trascrizione e sentirla. Anche perché è un argomento completamente diverso da quello che abbiamo sentito finora...
Presidente: Quello, effettivamente, potrebbe essere. Perché...
P.M.: Uno dei…
Presidente:... finora abbiamo sentito le solite cose. “Tu devi dire questo...” poi “ah, non hai detto quest'altro…”
A.B.: È tutta roba in vernacolo, Presidente.
Presidente: È vero.
P.M.: Bene. Allora se le vogliamo dare... Questa alla Corte, all'avvocato Bevacqua...
A.B.: Grazie.
Presidente: Ahi difensore di parte civile...
P.M.: Chi è difensore... il... l'avvocato qui con me. E uno al teste. E uno alla Corte.
A.B.: No, voi non potete... lo spirito guida...
P.M.: Poi le facciamo.
Presidente: Allora, ai soli fini di seguire con più comodità questa telefonata...
P.M.: Sono le cinque e un quarto di mattina, Presidente. Può fare una copia in più, per Cortesia? Può chiedere... ecco, benissimo.
Presidente: Un attimo, eh.
P.M.: Vengono fatte altre copie, così chi...
Presidente: Allora, solo un attimo che, con i nostri potenti mezzi...
P.M.: Possiamo partire, Presidente?
Presidente: Un attimo solo che stiamo facendo...
P.M.: Ah, benissimo.
Presidente:... fotocopiare quella... quindi ai soli fini di seguire con più comodità questa telefonata. Sì, comunque adesso... tra un attimo le avrete anche voi.
(Audizione della bobina 59B da giri 349 e seguenti del 15 maggio ‘92, ore 05:15.)
Presidente: Vogliamo andare avanti, o interrompiamo? Perché tanto...
P.M.: Noi possiamo interrompere, Presidente.
Presidente: Se se d'accordo interrompiamo...
P.M.: Il discorso è quello.
Presidente: Direi allora di farla deregistrare formalmente...
P.M.: Senz'altro! Grazie, Presidente, senz'altro.
Presidente: Restituiamo... o se li volete tenere, fate pure.
A.B.: Ecco, siccome mancano alcuni pezzi, bisogna registrarla tutta.
Presidente: La deregistriamo.
P.M.: La facciamo deregistrare tutta.
Presidente: Quindi, per la prossima volta, intendo dire mercoledì 29, provvediamoci di uno dei feriti che hanno fatto...
P.M.: Ce n'è già uno oggi. È venuto, possiamo dargli l'incarico.
Presidente: Ah, benissimo. Allora...
P.M.: C'è la si... se non è andata via, la... La facciamo venire? Possiamo dar l'incarico subito.
Presidente: Sì, se è restata.
P.M.: Sì, l'avevo convocata io.
A.B.: Ecco, allora signor Presidente, dato che il Pubblico Ministero così Cortesemente ha chiamato il perito, io non ho chiamato il consulente, perché non lo sapevo. L'approccio vo... no, per carità! La prossima volta chiamerò il mio consulente, anche per le relazioni relative a queste registrazioni. Quindi per depositare...
Presidente: Nessun problema, nessun problema, avvocato.
A.B.: Grazie.
Presidente: Lei può tranquillamente farlo venire. Speriamo sia venuta questa... cioè, non si andata via.
P.M.: Speriamo, ma...
Presidente: Una mancava. Una era in vacanza al mare.
P.M.: No, ma una si è trattenuta. Sta arrivando, è presente. Si accomodi... al Presidente.
Presidente: Ecco, signora, si accomodi. Allora dottor Perugini, vuole cedere un attimo la postazione alla signora?
R.P.:Certamente.

Giulia Matteucci - Deposizione del 22 giugno 1994

Giulia Matteucci fu ascoltata il 22 giugno 1994 nel processo a Pietro Pacciani. Quelle che seguono sono le sue dichiarazioni.

Presidente: Si accomodi, signora. Si sieda pure.
G.M.: Matteucci Giulia.
Presidente: Ah, Matteucci Giulia, sì. Ce la dovremo avere... sì, comunque lei vuol ridare le generalità complete?
G.M.: Si. Nata a Firenze xx/xx/xx, residente a Xxxxxxxx, Via Xxxxx, 109.
Presidente: Si. Possiamo riaccendere il condizionatore. Dunque, signora, la formula c’è lì? Ce l'ha il cartoncino magico? Ci dovrebbe essere quello dei periti. È quello dei periti? Dei periti, perfetto. Allora signora, legga quella formula.
G.M.: Consapevole della responsabilità morale giuridica che assumo nello svolgimento dell'incarico, mi impegno ad adempiere al mio ufficio, senz'altro scopo che quello di conoscere la verità e a mantenere il segreto sulle operazioni peritali”.
Presidente: Benissimo. Allora le affidiamo, signora, l'incarico di provvedere alla trascrizione integrale. Io leggo quello che c'è scritto qua sopra: bobina numero 59B.
G.M.: Ah, è una nuova bobina?
Presidente: È una nuova bobina, signora, sì. Giri 345-709, relativa alla intercettazione ambientale del giorno 16 maggio ‘92, ore 5:15, che le sarà messa a disposizione.
G.M.: Va bene.
A.B.: La difesa nomina consulente tecnico la signora Clara Fracassi, e non ricordo l'indirizzo.
Presidente: Benissimo. È al tribunale, credo. Signora, di quanto tempo bisogno?
G.M.: Quanti ci sono, Presidente?
A.B.: 400.
Presidente: Signora, sono dal 345 a 709. Sono 300 e rotti giri.
G.M.: Facciamo 15 giorni.
Presidente: 15 giorni. Fa bene. Benissimo.
A.B.: 15 giorni, siamo fuori però...
Presidente: 15 giorni... no, ci siamo. Fra 15 giorni ci siamo abbondantemente. Dunque, 15 giorni. E inizierà le operazioni peritali quando è dove?
G.M.: Presso la mia abitazione, sì, quando avrò il nastro. Quando lo posso avere, Presidente?
Presidente: Il nastro...
P.M.: Lo possiamo mettere a disposizione, penso, stasera stessa.
Presidente: Anche stasera.
P.M.: Ne facciamo una copia per sicurezza, come sempre facciamo.
Presidente: Sì, ovviamente.
P.M.: Allora facciamo domani... chiedo scusa, domani l'altro, perché domani saranno impegnati.
Presidente: Sì.
P.M.: Io mi riservo per l'inizio dell'operazione di nominare un consulente tecnico anche del P.M., il quale, nel caso, può essere incaricato di... o dalla Polizia Giudiziaria, di recapitare alla signora il nastro.
Presidente: Di recapitare...
P.M.: Ecco.
Presidente: Allora, signora, quando inizierà?
G.M.: Quando me lo porta il consulente tecnico?
Presidente: Venerdì.
P.M.: Venerdì, chiedo scusa, venerdì, per l'appunto è San Giovanni. Sabato mattina.
Presidente: Sabato...
P.M.: Noi, anche... anche venerdì.
Presidente: È San Giovanni, ma noi si lavora tutti.
P.M.: Venerdì mattina sarà a disposizione della signora, il nastro. Al suo domicilio, se crede, se lei viene a Firenze, meglio.
G.M.: Verrò verso il tribunale. Perché sto a Xxxxxxx.
P.M.: Allora le dovrebbe... ci mettiamo d'accordo noi.
Presidente: No, ma solo per dare l'indicazione...
P.M.: Allora ci dice quando inizia...
Presidente: Ci dia l'inizio delle operazioni.
G.M.: Possono iniziare lunedì?
Presidente: Lunedì, signora, certo.
G.M.: Lunedì.
Presidente: Alle ore?
G.M.: Nove. Presso la mia...
Presidente: Presso la sua abitazione.
G.M.: La mia abitazione reggerlo.
P.M.: La Polizia Giudiziaria si metterà d'accordo con la signora per farle avere la copia. Entro lunedì sarà nominato un consulente di parte del P.M.
Presidente: Bene.
A.B.: Grazie.
Presidente: Oh, piuttosto, ora non ho l'agenda, come al solito. Dunque, oggi a 15, vedete un momentino...
P.M.: O, forse lunedì a 15, se dobbiamo... 15 giorni dall'inizio, signora?
G.M.: Si.
Presidente: 13 luglio le va bene? Per il 13 luglio pensa di averla pronta?
G.M.: Per 15 giorni penso di sì, visto che ho già fatto le altre e ho capito un po' la difficoltà...
Presidente: Ecco, allora, signora, lei tornerà qui il 13 luglio con la deregistrazione. D'accordo?
G.M.: Va bene.
Presidente: La ringraziamo. Può andare.
G.M.: Per le altre cose non importa? Non mi volete sentire?
Presidente: No, ora come ora, no. Può andare, grazie. Buonasera. Bene, signori, io francamente non avrei nient'altro.
P.M.: Noi ci riserviamo, dato che ho sentito parlare di un consulente di parte che dovrà dire qualcosa sulle bobine, ovviamente in... sulle deregistrazioni in quel momento mi riservo di sentire il dottor Perugini su quello che manca, e eventualmente sul contenuto di quanto dirà il consulente di parte.
Presidente: Benissimo. Allora, signori, l'appuntamento è per domani, abbiamo detto verso le nove un quarto, al ponte degli Scopeti.
A.B.: Ecco, signor Presidente, le chiedo scusa. Domani si farà soltanto quella attività di ispezione dei luoghi, e basta? Poi la sera, no?
Presidente: Io credo che non ce la faremo in mattinata, avvocato, non credo. Penso che dovremmo andare al pomeriggio.
A.B.: Anche domani.
Presidente: Si, domani. Io per domani prevedo l'intera giornata. Vedrete...
P.M.: Io dico subito, Presidente, che P.M. avrebbe un impegno a metà pomeriggio, relativo ad indagini. Se si potesse...
Presidente: Ma il Pubblico Ministero è fungibile, però.
P.M.: E in questo caso difficilmente fungibile, Presidente. Noi cerchiamo di... magari, di concentrare il più possibile.
Presidente: Però, signori, capito? Non è facile. Potremmo vedere di tirare in lungo la mattinata, se del caso, però insomma...
(voce fuori microfono)
Presidente: Sì, chiaramente, poi... Comunque già da ora sappiate che la prossima udienza, a parte domani, è mercoledì 29. Per quella data l'imputato, che domani ha dichiarato di rinunziare a comparire, dovrà essere tradotto.
A.B.: San Pietro e Paolo.
Presidente: L'udienza è tolta. A domani, arrivederci.
P.M.: Arrivederci.

