martedì 30 novembre 2010

Graziella Pacciani - Deposizione del 25 maggio 1994 - Decima parte

Segue dalla nona parte.

Presidente: Avvocato Fioravanti.
Avvocato Fioravanti: Senta signorina Pacciani, lei ha parlato di due fucili uno è quello che fu ceduto, venduto a suo cugino o a suo zio e questo va bene. Dell’altro fucile ricorda se era solo un calcio di fucile senza canne?
Graziella Pacciani: No io mi ricordo che era un fucile non un calcio.
A.F.: No lei mi deve dire se quel fucile aveva le canne.
P.M.: Mi sembra abbia già risposto.
A.F.: No non ha risposto. Almeno per me non ha risposto.
Presidente: Va be’…
A.F.: Se poi ha risposto…
G.P: Mi sembra di si.
Presidente: Mi sembra di si ha detto.
A.F.: Sembra di si. Ecco, lei e sua sorella Rosanna, in un certo periodo della vostra infanzia, se lo ricorda, siete stati in un collegio?
G.P: Si.
A.F.: Per quanto tempo?
G.P: Per sette anni, sei, sette…
Presidente: Sei, sette anni.
A.F.: Sei, sette anni, ecco, abitavate allora a S.Anna? A Montefiridolfi?
G.P: Si si abitava a Montefiridolfi e lui… e lui… Insomma ogn… insomma ogni tanto, ogni quindici giorni ci veniva a prendere e ci portava a casa.
A.F.: Ecco, siete mai scappate da questo collegio?
G.P: No.
A.F.: Non siete venute via mai da sole?
G.P: No.
A.F.: Dunque, un’altra cosa, altre due domande. Si, ecco per caso volevo completare la domanda precedente, per caso, una volta invece di stare in collegio non vi hanno trovato in una casa abbandonata?
G.P: No. Cioè non mi rico… No.
Presidente: No.
G.P: Cioè la mi’ sorella la scappava ogni tanto, però…
A.F.: Ecco, quindi sua sorella era scappata? Lei no?
G.P: Si, ogni tanto si perché lui la maltrattava e…
A.F.: Vi trovarono in quella casa abbandonata con due ragazzi?
G.P: No.
A.F.: No.
G.P: Non credo.
A.F.: Con un certo signor Pecci?
P.M.: Se ha già detto di no…
A.F.: Io voglio insistere.
G.P: No.
A.F.: Io non lo so perché.
Presidente: Dice di no avvocato.
A.F.: No. Lo conosce il signor Pecci? Pecci.
G.P: Mi sembra di no.
A.F.: Mi sembra oppure no?
G.P:
Presidente: Sembra di no avvocato.
A.F.: Tanto è registrato e c’è scritto “sembra”. Ohooo, un’altra cosa, lei ricorda quale età aveva al momento del ritardo delle mestruazioni?
G.P:
A.F.: E’ un fatto importante, otto mesi…
G.P: … No, di preciso il ritardo… non mi…
Presidente: Di preciso l’età non la ricorda.
A.F.: La ginecologa che l’ha visitata ha fatto un certificato? Ha dato delle medicine?
G.P:
Presidente: Le fecero un certificato? Medicine? Le prescrissero qualcosa?
G.P: No, io non ho mai preso punte medicine.
Presidente: Non ho mai preso punte medicine. Ha fatto un certificato, a quel tempo, la ginecologa o no? L’ostetrica, chi era?
G.P: No, cioè mi visitò ma poi non mi…
A.F.: Ecco, si saranno anche regolarizzate queste mestruazioni?
G.P:
A.F.: Quindi spontaneamente o con medicine?
G.P: No, senza medicine.
A.F.: Senza medicine. Un’altra cosa, lei ha visto molte volte i Carabinieri e la Polizia a casa sua, fuori casa a quella casa a Firenze dove lavora l’ultima volta che li ha visti quando è stato?
G.P:
Presidente: Lo ricorda l’ultima volta che ha visto i Carabinieri in casa?
G.P:
A.B.: Oppure non soltanto in casa, se gli hanno parlato, l’ultima volta che gli hanno parlato i Carabinieri, scusi Presidente. Carabinieri, la Polizia…
Presidente: L’ultima volta che lei ha avuto modo di parlare, di vedere, di parlare con Carabinieri, con la Polizia, quando è stato, lo ricorda?
G.P: No, di preciso no.
A.B. (fuori microfono): Giorno, mese, anno…
A.F.: Pochi mesi fa? Pochi giorni fa? Poche settimane fa?
A.B.: (fuori microfono): Ore fa?
G.P:
A.F.: Ieri?
G.P:
A.F.: Gli è arrivato un avviso per venire qui a testimoniare?
G.P: No. Cioè almeno non credo.
A.B.: Chi glielo ha portato l’avviso? Come fa a venire qua lei? Chi l’ha portata qui signorina?
Presidente: Com’è stata avvisata di venire qui?
G.P: No, mi hanno telefonato dicendo che dovevo venire a testimoniare.
A.B.: Chi gli ha detto l’indirizzo di qua?
Presidente: Chi le ha dato le indicazioni? Chi le ha telefonato insomma? Lo ricorda?
G.P: Uno della Polizia.
Presidente: La Polizia.
A.B.: Chi l’ha accompagnato qui signora, scusi? Scusi tanto siamo in tandem, siamo…
A.F.: Si.
A.B.: Chi l’ha accompagnata qua signorina? Stamattina…
Presidente: Ammetto queste domande, ma insomma…
A.B.: No Presidente, nulla di che…
P.M.: Non diceva che le domande dovevano essere pertinenti all’imputazione?!?
Presidente: He, he, he… ma però, d’altra parte…
A.B.: L’imputazione c’è…
A.F.: E’ un processo questo…
P.M.: Non ho nessuna opposizione.
Presidente: Si, appunto
P.M.: Abbiamo la massima chiarezza e trasparenza
Presidente: Appunto.
P.M.: Se l’avvocato lo vuol sapere glielo dico io.
A.B.: Allora se lo dice perché non lo so.
Presidente: Allora, così perdiamo meno tempo.
P.M.: L’hanno accompagnata il maresciallo dei Carabinieri di San Casciano stamattina, insieme alle signore con cui è venuta.
A.B.: Perché non lo dice? Io non lo so perché un lo dice…
P.M.: Ah, non lo so. Lo dico io. Insieme alla signora che è lì accanto alla ragazza.
Presidente: Lei è stata accompagnata dalla signora che le è stata sempre accanto in silenzio durante l’esame e dal maresciallo di San Casciano?
P.M.: Credo eh…
G.P: No.
Presidente: No, no, no.
P.M.: Visto? Ho sbagliato io. Io l’ho detto al maresciallo credevo l’avesse accompagnata…
A.B.: Signora lei non c’entra nulla.
Presidente: Si, no signora lei per favore. Capisco che lei cerca di aiutare però lei deve stare, com’è sempre stata fin’ora, zitta. Ecco, signorina, quindi, guardi non è mica nulla di trascendentale, non vorrei che lei si mettesse a soggezione per qualche cosa, è solo un’informazione che le chiediamo e basta. Da chi è stata accompagnata? Oltre che dalla signora?
G.P:
Presidente: Non c’è mica nulla di male, chiunque l’abbia…
G.P: Cioè dalla signora dove vado a lavorare fino… Con delle signore.
Presidente: Quindi dalla signora dove vado a lavorare, con delle signore.
P.M.: Ho confuso io perché è l’altra sorella che abita a San Casciano, tutto qui. Era per massima chiarezza per dire che se c’è qualche dubbio di questo genere…
Presidente: No, se poi a un certo punto…
A.B.: Io non ho fatto insinuazioni di nessun tipo
P.M.: Ma io le lo levate.
Presidente: Va bene, va bene via…
A.F.: Cerchiamo la verità…
A.B.: Non mi permetterei mai.
P.M.: No e allora la domanda era per… Per sapere…
Presidente: Era una domanda maliziosa…
A.B.: No Presidente!
P.M.: Era su l’imputazione, era su l’imputazione!
Presidente: Finchè è tutto ammissibile…
P.M.: E infatti e infatti ho risposto io perché…
A.B.: Siccome la ragazza non mi sembra eccezionalmente vivace
Presidente: Certo, certo.
A.B.: Io non riuscivo a capire come mai questa ragazza
Presidente: Come avesse trovato la strada del bunker.
A.B.: E la strada l’ha trovata perché due gentilissime signore o tre o quattro l’hanno accompagnata. Ora l’ho capito. Grazie.
Presidente: Ha visto! C’è chi si fa accompagnare…
A.F.: Un’altra domanda,
Presidente: … dai Carabinieri, chi invece…
P.M.: Viene in autobus!
Presidente: Chi da suore…
P.M.: Chi da suore, certo!
Presidente: Va bene.
A.B.: -INCOMPRENSIBILE-
P.M.: Ci sono anche quelle sveglie avvocato
Presidente: Va bene, va bene, via…  Avvocato Fioravanti.
Segue...