lunedì 30 gennaio 2012

Ruggero Perugini - Deposizione del 22 giugno 1994 - Prima parte

Ruggero Perugini fu ascoltato il 22 giugno 1994 nel processo a Pietro Pacciani. Quelle che seguono sono le sue dichiarazioni.

Presidente: Ecco, ho detto di spegnere i condizionatori per il momento. Ecco, benissimo, allora i condizionatori sono momentaneamente spenti, anche il microfono mi pare. Un attimo, ecco, ci siamo, benissimo. Condizionatori spenti…
P.M.: Si, Presidente, vorrei un attimo, di nuovo, se la Corte acconsente, introdurre il dottor Perugini ci spiega solo il meccanismo e dove erano posizionati per capire poi quello che sentiremo, come ha origine.
Presidente: Va bene, questo credo, non ci siano eccezioni da parte di nessuno, va bene?
P.M.: E’ un teste del P.M., quindi io... le domande...
Presidente: Si, no, direi che ci deve fare da guida, chiaramente. Allora, introduciamo il dottor Perugini, ai fini che si è detto. Si accomodi dottore, venga... prego. Buongiorno. Ecco, signor Pubblico Ministero, a lei... dia pure il là.
P.M.: Si, vorrei chiedere al dottor Perugini, dato che fra breve sentiremo le intercettazioni ambientali, si può spiegare alla Corte com'era stato organizzato le operazioni di intercettazione, in quali luoghi, con quali mezzi, con quali risultati, al di là del fatto che...
Presidente: E poi lei ci deve fare da guida, illustrandoci momenti, eccetera. Prego.
P.M.: Scusi Presidente, ho anche convocato per stamani, la persona che ha provveduto - almeno una delle due - alla trascrizione, per conto del GIP, se avremo dei problemi...
Presidente: Va be’, se è necessario...
P.M.: No, no, secondo me no, perché sono ben trascritte e si sente...
Presidente: Ove fosse necessario, ma credo che dire...
P.M.: … è a disposizione, è a disposizione, qui presente.
Presidente: Se ci sono incertezze, risentiremo, sentiremo noi stessi.
P.M.: Esatto.
Presidente: Allora sentiamo il dottor Perugini.
R.P.:Si, per quanto riguarda la materiale collocazione delle microspie, una rammento che era fusa dentro la presa del telefono, alla casa di Piazza del Popolo, al piano superiore, dove si trova il telefono. E mi pare che fosse nei pressi della cucina. Le altre furono sistemati successivamente, al momento in cui l'imputato chiese l'attivazione di un telefono in via Sonnino. Furono sistemate nell'abitazione di via Sonnino 30, nella presa del telefono, dentro un contatore della luce, sempre in via Sonnino, 30. Un'altra fu sistemata, non se ne mise una Alcigo 28, se ben ricordo, perché c'erano problemi di autonomia, non riuscivamo a trovare la collocazione esatta. E se ne mise una, quindi, all'incrocio delle travi del soffitto del magazzino, che si trova a sinistra del corridoio, nella parte, quindi sopra il soppalco. Naturalmente questo tipo di operazione di collocazione, veniva integrato poi dalla intercettazione telefonica vera e propria con tanto... Le prese furono sistemate da dipendenti della SIP e dell’ENEL, con la collaborazione di un Ispettore del Gabinetto di Polizia Scientifica della direzione centrale della Criminalpol di Roma. Il servizio di intercettazione prevedeva anche l'attivazione di misure di pedinamento, di verifica, che dovevano essere, naturalmente contestuali, a quanto si udiva. Il personale deputato alla intercettazione delle conversazioni ambientali e telefoniche, prese posizione in un appartamento che noi avevamo affittato nel mese di novembre, a Mercatale, che si trova a non grande distanza dall'abitazione di via Sonnino. L'intercettazione sul posto era, come ho detto l'altra volta, immediatamente curata dalla gente scelta Lidia Scirocchi, dalla gente scelta, Paola Baghino. La Scirocchi e in forza alla S.A.M. e la Baghino fu data dal Gabinetto Regionale di Polizia scientifica, perché aveva anche una funzione di supporto tecnico, ove richiesto. E dall’ agente Nunziatina Amantini, della Sezione Anticrimine e Sequestri di persona della Squadra Mobile. Questo personale veniva affiancato - perché a novembre io chiesi un'integrazione di personale, tanto alla Criminalpol, quanto ad altri enti - venne affiancato dal personale del ROS…
P.M.: Carabinieri.
R.P.:Carabinieri del ROS e da personale della direzione della Criminalpol, della Direzione nazionale della Polizia scientifica, da due ufficiali di Polizia Giudiziaria della direzione Criminalpol di Firenze. I quali avevano una funzione di supporto all'intercettazione. L'intercettazione veniva personalmente seguita poi, naturalmente, dall'ispettore Lamperi ed a me, durante il suo svolgimento. Le decisioni le prendevamo noi, quello che c'era da fare. Naturalmente, nell'immediato, provvedeva il personale sul posto, a prendere gli opportuni provvedimenti, informandocene, naturalmente.
P.M.: Ricorda se nel corso di queste operazioni l'imputato, o meglio, l'indagato allora, ha interferito? Si è accorto di qualcosa?
R.P.:Si, questo va detto, che subito dopo, pochi giorni dopo il suo trasferimento alla casa di Piazza del Popolo in via Sonnino…
P.M.: Siamo? Nel tempo, lo ricorda?
R.P.:Diciamo, lui si trasferì, mi pare, prima di Natale e quindi saranno passati 10 giorni, due settimane, adesso, con esattezza non lo rammento…
P.M.: Dopo il 6 dicembre tre...
R.P.: … però ricordo che lui trovò una microspia e trovò esattamente una microspia che mai avremmo pensato che potesse trovare. Perché era sistemata in modo estremamente nascosto, sul...
P.M.: Forse non troppo…
R.P.: … beh, evidentemente… infatti si stupimmo che lui rammentasse perfettamente bene, in quel guazzabuglio di cose, di fili, che erano le sue abitazioni, le sue pertinenze, che individuò immediatamente l'oggetto che era invece effettivamente, molto ben nascosto e non commentò il fatto è...
Presidente: Ma dov'era scusi?
R.P.:Era sistemata al di sopra... dunque, questo magazzino, supportato, ha un tetto. Ci sono dei travi di legno e alla congiunzione di fili della corrente elettrica, che passano sul tetto, era stata sistemata, in modo nascosto anche, dietro, questa microspia. Era la microspia che ci permetteva di intercettare alla bell’e meglio, ecco, non era particolarmente comoda, come posizione. Però riuscivamo a sentire quanto lui diceva nei pressi dell'abitazione del civico 28. Lui non commentò affatto questo rinvenimento. Noi ce ne accorgemmo, che la pulce era morta, perché i primi giorni l’intercettazione era molto disturbata da un piccione, un colombo, no? Che turbava, nei pressi. Quando non lo sentimmo più ci insospettimmo.
P.M.: Vi insospettiste.
R.P.:Ma il ogni caso, ecco, lui prese questa microspia, poi, come scoprimmo, la portò da un elettricista, si fece spiegare cos'era e se la mise da una parte. Ma non commentò in alcun modo il fatto, fino a dopo la, chiamiamola così, maxi perquisizione, cui...
P.M.: Non disse nulla alla moglie? O ai presenti tre...
R.P.:Non disse nulla, proprio in nessun modo...
P.M.: A nessuno...
R.P.: ...no, sul rinvenimento di quest'oggetto non disse assolutamente nulla. Uscì fuori, invece, da una conversazione successiva, di molti mesi successiva, quando disse che la Polizia gli aveva messo una cosa sul tetto che captava quanto si diceva nella casa.
P.M.: Le conversazioni...
R.P.:Naturalmente, però, questo rinvenimento evidentemente doveva aver... provocò, insomma, una serie di ricerche molto approfondite. Io ricordo...
P.M.: Ne cercava altre, insomma tre punti di sospensione
R.P.:Si, ricordo come episodi che, addirittura strappò il telefono, lo scagliò contro la parete, insomma tre... tutte cose che si sentivano tre... cioè, fece delle ricerche con strumenti, scardinò, insomma tre punti di sospensione non trovò le altre.
P.M.: Più che legittimo da parte sua, dice tre...
R.P.:Ovviamente.
P.M.: … voi lo sappiate, lui cerca di non farsi spiare, insomma.
R.P.:Era un comportamento scontato. E ci è andato molto vicino, più di una volta.
P.M.: Bene, dottore, io passerei a sentire alcune delle intercettazioni che sono state poi trascritte interamente dal GIP e quindi esiste già agli atti della Corte, proprio la verbalizzazione. E vorrei partire dalla numero nove del 02/02/92, quella che nella trascrizione del GIP è indicata come riferimento con le parole: “Loro son furbi, lo sai cosa cercano, vero?”. Lei ricorda questa tre...
R.P.:Sì, ricordo.
P.M.: Ecco, vogliamo sentirla e poi magari ce la può spiegare... sospensione
R.P.:Va bene.