lunedì 29 novembre 2010

Graziella Pacciani - Deposizione del 25 maggio 1994 - Nona parte

Segue dalla ottava parte.

Presidente: Avvocato Bevacqua. Per favore. Prego.
Avvocato Bevacqua: Signorina, si ricorda se la Polizia o i Carabinieri le hanno fatto vedere tre pistole?
Graziella Pacciani: ...
Presidente: Lo ricorda? A suo tempo, quando l'interrogarono...
G.P.: ...
Presidente: Se le hanno fatto vedere delle pistole?
G.P.: Si, una volta me le fecero vedere.
Presidente: Una volta gliel'hanno fatte vedere.
G.P.: Mi dissero se era uguale a quella lì.
A.B.: E lei cosa rispose?
G.P.: ...
Presidente: Cosa rispose? Vuol sapere l'avvocato.
G.P.: ...
Presidente: Disse di si o di no?
G.P.: ...
A.B.: Si ricorda se lei, se le parve, così, di riconoscere quella pistola del babbo, una certa pistola Astra, se lo ricorda?
G.P.: ...
A.B.: Si ricorda se poi questa pistola fu sequestrata il giorno che il babbo fu arrestato dai Carabinieri?
G.P.: Si, mi sembra si, fu sequestrata...
A.B.: Ecco!
G.P.: ...perchè... Mi sembra gli si disse noi ai carabinieri che ce l'aveva in casa.
A.B.: Ecco, e...
Presidente: Ecco, cioè
G.P.: Si aveva paura che...
A.B.: Basta. Fu sequestrata. Quindi l'abbiamo.
Presidente: Il giorno dell'arresto di suo padre...
A.B.: Esattamente
Presidente: ...fu sequestrata una pistola...
A.B.: Si!
Presidente: ...che voi indicaste...
A.B.: Esattamente
Presidente: ...ai Carabinieri stessi.
A.B.: Esattamente.
Presidente (fuori microfono): Questo glielo domandiamo noi dopo.
A.B.: Se vuole, la Corte, io alla Corte do il verbale di sequestro.
G.P.: Posso dire un'altra cosa?
Presidente: Dica.
G.P.: S'aveva paura che lui... cioè noi non si sapeva che era... che era una pistola... insomma a salve, come si dice? Mhmm. S'aveva paura che...
Presidente: Che fosse una pistola vera.
G.P.: Che fosse vera e...
Presidente: Che vi facesse del male. Loro avevano paura... perchè non sapevano che era una pistola a salve quindi aveva paura... avevano paura che gli facesse del male con quella e perciò l'hanno insegnata  ai Carabinieri.
A.B.: Ed era avvolta in uno straccio? Fu trovata in macchina? Se lo ricorda signorina?
G.P.: Si... Era avvolta...
A.B.: Ecco, io do il verbale alla... Se posso...
P.M.: Dovrebbe già esserci.
Presidente: C'è già, c'è già avvocato.
A.B.: C'è già. Allora basta, è il foglio 105 del volume C. Senta signorina, lei ricorda, ha parlato di due fucili, si ricorda dei due fucili? Gliel'ha detto il Pubblico Ministero stamattina, che c'era un fucile ad avancarica che fu dato a un certo Valerio Cxxxxxxx. Se lo ricorda?
G.P.: Mhmm, si.
A.B.: Ohooo e l'altro, può darsi che il babbo le disse che glielo aveva dato un certo Bottai?
G.P.: Si.
A.B.: Va bene, grazie.
Presidente: Bottai.
G.P.: Se poi è vero non lo so ma lui ci disse così.
A.B.: Va be', benissimo.
Presidente: Se poi è vero non lo sa però dice lui certamente le ha detto così.
A.B.: Senta signorina, il babbo dove lavorava?
G.P.: ...
A.B.: In campagna? Dove? Da chi lavorava?
G.P.: Da chi persone? Da quali persone?
A.B.: Si.
G.P.: Si, prima, cioè. ci fu un periodo lavorava da Afro Gaziero.
A.B.: Si.
G.P.: E poi dopo, si ha lavorato alla V.V....
A.B.: Mhmm.
G.P.: Da Forla... Da cosa... Sempre a Luiano, da Forlano.
A.B.: E' mai caduto il babbo? Da qualche parte, s'è rotto il braccio? Qualcosa del genere... Lei lo sa se è mai caduto?
G.P.: Non lo so.
A.B.: Quindi non è mai stato ingessato il babbo?
G.P.: No.
A.B.: Non è mai stato ingessato.
Presidente: No. Dice di no. Non è mai stato ingessato.
A.B.: Senta signorina, queste escoriazioni, il babbo diceva di averle fatte, di averle subite, o di essersele fatte durante il lavoro, o no?
G.P.: Si, si.
A.B.: Quindi veniva nel pomeriggio, la sera e aveva queste, queste cose ingessate, lei la sera lo... o no?
G.P.: Si.
A.B.: Quindi...
Presidente: Quando veniva? Quando veniva con le braccia ingessate?
G.P.: Quando tornava da... eh?
Presidente: Quando tornava a casa?
G.P.: Si.
A.B.: Quando tornava a casa nel pomeriggio. Vero?
G.P.: Si.
A.B.: Grazie.
Presidente: Pomeriggio o no?
A.B.: La sera, tornava da lavoro. la domanda era questa, il lavoro... quindi erano conseguenti al lavoro...
P.M.: No, scusi, questo lo dica lei, via...
Presidente: Bhe, va be' comunque...
A.B.: Io ho fatto la domanda se andava al lavoro, si faceva male al lavoro, quando tornava dal lavoro
P.M.: Va be', va be' va be'... Non c’è problema.
Presidente: Controlleremo poi
P.M.: Non c’è problema.
Presidente: Benissimo.
A.B.: Grazie Presidente, Non ho altr… Ah, un’altra domanda. Signorina mi scusi tanto, lei ha un’altra sorella?
G.P.: Si.
A.B.: Più grande di lei?
G.P.: Si di un anno.
A.B.: Senta ma questa sua sorella ha avuto qualche… così… piglia delle pillole? Qualche cosa? CPerchè non sta molto bene…
G.P.: Si, credo… Credo lo prenda ogni tanto
A.B.: Ogni tanto le prende.Va be’ nient’altro.
G.P.: Cioè credo gli facciano anche delle punture.
A.B.: Fanno delle punture. Lei però non le prende queste…
G.P.:
A.B.: Lei, dico, non prende queste…
G.P.: Come?
A.B.: Punture o varie non gliene fanno a lei… sta bene?
Presidente: E’ sotto cura? Qualche farm… Alcune cure, non lo so…
G.P.: Chi la Rosanna?
A.B.: Lei, lei, lei
Presidente: Lei.
G.P.: No.
Presidente: Lei no.
A.B.: Senta signorina, può darsi che papà si sia arrabbiato con lei perché aveva lei un rapporto, una relazione… Se se lo ricorda… lei mi può dire di sì, mi può dire di no… Con un ragazzo della cui amicizia il babbo non era molto contento perché questo ragazzo, pare che le prendesse dei soldi eccetera…