A.B.: Ecco, mi scusi, le domande che ha fatto il Pubblico Ministero…
P.M.: Ah, chiedo scusa.
A.B.: … chiedo scusa, grazie. Volevo farne una io al dottor Perugini.
Presidente: Prego avvocati. Ovviamente se volete fare domande prima dell'audizione, potete farlo tutti, eh! Avvocato Pellegrini.
A.P.: Avvocato Pellegrini. A proposito della microspia ritrovata da Pacciani, gradirei che lei, magari perché non ero attento a sufficienza, ripetesse a quale episodio voi ricollegaste il ritrovamento della microspia.
R.P.:Ci fu... adesso può anche tradirmi la memoria, ma ci fu proprio nell'immediato, una osservazione, quindi quasi certamente una relazione di servizio, da parte degli addetti alla intercettazione, che parlavano, per l’appunto di questa microspia, che non si sentiva più. Però, ecco, la conferma nell'immediato, non l'ebbe nessuno, per il semplice motivo che lui non commentò in nessun modo questo ritrovamento. Il discorso dei suoni emessi, captati, del piccione, ecco, che evidentemente andava a posarsi in quel soppalco, ci fece collocare il rinvenimento di quella microspia, ha quasi immediatamente dopo, ecco, diciamo, 10 giorni dopo. Adesso non ricordo con esattezza ma dovrebbe essere facile essere più precisi, guardiamo gli atti.
A.P.: Quindi dicembre ‘91.
R.P.:Esatto… no! Non dicembre. Credo che siamo già a gennaio, perché lui andò, come ho detto, si trasferì poco prima di Natale tre...
A.P.: Ah, si… già gennaio ’92.
R.P.:Esatto.
A.P.: Ma, non è che questa microspia, in un secondo momento, poi la fece ritrovare? Ve la mise sul tavolo perché vi rendeste conto che si era reso conto...
R.P.:No, lui non la fece ritrovare. La ritrovammo noi nel corso della perquisizione di aprile, maggio...
A.P.: Successiva.
R.P.:Sì, c'è una relazione...
A.P.: Grazie.
A.B.: Ecco, mi scusi...
Presidente: Prego avvocato Bevacqua.
A.B.: Grazie. Mi scusi dottor Perugini, lei ha detto che avete messo diverse microspie, una, questa che sarebbe stata poi scoperta dal signor Pacciani, ed altre. Una delle quali era addirittura dentro il telefono. È vero?
R.P.:No…
A.B.: Lo ha detto prima lei, scusi...
R.P.:Sarebbe stato molto facile trovarla dentro il telefono.
A.B.: Non lo so...
R.P.:Era fusa dentro la presa del telefono. Cioè, era una presa telefonica preparata, che è in tutto e per tutto identica alla presa telefonica in uso, soltanto che all'interno, c'è questa microspia.
A.B.: Chiedo scusa, la domanda che le volevo fare, dato che io sono fuso per altri motivi, ma non per questi...
R.P.:Io gliene parlo perché l'ho vista.
A.B.: …non sapevo che cosa significava la fusione a freddo, a caldo, eccetera, di questi...
R.P.:Ma neanche io, guardi.
A.B.: Ecco, cioè, da questo microfono, che era fuso, in questa spina, voi sentivate le telefonate oppure tutto quello che si diceva?
R.P.:Noi sentivamo, nella premessa che era attiva l'intercettazione telefonica convenzionale, ma avevamo modo di sentire anche quando l'imputato riagganciava il telefono, perché è una microspia per intercettazione ambientale.
A.B.: Quindi si poteva sentire sia l'uno come l'altro? Cioè si poteva sentire sia l'intercettazione telefonica, cioè la telefonata, come, una volta abbassato la cornetta, tutto quello che succedeva fuori?
R.P.:Sì.
A.B.: Ecco. Le faccio una domanda: lei, quindi, ha sentito un po' tutte le intercettazioni telefoniche?
R.P.:Sì.
A.B.: Ecco, il 17…
R.P.:No, un momento avvocato, scusi un attimo. Io ho sentito, ovviamente, tutte… ho sentito, ho letto e ho sentito le intercettazioni telefoniche. Però se me ne cita qualcuna in particolare dovrebbe essere così Cortese da farmi avere uno…
A.B.: Le do subito questo. C'è stata un'intercettazione telefonica del 17 dicembre 1991. Bene? ’91 alle 22:22, dove il Pacciani dice questo: “ preparale quelle per diffamazione” e poi Pacciani spiega che è venuto il dottor Perugini per riconsegnargli della roba già sequestrata a suo tempo. Se la ricorda questa intercettazione?
R.P.:Io non gli ho riconsegnato assolutamente nulla...
A.B.: Comunque c'è questa telefonata? Se la ricorda?
R.P.:Se l'abbiamo trascritta noi... No, ma le sto spiegando, io non gli ho riconsegnato… l'ho già detto l'altra volta.
A.B.: Sì, sì, ma questa della telefonata non la sapevo io.
R.P.:Ah, sì, sì, per quello che lui...
A.B.: Quindi c'è una telefonata dove Pacciani dice, ad una persona: “E’ venuto Perugini a consegnarmi della roba che è stata sequestrata”.
R.P.:Certo, lui ha detto tante di quelle cose...
A.B.: Benissimo, ma non c'è dubbio che l'abbia detto, però si è inventato questa cosa, il signor Pacciani. Grazie.
R.P.:Non sarebbe la prima volta...
A.B.: No, ma certamente! Ognuno si inventa quello che può!
P.M.: La possiamo sentire? Chiedo di sentirla, eh!
R.P.:Penso proprio di sì.
P.M.: Chiedo di sentirla, così...
A.B.: ...’91, ore 22:22…
Presidente: Dottore…
P.M.: Noi sentiremo poi...
A.B.: Da giri 4576 a giri...
P.M.: Siamo in grado di trovarla anche...
A.B.: Ma non c'è dubbio! Io solo sono in bicicletta, quindi sono a 4760...
Presidente: Dottor Perugini, piuttosto... Signori, per favore! Dove ritrovaste la cimice, la microspia che il Pacciani aveva eliminato?
R.P.:Quella cimice io non ero in grado di riconoscerla. Come ho detto prima avevo visto quelle fuse nella scatola del telefono. Le altre non le avevo viste. Nel corso della perquisizione, credo, vado a mente, che fu ritrovata...
Presidente: Lei parla del maggio 9...?
R.P.:Parlo di aprile, maggio, ’92, eh!
Presidente: ’92.
R.P.:Credo che fu ritrovata dentro un cassetto. Adesso non rammento bene chi la rinvenne.
Presidente: Va bene. Grazie. Allora prego, signori.
P.M.: Vorrei far partire la bobina 9, nella parte in cui è trascritta. Io mi sono permesso di mettere alla Corte... in quel faldone ci sono gli originali delle trascrizioni, perché...
Presidente: Cosa molto opportuna.
P.M.: … potrebbe essere utile seguirlo anche lì. È quella che viene indicata, nell'indice del primo fascicolo, viene indicata con la bobina 9, pagina 18 in cui, colui che ha fatto la trascrizione, sintetizza il contenuto con, probabilmente, una delle prime frasi e indicata con: “Loro son furbi, lo sai cosa cercano, vero?”. Nella trascrizione è la pagina 18, se non sbaglio inizia. Bobina 9, giri 45...
Presidente: “Ti pigliasse uno che te la sotterra nell'orto, vengano...” E’ questa?
P.M.: Esatto, esatto, questa è la trascrizione. Dovrebbe corrispondere alla data del 2 febbraio ’92, anzi, così corrisponde. Sono, per quello che dice colui che ha fatto l'intercettazione, sono le 19:10 di sera.
Presidente: Bene.
P.M.: Se è possibile sentirla...
Presidente: Sentiamo allora. Silenzio assoluto.
A.B.: Sentiamo dall'origine, dall'inizio...
P.M.: Così come è trascritta. Sì, prima di quell'ora lì non parla, no! Dall'inizio, esatto. Pagina 18. Magari facciamo delle prove per vedere cosa si sente.
(Audizione della intercettazione del 2 febbraio ’92 ore 19:10, bobina 9, pagina 18.)
P.M.: “Un gingillo qualsiasi”;
Presidente: Dunque, senza trascrizione è impossibile...
A.P.: Se abbassasse forse si sentirebbe un po' meglio.
P.M.: E’ difficile però il perito la trascritta...
Presidente: Va seguita tenendo sott'occhio la trascrizione...
P.M.: Si, infatti, questo era il momento. Interessava far sentire alla Corte il tono, l'atteggiamento del Pacciani, soprattutto l'argomento e il momento in cui...
Presidente: Vogliamo risentirla un attimo? Per Cortesia.
P.M.: Si, senz'altro. Temporalmente, mi scusi Presidente, è una intercettazione che viene subito dopo le relazioni che hanno fatto quei due agenti della Criminalpol, che le avevano fatte nella terza decade di gennaio, l'ultima è del 27 gennaio, quando lui - secondo come è stato ricostruito dalla Polizia Giudiziaria - scavava. Ecco, pochi giorni dopo, esattamente il 2 febbraio ’92, alle 19:10, con la moglie fa questo tipo di discorso. La vogliamo risentire? Ben volentieri, tanto è breve.
Presidente: Direi di risentirla, qui però va tenuta sott'occhio la trascrizione. Dovremo fare delle copie. Capito? Scusate se...
P.M.: Speravo si sentisse meglio, con questi apparecchi. Però obiettivamente non è facilissimo.
R.P.:Con la cuffia si sente molto meglio, ma con i diffusori...
P.M.: Si, beh, la cuffia... è un po' più complicato magari. Trovare due, quattro, quindici cuffie...
Presidente: Ecco, ricominciamo.
P.M.: Stiamo provando, addirittura di sentire la bobina originale, per... tante volte venisse meglio con un altro apparecchio...