P.M.: La domanda grazie.
A.B.: Questa è la domanda che può anche postulare la risposta perché è consentito.
Presidente: Allora, aveva lei questa relazione?
G.P.: No io no, non l’ho mai avuto…
Presidente: ma suo padre si arrabbiava perché pensava perlomeno che ce l’avesse? Gliela rimproverava perlomeno?
G.P.:
A.B.: Senta signorina, lei sa se papà, con tutte queste nefandezze che ha commesso, le ha intestato a lei e a sua sorella una casa? O no?
G.P.: Si ci ha intestato una casa, quella dove si sta a Mercatale.
A.B.: Quindi con i guadagni suoi del babbo?
G.P.:
A.B.: L’ha comprata con i guadagni del babbo? O no?
G.P.: La mamma dice di no.
A.B.: E come l’ha comprata, scusi? Chi gliel’ha regalata?
G.P.: La mamma dice che quando… quando eravamo più piccole…  
Presidente: Dica, dica
G.P.:
A.B.: Insomma la casa ve l’ha intestata a voi o no?
G.P.: Si però…
A.B.: Anche il garage?
G.P.: Si.
A.B.: Tutto quanto.
G.P.: Però anche se ci tiene la ma… Anche se ci tiene la macchina dentro.
A.B.: La macchina.
G.P.: Io invece non vorrei.
A.B.: Senta signorina lei è stata visitata parecchie volte da persone estranee oppure no? Dopo che il babbo fu arrestato?
G.P.: No, solo…
A.B.: Non ora, il primo arresto, quello relativo ai rapporti che ha avuto con voi.
G.P.: No solo quella volta che ebbi quel ritardo ma poi non ci sono andata.
A.B.: No, forse non mi sono spiegato bene. Cioè veniva persone da voi? Dopo che il babbo è stato arrestato, a seguito di vostra denunzia, anzi credo che la denunzia non l’ha fatta lei ma l’ha fatta una signora, vero? La denunzia nei confronti del babbo per queste violenze presunte sessuali, per cui c’è già una sentenza, non l’ha fatta lei l’ha fatta una signora dove lei ha lavorato
P.M.: Quindi non sono presunte
G.P.: No l’ha fatta mia sorella ma non…
A.B.: Presunte
P.M: C’è una sentenza non sono presunte
A.B.: Ma c’è anche la sentenza del ’68 che è presunta…
Presidente: Su via, l’ha fatta mia sorella, ha detto.
G.P.: Ma non con l’aiuto di… Senza l’aiuto di nn… Di… Delle persone.
A.B.: L’ha fatta?
Presidente: L’ha fatta sua sorella senza l’aiuto? Di nessuno?
G.P.: Delle persone… Si, si confida…
A.B.: Sua sorella…
G.P.: Parlava con… uffa… Con quella signora dove andava a lavorare però, però lei non ci ha…
Presidente: Non gliel’ha fatta fare lei
G.P.: No, no.
A.B.: Va bene. Senta signorina, volevo domandarle un’altra piccola cosa. Quando son venuti a praticare la sua casa i carabinieri e i poliziotti, se lo ricorda?
G.P.: … Si, me lo ricordo però…
A.B.: E quante, hanno fatto diverse perquisizioni o no?
G.P.: Si.
A.B.: Quante ne hanno fatte? Se ne ricorda?
G.P.: No di pre… No. Non me lo ricordo di preciso.
A.B.: Ma ne hanno fatte una, due o diverse?
G.P.: … Diverse però ora… cioè non me lo ricordo quante.
A.B.: Ecco voi siete state invitate molte volte oppure no? Ad andare nella stazione dei Carabinieri, alla Polizia per rendere dichiarazioni?
G.P.:
A.B.: Sul papà. Sul babbo, quello come lo vuole chiamare. Su Pacciani.
G.P.:
A.B.: Capisce cosa le voglio dire?
G.P.: Ho capito.
A.B.: E’ stata chiamata lei più volte? Si è recata più volte dai Carabinieri? Dalla Polizia…
G.P.:
A.B.: E’ venuta la Polizia in casa dove lei lavora… Più volte o no?
G.P.:
A.B.: Dove fu sentita lei signorina? Si ricorda se son venuti in Via Pietro Tacca o qualcosa del genere?
G.P.:
A.B.: La Polizia più volte?
G.P.: Si, certe volte venivano o a casa dove si stava noi o sennò… Si, una volta, una volta anche a Firenze.
A.B.: Anche a Firenze. A Firenze dove? Firenze è grande, sa?
G.P.: Dove lavoro.
A.B.: Dove lavora. E venivano e che cosa e che cosa venivano a fare, scusi?
G.P.:
A.B.: Signora, scusi, io vorrei saperlo, no? Fra l’altro difendo suo padre, anche se è un padre come dice lei, di un certo tipo, però…
G.P.:...
Presidente: Cosa venivano a fare?
G.P.: A interrogarmi per sapere se sapevo qualcosa… Su di lui.
Presidente: Su di lui.
A.B.: Su di lui. Ecco, senta, quando venivano a casa sua, dalla mamma, stavano parecchio tempo in casa sua?
G.P.: No, non ci stavano.
A.B.: E giravano per tutte le stanze?
G.P.:
A.B.: Non si arrabbi signorina. Se se lo ricorda bene se non se lo ricorda mi dice no…             
Presidente: No, non s’arrabbi.
A.B.: No, fa così con la mano… E va be’… poverina… Io… Se lo ricorda o non se lo ricorda?
G.P.:
A.B.: Si, no.
G.P.:
A.B.: Non se lo ricorda?
G.P.: Mi scusi, non…
A.B.: Dica.
G.P.:
A.B.: Cioè io la domanda che le volevo fare è questa: quando venivano a fare le perquisizioni, venivano, entravano per perquisire, entravano nella stanza, poi entravano in un’altra stanza, poi entravano nel garage, poi andavano a vedere la macchina, se lo ricorda questo? O no?
G.P.: Si me lo ricordo.            
A.B.: Ohooo, quindi ci stavano qualche… qualche minuto, qualche mezz’oretta, qualche oretta ci stavano? O no?
G.P.: Si.
A.B.: Ohooo
Presidente: Si, cioè non è che andavano e andavano via subito. Si intrattenevano un po’ lì.
G.P.: Si.
A.B.: Ecco, senta e queste frequentazioni, capisce cosa vuol dire frequentazioni? Cioè attività frequenti, pare lei abbia detto di tre, quattro, cinque, sei volte eh? Queste presenze di questi signori della legge, se li ricorda gli ultimi periodi? Quando babbo è stato arrestato?
G.P.:
A.B.: Se lo ricorda quando il babbo è stato arrestato ora? Recentemente?
G.P.:
A.B.: Se lo ricorda? Se non se lo ricorda mi cheto.
G.P.:
P.M.: Forse abitava in un’altra casa… Chiediamoglielo…
G.P.:
A.B.: Non ho altre domande Presidente. Grazie.
Segue...