(Ulteriore audizione della intercettazione precedente)
P.M.: Ecco, Presidente, mi sembrava opportuno far sentire come il signor Pacciani, in un contesto che sappiamo, assolutamente, l'hanno sentito loro dice: “Se mi scoprono…”
A.B. (voce fuori microfono):
P.M.: Mi lasci finire grazie. “Se mi scoprono piglian 50 milioni, 500 milioni”. Ecco, io... era un punto che volevo fosse sentito direttamente, poi ovviamente un ognuno lo capisce come crede.
A.B.: Ma lei lo capisce a modo suo ma c'è anche un'altra frase...
P.M.: Certo, questo voglio dimostrare.
A.B.: “Se fanno il trucco…”
P.M.: Dopo lo dice, lo dice dopo.
A.B.: Certo… e difatti...
P.M.: Dice: “Se qualcuno mi mette un gingillo...” va be’ l'abbiamo sentita. La successiva è quella che vorrei sentire, sempre in ordine, rispetto alla trascrizione, è quella indicata pagina 20. È la bobina 1B, dove dice il Pacciani, dice alla moglie che è disperato per un bossolo che la Polizia gli ha trovato. Un bossolo che non ha niente a che vedere, in questo momento, con il proiettile successivo. Siamo al giorno 4 febbraio alle ore 07:15. Parla che la Polizia gli ha trovato in un cassetto un bossolo. Sarà bene sentire il contesto. Pagina 20. Il 4 febbraio.
(Audizione della intercettazione del 4 febbraio ’92, alle 07:15, bobina 1B, pagina 20.)
P.M.: Non si capisce cos'è questo rumore... ecco, scusi un attimo per Cortesia, un attimo. Direi ecco, questa... si può fermare un attimo?
Presidente: Un attimo.
P.M.: Volevo... ecco, s'è sentito le uniche frasi che, in fondo, erano quelle che il P.M. voleva si sentissero direttamente che sono nella prima pagina, nella pagina 20, dove parlando di, evidentemente, di un altro bossolo, la voce femminile, la donna, dice: “L’avranno trovata dentro un cassetto, ni’ cassetto”. Lui fa qualche imprecazione e lei gli fa, dice: “Anche te, Dio bono, va a mettila lì! Buttala via!” Cioè, anche rispetto a cose diverse, l'atteggiamento è questo. E lui, voce maschile, dice: “Stai zitta, ni’ cassetto chi vuoi che ce l'abbia messa, nel cassetto?” E’ un concetto che rispetto a cosa apparentemente non influente, mostra un atteggiamento simile. Vorrei passare alla bobina 11B, pagina...
A.B.: Mi scusi, Pubblico Ministero...
P.M.: Le sole parole che abbiamo sentito sono queste.
A.B.: Si, certo, ma vorrei capire, perché bisogna capire, anche, questo proiettile, questo bossolo, questo qualche cosa che sarebbe stata trovata certamente...
P.M.: Così dice Pacciani, noi...
A.B.: Da chi è stata trovata?
P.M.: Ah, sarà bene che lo spieghi lui... proviamo col dottor Perugini, se ci sa spiegare qualcosa!
A.B.: Va bene.
Presidente: Era un proiettile, mi sembra, di 7,65.
R.P.:Nel corso…
P.M.: Prego, prego, dottore.
R.P.:Nel corso della perquisizione dell'11 giugno 1990, come ho detto, noi trovammo munizionamento da guerra, bossoli...
A.B.: Quello per cui c'è stato quel processo.
R.P.:… e una cartuccia viva, cioè 7,60 plenato, per il quale lui fu condannato, se non sbaglio...
A.B.(fuori microfono):…
R.P.:… il 17 aprile del ‘92.
P.M.: Si, l'atteggiamento era, che anche su questo punto, per il quale è stato condannato, lui continua a dire: “Chi vuoi chi ce l'ha messa ni’ cassetto”. Era solo questo che volevo far sentire. Non ho nessun’altra pretesa, si tratta di fatto per il quale è già stato giudicato e condannato. Andiamo un episodio che è la bobina 11B, possiamo lasciare quello precedente. 11B, l'indagato la colpisce al capo con un pezzo di legno. Pagina 27, si riferisce un fatto del 15/02/92, in cui c'è un colloquio moglie/marito che termina con… va be’ vediamo... una discussione con un perdente, ecco. Diciamo così. È per capire, dato che la teste moglie, si è avvalsa della facoltà di non rispondere, volevo dimostrare come dalla intercettazione ambientale si capisce il rapporto moglie/marito quale sia. È la pagina 27, la bobina11B, giri 150, se si può trovare.
(Audizione del intercettazione del 15/02/92, bobina 11B, giri 150, pagina 27.)
Presidente: Qui veramente non abbiamo capito niente.
P.M.: Io proprio niente. Se è possibile risentire giri 150, dove...
A.B.: Dove io non sento bastonate, né colpi di bastone, né bastoni in mano...
P.M.: Noi sentiamo solo una trascrizione fatta dal traduttore del GIP, che, nelle pagine 27 e 28, si sente, se non altro, diciamo, un alterco.
(Ulteriore audizione della bobina precedente)
P.M.: Non sembra questa o...
Presidente: Non corrisponde.
P.M.: Non corrisponde almeno all’11B, pagina 27. Non è semplice, un attimo solo... Presidente...
R.P.:Sono sei mesi di intercettazioni...
P.M.: Hanno cercato di prendere i punti, probabilmente non è semplicissimo, anche se, compatibilmente con risultati, hanno cercato di separarli. Ricorda dottor Perugini, scusi, tanto per capire questa telefonata, che è stata così sintetizzata e si sente soltanto, è stato tradotto solo... va be’, è un alterco, con parole un po' forti: “vedi i’ ciuco come corre, quando sul groppone...”. Ricorda se rispetto a questa intercettazione è stato fatto prima o dopo un servizio che possa aver consentito di capire cosa succedeva? Anche perché poi, se non sbaglio, subito dopo, l’Angiolina rimane sola e fa un lungo soliloquio, se non sbaglio, che poi sentiremo.
R.P.:Si, ricordo perfettamente la cosa. Ci son stati alcuni momenti, nel corso della intercettazione, questo era uno dei problemi che noi c'eravamo posti, nel caso che l'indagato si comportasse in modo particolarmente violento nei confronti della moglie.
P.M.: Cosa successe? Perché dalla intercettazione forse non si capisce bene. Se lei illustra tutto il periodo...
R.P.:Ecco molto spesso, diciamo, noi venivamo messi, io venivo messo in preallarme, perché sta succedendo questo...
P.M.: Dai suoi... stanno litigando.
R.P.:… si aveva paura, insomma, no? Che potesse accadere qualcosa di più grave che un...
P.M.: Spieghiamo per bene tutto quello che è successo.
R.P.:Il discorso è molto semplice.
A.B.: Ma io mi oppongo a queste spiegazioni, mi scusi Presidente...
P.M.: E’ attività di Polizia Giudiziaria che è stata fatta al di fuori dell’intercettazione e originata dall'intercettazione. Quindi se il teste riferisce fatti che ha preso come Polizia Giudiziaria, io ho tutto il diritto di chiedergli che cosa è successo.
A.B.: Certo... certamente, ma lei domandi su che fatti deve deporre...
P.M.: Gliel'ho già detto...
A.B.: Cioè?
P.M.:... sui maltrattamenti alla famiglia. Se lui...
A.B.: I maltrattamenti non sono oggetto dell'imputazione.
P.M.: No, chiedo scusa. Allora, se è successo del Pacciani si sia rivolto, nei confronti della moglie, con atteggiamenti che hanno interessato voi, quali atteggiamenti? Questa la domanda.
R.P.:Sì, è successo più di una volta...
P.M.: Allora lo vogliamo spiegare, Cortesemente.
R.P.:È successo più di una volta, tanto...
P.M.: Innanzitutto lei...
A.B.: Ci spieghi quando, anche.
P.M.: ... se ci può spiegare come l'avete saputo, cos'avete visto, cosa è successo. Se non sbaglio addirittura intervennero i Carabinieri, i referti, quindi...
A.B. (voce fuori microfono): ...
R.P.:Esatto. Da intercettazione. Adesso potrei essere più preciso ecco, ma per dire soltanto un episodio, a seguito del quale la moglie dell'indagato scappa di casa. Là ci fu una telefonata molto allarmata da parte di coloro che erano all’intercettazione, tanto che dice: ‘ interveniamo?’ No, perché pareva che le cose stessero prendendo veramente una brutta piega. Quindi io mi ricordo, se la memoria non m'inganna, che diedi disposizione alle persone in osservazione, imposto vicino, dove potessero fisicamente intervenire, ma nel frattempo, diede l'ordine di avvisare i Carabinieri che intervenissero con un pretesto qualsiasi, ecco, richiamati dalle grida, i vicini, eccetera, eccetera, per interrompere l'attività violenta. Perché l'imputato aveva preso la moglie, l'aveva sollevata, l'aveva colpita al capo con una sbarra di ferro, tenendola per il collo.
A.B.: No, mi scusi, no, come fa a dire che l'aveva preso? Mi scusi signor Presidente, abbia pazienza!
P.M.: Qualcuno gliel'avrà detto!
A.B.: No! E chi?
P.M.: Lasciamoglielo dire! Lasciamoglielo dire.
R.P.:E’ stato riferito...
P.M.: Se fa paura una...
A.B.: No, fa paura... c'è un documento, anche!
P.M.: Bene vediamo.
R.P.:E’ stato a me riferito da testimone oculare...
A.B.: Il nome!
R.P.:... al momento in cui la Corte mi chiederà di dirlo io lo dirò.