sabato 27 novembre 2010

Udienza del 21 maggio 1999 - 13

Quella che segue è una sintesi dell'udienza del 21 maggio 1999 relativa al Processo d'appello per i delitti del "mostro di Firenze" davanti alla prima sezione della Corte d'Assise d'Appello di Firenze.

Segue dalla parte 12 del 21 maggio 1999
Procuratore generale: Presidente mi chiedono dal commissariato per domani, per organizzare i servizi, le previsioni, le disposizioni sue.
Presidente: Le mie disposizioni sono conseguenti alla disponibilità del difensore che ora ha la parola di terminare eventualmente stasera, eventualmente domani, oppure, però domani col limite delle ore 14:00.
Avvocato Mazzeo: Penso di terminare entro le 14:00 di domani signor Presidente
Presidente: Ecco allora domani mattina abbiamo udienza fino alle ore 14:00
Procuratore generale: Grazie.
Presidente: Comincerei alle 9 e mezza invece che alle 9.
A.M.: Benissimo. Vengo da fuori quindi è un regalo che mi fa.
Presidente: Bene, ci facciamo questi regali.
A.M.: Grazie.
Presidente: Prego avvocato.
A.M.: Grazie. Questo difensore stava svolgendo la disamina della valutazione della intrinseca consistenza del racconto del dichiarante Lotti con riferimento al duplice omicidio di Giogoli, vicenda questa, come avevo già detto, delle particolarità in termini di valutazione del materiale processuale perché non ci troviamo di fronte a evidenze di verosimiglianza, probabilità, improbabilità, uso del buon senso comune, per dirimere le questioni ci troviamo di fronte alla classica situazione di dati probatori, acquisiti dalle indagini indipendentemente dal racconto del Lotti, che si scontrano insormontabilmente con le dichiarazioni e non su dati marginali bensì sui dati centrali, cioè quelli che riguardano gli episodi omicidiari, quindi avevo esaminato la situazione della posizione dei cadaveri e quindi su quella concludo sottolineando come dato finale per questa Corte la inconciliabile dissonanza tra la versione del Lotti e il dato oggettivo acquisito dal sopralluogo della Polizia in ordine alla posizione dei corpi sottolineando la successiva e finale modifica da parte del Lotti, addirittura attraverso una dichiarazione spontanea, questo aggiustamento che però si presenta come il classico esempio scolastico di aggiustamento, non spontaneo ma conseguente a contestazione o a dati probatori acquisiti altrove, è quindi un aggiustamento che per costante insegnamento della Suprema Corte rappresenta, a questo punto, un indice di valutazione complessiva in senso negativo della attendibilità del racconto del Lotti. Quanto poi alle sue dichiarazioni spontanee, questo difensore non si meraviglierebbe neanche fino alla fine di questo procedimento se dovesse assistere a ulteriori dichiarazioni spontanee del personaggio, comunque, vedremo. Quanto agli spari. Risulta in modo certo ed incontrovertibile che gli ultimi due colpi di pistola, lo riporta anche la sentenza, pagine 125, 126 e 139, furono esplosi contro il povero Uwe Rusch, che in precedenza era stato solo ferito dagli spari esplosi dall’esterno, dai lati del furgone, quindi furono esplosi all’interno del furgone, ci sono i bossoli sotto il sedile  quindi non c’è possibilità di immaginare una terza soluzione tra la verità o la non verità di quanto dichiara il Lotti. La sentenza come lo scusa il Lotti su questa cosa? Dice: si, su questo s’è contraddetto, addirittura da colpa agli avvocati, questo mi sembra un po’ eccessivo, perché dice in sede di controesame, dice, siccome il controesame era condotto in modo particolarmente pressante può darsi che il Lotti, in quel momento, si sia confuso. Dunque, prima di tutto, non è un argomento questo, non spendo parole, perché lo scopo del controesame è di sottolineare e far evidenziare le contraddizioni del racconto del dichiarante, a meno che l’avvocato non debba a questo punto, un avvocato che difende un imputato su cui pende la minaccia dell’ergastolo, tragicamente attuale oggi, io dico almeno che l’avvocato non debba abdicare alla sua funzione, altra cosa è la correttezza del controesame, da questo punto di vista questo difensore non si è mai sentito eccepire nulla in termini processuali mentre ci sarebbe da ecccepire, come ho sottolineato, circa la correttezza di certi esami diretti fatti con domande suggestive assolutamente vietate, cioè domande che suggeriscono la risposta. La sentenza trova quindi questo… come lo possiamo definire? Questo excamotage ma nel dire questo si è confusa all’ultimo