venerdì 27 gennaio 2012

Extras 1 - 29 luglio 1984 - La Boschetta di Vicchio - Prima parte

Raccogliere su Insufficienza di prove gli interventi più interessanti degli utenti del forum IL MOSTRO DI FIRENZE è un'idea che abbiamo accarezzato più volte in questi anni e che finalmente si concretizza a partire da questo post. Ringrazio Rover, l'autore del testo che segue, per la generosità e la dedizione e Ale Feri fondatore e curatore dell'area di discussione più polemica, prolifica, vivace, delirante, controversa, animata (...) della rete.

29 luglio 1984 - La Boschetta di Vicchio - Di Rover

PREMESSA
Scrivo queste poche righe senza velleità alcuna, solo per provare a mettere in fila idee, pensieri e ragionamenti relativi del delitto del 29 Luglio 1984 in cui persero la vita Pia Rontini e Claudio Stefanacci. Non ho elementi nuovi da presentare: ciò che scrivo è basato solo sui dati reperibili su blog, tv e forum, foto disponibili in rete, test personali, sopralluoghi e parole espresse da persone che, pur essendo completamente estranee ai fatti, hanno visto questi avvenimenti accadere nella loro terra. Ho letto vari blog, l’intero thread dedicato del forum mostrodifirenze.forumup.it, articoli di giornale dell’epoca, commenti, libri, opinioni trovate sul web… e sono arrivato a un’unica conclusione, chiara e indiscutibile: si è detto tutto e il contrario di tutto. Ho letto opinioni completamente contrastanti, dati teoricamente ufficiali che si contraddicono, ricostruzioni improbabili quando
non impossibili, conclusioni basate sul nulla e dati palesemente sbagliati. Da questo groviglio ho provato a tirare fuori una soluzione che mi sembrasse lineare e plausibile, ma non è stato facile. Per questa ragione molte delle conclusioni alle quali sono giunto restano evidentemente discutibili. E’ grazie soprattutto ai blog Calibro22 e Insufficenzadiprove, gli unici veramente dettagliati, che ho potuto reperire la gran parte dei dati e delle immagini. Per questa ragione ringrazio sentitamente i rispettivi amministratori che spero non me ne vogliano se ‘rubato’ loro qualche piccola informazione. A buon rendere, semmai sarà possibile. Ovviamente le ricostruzioni sono figlie della mia fervida fantasia, ed è probabile che non corrispondano in alcun modo al vero. Per aggiustare il tiro sarà perciò necessario che chi può smonti o integri queste ricostruzioni in modo da avvicinarsi a un quadro quanto più possibile veritiero. Ci sono tuttavia alcune basi dalle quali parto, opinioni personalissime che non metto in discussione in queste poche righe, che sono le seguenti: per quel che mi riguarda, la serie dei duplici omicidi è stata compiuta da un unico soggetto, maschio, destrimane, che si è servito di un’unica pistola. Mi spingo anche a dire che abbia utilizzato un unico caricatore per ciascun delitto. E, sempre personalissima opinione, non sono ancora del tutto certo che il delitto del 1968 possa essere attribuito al Mostro di Firenze, inteso come la persona che ha sparato alle successive sette coppie di ragazzi (con opzione dubitativa sull’omicidio del 1983 a Giogoli). Per cui nei miei ragionamenti tendo momentaneamente ad escluderlo dalla serie. In ultimo non sono completamente convinto della teoria dei Compagni di Merende (che oltretutto viene automaticamente esclusa se si accetta la teoria del killer unico) e ho ragionato ipotizzando che non fosse Pietro Pacciani a impugnare la pistola Calibro 22. Per il resto ho sempre argomentato cercando di rimanere quanto più possibile neutrale e prediligendo l’aspetto umano della vicenda, quello delle famiglie straziate da tali scempi e quello di una terra – quella fiorentina – tenuta in scacco per 20 anni da un pazzo che ha privato i giovanidella libertà di amarsi serenamente.