momento circa la storia degli spari dice anche un’altra grossa, grossa, gigantesca inesattezza perché il Lotti ha dichiarato che non vi furono spari all’interno del furgone non alla fine del dibattimento, in sede dibattimentale, all’ultimo momento pressato dal controesame degli avvocati ma l’ha dichiarato per sei volte. Anche qui abbiamo sei dichiarazioni coerenti nella loro fallacia. Coerenti nella loro fallacia perché che siano fallaci lo sappiamo, cioè furono sparati colpi anche all’interno, sono però coerenti perché in tutte e sei le volte lui dice che i colpi furono sparati tutti all’esterno. Allora, interrogatorio del 16 novembre del ’96, siamo sempre nella fase istruttoria e dice: “Vidi che dentro c’erano due persone ma io sparai verso il vetro, non so se li colpii o no, ricordo due o tre colpi ma ero come imbambolato” e qui insiste il difensore nel dire che questa non solo è una persona che mente ma mente pertinacemente facendo uno sforzo, quasi superiore alle sue capacità intellettuali, di dare credibilità a questo racconto, cioè evidenziando aspetti psicologici di un soggetto a cui viene messa in mano per la prima volta una pistola e che spara e quindi mente pervicacemente, in modo ancora più inescusabile, se così si può dire. “Vidi che dentro c’erano due persone ma io sparai verso il vetro, non so se li colpii o no, ricordo due otre colpi ma ero come imbambolato” finalmente, vorrei dire, c’è un riferimento di ordine psicologico, prima abbiamo assistito a delle fotografie in assenza di suono, mi faceva notare il collega, non si parla mai di rumori salvo di lamenti, a sproposito tra l’altro. “Poi Pietro prese la pistola di mano mia e io rimasi bloccato lì” anche questo è un riferimento di ordine psicologico, “Pietro si portò dalla parte sinistra del furgone, sentii altri colpi, poi Pietro tornò sulla parte destra del furgone aprì lo sportello e guardò dentro e girò i corpi” quindi erano già morti insomma no, “per vedere se erano morti o no” lo precisa ora con maggior dettaglio “e se erano un uomo e una donna. Vide che erano due uomini, uno aveva i capelli lunghi, il Pietro si arrabbiò perché erano due uomini”. Pubblico Ministero ha osservato acutamente: ma perché non s’è arrabbiato il Vanni? Che era lì con lo spolverino sottobraccio e il coltello in mano? Incidente probatorio, volume 1, pagina 49 e 50: “Dopo aver sparato, la prese lui” Pacciani, la pistola, “e andò dalla parte opposta del furgone e sparò. Aprì lo sportello Pietro e guardò se era uomo o donna e vide che erano morti” quindi anche qui c’è una successione di azioni in cui rimane evidente che gli spari furono esplosi tutti all’esterno del furgone. Numero tre, udienza del 27/11/97, siamo al dibattimento, fascicolo 53, pagina 46: “Poi, dopo, quando gli ha finito di sparare, poi gli aprirono lo sportello”. Quarta dichiarazione, udienza del 28 novembre ’97, fascicolo 54, pagina 50: “Dopo che hanno sparato definitivamente tutto hanno aperto gli sportelli”. Udienza del 28 novembre ’97, fascicolo 54, pagina 59: “Dopo, quando hanno sparato del tutto gli ha aperto lo sportello”, qui evidentemente i messaggi che attraverso qualche domanda suggestiva gli venivano lanciati non sono arrivati a destinazione. Sesta dichiarazione, udienza del 9/12/97, fascicolo 62, pagina 21, alla domanda: “Quando Pietro aprì lo sportello sparò altri colpi?”, più chiaro di così, Lotti risponde: “No. In quel momento lì non ho sentito dei colpi”. Signori questo fatto non riguarda dettagli secondari, questo è l’omicidio, questo è l’omicidio! Riguarda il fatto centrale che lui sta rivelando, ci sarà anche stato non è… ma certamente dichiara cose incompatibili con la verità. Egli non sa in sostanza le modalità di uccisione di questo ragazzo tedesco. E il movente in questo caso, due parole sul movente, qui si naviga veramente nell’iperuranio perché la sentenza ha sposato direi in modo chiarissimo la tesi del movente di tipo economico, c’è questo fantomatico dottore, i delitti erano finalizzati alle mutilazioni, le mutilazioni avevano un significato di carattere economico, non voglio fare qui osservazioni di ordine psicologico, stiamo ai fatti, qui stando ai fatti il movente, ce lo dice il Lotti, era un altro, lo ha detto e ripetuto più volte, in questo caso il movente era di far uscire di galera una persona (Francesco Vinci n.d.r.).

venerdì 26 novembre 2010

Graziella Pacciani - Deposizione del 25 maggio 1994 - Ottava parte

Segue dalla settima parte.

Presidente:
Per oggi no. Allora passiamo alle domande... ecco, è l'avvocato Colao, l'avvocato di parte... stia tranquilla... che vuole fare una domanda. Prego avvocato.
Avvocato Colao: Signorina Pacciani accetta una domanda? Le vorrei fare una domanda, mi risponde?
Presidente: Si avvocato, l'ha detto, poverina... lei cerca...
A.C.: Vorrei sapere una cosa, lei ha detto che lui tornava la notte e a volte la svegliava per fare quelle cose. Se non l'avesse svegliata lei si sarebbe accorta che lui rientrava o no perchè dormiva insieme alla mamma e alla sua sorella?
Avvocato Fioravanti (fuori microfono): Aspetta fammi sentire.
Graziella Pacciani: ...
A.C.: Ha capito la mia domanda?
G.P.: Si.
A.C.: Se ne sarebbe accorta se non l'avesse svegliata che lui rientrava a casa? La notte?
G.P.: Certe volte quando tornava lui... cioè non... noi... cioè noi si dorm... si dormiva, non....
A.C.: Bene grazie. Voglio sapere questo. Cioè volevo sapere questo. poi un'altra cosa mi scusi, lei ha mai fatto da infermiera a lui fasciandogli le ferite che si produceva... sui bracci... Si ricorda questo?
G.P.: Si. Mhmm...
A.C.: Siii?
G.P.: Si.
Avvocato Fioravanti (fuori microfono): Zitto Pietro, zitto!
G.P.: Una volta quando lui...
A.C.: Una volta quando?
G.P.: ...
A.C.: Si era fatto male?
G.P.: ...
A.C.: Ecco, mi vuol rispondere con precisione prego? Si era fatto male al braccio...
A.B.: Non può suggerire la risposta perchè lei è dalla stessa parte del Pubblico Ministero!
Presidente: Si era fatto male?
A.B.: Ecco, quindi, io posso fare il controesame lei no.
Presidente: Si era fatto male suo padre?
A.B.: E' una novità.
G.P.: Si tornava
Presidente: A una mano?
G.P.: No ogni tanto veniva a casa...
Presidente: Silenzio.
G.P.: Tornava a casa... cioè... ferito al braccio o alle mani...
Presidente: Dei graffi? Si, insomma, roba che può capitare in campagna, no?
G.P.: Ci obbligava a fasciarli
Presidente: Ci obbligava a fasciarli.
G.P.: A medicarlo...
Presidente: A medicarlo. E a fasciarlo.
G.P.: Si.
A.C.: Grazie. Le faccio un'ultima domanda. Scusi, il babbo, cioè lui, quando faceva l'amore con voi, alle volte, usava un membro di gomma? E' una domanda un pò scabrosa ma se lei è venuta qui, naturalmente può rispondere... Se crede.
G.P.: Si lo...
Presidente: Si.
G.P.: Si.
Presidente: Lo usava spesso?
A.C.: Si lo usava spesso...
G.P.: Con noi si. Si lo usava.
A.C.: Con voi o anche su di lui?
G.P.: ... Anche su di lui.
Presidente: Anche su di lui, avvocato.
A.C.: Signorina grazie.
Avvocato Pellegrini: Signorina io sono un avvocato che difende gli interessi di una famiglia a cui è stata uccisa una figlia.
Presidente: Avvocato, saltiamo le premesse.
A.P.: No, no è soltanto per presentarmi.
Presidente: Sappiamo chi è lei e cosa rappresenta qui. La domanda...
A.P.: Lei lo sa ma la signorina Pacciani non lo sa, quindi mi pare giusto che io mi presenti e mi qualifichi, vista la difficoltà di comunicazione con questa testimone.
Presidente: Questa non la agevola di sicuro. Ora faccia la domanda.
A.B.: Bhe, insomma, ognuno lo valuta a modo suo. Allora signorina, ritorn... lei ha detto, durante l'esame precedente, di aver visto una pistola nella vettura di suo padre, si ricorda, più o meno, quanti anni lei aveva quando ha visto questo oggetto?
G.P.: ...
A.P.: Era una bambina piccola, una ragazzina...
G.P.: ...
Presidente: E' avvenuto molto tempo fa? Diciamo, avvocato...
G.P.: Si l'ho capita la domanda. ...Mha, ora l'eta non me la ricordo, però era... Molto tempo fa.
Presidente: E molto tempo fa e l'età non me la ricordo.
A.P.: Lei è nata nel '67.
G.P.: Si.
A.P.: 1980, '81, '82...
G.P.: ...
A.P.: Molto prima che andasse via di casa?
Presidente (fuori microfono): Difficile...
G.P.: Quando si stava ancora...
Presidente (fuori microfono): Ecco!
G.P.: Quando si stava mhmm... Quando... mhmm...
A.P.: Non si preoccupi.
G.P.: Me la potrebbe ripetere? Scusi...
Presidente: Prego?
G.P.: Me la potrebbe...
Presidente: Rifare?
A.P.: Come?
Presidente: Cioè, quando lei vedeva questa pistola, ricorda grosso modo dove abitavate in quel periodo?
G.P.: Si abitava a Mercatale.
Presidente: A Mercatale.
A.P.: Se lei vedesse una pistola uguale sarebbe in grado di riconoscerla?
Presidente: Sarebbe in grado di riconoscer... perlomeno...
A.P.: Individuarla, grosso modo...
Presidente: Di dire...
G.P.: Penso di si, penso.
Presidente: Penso di si.
A.P.: Bene, non ho altre domande alla teste.
Presidente: Altro?
...
Presidente: No. Benissimo.
 Segue...

mercoledì 24 novembre 2010

Graziella Pacciani - Deposizione del 25 maggio 1994 - Settima parte

Segue dalla sesta parte.