PIA E CLAUDIO
Pia Gilda Rontini era nata a Copenaghen il 26 Maggio 1966 e risiedeva a in Via Carducci a Vicchio di Mugello con la madre Winnie Kristensen Dalgaard, il padre Renzo e la sorellastra Marzia, figlia del primo matrimonio del padre. Si era diplomata in lingue e, all’inizio del 1984, si era recata in Danimarca, paese natio suo e della madre, per frequentare una scuola di cucina della durata di quattro mesi. Rientrata in Italia nella primavera del 1984, dal 1’ Luglio aveva iniziato a lavorare presso il bar “La Nuova Spiaggia”, oggi “Baraonda”, situato nei pressi della stazione ferroviaria di Vicchio e gestito da amici di famiglia dei coniugi Rontini. Svolgeva per lo più il turno serale, fra le 19:00 e le 1:00 di notte, ma nei giorni di fine mese aveva intensificato la presenza a causa di un collega in ferie (secondo altre fonti il collega era malato). Quanto al suo lavoro, sembra che alla signora Ingrid Von Pflugk Harttung (amica di famiglia conosciuta da Pia durante la permanenza danese di pochi mesi prima), Pia abbia confessato di sentirsi scontenta di lavorare in quel locale, perché lo considerava un luogo frequentato da gente di una certa età e di scarso livello culturale e dove le venivano rivolte battute e doppi sensi anche volgari, come troppo spesso accade in Toscana. Faceva parte della Vicchio Folk Band, per la quale ricopriva il ruolo di majorette e con la quale girava paesi e città in occasione delle molteplici esibizioni. In merito sembra che nei primi anni ’80 (1982 o 1983) la banda si fosse recata anche a Mercatale Val di Pesa, paese in cui abitava Pietro Pacciani. Pia si era legata sentimentalmente a Claudio fin dall’adolescenza: stando alle testimonianze niente faceva pensare che la coppia attraversasse un momento di crisi o che i ragazzi potessero avere relazioni parallele. Il padre di Pia, Renzo, terzogenito dei quattro figli di Ferruccio Rontini, pittore post-macchiaiolo di fama internazionale, era nato il 16 Ottobre 1930. Dopo un primo matrimonio dal quale era nata la figlia Marzia (in seguito sposatasi con Giovanni Spinoso, giornalista RAI sfiorato dalle vicende processuali degli anni ‘90), si era sposato nuovamente con Winnie Kristensen, conosciuta in Danimarca mentre vi si trovava per lavoro (per anni è stato capitano di macchina di una compagnia di navigazione danese), dalla quale aveva avuto la figlia Pia Gilda. Renzo era sempre stato molto legato alla figlia, tant’è che dopo la sua scomparsa ha caparbiamente perseverato nella ricerca della verità sul suo assassinio, compromettendo la propria vita su vari fronti. Al momento del delitto, Renzo Rontini era un meccanico navale estremamente apprezzato, tanto da esser chiamato in quasi tutto il mondo per riparare imbarcazioni in avaria. Questo tipo di lavoro gli permetteva di vivere abbastanza agiatamente, pur mancando di tanto in tanto da casa e recandosi sovente a Livorno dove lavorava (sembra che per un periodo sia stato proprietario di un cantiere navale) e aveva alcuni parenti, soprattutto in conseguenza al fatto che il padre vi aveva vissuto a lungo. Per sua stessa ammissione, quando possibile, attendeva sua figlia al termine del turno al bar per riaccompagnarla a casa, discorrendo nel frattempo con gli amici.
Claudio Stefanacci era nato a Vicchio il 19 Luglio 1963 ed era iscritto alla facoltà di Giurisprudenza di Firenze. Risiedeva con la famiglia a Vicchio di Mugello lungo Corso del Popolo, nei pressi dell’esercizio di elettrodomestici di famiglia, che conduceva in collaborazione con la madre e con i fratelli Luca e Sauro. Era
orfano di padre, vittima di un incidente stradale, e anche per questa ragione si divideva fra lo studio e l’esercizio di famiglia. Trascorre il tardo pomeriggio del 29 Luglio a casa in compagnia del fratello Sauro, assistendo alle gare olimpiche: dopo cena lo stesso fratello esce da casa intorno alle 21:15, secondo alcune
testimonianze incrociando Pia che sta sopraggiungendo, e lascia Claudio solo in casa ad attendere l’arrivo della fidanzata. Se tali testimonianze corrispondono al vero, Sauro Stefanacci è stata l’ultima persona ad aver visto Pia e Claudio prima che venissero aggrediti.

SITUAZIONE COMPLESSIVA, GIORNO E LUOGO DEL DELITTO
Vicchio del Mugello è un piccolo comune dell’Appennino, che vanta i natali di Giotto e Beato Angelico, oltre ad aver apprezzato il paziente operato di Don Lorenzo Milani. Nel 1984 era un modesto agglomerato di stampo soprattutto rurale, come pressoché tutto il Mugello. Contava circa 6.000 abitanti, suddivisi fra il capoluogo e le frazioni che costellano l’ampio territorio aperto che gli fa da contorno. A livello esclusivamente demografico era vicino ai minimi del secolo, perché negli anni ’60 e ’70 le valli del Mugello si erano progressivamente spopolate a causa dell’abbandono delle campagne, che i giovani lasciavano alla volta della città, dov’era possibile lavorare con meno fatica, minore orario e maggiore retribuzione. Per questa ragione la media anagrafica era un po’ spostata in avanti, le condizioni sociali discrete ma i redditi medi rimanevano relativamente bassi e il costo della vita era ben lontano da quello della vicina Firenze. Anche per queste ragioni Vicchio è un luogo che non ha mai conosciuto grandi problemi di criminalità e malavita, tanto che il
duplice omicidio di Pia e Claudio resta ancora l’omicidio contemporaneo più efferato. Nel 1984 a Vicchio paese tutti conoscono tutti, i ragazzi si ritrovano al bar “Stellini” di Piazza Giotto, la piazza centrale. Accanto
al bar, sulla destra, c’era (e c’è) il negozio di elettrodomestici gestito dalla famiglia Stefanacci, che abitava a breve distanza dal proprio esercizio, lungo Corso del Popolo, la strada che taglia in due il paese e lambisce Piazza Giotto, sino a diventare Via Carducci, lungo la quale risiedeva Pia con la propria famiglia. Il 29 Luglio 1984 è un caldo giorno d’estate, che ha registrato una temperatura massima superiore ai 32°, salvo poi ridiscendere intorno i 25° al calar del sole, che tramonta intorno alle 19:40 lasciando spazio al crepuscolo, che termina intorno alle 21:15. Non si tratta però di una notte di novilunio, benché l’oscurità fosse pressoché totale, dato che il ciclo lunare era iniziato il 28 Luglio, giorno precedente al delitto. Sono dunque queste le condizioni che si presentano il 29 luglio alla Boschetta di Vicchio: temperatura mite e buio pesto. E’ opportuno ricordare che quello del 1984 è a mio parere l’unico delitto che viene compiuto alla vigilia di un giorno lavorativo: tutti gli altri avvengono di venerdì (1983 e forse 1985), sabato (1974, giugno 1981, 1982) e giovedì (ottobre 1981), vigilia di uno sciopero generale. L’unico altro delitto ufficialmente compiuto in un giorno pre-feriale è quello del 1985 (domenica 8 Settembre) che, anche secondo considerazioni ampiamente trattate da altri, relative soprattutto all’avanzato stato di degrado in cui furono trovati i cadaveri, potrebbe essere da anticiparsi a venerdì o al massimo sabato. La Boschetta di Vicchio si trova a circa 60 metri dalla Strada Provinciale n. 41 denominata ‘Sagginalese’, nel tratto compreso fra Ponte a Vicchio e Dicomano, a una distanza di circa 3,2 Km da Ponte a Vicchio in direzione Dicomano. Per arrivarvi è necessario percorrere un tratto di strada sterrata, che oggi ha un tracciato leggermente diverso da quello del 1984, e che inizia con uno spiazzo dov’è possibile fare manovra con un’auto, sia adesso che allora. E’ qui che presumibilmente Claudio ha invertito la rotta della propria Panda, percorrendo l’ultimo tratto a retromarcia. La strada sterrata ha lunghezza totale di circa 60 metri e larghezza di circa 3,00 mt, e termina nel punto in cui era posteggiata l’auto dei ragazzi. Alle spalle c’è solo la folta vegetazione che delimita l’adiacente campo agricolo sino a ridosso del bastione della ferrovia, che dista circa 50 metri dal luogo dell’aggressione.
In quel punto la strada ferrata è soprelevata rispetto al campo sottostante e s’immette in una breve galleria della lunghezza totale di circa 180 metri in direzione Vicchio. Circa 30-40 metri più avanti rispetto all’innesto fra la strada sterrata che conduce al luogo del delitto e la S.P. ‘Sagginalese’, sulla sinistra per chi la percorre verso Dicomano, è presente un’altra strada sterrata che raggiunge il fiume Sieve, lo guada, e prosegue sulla sponda opposta fra i campi sino a raggiungere la S.S. 551 “Traversa del Mugello” all’altezza dell’Azienda Agricola “Il Forteto”, l’attraversa e sale sul versante opposto sino a raggiungere Ampinana, il luogo di cui era originario Pietro Pacciani.
A circa 200 metri dal luogo del delitto, senza ostacoli visivi, è presente un’abitazione posta lungo la S.P. ‘Sagginalese’, nella quale al momento del duplice omicidio sembra vivesse un’anziana signora che era andata a letto verso le 21:00 senza sentire più nulla. Raggiungendo la piazzola, sulla destra per chi la osserva, c’è una collinetta che domina la zona: è da lì che sono state scattate le fotografie dell’epoca che appaiono più alte rispetto all’auto. Il corpo di Pia viene estratto dall’auto e trascinato nell’attiguo campo di erba medica, a una distanza di circa 7 metri dal veicolo e una quota di non più di un metro più in basso. Nel 1984 il luogo del delitto era leggermente diverso da come si presenta adesso: dopo aver lasciato la provinciale era presente uno spiazzo in cui era possibile fare manovra ma da cui non si vedeva la piazzola dell’aggressione. Da tale spiazzo ripartiva la strada sterrata, che, dopo un tratto leggermente curvilineo a destra, si concludeva nel luogo in cui è stata ritrovata la Fiat Panda di Claudio: la vegetazione era folta e rigogliosa, tanto che l’auto rimaneva seminascosta alla vista dalla provinciale. Osservando la conformazione della strada, soprattutto la parte terminale per come si presentava nel 1984, si può concludere che probabilmente all’epoca aveva la sola funzione di accogliere coppie in cerca di intimità. Infatti, superata la prima piazzola dalla quale oggi si diparte un tratturo che taglia il campo e porta alla vicina casa, il percorso terminava (e termina) a ridosso della vegetazione, senza condurre da nessun’altra parte. Non serviva (né serve) per consentire accesso ai campi per i mezzi agricoli, non proseguiva e non raggiungeva la ferrovia, distante 50 metri. Non vedo dunque altre funzioni se non quella di riparare da sguardi indiscreti le auto in cerca di intimità.
Segue...

giovedì 26 gennaio 2012

Mario Spina - Deposizione del 29 giugno 1994 - Quarta parte

Segue dalla terza parte.
(Viene fatta partire la bobina)
P.M.: Allora, scusi, la interrompo, lei riconosce che rumori e che momento possiamo essere?
M.S.:Dovrebbe essere prima del rumore della… di quella che io chiamo zip.
A.B.: L’ha sentita ieri sera, quindi…
Presidente: Lo spero bene avvocato.
A.B.: No l'ha sentito ieri sera.
Presidente: Se non l'ha sentito ieri sera stiamo freschi noi!
M.S.:E’ il frigorifero che s’è attaccato.
Presidente: E fa questo rumore? Questo è l’orologio?
M.S.:Si questo è… vedete quant'è sensibile la microspia…
Presidente: A che distanza era l’orologio dalla microspia?
M.S.:Era a un paio di metri sopra, diciamo, sulla stessa parete. Forse gli dava noia anche la vibrazione.
A.B.: Questo è lo spostamento dei grandi mobili… rispetto al rumore dell’orologio…
M.S.:Certo. Sentite come si sente bene quando si avvicina dove c'è la microspia che proviene da un'altra stanza, non dalla cucina.
A.B.: Certo se uno è messo sotto controllo e uno guaio!
Presidente: Questi cosa sono secondo lei?
M.S.:Ha trascinato una cosa però…
Presidente: Può essere anche una seggiola?
M.S.:Nooo
A.B.: Può essere anche una scopa…
M.S.:No.
A.B.: Non è una scopa. Delle tazze…
M.S.:Mi sa che qui siamo molto prima però del rumore eh… Frigorifero.
A.B.: Il frigorifero fa questo rumore?
M.S.:Si, quando si accende il compressore. Sentite che non è una sedia?
Presidente: Verso che ora si svolgeva tutto questo?
M.S.:Saranno state le 4:00, lui si è alzato alle ore le 3:30 di notte…
Presidente: Di notte.
M.S.:Diciamo, il tutto è durato un’ora.
A.B.: Lo zip? Lo zip?
M.S.:Arriverà. Ci si dovrebbe quasi essere eh… Ferma qua. Ecco, se volete tornare un attimo indietro, allora il primo rumore si sente leggermente quindi ci va fatta più attenzione; il secondo che viene… c'è pochissima distanza…
Presidente: Ma il primo rumore quale sarebbe? Lo zip di apertura?
M.S.:Si, secondo me sì. Non so se di apertura o di chiusura, comunque il primo rumore, diciamo, che io interpreto come zip si sente molto chiaro mentre successivamente, subito dopo poco si sente molto forte.
A.F.: Interpretazione…
M.S.:E questo è il secondo.
Presidente: E questo è del secondo, a quanto pare.
A.B.: E questo cosa potrebbe significare?
A.F.: Ah, questo sarebbe un…
A.B.: No, nell’idea… dell'immaginario sociale qual è? Processuale…
Presidente: (ride) Avvocato…
P.M.: Molte sedie che si muovono in mezzo a cinture lampo.
A.F.: Anche tante cartucce.
Presidente: Sentiamo, sentiamo.
A.F.: Che buttano per terra.
M.S.:Questo era il secondo però eh…
P.M.: Possiamo andare avanti.
Presidente: Va be’ questo era il secondo, ci basta. Quello “In do’ lo metto?”
M.S.:Ora ci dovrebbe essere la frase “Dove cazzo è”.
Presidente: Fra quanto? Quanti giri è?
M.S.:Si, non dovrebbe mancare molto.
Intercettazione – Pietro Pacciani: Dove cazzo è?
M.S.:Torna indietro.
P.M.: S’è sentita…
M.S.:Sentito?
A.B.: Come? Ho sentito “il pazzo”
Presidente: Avvocato…
A.B.: Ma no, no, ho sentito quella roba là…
P.M.: Va be’ ognuno sente quel che deve sentire.
A.B.: Certo.
Presidente: Risentiamolo ancora, avanti risentiamolo ancora.
A.B.: Però non ho sentito “dove”, “dove” non l’ho sentito e neanche…
Presidente: Risentiamolo quattro o cinque volte.
Intercettazione – Pietro Pacciani: Dove cazzo è?
Presidente: Sussurra ma si sente. Chiarissimo no?
P.M.: E’ abbastan.. Più che chiaro. Vogliamo andare avanti sentiamo la frase dopo?
Presidente: Si, andiamo pure avanti. Ha detto: “Dove cazzo è”
P.M.: Lo Spina non è sordo allora. Chiedo scusa mi dicono quei ragazzi che prima della frase successiva ci sono ancora moltissimi giri, li vogliamo saltare? Vogliamo torturarci? Vogliamo sentire…
Presidente: Signori fate pure, la Corte è a vostra disposizione.
A.B.: I testimoni dovrebbero andare là dentro.
P.M.: Sono veramente molti ci, 80 giri ancora prima di arrivare, corrispondono a diverse decine di minuti…
Presidente: Signori, se vogliamo andare avanti bene sennò…
P.M.: Io vorrei… propongo di avvicinarci, diciamo così, tra virgolette, ai giri che ci interessano.
Presidente: Siete tutti d'accordo?
A.B.: Avviciniamoci….
Presidente: Bene, allora avviciniamoci.
A.B.: Avviciniamoci alla verità, Presidente.
Presidente: La verità avvocato, non lo so.
(Qualcuno applaude)
Presidente: Signori non facciamo gli spiritosi. La verità la sa il Pacciani, se ci dice cosa faceva quella notte…
A.B.: L’ha già detto Presidente, è innocente.
Presidente: No ma…
P.M.: Che faceva quella sera.
Presidente: Se ci aveva mal di stomaco, perché camminava per la casa…
A.B.: Ah non lo so.
Presidente: Perché effettivamente era molto movimentata quella notte. Va bene, allora vediamo un pochino se le nostre orecchie si sono salvate…
A.B.: Ce lo dice il Pacciani.
A.F.: Ce lo dice Pacciani.
Presidente: Un momento, poi dopo glielo facciamo dire.
Pietro Pacciani (fuori microfono): …
Presidente: Parli piano, parli piano che qui si sente.
A.B.: Ha detto “cavolo” Presidente.
A.F.: Sta dicendo cose normali.
A.B.: Ha detto non ci ha capito un cavolo di questa cosa.
P.M.: Menomale se non ci ha capito lui…
M.S.:Si sente addirittura il respiro. Dovremmo quasi essere…
Intercettazione – Pietro Pacciani:
M.S.:Questa è una frase… che lui inizialmente dice o “maledetto” o “maledetta”, poi dice altre cose però non si è a comprendere. Ecco, subito dopo questa frase ci dovrebbe essere l'altra.
A.B.: Vorrei risentire la maledizione.
Presidente: Allora risentiamo… esatto. “Disgraziato”… “disgraziata”… Dice un'imprecazione “disgraziato”… qualcosa del genere… C’è un'imprecazione…
M.S.:Non è chiaro.
Presidente: Non è chiaro. “Disgraziato”… “bastardo”… “Disgraziati bastardi” sembra parli… sembra eh…
A.B.: Sembra la disperazione sua…
Presidente: E’ un'imprecazione… mi pare eh… Va be’ comunque questo ha il significato… andiamo avanti, sentiamo poi… ci dovrebbe essere…
M.S.:Eccolo eh… Attenzione…
Intercettazione – Pietro Pacciani: In do’ lo/a metto ora…
M.S.:Ecco, attenzione ai due colpi che lui batte perché sono particolari. Cioè sono battuti in un modo particolare, questo se la Corte…
Intercettazione – Pietro Pacciani: In do’ lo/a metto ora…
M.S.:Cioè praticamente è un doppio colpo, sono due doppi colpi, non è un colpo.
Intercettazione – Pietro Pacciani: In do’ lo/a metto ora…
P.M.: A me sembra che lo Spina abbia sentito bene.
Intercettazione – Pietro Pacciani: In do’ lo/a metto ora…
P.M.: Mi sembra che i dubbi che abbiamo ce li siamo tolti e lo Spina ha sentito molto bene e io direi che è il perito che forse non l'ha sentito a fondo… Comunque risentiamolo ancora.
Presidente: La Corte ha sentito, tutta la corte, “la metto”, vogliamo risentirlo…
P.M.: Noi parti di qua da quel tavolo pure Presidente.
Intercettazione – Pietro Pacciani: In do’ lo/a metto ora…
P.M.: E’ un “la” via!
Presidente: Ancora, ancora, facciamolo risentire due volte.
Intercettazione – Pietro Pacciani: In do’ lo/a metto ora…
P.M.: E’ inutile che vi spieghi che la “O” avrebbe un suono talmente diverso che…
Presidente: va be’, poi… signori qui poi ognuno…
P.M.: Cambia poco, no, no…
Presidente: Ognuno può trarre le conclusioni che vuole…
P.M.: No, era solo per far… perché lo Spina aveva sentito bene, tutto qui.
Presidente: In questo caso effettivamente… per quello che risulta…
P.M.: Noi poi proveremo a dire cosa pensiamo di aver capito, nessuno è intervenuto perché nessuno…
Presidente: Io non andrei avanti in questa…
P.M.: No, no, no, senz’altro, il P.M. non ha nessun motivo di andare avanti, grazie. Non ho altre domande da fare al teste.
A.B.: Il Pacciani vorrebbe parlare.
Presidente: Certamente, possiamo stoppare la registrazione. Il Pacciani vuol fare dichiarazioni spontanee, prego, dica.
Pietro Pacciani: Mi scusi signor Presidente, volevo precisare…
Presidente: Io non ho nulla da scusarle.
Pietro Pacciani: Voleo precisare, voleo precisare, io siccome soffro di questa angina pertores e la circolazione, m’arzao da letto, mi facevo un po’ di caffè, certamente sbatteo gli sportelli pigliando la tazzina, pigliando il caffè di dentro ma non c’è mica nulla di… di… tutta roba normale. Ora siccome viene amplificato il volume… eppoi batte così e aumenta… chissà i che gliè! Sembra una cannonata, unnè mica… icche è? Cosa voi che avessi io lì? Ero solo, mi pigliava questo male, mi facevo un po’ di caffè, lo scardao, un po’ di tempo ci vuole. E tutto lì, lo sportello quando aprio e chiudeo, perché ci ha la molla a scatto, fa il rumore, fa sack… insomma amprificandola e si sente il rumore forte. Grazie eh… mi scusi.
Presidente: Prego. Diamo atto ovviamente che questi rumori sono amplificati, certamente.
P.M.: Si, si ma…
Presidente: E’ un fatto pacifico.
A.B.: Anche in relazione al tic-tac e alla…
Presidente: Al tic-tac dell’orologio, al rumore dell’orologio che serve proprio come parametro di misura direi.
A.B.: E anche l’apertura del frigorifero, Presidente.
M.S.:Se vi interessa l’amplificazione della microspia, si può controllare dal registratore. C’è una manopola apposta.
A.B.: Quindi ora può essere anche stato più amplificato o meno?
M.S.:Di solito si teneva a zero perché uno più aumentava la sensibilità e più fruscio entrava. Cioè non veniva uno sonoro…
A.B.: A sentirlo si può aumentare o si può diminuire…
M.S.:Beh, non sarà mai come il nastro, diciamo, la prima volta. La prima volta si sente ancora meglio.
A.B.: Ah.
P.M.: Non ho altre domande. Nessun'altra domanda il P.M.
Presidente: Vi sono altre domande? Vi sono domande vostre signori?
A.P.: No, grazie.