Presidente: E' agitata, agita le gambe...
P.M.: Proveremo nel caso... io mi riservo di interrogarla ancora dopo che abbiamo parlato degli esiti delle perquisizioni, proveremo quella volta lì. Però ho ancora qualche domanda.
Presidente: Va bene.
P.M: Signorina, rimanendo a questo argomento che capisco con evidenza che per lei è difficile da ricordare, ricorda se quando andavate lì in macchina, questo ce lo ha già detto, a volte in due a volte da sola, una delle due era costretta a uscire e lui rimaneva solo? Questo è mai successo?
A.B.: La domanda precisa
P.M.: E' mai successo che quando eravate in macchina, arrivati in quella piazzola di cui ci ha già parlato, le volte in cui andavate in due una delle due fosse costretta o invitata a uscire? Si o no. Più domanda di così...
Graziella Pacciani: ... mhmm
P.M.: O stavate tutti e tre signorina?
G.M.: ...
Presidente: Ha capito la domanda?
G.M.:Ho capito, ho capito.
Presidente: Certo.
P.M.: Ha capito benissimo è la difficoltà del dirlo Presidente. L'abbiamo già messo in evidenza...
Presidente: Sto cercando di...
P.M.: Se ci riusciamo...
G.M.:Certe volte lui... Cioè non proprio in quella piazzola, insomma...
Presidente: Si, in genere...
G.M.:Si, insomma, lui ci obbligava...
Presidente: Pubblico Ministero diceva: stavate insieme tutti e tre oppure una era obbligata a uscire? O invitata a uscire...
G.M.:... No, certe volte lui ci obbligava... Cioè... Mhmm
Presidente: Ci obbligava a stare tutte e due insieme? Oppure una a uscire?
G.M.:No quando ci portava nei boschi... ci...
Presidente: Cosa faceva?
G.M.:...
Presidente: Quando vi portava nel bosco, ci?
G.M.:... Per esempio, co' una, co' una faceva rapporti e una ci obbligava a... Un mi viene...
P.M.: Forse a fare da palo?
G.M.:... A st... A..
Presidente: A vigilare a che cosa...
A.B.: 899 numero 3 codice di procedura penale.
Presidente: A partecipare anche lei o no?
G.M.: No.
Presidente: No, ecco! Non a partecipare. Con una aveva i rapporti...
G.M.: Faceva in modo che non venisse nessuno.
Presidente: A vedere che non venisse nessuno.
P.M.: Non è forse fare da palo?
Presidente: Va be', però, naturalmente...
P.M.: Senta una cosa signorina, in quella piazzola o in quelle piazzole nei boschi è mai capitato che ci fossero, per lo stesso motivo, o per altri motivi, altre coppie in macchina?
G.M.: No... mhmm
Presidente: In genere eravate soli, allora.
G.M.: Si.
Presidente: Non c'erano altre macchine con altre coppie.
G.M.: Quando ci porta...
Presidente: Quando vi portava
G.M.: No.
Presidente: Dice di no. Che erano sempre soli.
P.M.: Senta e allora cosa dovevate vigilare, cosa vi diceva di vigliare?
Presidente: Bhe, lo ha già detto prima per la verità.
P.M.: Si io ho capito vigilare non so a vigilare da che cosa?
Presidente: Che non arrivassero altri.
P.M.: Ah, ecco, non avevo capito, chiedo scusa.
Presidente: Vero? Non vorrei avere...
G.M.: Si, si.
Presidente: Si.
P.M.: Non avevo capito.
Presidente: No, me lo conferma perchè avrei potuto...
P.M.: Si, si. Ho capito male io.
Presidente: ...Dire una cosa non vera... Io sono quello più in grado di... con la Corte naturalmente.
P.M.: Vi ha mai detto perchè, dato che facevate quelle cose, l'amore in casa, vi portava anche nei boschi? Lei glielo ha mai chiesto?
G.M.: Scusi, non ho capito la...
P.M.: Lei ci ha detto fin'ora che aveva rapporti con voi in casa, nei modi che ci ha detto e che vi costringeva, nei modi che ci ha detto, a andare anche nei boschi in macchina. Lui le ha mai detto perchè andavate anche nei boschi dato che avevate la disponibilità della casa? Prima domanda. Seconda, gliel'ha mai chiesto?
Presidente: Aspetti, aspetti, una per volta sennò...
P.M.: Una alla volta.
Presidente: Allora dice il Pubblico Ministero poichè voi avevate la possibilità di fare quelle cose, o lui aveva la possibilità di fare quelle cose con voi, avere rapporti con voi in casa, senza alcun disturbo, come mai vi portava nei boschi? Anche nei boschi?
G.M.: ...
Presidente: C'è una spiegazione? Un qualcosa, un perchè di questo?
G.M.: ...
Presidente: Usciva così senza eh...
G.M.: Si, ho capito.
Presidente: O c'erano dei giorni in cui usciva abitualmente? Non so...
G.M.: Certe volte il sabato, la domenica, insomma il sabato più che altro.
P.M.: Certe volte o più spesso il sabato e la domenica?
G.M.: ...
Presidente: Se lei lo sa... C'è un motivo?
G.M.: No ora non mi viene.
Presidente: Non lo sa, non losa.
P.M.: Gliel'ha mai chiesto?
Presidente: Glielo ha mai chiesto perchè?
P.M.: Lei o sua sorella...
Presidente: Glielo avete mai chiesto? Perchè ci porti nei boschi... e via dicendo... a fare queste cose... ecco, così. Domanda tipo questa.
G.M.: ...
Presidente: Glielo avete mai chiesto?
G.M.: No.
Presidente: No.No.
P.M.: Presidente io..
Presidente: Fa cenno di no col capo...
P.M.: Per noi è no.
Presidente: La Corte ne è testimone.
P.M.: Presidente io con la riserva che ho detto di risentire la signorina dopo che avrò mostrato e parlato del... tramite Polizia giudiziaria, dei contenuti delle perquisizioni, in questo momento non ho altre domande.
Presidente: Quindi in un secondo momento per oggi no.
P.M.: Per oggi no.
Segue...