A.F.: E c’è un’istanza dell’avvocato Fioravanti ma è un'istanza che reitera una istanza precedente di altre udienze. L’art. 149 e cito soltanto per i giudici popolari perché…
Presidente: No, lo citi anche per noi.
A.F.: …il Presidente e gli altri lo conoscono bene…
Presidente: Noi lo guardiamo…
A.F.: Nelle attuazioni e attuazioni del codice di procedura penale…
Presidente: Attuazioni.
A.F.: “L’esame del testimone deve avvenire in modo che nel corso dell'udienza nessuna delle persone citate..."
(…)
A.F.: Quindi io chiedo…
Presidente: Chi c’è di abusivo allora?
A.F.: Io chiedo… no, no, no… io chiedo al Presidente, al tribunale che tutti i testi indistintamente, tutti testi debbono essere fuori dell'aula e non ascoltare.
Presidente: Questo si è sempre detto avvocato.
A.F.: E purtroppo però i testi sono anche dei tecnici dell'audio, delle registrazioni e di altro quindi hanno ascoltato completamente tutto.
M.S.:Mah e l’hanno fatte loro!!
A.F.: Ma almeno… ma sono testi che devono deporre! Qui l’articolo 149 parla chiaro, ora c'erano due testi che erano di là e sono ancora di là contro la porta aperta e tranquillamente ascoltano.
P.M.: Presidente, scusi eh… Se non capisco male, perché qui vado interpretando, due agenti di polizia, che sono lì nella stanza, sono quelli che unici conoscono i nastri ma li conoscono così bene che non c'era bisogno di sentirli oggi, sono stati solo utilizzati perché senza di loro non era possibile trovare quel punto.
Presidente: Poi lei li vuole sentire? No.
A.F.: Non certo su questo argomento quindi…
A.F.: Ma li sente come teste di questo processo!
P.M.: Non su questo argomento!
Presidente: Avvocato Fioravanti, senta, questo… l’articolo 149… ha tutte le ragioni del mondo, lei le può invocare ma che ora lei mi faccia questa questione… senza costoro noi ci dobbiamo rivolgerle a chi? A Gesù?
P.M.: No ma Presidente, io sull’argomento “registrazione”…
Presidente: Cosa vuole che significhi! Quelli li sanno a memoria le registrazioni!
P.M.: Non solo, poi su questo argomento non saranno sentiti.
Presidente: Piuttosto, invece, io vorrei ricordarti una cosa: guardate che a seguito anche della nostra ispezione dei luoghi che è stata molto utile per tutti, eccetera… e alle deduzioni della difesa, dell'accusa, c'è il discorso che il ricordo delle famose - e le fotografie, rilievi fotografici, le bobine filmate delle perquisizioni –
P.M.: Io Presidente senza farla andare avanti reitero l'istanza che ho fatto, oramai tre o quattro volte, se non cinque, di vedere…
Presidente: Ve lo dico anche perché…
P.M.: Di vedere le bobine relative alle perquisizioni e le foto…
Presidente: Non solo, io dico questo: la stessa difesa ha tutto l'interesse a vedere certe…
P.M.: Questo Presidente…
Presidente: Certe cose… vi ricordo la cartuccia calibro 22, com'è stata trovata, perché noi poi lì - vi ricordate - vi mancano i rilievi precedenti.
P.M.: Presidente, io avevo - il giorno stesso in cui feci quell'istanza - fatto presente a tutte le parti
Presidente: La famosa acacia!
P.M.: L’acacia… io tutto. Comunque Presidente io l’ho già fatta…
Presidente: E’ tutto materiale che…
P.M.: Se necessario la reitero, le bobine ci sono, ricordo a me stesso e a questo punto la Corte che se crede - quando sarà il momento – al termine dell’acquisizione delle prove ex 507 la Corte è libera di…
Presidente: Ve la prospetto già da ora questa situazione.
P.M.: Presidente, non so se lo prospetta a me perché io sono l'unico ha insistito fino al primo momento!
Presidente: Io ve lo prospetto, ve lo prospetto.
P.M.: E io se la prospettazione serve a sapere cosa ne penso oggi, a distanza di alcune udienze, insisto perché quelle bobine siano viste, quei filmati siano visti interamente, così come tutte le fotografie di cui ho chiesto l'acquisizione, ne approfitto perché io chiesto tante acquisizioni, ovviamente insisto per tutte.
Presidente: Avete altre deduzioni signori? Nulla…
P.M.: Io avrei, scusi… se abbiamo finito con il teste, perché…
Presidente: Il teste, si possiamo licenziarlo.
P.M.: Lo possiamo licenziare.